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Servizio Postale (a cura di Daniele Michelli)

PARTE I - I reports sulla conflittualità nei singoli servizi pubblici essenziali

16. Servizio Postale (a cura di Daniele Michelli)

16.1. Andamento della conflittualità e interventi della Commissione Il servizio postale è attualmente disciplinato dalla Regolamentazione provvisoria adottata della Commissione di garanzia con delibera n. 02/37, del 7 marzo 2002, pubblicata in G.U. n. 88, del 15 aprile 2002.

Il quadro delle regole si completa con le disposizioni relative alle procedure di raffreddamento e di conciliazione contenute nell’articolo 17 del CCNL del 14 aprile 2011, valutato idoneo con delibera n. 11/549, del 10 ottobre 2011.

L’articolo 1 della suddetta Regolamentazione provvisoria definisce l’Ambito di applicazione della stessa, precisando che: “La presente

regolamentazione si applica nei confronti di tutti i soggetti che a qualsiasi titolo sono coinvolti nell’erogazione del servizio postale”.

Pertanto, anche in considerazione dei cambiamenti che stanno caratterizzando il mercato postale, l’Autorità ha valutato complessivamente 92 proclamazioni di scioperi, che hanno riguardato non solo l’azienda Poste Italiane S.p.A., ma il settore postale nella sua interezza.

Infatti, delle 92 proclamazioni di sciopero nell’anno, 77 hanno interessato direttamente il personale di Poste Italiane S.p.A., mentre le rimanenti 15 astensioni sono state rivolte ad altre aziende coinvolte, a vario titolo, nello svolgimento del servizio in questione. Tra queste le più colpite dalle astensioni, nel periodo di riferimento, sono state realtà aziendali di piccola e media dimensione, che gestiscono alcuni appalti che Poste Italiane S.p.A. ha affidato all’esterno, mediante esperimento di idonee procedure di gara.

La Lid S.r.l., azienda di trasporti e logistica che ha in appalto lo smistamento della posta presso gli uffici di Poste Italiane S.p.A. di alcune province (tra le quali Reggio Emilia e Siena), è stata l’azienda che ha registrato nel corso del 2019 più astensioni collettive, dopo la stessa Poste Italiane. Le agitazioni, ben 8, sono state tutte proclamate nel territorio di Siena per il mancato/ritardato pagamento delle retribuzioni.

Tra le altre aziende interessate da astensioni collettive figurano anche la TMA Distribuzione, con 2 astensioni nella provincia di Reggio Emilia (nel cui appalto da giugno 2019 è subentrata proprio la Lid S.r.l. di cui si è appena detto), ove le astensioni sono state proclamate per irregolarità nelle buste paga e per la mancata consegna dei cedolini paga, nonché per la condizione dei mezzi di trasporto aziendali “inidonei – a detta del sindacato proclamante

– per le consegne e spesso senza regolare rifornimento di carburante”, e la Express Speedy S.r.l., con 5 proclamazioni di sciopero. Quest’ultima società ha gestito per conto di Poste Italiane l’appalto per la vuotatura delle cassette postali ed il successivo trasporto e consegna presso i CMP di Poste nelle aree di Roma Bravetta, Fiumicino ed in altre parti d’Italia. Le 5 azioni di sciopero che hanno interessato la Express Speedy S.r.l. nel 2019 sono state tutte indette per protestare contro i continui ritardi nel pagamento delle retribuzioni.

Come inizialmente anticipato, quindi, nel settore e nell’anno in esame, le proclamazioni sono state complessivamente 92, facendo registrare un leggero aumento rispetto al dato registrato nel 2018, quando le proclamazioni si erano fermate a 73. Il dato, però, risulta sostanzialmente in linea con la media delle proclamazioni del quinquennio precedente (73 nel 2018, 137 nel 2017, 91 nel 2016, 60 nel 2015 e 83 nel 2014), pari a circa 90 scioperi l’anno.

A differenza delle 15 astensioni che hanno riguardato le aziende di cui si è già parlato (Lid S.r.l., Express Speedy S.r.l.. e TMA Distribuzione) che hanno sempre interessato l’intera giornata lavorativa, le astensioni che sono state effettuate dai dipendenti di Poste Italiane S.p.A hanno riguardato le prestazioni di lavoro straordinario e aggiuntivo, compresa la cosiddetta “flessibilità operativa”. Tali astensioni hanno avuto come durata massima quella di 30 giorni consecutivi, nel rispetto, quindi, di quanto previsto dall’art. 10 della Regolamentazione provvisoria del settore. Tali iniziative, come avvenuto negli anni precedenti, e ad eccezione delle 16 astensioni proclamate dai Cobas a livello nazionale, hanno avuto tutte carattere locale o regionale.

In relazione a tali astensioni, la Commissione è intervenuta 7 volte, con indicazioni immediate ai sensi dell’articolo 13, comma 1, lettera d), della legge 146 del 1990, e successive modificazioni, per segnalare alle Organizzazioni sindacali proclamanti la violazione della regola dell'intervallo tra azioni di sciopero, invitando, quindi, le sigle sindacali ad adeguare le iniziative di sciopero “successive”, sulla base di quelle “precedentemente indette”. Le Organizzazione sindacali proclamanti, destinatarie di tali indicazioni immediate, hanno sempre risposto positivamente accogliendo l’invito dell’Autorità, revocando la propria iniziativa o andandosi a “concentrare” con altri scioperi, precedentemente proclamati da altri soggetti sindacali.

Le azioni di sciopero revocate tempestivamente nel corso del 2019 sono state in totale 10 (tra revoche spontanee o intervenute a seguito di indicazione preventiva della Commissione) mentre la percentuale di adeguamenti alle indicazioni preventive dell’Autorità è stata del 100%.

I dati statistici registrati confermano l’attitudine delle Organizzazioni sindacali operanti nel settore a rispettare la regolamentazione vigente. Al riguardo, considerando anche le 7 indicazioni immediate della Commissione, alle quali le organizzazioni sindacali proclamanti si sono sempre attenute nei termini di legge, tutte le astensioni effettuate nel corso del 2019 sono state poste in essere nel rispetto della legge e della disciplina di settore. Non è stato necessario, pertanto, procedere all’apertura di alcun procedimento di valutazione del comportamento.

Per quanto attiene alle cause di insorgenza del conflitto presso Poste Italiane S.p.A., come già accaduto negli anni precedenti, la principale causa è da rinvenire nella necessità di ottenere modifiche dell’articolazione dell’orario di lavoro e/o delle prestazioni richieste, mentre in altri casi le organizzazioni sindacali hanno proclamato scioperi contro ipotesi di ristrutturazioni aziendali e/o riorganizzazione dei servizi, soprattutto in relazione alle “iniziative intraprese dall’azienda attraverso un percorso di

privatizzazione” dei servizi che, secondo i sindacati, comporta un “peggioramento nelle condizioni di lavoro e di servizio”.

Rientra nella prima fattispecie anche la questione legata alla cosiddetta “flessibilità operativa”, relativamente al settore recapito postale, tra le principali cause dei conflitti promossi a livello nazionale dalle Organizzazioni sindacali.

Da segnalare, infine, che l’Autorità, in linea di continuità con quanto avvenuto sin dalla fine dell’anno 2018, ha continuato a monitorare l’evoluzione del mercato postale al fine di valutare l’opportunità di estendere l’ambito di applicazione della legge 146 del 1990 e della disciplina del settore postale ad alcuni servizi della logistica. Oggetto di particolare attenzione è l’attività svolta dai “corrieri”, al fine di individuare se esiste la possibilità di considerarla, anche in via strumentale, quale “servizio pubblico essenziale”, partendo da quanto previsto dall’art. 2 della legge in tema di libertà di comunicazione, ove è previsto che tale libertà viene garantita anche attraverso il servizio postale.

Nel corso del 2019, quindi, sono stati messi sotto osservazione tutti gli strumenti con i quali viene garantita ad oggi la libertà di comunicazione, tra i quali la posta, le telecomunicazioni, ma anche e soprattutto la rete,

attraverso non solo i vari canali tematici, ma anche, soprattutto, attraverso i