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La sentenza del tribunale a composizione collegiale e lo Special Leave Petition

Plachimada Struggle: la guerra dell’acqua

Capitolo 3 Il diritto dell’acqua

2. Implicazioni nel caso di Plachimada

2.3. La sentenza del tribunale a composizione collegiale e lo Special Leave Petition

In Hindustan Coca-Cola Beverages Privated Limited v. Perumatty Grama Panchayat (7 aprile 2005) vengono discussi congiuntamente diversi appelli presentati dalla panchāyat e dalla compagnia. Da una parte il Consiglio locale sottolinea che la sua presa di posizione nei confronti dello stabilimento Coca-Cola è dettata esclusivamente dalla volontà di tutelare la popolazione più povera dalla scarsità d’acqua, e che se ci fossero soluzioni alternative a quest’emergenza non si opporrebbe ad un’industria che è fonte di lavoro e sviluppo locale. Dall’altra Coca-Cola sostiene che a torto il single bench ha dichiarato l’acqua presente nel sottosuolo del possedimento bene pubblico piuttosto che proprietà privata dello stabilimento.

In quest’occasione i giudici dell’Alta corte si pronunceranno in questi termini: We have to assume that a person has the right to extract water from his property, unless it is prohibited by a statute...We do not find justification for upholding the finding of the learned Judge that extraction of ground water is illegal…We cannot endorse the finding that the company has no legal right to extract this 'wealth'... Abstract principles cannot be the basis for the Court to deny basic rights, unless they are curbed by valid legislation. Even reference to mandatory function, referred to in the third schedule of the Panchayat Raj Act… could not have been envisaged as preventing an owner of a well from extracting water therefrom, as he wishes. The Panchayat had no ownership about such private water source, in effect denying the proprietory rights of the occupier and the proposition of law laid down by the learned Judge is too wide, for unqualified acceptance67.

L’acqua del sottosuolo è quindi intesa come una risorsa privata sulla quale il proprietario terriero può esercitare il suo diritto. Secondo la Corte in assenza di una previsione statutoria che disponga altrimenti, un principio astratto come quello del public trust non

67

Hindustan Coca-Cola Beverages Privated Limited v. Perumatty Grama Panchayat, 7 aprile 2005, paragrafo 35

63 può trovare applicazione nel contesto, poiché si tradurrebbe nella negazione del diritto fondamentale alla proprietà privata. In quest’ottica, anche l’autorità della panchāyat in materia viene totalmente negata e, così facendo, la sentenza si traduce in un provvedimento che ignora le motivazioni che hanno spinto il Consiglio locale ad agire nei confronti della multinazionale: la tutela dell’ambiente, della salute pubblica, e di un bene comune e irrinunciabile quale l’acqua.

Così la Corte accoglie le conclusioni dell’Expert Committee con cui, seppur viene riconosciuta la persistenza di una crisi idrica a Plachimada, e che questa è aggravata dall’operato di Coca-Cola, si stabilisce che l’impresa può estrarre fino a 500.000 lt di acqua al giorno68.

Possiamo quindi affermare che in sede d’appello la Corte non ha saputo riconoscere il valore del diritto fondamentale all’acqua, al punto che l’accesso alla risorsa viene piuttosto tutelato in qualità di proprietà privata. Esso è riconosciuto all’individuo che in quest’ottica ne risulta in possesso e non all’intera comunità, che in ogni modo ne è dipendente per la sua stessa sopravvivenza. La Corte sembra non accorgersi che la posizione da essa sostenuta porta indubbiamente a iniquità d’accesso alla risorsa.

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto come tale concezione si basi su principi ormai superati, e come la giurisprudenza si sia orientata verso una nuova direzione che punta al rispetto ambientale e dei diritti umani sulla base dell’interpretazione dell’art. 21. Allo stesso tempo però, sì è sottolineato come la mancanza di un riconoscimento costituzionale di un diritto all’acqua e l’assenza di un quadro normativo esaustivo nella regolamentazione della disciplina delle acque sotterranee, abbia lasciato ampi spazi per la crescita della crisi idrica nel paese. Anche questi punti trovano conferma nel caso di Plachimada, dove in assenza di una legge specifica che prevedesse restrizioni all’uso dell’acqua freatica, si è arrivato a negare la pertinenza della dottrina del public trust e a ignorare gli effetti devastanti dell’attività produttiva della compagnia.

Effetti che non sono solo limitati al prosciugamento dei pozzi comuni del villaggio, ma che comprendono anche la contaminazione della risorsa idrica e dei campi agricoli. Quest’ultimo problema in particolare non ha trovato adeguati spazi di discussione davanti all’Alta Corte, non essendo questa la questione principale portata in discussione in quella sede. E in effetti la posizione della panchāyat sostenuta nel corso del caso legale si è

64 sviluppata essenzialmente intorno al riconoscimento della sua autorità e della legittimità del suo intervento, piuttosto che sul problema dell’inquinamento e dei suoi effetti a Plachimada69. Tuttavia portando l’attenzione su questa tematica si sarebbe potuto invocare il polluter pays principle ed eventualmente ottenere qualche genere di compensazione per i danni subiti.

Così, sentendosi nuovamente danneggiata dalla decisione del division bench, la panchāyat ha deciso di rivolgersi alla Corte Suprema dell’India presentando un Special Leave Petition (SLP)70. Ai sensi dell’art. 136 della Costituzione infatti, è prevista la possibilità eccezionale di appellarsi a questa Corte per impugnare una sentenza in cui importanti tematiche legali e costituzionali non sono state correttamente interpretate71.

Lo SLP rimane però ancora in attesa di discussione e con esso il destino degli abitanti di Plachimada, per i quali ancora nessuna Corte ha previsto provvedimenti compensatori per i danni subiti.

3. Sviluppi recenti della disciplina delle acque sotterranee: Il Ground Water Model Bill