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Segni e abbreviazioni

Nel documento Prezzo L [5.660] (pagine 52-108)

* davanti a una citazione significa che è stata tratta dal The Oxford Dictionary of Quotations (2• rist. riveduta, 1942).

* davanti a una parola significa che è una forma ricostruita.

> significa che una forma si è mutata in un'altra.

NED = A New EngliJb Dictionary on Historical Principles, comunemente conosciuto come The Oxford EngliJh Dictionary.

Shorler OED The Shorlcr Oxford English Dictionary on HiJtorical Principles (3• ed., rist. corretta, 1952).

Bloch-Wartburg O. Bloch-W. v. Wartburg, Dictionnaire éty­

mologique de la langue française ( 38 ed. rive­

duta, 1960}.

Lewis and Short C. T. Lewis-C. Short, A Latin Dictionary (rist. 1951).

Liddell and Scott An I ntermediate Greek - English Lexicon founded upon the Seventh Edition o/ Lid­

dell and Scott's Lexicon (rist. 1955)

I

n traduzione

Due dei maggiori rami della linguistica riguardano in particolare le parole: l'etimologia, cioè lo studio dell'ori­

gine delle parole, e la semantica, lo studio cioè dei signi­

ficati delle parole. Delle due, l'etimologia è una disciplina di vecchia data, mentre la semantica è, al confronto, recen­

te. La speculazione sull'origine delle parole era preminente nell'antica filosofia greca, come ricorderanno tutti i lettori del Cratilo di Platone 1• Vi erano due scuole di pensiero rivali: i naturalisti, che credevano ci fosse una connessione intrinseca tra il suono e il senso, e i convenzionalisti, che sostenevano che la connessione era puramente arbitraria.

Quando, nel I secolo a.C., Varrone codificò la grammatica latina, classificò l'etimologia come una delle tre princi­

pali hranche dello studio linguistico, insieme alla morfo­

logia e alla sintassi. I metodi etimologici non furono scien­

tifici fino al XIX secolo, ma l'interesse etimologico ebbe sempre una posizione chiave nello studio della lingua. Il bisogno di una scienza indipendente del significato non fu sentito che molto più tardi; solo nel XIX secolo la seman­

tica assurse al rango di un'importante divisione della lin­

guistica e ricevette la sua attuale denominazione.

Questo non significa, comunque, che gli antichi fos­

�ero indifferenti al problema del significato. Essi fecero 1 Sulla storia dell'etimologia vd. il recente lavoro di P. Zumthor, Fr.

l?twnnlog.'c. Enai d'histoire sémantique, << Etymologica, W. v. Wart­

burg zum 70. Geburstag », Tiibingen, 1958, pp. 873·93.

l O Semantica

molte acute osservazioni sul senso e sull'uso delle parole e notarono parecchi aspetti fondamentali del cambiamento semantico. Tuttavia è senza dubbio esagerato dire che la maggior parte dei temi della semantica moderna è adom­

brata nelle sporadiche annotazioni degli scrittori greci e latini 2• Un problema che li interessò fu quello dei cam­

biamenti di significato che riflettevano cambiamenti nella mentalità popolare. In un famoso brano sulla decadenza morale durante la guerra del Peloponneso, Tucidide notò un sintomo di questa tendenza generale nella svalutazione di alcune parole indicanti valori morali:

Il valore consueto delle parole in rapporto alle cose era trasva­

lutato da una nuova interpretazione. L'audacia dissennata fu rite­

nuta coraggiosa abnegazione verso la propria parte, l'indugio pru­

dente decorosa viltà, la saggezza pretesto di codardia, l'intelletto aperto a tutti gli aspetti di un problema assoluta incapacità di agire 3•

C'è un'eco di questo brano nel De bello Catilinae di Sal­

lustio, dove questi dice per bocca di Marco Porcia Catone:

Veramente, già da tempo noi disimparammo il vero senso delle parole; e poi che esser prodighi dei beni altrui si chiama liberalità, e l'audacia del male diviene coraggio, proprio perciò la repubblica

è sull'orlo della rovina 4•

È impossibile per il lettore moderno non pensare ad ana­

loghi casi di svalutazione ai giorni nostri: le vicende di pa­

role come democrazia, l'incubo semantico dell'ambiguità 2 A proposito di queste e di altre annotazioni di interesse seman·

tico negli autori greci ed in quelli latini, vd. R. H. Robins, Ancient and Afediacval Grammatica[ Tbeory in Europe, Londra, 195 1 , e H. Kro­

na�ser, HanJhucb der Semasiologie, Heidelberg, 1952, pp. 25 sgg. e 70-1.

3 Tuciciide, La guerra dd Peloponneso, lib. 3, 82, trad. di P. Sgroi, Milano, 1942, p. 295.

4 Sallustio, La congiura di Catilina, cap. 52, trad. di G. Lipparini, Bologna, 1957, p. 65.

I n traduzione 1 1

linguistica di Orwell, dove pace significa guerra e amore significa odio.

In un tono meno sinistro, Cicerone tracciò, nel Libro I del De 0/ficiis, la storia di un interessante eufemismo e mostrò anche come, nel corso del tempo, esso perse il suo valore eufemistico e giunse ad essere direttamente appli­

cato allo spiacevole concetto che era stato destinato a sve­

lare:

Voglio anche osservare che, chi doveva chiamarsi, con vocabolo proprio, perduellis ( « nemico di guerra » ), era invece chiamato

bostis ( « straniero » ), temperando cosi, colla dolcezza della parola,

l'asperità della cosa. Difatti i nostri maggiori chiamavano hostis quello che noi oggi chiamiamo peregrinus ( << forestiero ») ... Che

cosa si può aggiungere a una cosi gran mitezza? Chiamare con un cosf benigno nome colui col quale si combatte! È ben vero che ormai il lungo tempo trascorso ha reso questo vocabolo assai piu

duro: esso ha perduto il significato di forestiero per indicare propriamente colui che ti vien contro con l'armi in pugno 5•

Piu genericamente Orazio riassunse la nascita e la caduta delle parole in una lucida formulazione, che riflette una sorprendente larghezza di vedute nei confronti della vexata quaestio della correttezza nella lingua:

Multa renascentur quae iam cecidere, cadentque Quae nunc sunt in honore vocabula, si volet usus, Quem penes arbitrium est et ius et norma loquendi.

Ars Poetica, 70-2.

Nel V secolo d.C., il filosofo neoplatonico Proclo esa­

minò l'intero campo dei cambiamenti semantici e distinse

un certo numero di tipi base - cambiamento culturale,

metafora, estensione e restrizione del significato, ecc. -che fanno tuttora parte delle nostre nozioni linguisti-che.

5 Cicerone, De officiis, lib. l, 12 trad. di D. Arfelli, Bologna, 1959, p. 53.

12 Semantica

L'interesse degli antichi nei confronti delle parole non fu limitato solo ai cambiamenti dei loro significati; ma essi fecero anche alcune osservazioni pertinenti sul loro com­

portamento nel discorso. La vaghezza delle parole e la diversità dei loro usi è già notata nell'Iliade: « Fluente è la lingua dei mortali e le parole sono molte e varie e le possibilità di espressione sono infinite da una parte e dal­

l'altra » (XX, vv. 248-49). Democrito disse chiaramente che ci sono due distinte specie di molteplicità di signifi­

cato: la stessa parola può avere piu di un senso, e, al con­

trario, piu di una parola può esprimere la stessa idea. Su di un piano piu sistematico, Aristotele dette parecchie im­

portanti definizioni dei significati delle parole. Fu il primo a definire la parola come la piu piccola unità significativa del discorso - una definizione che è stata imperante sino a poco tempo fa e che è tuttora valida in una forma un po' modificata. Aristotele operò inoltre un'utile distin­

zione tra due tipi di parole: quelle che hanno un signifi­

cato prese isolatamente e quelle che sono puri strumenti grammaticali. Questa distinzione è tuttora largamente ac­

cettata sia dai linguisti sia dai filosofi. Infine, dobbiamo ad Aristotele una classificazione delle metafore che, svi­

luppata e perfezionata da successivi scrittori, in primo luo­

go da Quintiliano, ebbe una parte importantissima nella tradizione retorica e fu accolta e ripresa nella semantica dai pionieri della nuova scienza.

Le idee dei Greci e dei Romani sulle parole e sui loro usi esercitarono perciò un forte, anche se non sempre be­

nefico, influsso sulla semantica moderna, ma l'impulso per la creazione di una scienza del significato venne da altre parti. Due fattori in particolare ebbero un'influenza deter­

minante sulla sua nascita nella prima metà del XIX secolo.

Uno fu il sorgere della linguistica comparata, e, piu gene­

ricamente, della linguistica scientifica nel senso moderno.

Lo stesso termine linguistica si formò in quel periodo;

ap-Introduzione 1 3

parve i n francese nel 1826 (la linguistique) e i n inglese un­

dici anni dopo (all'inizio linguistic senza s) 6• Sebbene l'at­

tenzione fosse concentrata principalmente sui cambiamenti fonetici e grammaticali, divenne ben presto necessario inda­

gare anche l'aspetto semantico della lingua. L'altro fattore fu l'influenza del movimento romantico sulla letteratura.

I romantici avevano un forte, universale interesse alle pa­

role, dalle arcaiche alle esotiche, ivi compresi i dialetti delle campagne e i gerghi dei piu bassi strati sociali 7 • Cosa an­

cor piu importante, essi erano affascinati dagli strani e mi­

steriosi poteri delle parole. Molti poeti di quel tempo espressero questo nuovo atteggiamento. Per Wordsworth,

Visionary power

Attends the motions of the viewless winds, Embodied in the mystery of words.

*The Prelude, l. V 8,

Per Shelley, « le parole sono come una nuvola di serpenti alati » (Prometeo liberato, 1), ma la lingua è anche un

perpetuai Orphic song

Which rules with Daedal harmony a throng Of thoughts and forms, which else senseless and

� shapeless were.

! *ibid., IV) 9•

6 Vd. il NED ed il dizionario etimologico francese del Bloch-Wart­

burg (3• ed., Parigi, 1 960). Cfr. ]. Perrot, La linguisttque, Parigi , 1957, p. 14, n. l .

7 Sull'atteggiamento dei Romantici verso le parole, vd. i l mio Style in the French Nollel, Cambridge, 1957, cap. l: << Some Romantic Expe­

riments in Local Colour ». Cfr. anche H. Tempie Patterson, Poetic Ge­

nesis: Sébastien M.ercier into Vietar Hugo; Studies on "1/oltaire and the Eighteelzth Century, XI, Ginevra, 1960.

8 « La potenza fantastica segue i movimenti dei venti invisibili, in­

clusi nel mistero delle parole » (N.d.T.).

9 « Perpetua canzone orfica, che ordina con d �dalica armonia una massa di pensieri e di immagini, altrimenti informi e senza senso »

(N.d.T.).

1 4 Semantica

Vietar I-lugo va oltre; in una famosa poesia delle Contem­

plations, un seguito di immagini terrificanti, che descri­

vono la parola nei suoi vari aspetti, ci porta in un'atmo­

sfera che riecheggia i versi iniziali del V angelo di San Giovanni:

Il est vie, esprit, germe, ouragan, vcrtu, feu;

Car le mot, c'est le Verbc, et le Verbc, c'est Dieu.

Réponse à un acte d'acwsatùin. Suite 10•

Incuriositi dalle strane proprietà delle parole che usavano, gli scrittori romantici si rivolsero ai filologi per esserne illu­

minati. In Francia, Charles Nodier, uno studioso della lin­

gua dotato piu d'immaginazione che di dottrina, divenne la loro principale autorità in materia di linguistica. Comun­

que, si sentiva il bisogno di una scienza specifica che si occupasse dei significati delle parole. Questo bisogno fu eloquentemente indicato da Balzac nelle pagine iniziali del suo romanzo filosofico Louis Lambert. Vale la pena di citare il brano, poiché è sintomatico del clima ideale nel quale si formò la semantica moderna:

S i potrebbe scrivere un gran bel libro davvero raccontando la vita e le avventure di una parola. Senza dubbio questa ha ricevuto impressioni diverse dagli avvenimenti nei quali è stata usata; ha risvegliato idee diverse in luoghi diversi ... Tutte sono impregnate d'una forza vivificatrice che viene loro dall'anima e che le resti­

tuiscono attraverso una misteriosa, c meravigliosa, azione c reazione che si attua tra la parola e il pensiero ... Le parole, soltanto con la loro forma, risvegliano nella nostra mente le creature che esse adombrano ... Ma quest'argomento richiederebbe forse una scienza tutta per sé.

Louis Lambert fu pubblicato nel 1 832 e non è certo solo una coincidenza il fatto che la nuova scienza

adom-10 " i:: vita, spirito, germe, uragano, virru, fuoco; poiché la parola

è il Verbo cd il Verbo è Dio » (N.d.T. ).

Introduzione 1 5

brata da Balzac sia stata di fatto fondata pochi anni prima, sebbene egli non ne fosse a conoscenza. Fin dal 1 825 cir­

ca, lo studioso umanista C. Chr. Reisig aveva cominciato

a sviluppare una nuova concezione della grammatica. Nelle sue lezioni universitarie di filologia latina ad Halle, egli pose la « semasiologia », lo studio del significato, come una delle tre principali divisioni della grammatica, le altre due erano l'etimologia e la sintassi. Egli considerava la

« semasiologia » come una disciplina storica che avrebbe cercato di stabilire « i principi che regolano lo sviluppo del significato ». Come mostra il suo tentativo di classifi­

cazione dei cambiamenti semantici, egli non aveva idee molto chiare sull'oggetto della « semasiologia »; nonostan­

te ciò, aveva fatto il passo decisivo dandole il suo posto nell'ambito degli studi linguistici.

In seguito, la storia della semantica si articola in tre fasi distinte 11 • La prima, che dura all'incirca mezzo secolo,

è stata giustamente definita come il (< periodo sotterraneo >) della semantica 12• L'iniziativa di Reisig fu accolta favo­

revolmente da alcuni suoi colleghi tedeschi, che videro in essa una salutare reazione all'eccessiva preoccupazione for­

male negli studi filologici. Ma la diffusione delle nuove idee fu all'inizio molto limitata, essendo confinata special­

mente agli studiosi di materie classiche in Germania. I pri­

mi due lavori sul tema, quelli dello stesso Reisig e del suo discepolo F. Haase, furono entrambi pubblicati postumi, il che fa comprendere come non ci fosse ancora un vasto interesse per questi argomenti. Non sorprende perciò che quando, parecchie decine d'anni dopo, Michel Bréal comin­

ciò a pensarla nello stesso modo, avesse l'impressione di dare inizio a una sctenza completamente nuova che non aveva ancora neppure un nome.

11 Vd. in particolare Kronasser, Of. cit. , pp. 29 sgg., e K. Baldin�ter, Die S�:masio!ogic. Vermch eines Uberblicks, Berlino, 1957, pp. 4 sgg.

t2 Baldinger, op. cit., p. 5.

1 6 Semantica

La seconda fase nella storia della semantica cominciò all'inizio degli anni 1 880 e durò anch'essa almeno mezzo secolo. Ebbe inizio con un articolo, pubblicato da Bréal nel 1883 in una rivista classica, e nel quale egli tracciò le linee del programma della « nuova » scienza, dandole il nome con cui è tuttora designata:

Lo studio in cui invitiamo il lettore a seguirei è cosi nuovo che

non ha ancora neppur ricevuto un nome. Effettivamente la maggior parte dei linguisti hanno esercitato la loro sagacità sul corpo e

sulla forma delle parole , mentre sono state lasciate in ombra, o solo di passaggio toccate, le leggi che presiedono alla trasformazione del senso, alla scelta di espressioni nuove, alla nascita e alla morte di modi di dire. Poiché quesro studio merita, come la fonetica c la morfologia, di avere un proprio nome, lo chiameremo semantica (dal verbo O"TJ!J.atvnv), cioè la scienza dei significati u.

Risulta chiaro da questo brano che Bréal, come Reisig prima di lui, considerava la semantica come uno studio pu­

ramente storico. Questo orientamento rimase caratteristico di tutta questa seconda fase; la maggior parte degli studiosi di semantica ritennero che il loro primo compito fosse quel­

lo di studiare i cambiamenti di significato, di indagarne le cause, di classificarli secondo criteri logici, psicologici o simili, e, se possibile, di formulare le « leggi » generali e le tendenze che li caratterizzano.

Gli ultimi due decenni del XIX secolo portarono un intensificarsi dell'interesse sull'argomento. In Germania, cominciarono ad apparire numerosi studi specializzati, e alle questioni semantiche venne data una certa importanza nel piu autorevole trattato generale di quel tempo, i Prin­

zipien der Sprachgeschichte di Hermann Paul, che fu

dap-n Da udap-n articolo su Les Lois intellectuelles du langage pubblicato in « L'Annuaire de I'Association pour l'encouragement des études gre·

ques en France ». Sulla storia del termine semantica. vd. A. W. Read, An ;1cwunt of tbc \Vurd « Scmantics », « Word », IV ( 1948 ), pp. 78-97.

lutroduzione 17

prima tradotto e poi adattato in inglese 14• In Francia, due importanti ed accessibili libri misero al corrente dei pro­

blemi semantici il largo pubblico: La vie des mots étu­

diée dans leurs significations ( 1887 ) di Arsène Darme­

steter e, dieci anni dopo, l'Essai de sémantique di Bréal.

Questi due lavori furono i primi classici della nuova scienza; ebbero un gran numero di edizioni e anche que­

sti furono ben presto tradotti in inglese 15 • È interessante notare che uno dei poeti di quel tempo maggiormente consapevole delle disponibilità della lingua e linguisti­

camente sofisticato, Paul Valéry, lesse il libro di Bréal con l'entusiasmo di un giovanotto di diciassette anni e ne pubblicò un'entusiastica recensione sul « Mercure de Fran­

ce >> ( 1898 ) 16 •

Un notevole progresso nello studio dei cambiamenti di significato fu compiuto nei primi tre decenni del XX secolo.

Gli studiosi di semantica si liberarono poco a poco dalle antiquate categorie ereditate dalla retorica, e si volsero invece a discipline vicine, come la filosofia, la psicologia, la sociologia, la storia della civiltà, per una piu completa comprensione dei processi semantici. Un esperimento inte­

ressante fu fatto dal linguista danese K. Nyrop quando, nel 1 9 1 3 , inseri un volume sulla seman ti ca nella sua for­

tunata Grammaire historique de la langue française. Il ten­

tativo fu tuttavia prematuro: la semantica non possedeva ancora le tecniche necessarie per identificare le tendenze distintive di una determinata lingua. Il risultato che coronò

14 Balle, 1880; 5" ed., Halle. 1920. ! specialmente dalla 2" edizione ( 1 886 ) in poi che le questioni semantiche hanno una posizione di rilievo nel libro. La seconda edizione fu tradotta in inglese da H. A. Strong nel 1 889, e un adattamt=nto inglese fu pubblicato nel 1891 ad opera di H. A. Strong, W.'. S. Logeman e B. I. \'\1heclcr con il titolo lntro­

duction to tbe Study of the Hislory of La11?.11age.

15 Una traduzione inglese dell'opera di Darmesteter fu pubblicata

nel 1886. Una traduzione inglese del libro di Bréal, a cura di H. Cust, apparve nel 1900 col ti tolo Semar�lics.

16 Vd. F. Scarfc, Tbe ari o/ Pau/ Valéry, Londra, 195-t, pp. 56-7.

1 8 Sema11tica gli studi di quel periodo fu una monumentale sintesi pub­

blicata nel 1 93 1 dal filologo svedese Gustaf Stern con il titolo: M.eaning and Change of Meaning, with Special Rc­

ference to the English Language, dove era presentata una nuova classificazione, puramente empirica, dei cambiamen­

ti semantici, basata sulle ampie ricerche dell'autore, e dove veniva compiuto anche il tentativo di aggiornare gli studi semantici alla luce dei recenti progressi fatti in altri campi, compreso lo studio dell'afasia e di altri disturbi del lin­

guaggio.

Nello stesso anno in cui apparve il trattato di Stern, fu pubblicato un altro lavoro che aprf una nuova era ne1la storia della semantica: la monografia di Jost Trier sui ter­

mini « conoscenza » e « intelligenza » in Germania 17 • Per comprendere il carattere della nuova era, è necessario ri­

cordare brevemente alcuni cambiamenti fondamentali che si erano verificati nella linguistica generale dall'inizio del secolo . Questi cambiamenti, che sono stati definiti come una « rivoluzione copernicana » nelle nostre idee sulla lin­

gua, ebbero la loro origine nell'insegnamento di uno studio­

so svizzero, Ferdinand de Saussure, le cui lezioni di lingui­

stica all'Università di Ginevra furono pubblicate postume nel 1 9 1 6 con il titolo Cours de linguistique générale 18•

In questo libro, straordinariamente ricco di concezioni ori­

ginali ed audaci, c'erano due punti in particolare che rivo­

luzionarono la teoria e la pratica degli studi linguistici. In primo luogo, Saussure in terruppe l'orientamento storico della linguistica del XIX secolo e provò in maniera convin­

cente che ci sono due punti di vista radicalmente diversi ed ugualmente legittimi con cui affrontare lo studio della lingua: uno è quello descrittivo o « sincronico » 19, che 17 Der deutsche Wor/schatz im Sinnbezirk des Verslandes. Die Ge­

schichte eines sprachlichen Feldes I, Heidelberg, 1931.

18 5" ed ., Parigi. 1955 ( trad. inglese di Wade Baskin, Londra, 1%0).

19 Dal greco: r;vv '" insieme , + xp6voç « tempo ...

Introduzione 1 9 considera la lingua come esistente i n un dato momento, ignorando i suoi precedenti; l'altro è quello storico o « dia­

cronico » 20, che traccia l'evoluzione dei suoi vari elementi.

I due punti di vista sono complementari, ma non debbono assolutamente essere confusi; considerarli insieme signi­

ficherebbe, come scherzosamente affermò uno dei di­

scepoli del Saussure, dipingere un ritratto in base a foto­

grafie prese in tempi diversi, combinando la bocca di un bambino con la barba di un adulto e le rughe di un vec­

chio. In secondo luogo, Saussure concepi la lingua come un i nsieme organizzato o Gestalt, in cui i vari elementi sono interdipendenti e ricevono il loro valore dal sistema inteso come un tutto unico. Egli paragonò la lingua al gio­

co degli scacchi, dove nessuna unità può essere aggiunta, tolta o spostata senza alterare l'intero sistema dei rapporti sulla scacchiera. Questa visione della lingua come un siste­

ma di elementi interdipendenti sta alla base di quell'orien­

ma di elementi interdipendenti sta alla base di quell'orien­

Nel documento Prezzo L [5.660] (pagine 52-108)

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