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Selezione della collezione digitale

3. I NDAGINE SULL ’ ORGANIZZAZIONE DELLE COLLEZIONI DIGITALI E DE

3.1. Risorse e servizi

3.1.3. Selezione della collezione digitale

Lo scopo e gli obiettivi che si pongono le diverse istituzioni culturali sono strettamente legate alla mission dell’istituzione ed alla scelta dell’utente di riferimento per il servizio. Sono quindi da considerare diversi approcci, che dipendono dalle diverse finalità istituzionali.

Lo scopo che generalmente tutte le istituzioni culturali perseguono nella creazione di una collezione digitale è quello di migliorare l’accesso alle risorse, sia che queste facciano parte della propria collezione analogica (nel caso di progetti di conversione da analogico a digitale o di surrogati) o che vengano

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‰ Archivi (Paolo Buonora)

‰ Biblioteche pubbliche (Vanni Bertini) ‰ Biblioteche scolastiche (Luisa Marquardt) ‰ Biblioteche speciali (Stefano Casati) ‰ Mediateche (Elisabetta Vagaggini)

‰ Risorse on line per l'Archeologia (Antonella D'Ascoli) ‰ Sistemi bibliotecari delle università (Anna Maria Tammaro)

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55 selezionate ed acquisite, anche attraverso licenze di uso (nel caso di risorse originariamente digitali o born digital).

Nell’ambito del generico scopo di migliorare l’accesso, sono stati elencati diversi obiettivi, che possono essere combinati o uno prevalere sugli altri, come:

‰ una migliore conservazione degli originali, in particolare quelli rari e fragili o il loro restauro virtuale,

‰ la creazione di particolari percorsi tematici, predisposti per utenti specifici o aggregando tipologie diverse di risorse, ad esempio per mostre virtuali permanenti,

‰ la realizzazione di un progetto editoriale, come ad esempio la riproduzione digitale del fondo locale, di una collezione di libri rari, o la creazione di pubblicazioni originariamente digitali, come nel caso di alcune università,

‰ l’estensione al digitale di alcuni servizi tradizionali, come ad esempio il collegamento tra il catalogo ed il testo pieno o tra il catalogo e le immagini degli indici dei volumi e dei periodici.

I criteri di selezione della collezione digitale vengono decisi da vari attori: ‰ gli stessi utenti, nel caso ad esempio della digitalizzazione a domanda

o nel caso dell’utenza universitaria, anche se l’avvio dei Consorzi per la negoziazione di licenze ha dato più potere ai Sistemi bibliotecari di Ateneo,

‰ i responsabili dello sviluppo della collezione digitale, o della biblioteca digitale, previa autorizzazione di Comitati di riferimento o dell’organo di controllo gestionale, se necessario,

‰ il Comitato Guida della Biblioteca Digitale Italiana,

‰ gli enti finanziatori di appositi programmi per la digitalizzazione, a livello locale, nazionale o internazionale.

I criteri sono quindi diversi, in quanto sono diverse le finalità e gli interessi dei diversi attori coinvolti nella decisione. Possiamo tuttavia riconoscere che c’è un criterio comune a tutte le istituzioni culturali che sono state analizzate ed è quello della disponibilità del finanziamento (pur se spesso limitato all’acquisizione della risorsa e non alla sua gestione e preservazione).

Un altro criterio riguarda il monitoraggio dell’effettivo utilizzo, ad esempio diffuso nel caso di risorse digitali in licenza di accesso, o nel caso di volumi a stampa molto richiesti che si decide di digitalizzare. Infine, un criterio ovvio a molte delle iniziative di digitalizzazione è rappresentato dall’evitare i vincoli posti dal copyright, selezionando in preferenza le collezioni di cui si possiedono tutti i diritti (o si ha autorizzazione da chi li possiede) oppure le così dette opere orfane (cioè quelle senza un detentore di diritti di proprietà intellettuale).

Altri criteri non sono stati elencati nei questionari ricevuti, probabilmente perché considerati come scontati. Ad esempio nessuno ha affermato di controllare che il documento non sia già stato convertito in digitale. Con il diffondersi delle attività di digitalizzazione è importante evitare delle duplicazioni.

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Il criterio di non duplicare è spesso implicito nelle esperienze in corso in Italia, ma è evidente che quando si seleziona del materiale si dovrebbe essere certi che non ci siano progetti simili o complementari già realizzati o in corso.

Un ulteriore criterio, da aggiungere a quelli elencati, ma spesso taciuto nei risultati dell’indagine, è il ri-uso potenziale della collezione digitale. Bisogna infatti riconoscere la potenzialità della collezione digitale di costituire un elemento di un possibile servizio per utenti diversi da quelli per cui è stata pensata. Questo implica delle problematiche di ri-usabilità, persistenza, interoperabilità, certificazione delle risorse. Un particolare ri-uso è quello da parte dei motori di ricerca del Web, con cui bisognerebbe favorire l’integrazione funzionale.

Le tipologie di materiale che vengono selezionate per la collezione digitale comprendono ogni possibile oggetto digitale, con una prevalenza attualmente di testi, sia libri che periodici, che hanno generalmente una copia a stampa corrispondente. Degna di nota una tendenza evidenziata nell’indagine che sta portando le singole istituzioni culturali ad allontanarsi da questo modello che potremmo chiamare di estensione del servizio tradizionale, verso un vero e proprio sistema informativo che integra diverse banche dati ed oggetti digitali non testuali, e quindi rende possibile utilizzi diversi ed innovativi delle risorse digitali. Si prospetta un cambiamento importante ed una rivitalizzazione del ruolo delle istituzioni culturali nel fare cultura. In questo caso, come evidenzia Vagaggini occorre un cambio paradigmatico nella comunicazione svolta dalla biblioteca digitale:

«nel momento in cui il testo digitalizzato si confronta con la compresenza di altri testi, immagini, suoni, links di approfondimento, questo perde la sua caratteristica principale, la sequenza sintagmatica dei segni – le parole – a favore di una lettura paradigmatica. Ecco quindi che altre regole linguistiche e narrative si impongono, avvicinandosi al linguaggio proprio dell’immagine, da sempre dominio del settore mediatecale».

Infine, è da notare che per un’efficace attività di selezione delle risorse digitali, mancano degli strumenti di riferimento a cominciare da un registro autorevole che contenga tutte le collezioni digitali di qualità, costantemente mantenuto. Finora questo strumento mancava; attualmente, con l’avvio del Progetto MICHAEL88, si potrà contare su questo indispensabile supporto.