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Seguiamo l’episodio del Soldano nel racconto dei Continuatori di Teofane

Vale la pena di riferire ciò che accadde tra il re di Francia e il Soldano d’Africa e i cittadini di Capua e di Benevento. Il Soldano, fermatosi a Capua per due anni con il re dei Franchi, in questo lasso di tempo non venne mai visto ridere, tanto che il re promise dell’oro in dono a chi l’avesse sorpreso. Ed ecco che un tale riferì al re di aver visto il Soldano - fino a quel momento rimasto severo in volto - mentre rideva, e portò dei testimoni. Allora il re chiamò il Soldano e gli chiese la ragione di tale mutamento e quello rispose: “vedendo le ruote di un carro, come alcune parti di esse si abbassino a terra e di nuovo da terra si sol-levino in alto per il movimento rotatorio dell’asse, ho visto tale movimento come immagine dell’incerta ed incostante felicità degli uomini e così risi, pensando a come noi ci insuperbiamo per una situazione del tutto instabile; infine ho

pen-sato che come dalla sommità sono caduto in basso, così di nuovo dal basso sarò sollevato ai fasti di prima”. Il re, udito ciò, pensando al proprio stato, giu-dicò saggio quell’uomo e gli permise da quel momento di intrattenersi libera-mente alla sua presenza. Ma il Soldano, che era invece malvagio e astuto (come tutti gli arabi) decise di procurarsi la salvezza creando un castello di calunnie reciproche attorno al re e ai possidenti locali: infatti non di rado si reca-vano da lui per avere consigli i maggiorenti di Capua e di Benevento, ritenen-dolo uomo ricco di esperienza. Simulando amicizia, fece credere a costoro di voler svelare un piano del re, ma di temere di ricevere danno da tale confiden-za, così che quelli giurarono di mantenere il segreto su quanto avrebbero udito. Allora egli disse: “il re ha deciso di mandarvi tutti in Francia avvinti in catene, perché ritiene che sia l’unico modo per impossessarsi stabilmente delle vostre città”. Dal momento che questi chiedevano prove di quanto affermava, il Soldano (seguendo il suo piano) convinse il re a dare prova di risolutezza, con-sigliandogli proprio di mandare in catene in Francia i maggiorenti delle città. Persuaso dalle parole del Soldano, il re diede ordine di fabbricare delle catene. Il Soldano, rivedendo i nobili locali, disse “nemmeno ora date ascolto alle mie parole? Chiedete in giro cosa stanno costruendo tutti i fabbri per ordine del re e se troverete che stiano costruendo catene, vi accorgerete che vi parlo per la vostra salvezza”. I patrizi videro le catene e credettero veritiere le parole del Soldano, non dubitandone più, ma piuttosto cominciarono a cercare il modo di vendicarsi del re: attesero che egli uscisse dalla città per una battuta di caccia e chiusero le porte delle mura impedendogli di rientrare. Non potendo sul momento far niente per vendicare l’affronto, il re se ne tornò in patria. Il Soldano

si rivolse ai patrizi per ricevere il compenso del segreto svelato e chiese di essere lasciato libero: gli fu permesso di tornare a Cartagine, dove riprese pos-sesso dei suoi domini. Non aveva però mutato l’animo malvagio, e subito ripartì alla volta di Capua e Benevento coi suoi eserciti, per ringraziare per la salvez-za ricevuta. Le due città si affrettarono a inviare un’ambasceria al re di Francia per chiedere aiuti, ma gli ambasciatori vennero respinti con ingiurie e con l’or-dine di riferire che il sovrano si rallegrava della rovina delle città. Venne allora inviata un’ambasceria all’imperatore, ed essendo questi di indole buona e pron-ta alla compassione, subito congedò il messo affinché si affretpron-tasse a tornare e a riferire di attendere fiduciosi gli aiuti che sarebbero arrivati presto. Ma il messo venne catturato senza aver potuto portare la risposta a quegli altri, che rimasero così in attesa. Al messo il Soldano fece un’offerta: “se mi ubbidirai otterrai la salvezza e riceverai ricchi doni”. Quello promise di fare tutto ciò che gli fosse stato ordinato, e il Soldano disse: “voglio che tu ti fermi fuori dalle mura e ti rivolga ai cittadini dicendo che hai assolto la tua missione, ma che tuttavia non si devono aspettare alcun aiuto dall’imperatore, che non ha ascoltato le richieste”. Dopo aver promesso che così si sarebbe espresso, venne mandato (guardato a vista dagli uomini del Soldano) a parlare ai concittadini, e accosta-tosi alle mura chiese che fossero presenti i maggiorenti della città e cominciò: “ sebbene la morte mi minacci e la mia uccisione sia prossima, tuttavia non vi celerò la verità. Ma vi prego e vi scongiuro di ricambiare prendendovi cura dei miei figli e di mia moglie. Io infatti, miei signori, anche se ora sono prigioniero dei nemici, ho portato a termine il mio compito e ho portato la vostra amba-sceria all’imperatore romano: aspettate che da lui vi giungano tra breve degli

aiuti, state saldi e non intorpidite nella rassegnazione, dal momento che verrà chi vi libererà, sebbene non sarà per me di nessun aiuto”. Udite queste parole le guardie del Soldano, sconvolte dal furore e dall’ira per esser stati ingannati, l’uccisero. Il Soldano, temendo le forze inviate dall’imperatore, tolse l’assedio e si ritirò nella sua regione. Dopo questo episodio i maggiorenti di questa città furono fedeli all’imperatore96.

Il lungo episodio mette in evidenza i contrasti di interessi e le diffidenze