• Non ci sono risultati.

3. SESSIONI E ATTIVITÀ / SESSIONS AND ACTIVITIES

3.3. Sessioni parallele / Parallel sessions

Antropocene e ricerca geografica. Prospettive presenti e future

The Anthropocene and geographical research. Present and

future perspectives

COORDINATORI: Francesco De Pascale, Università della Calabria, CNR-IRPI

Cristiano Giorda, Università di Torino

Paolo Giaccaria, Università di Torino

Charles Travis, University of Texas e Trinity College Dublin

ABSTRACT: Il concetto di Antropocene sembra destinato ad assumere un rilievo progressivamente maggiore nel

dibattito scientifico. La sessione si propone di discutere e valutare l’impatto dell’introduzione del concetto di Antro-pocene nel campo degli studi geografici, riflettendo sui campi di ricerca che potrebbero essere sviluppati e su come la geografia possa dialogare attraverso questo concetto con altre discipline scientifiche, sociali e umanistiche, come, ad esempio, la Geoetica e le Environmental Humanities. Paul Crutzen, premio Nobel per la chimica, lo ha usato per definire l’epoca geologica in cui l’ambiente terrestre, inteso come l’insieme delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge ed evolve la vita, presenta modificazioni legate all’azione umana in grado di permanere per milioni di anni, dando un’impronta irreversibile alle trasformazioni dell’ambiente terrestre. Da una prospettiva culturale è possibile far coincidere l’inizio dell’Antropocene con il momento in cui la specie umana è diventata con-sapevole del suo impatto globale e del suo ruolo come principale agente di trasformazione dell’ambiente terrestre. Dalla geologia il concetto è progressivamente entrato nel dibattito delle altre discipline, anche in campo geografico. Discutere di Antropocene ha a che fare con l’interrogarsi sui limiti e le prospettive del rapporto fra la specie umana e il suo pianeta, sui processi di trasformazione in atto fra uomo e ambiente, sull’uso delle risorse, sull’impatto dei sistemi antropici sui sistemi ambientali e quindi sul nucleo stesso di quanto è considerato oggetto di studio della geografia. Tutto questo sembra richiedere lo sviluppo di nuove metafore in grado di interpretare i cambiamenti in atto e di definire i paesaggi e i processi centrali nell’era dell’Antropocene.

Lo studio geografico dell’Antropocene sembra avere la potenzialità per aprire un ampio ventaglio di campi di ricerca, fra i quali segnaliamo a puro titolo di esempio:

• Le trasformazioni ambientali causate dall’azione umana e le loro conseguenze sui sistemi umani e sui territori (es. cambiamento climatico, uso delle risorse, sistemi economici, migrazioni, rapporti geopolitici).

• Le modalità e i metodi per spazializzare, rappresentare e cartografare i processi di trasformazione legati all’im-pronta umana sull’ambiente terrestre.

• Il legame tra idee sull’ambiente, percezione degli individui, processi decisionali e trasformazioni dei luoghi e dei paesaggi terrestri.

• Il monitoraggio e la valutazione dei tentativi umani di governare il cambiamento ambientale e di implementare strategie alternative per lo sviluppo.

• il dibattito sulla Geoetica, che si concentra sul ruolo degli scienziati e degli umanisti nello sviluppo della consa-pevolezza etica per guidare la società sulle questioni inerenti alla sicurezza pubblica, ai rischi naturali, all’uso sostenibile delle risorse, ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia dell’ambiente.

• Le prospettive multiple ed integrate delle Environmental Humanities, le quali possono contribuire a compren-dere pienamente le culture che caratterizzano l’Antropocene.

• L’inclusione del concetto di Antropocene nell’educazione geografica e il suo utilizzo nella comunicazione scientifica. PAROLE CHIAVE: antropocene, geografia, environmental humanities, geoetica, ambiente

LINGUE: Italiano

The Anthropocene and geographical research. Present and future perspectives – The concept of the

Anthro-pocene seems destined to play a more prominent role in scientific debates. The concept focuses on the agencies of our human species and their effect upon the regional environments of our planet. Though originating in geology, the concept has gradually entered into the debate of other disciplines. Applying the Anthropocene as a research heuristic will require the development of new metaphors to create fruitful dialogues between the arts, humanities and sciences.

This session aims to discuss the impact of the Anthropocene on the field of geographical studies and its role in de-veloping Geoethics and the Environmental Humanities. This session will focus on how the Anthropocene provides an opportunity to illuminate a variety of geographical perspectives, including:

• Environmental changes caused by human action and their consequences on human systems and areas (eg. climate change, resource use, economic systems, migrations, geopolitical relations).

• Procedures and methods to spatialise, represent and map the processes of transformation linked the terrestrial human footprint.

• Links between ideas on the environment, the perception of individuals, decision-making and transformation of places and terrestrial landscapes.

• Monitoring and evaluation of human attempts to govern the environmental change and implement alternative strategies for development.

• Debates on Geoethics, which focus on the role of scientists and humanists in the development of ethical aware-ness to guide the society on matters relating to public safety, natural hazards, sustainable use of resources, climate change and the preservation of environment.

• Multiple and integrated perspectives of the Environmental Humanities, which may help to more fully under-stand the cultures of, and the cultures which frame the Anthropocene.

• The inclusion of the concept of the Anthropocene in the geographical education and its use in scientific commu-nication.

KEYWORDS: anthropocene, geography, environmental humanities, geoethics, environment

S02

Atlanti, mappe, narrazioni. Tradizionali linguaggi di conoscenza

e innovative modalità di visualizzazione

COORDINATORI: Carla Masetti, Università di Roma Tre

Luisa Spagnoli, CNR

ABSTRACT: L’atlante ha rappresentato nel momento storico in cui è stato creato una rivoluzione autentica. Una

stra-ordinaria scoperta che ha impresso un segno distintivo nella cultura europea d’età moderna, offrendo la possibilità di scrutare interi paesi, regioni, città, e, così facendo, restituire la valenza culturale, sociale, economica e politica di popoli e luoghi.

La sua portata innovativa consiste anche nelle sue possibilità di aprirsi a un discorso meta-geografico, che contribu-isce ad arricchire il dibattito sui differenti linguaggi e sistemi interpretativi della cartografia.

La recente riabilitazione delle ragioni spaziali nella cultura e il rinnovato interesse per lo spatial turn hanno portato nuovamente alla ribalta lo spazio, in quanto dimensione che più del tempo, può interpretare la complessità del reale e le molteplici differenze dei sistemi culturali e sociali. In questa riscrittura del mondo e dei diversi approcci metodo-logici, il sapere geo-cartografico si rinnova anche in virtù dello scambio reciproco tra discipline diverse. Nonostante le specificità di ognuna, esse convergono verso l’utilizzo degli atlanti e delle mappe come strumenti per comunicare il senso culturale e scientifico del proprio progetto disciplinare.

A partire da tali presupposti, la sessione si propone di alternarne alle letture storico-geografiche, orientate a inda-gare il significato dell’atlante assunto in epoca moderna e contemporanea, sistemi interpretativi che abbracciano

logiche lontane dalla scientificità degli sguardi più consolidati e tradizionali, per sondare il valore delle narrazioni meta-cartografiche.

Gli interventi, quindi, contribuiranno a far dialogare la geografia con la linguistica, la letteratura, il cinema, l’arte, il design, l’infografica, fino a ridisegnare forme di conoscenza e linguaggi. Nuove mappe del sapere che si avvalgono di più innovativi sistemi digitali, capaci di favorire i processi di visualizzazione e comprensione delle informazioni. PAROLE CHIAVE: atlante, mappe, metageografia

LINGUE: Italiano

CONTATTI: carla.masetti@uniroma3.it

S03

Città infinita, partecipazione e nuovi turismi

COORDINATORI: Marina Faccioli, Università di Roma Tor Vergata

Angelo Battaglia, Oman Tourism College e Dublin Institute of Technology

Marina Novelli, Università di Brighton

ABSTRACT: La sessione vuole suscitare contributi critici alla discussione su diversi approcci all’urbano, fra i quali un

ruolo rilevante, cruciale per più aspetti, è assunto, per gli effetti performativi che gli stessi producono, dai processi di riproposizione di città e dimensioni urbane come originali attrattori territoriali. L’ipotesi alla base della sessione è cogliere spunti critici per la definizione del confronto fra il processo turistico e la città infinita, negazione di confini, segno forte del cambiamento dell’idea di territorialità.

La programmazione del processo turistico, a sua volta, pare presentarsi costitutiva della programmazione territo-riale perché azioni come la riqualificazione dell’offerta di risorse, la patrimonializzazione come creazione continua di valore aggiunto territoriale, l’istituzione di specifiche destinazioni attrattive, secondo diversi itinerari di senso, fun-zionano in realtà come processi di produzione/riproduzione e riprogettazione continua del territorio, come dato di fruibilità culturale e sociale. D’altro lato la nuova domanda politica che viene rivolta alle amministrazioni territoriali, perché sappiano riconoscere quali siano gli input, e gli attori, in grado di generare spontaneamente sviluppo origi-nale dei territori stessi, diventa spesso domanda di progettualità per la messa in atto di destinazioni da condividere, di nuove città dell’esperienza, della fruizione lenta, dell’intrattenimento culturale, del transculturalismo.

Contemporaneamente, appare chiaramente percepibile come certi confini territoriali, urbani o meno, siano ricono-scibili essenzialmente dove si raggiunga acquisizione consapevole e responsabile della domanda di condivisione e partecipazione delle scelte in cui ogni fruitore dell’urbano è coinvolto. Per questa strada sembrano leggibili anche le forme vitali di resilienza messe in atto da chi percepisca il cambiamento della propria condizione territoriale e impari progressivamente, dall’interno, a gestirlo.

La città ”infinita”, a sua volta, procede secondo percorsi, progetti, filiere programmatiche, modelli di dispersione non riconducibili in alcun modo né a vecchie contrapposizioni fra urbano e rurale, né a una qualche superiore coerenza necessariamente di carattere sistemico.

La sessione accoglierà contributi liberi sui punti citati, da parte di diversi ambiti disciplinari impegnati nella ricerca sulle relazioni fra urbano e riqualificazione territoriale, con particolare attenzione ai temi del cambiamento della di-mensione urbana nei rapporti con il ruolo delle pratiche partecipative, nella gestione dei patrimoni territoriali e nella creazione di attrattori per originali processi di sviluppo del turismo.

PAROLE CHIAVE: strategie per il turismo, partecipazione, città, urbano LINGUE: Italiano

S04

Città intelligenti e dinamiche: dati, misure e analisi per comprendere

città, territori e comportamenti umani / Smart and dynamic cities:

data, indicators and analysis to understand cities, territories and

human behaviors

COORDINATORI: Paola Zamperlin, Università di Cagliari

Margherita Azzari, Università di Firenze

Arnaldo Bibo Cecchini, Università di Sassari

Chiara Garau, Università di Cagliari

ABSTRACT: Le città sono organismi complessi e dinamici, che si evolvono e mutano nel tempo per azioni

concomi-tanti e non sempre chiaramente distinguibili di fattori endogeni ed esogeni.

Nella relazione tra uomo e ambiente si è aggiunto un elemento di ulteriore complessità che è costituito dalla pre-senza sempre più capillare e invasiva di strumenti di rilevazione e di acquisizione di dati che descrivono azioni e movimenti umani e precise risposte ambientali. Si tratta di dati digitali, real time, generati da sorgenti differenti: reti cellulari, GPS, reti distribuite di sensori, ognuna delle quali richiede grandi investimenti di capitale pubblico e privato in termini di ricerca scientifica e infrastrutturazione.

I comportamenti degli individui e delle comunità si sono adattati oggi alla disponibilità di questi dati, dando esito alla produzione di artefatti cognitivi e fisici che sono diventati parte integrante della quotidianità e protagonisti delle relazioni interumane. Il neologismo data-behaviourism (Rouvroy) è solo uno dei tentativi di definire un modo di go-verno basato su conoscenza algoritmica di opinioni, desideri e comportamenti raccolte dalla grande quantità di dati. Big data e Smart city rappresentano al contempo l’efficienza e la capacità di dominio dell’uomo sul mondo circostan-te, ma anche principio da cui si ingenerano disuguaglianze sociali e occasioni di conflitto urbano. Alcuni studiosi (tra cui Sassen, Sennett e Greenfield) sostengono che il concetto stesso di Smart city sia incompatibile con il carattere informale, imprevedibile e non eterodiretto delle città poiché le sottomette alle logiche economiche dei principali attori tecnologici, pubblici e privati, che agiscono su di essa. Altri, sulla scorta di Deleuze, vedono in essa l’incarna-zione urbana della società del controllo. Qualunque interpretal’incarna-zione si scelga, non si può negare che Smart city e informazioni siano due poli intrinsecamente dipendenti dello stesso framework intellettuale che sta riposizionando l’idea odierna di città.

Ogni intervento sull’urbano dipende oggi anche da un controllo sull’ambientale e sui comportamenti che viene dalla combinazione di sensori elettronici e di cittadini-sensori, facendo della Smart city quindi anche un modello di go-vernance alternativo rispetto al passato. Tuttavia, quanto possiamo asserire che la presenza ubiquitaria del digitale, dove città è la rete di nodi di comunicazione e dove il futuro è posizionato sull’intensificazione e la densità di questi nodi, renda la città un organismo in evoluzione, per usare un’idea geddesiana, senziente (Nesi)?

Ci sono domande, che, investendo diversi ambiti disciplinari, obbligano gli studiosi a una riflessione condivisa su come questi dati stanno influenzando le nostre capacità di comprensione del fenomeno urbano in ragione della sua complessità. Quali riflessioni teoriche e quali processi analitici devono essere attivati perché questa immensa mole digitale possa contribuire a spiegare le interazioni tra le popolazioni umane, sia quando esse agiscono su uno stesso sistema urbano, sia quando operano tra sistemi urbani diversi? Si aprono fronti di indagine sulle nuove situazioni di conflitto tra città e territori, sulla distribuzione spaziale delle sperequazioni sociali, nella relazione tra centro e perife-rie, sulle dinamiche relazionali tra ambiente naturale e costruito, comprendendo semplificazione degli usi del suolo, cambiamenti climatici ed esposizione al rischio, divario digitale. Rimangono questioni aperte le dinamiche secondo le quali i centri storici stanno affrontando la sfida del cambiamento, tenendo conto delle costrizioni e delle barriere fisiche e culturali sedimentate nel corso dei secoli, per mantenere il passo delle moderne città globali e quanto, per converso, la standardizzazione delle soluzioni tecnologiche penalizzi le specificità locali.

PAROLE CHIAVE: smart city, città dinamica, big data, indicatori, smart governance, controllo LINGUE: Italiano

Smart and dynamic cities: data, indicators and analysis to understand cities, territories and human be-haviors – Cities are complex and dynamic organisms that evolve and change over time for concurrent actions

and not always clearly distinguishable by endogenous and exogenous factors. An element of further complexity is now added to the relationship between man and environment: that is the increasingly widespread and invasive presence of instruments for data acquisition and detection that can describe human actions and movements and environmental responses. It is digital data generated by different sources, data from cellular networks, GPS (Global Positioning System), as distributed networks of sensors, each of which requires a large public and private capital in-vestment in terms of scientific research and infrastructure. Nowadays individuals and communities have adapted their behavior to the availability of real time data, giving as result the production of cognitive and physical artifacts that have become an integral part of everyday life and protagonists of human relations. Big Data is the expression that sums at once the abnormal informative opulence and the fear of the loss of freedom in the face of system-atic intelligence of Big Brother, which is now actual availability of terabytes of data, algorithms and mathemsystem-atical analysis models.

KEYWORDS: smart city, dynamic city, big data, indicators, analysis models

S05

Cultura, legalità, territorio: il contributo della geografia e delle discipline

storico-sociali agli studi sulla criminalità organizzata / Culture, legality,

territory: the contribution of geography and historical-social disciplines

to the study of organized crime

COORDINATORI: Giuseppe Muti, Università di Cassino

ABSTRACT: Gli studi storico-sociali sulla criminalità organizzata e sulle mafie sono cresciuti quantitativamente e

qualitativamente dagli anni Novanta e si sono consolidati in questo ultimo lustro in un corpus scientifico multidisci-plinare riconosciuto internazionalmente che dialoga utilmente con le istituzioni e con la società civile.

La mole di lavoro è enorme data la sbalorditiva diffusione di attori, pratiche e dinamiche criminali in una molteplicità di settori dell’economia e della gestione della cosa pubblica e considerato che la corruzione politico-amministrativa e il reinvestimento dei proventi illeciti si dimostrano problemi strutturali che inficiano alla radice ogni programma di sviluppo sostenibile ed ogni idea di libero mercato.

Che l’impatto della criminalità mafiosa sul tessuto sociale ed economico dei contesti in cui è radicata sia una questio-ne cruciale per lo sviluppo civile ed economico non solo delle regioni meridionali ma di tutto il Paese è un aspetto sottolineato dall’incontro fra la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e la Conferenza dei rettori delle università Italiane (Cosenza, 26 ottobre 2015) che ha avviato una collaborazione nel campo della cono-scenza scientifica e della formazione superiore in tema di mafie e di altre forme di criminalità organizzata.

La rinnovata dialettica in merito ai paradigmi e ai concetti in uso negli studi sulla criminalità organizzata ha accen-tuato il ricorso a nozioni e strumenti propri della geografia per render conto delle prerogative e delle trasformazioni del fenomeno, con particolare attenzione alla mobilità territoriale dei gruppi mafiosi e ai processi di espansione e radicamento in aree storicamente non condizionate.

Ma la geografia è direttamente o indirettamente chiamata in causa nelle sue molteplici anime: dalla geoeconomica alla geografia del potere, gli studi sulle migrazioni, sui media e sulle rappresentazioni, l’agricoltura, lo sviluppo locale, le identità territoriali, gli studi urbani, quelli di genere, la cartografia e i GIS.

In questo contesto scientifico (ma anche storico) la sessione si propone come occasione di dialogo e confronto di esperienze aperta agli studiosi di tutte le discipline storico-sociali attualmente impegnati su questo tema, invitati a proporre interventi sintetici su studi e metodologie o proposte, in atto o di interesse, per favorire lo scambio di stru-menti e conoscenze contribuendo alla rete nazionale di studi interdisciplinari sulla criminalità.

Obiettivo della sessione è discutere le potenzialità degli strumenti e delle metodologie delle scienze politiche ed economiche, storiche, sociali e geografiche, naturalmente e soprattutto, di fronte alla complessità e alla capacità

di trasformazione degli attori e delle dinamiche criminali e mafiose. Concluderà la sessione un dibattito aperto a riflessioni e proposte per valutare l’opportunità di un Gruppo geografico di studio dedicato proprio alle dinamiche illegali e criminali.

PAROLE CHIAVE: mafia, criminalità organizzata, territorio, scienze sociali, geografia LINGUE: Italiano

CONTATTI: g.muti@unicas.it

Culture, legality, territory: the contribution of geography and historical-social disciplines to the study of organized crime – Historical and social studies on organized crime and mafia have quantitatively and qualitatively

grown in Italy since the 1990s and, in the last five years, have consolidated into an internationally recognized scien-tific multidisciplinary corpus which cooperates effectively with institutions and civil society.

The workload scenario is enormous on account of the remarkable flow of actors, practices and criminal dynamics which operate in the diversified sectors of economics and public management. Political and administrative corrup-tion and reinvestment of illegal proceeds are structural problems which invalidate, at its foundacorrup-tion, every plan regarding sustainable development and/or any form of free trade.

Paradigms and concepts referring to studies on organized crime have emphasized the use of geographical tools which center on the prerogatives and transformation(s) of the phenomenon. Particular attention is placed on the local mobility of mafia gangs and their expansion and establishment in areas historically unaffected.

Hence, geography, directly or indirectly, brings into play a multifaceted configuration of geo-economics, geopolitics, studies on migration, media, agriculture, local development, territorial identities, urban and gender studies, cartog-raphy and GIS.

In this scientific, nonetheless historical context, the session of the 32nd Italian Geographical Congress intends to create a discussion meeting point for Italian and European researchers of all historical-social disciplines concerned with the subject matter and invite them to submit concise contributions (i.e. studies, methodologies, proposals) to promote the exchange of knowledge and instruments, while contributing to the national network of interdisciplinary studies on criminality.

Therefore, the 32° IGC aims to examine the potential tools and methodologies of political, economic, historical,

Documenti correlati