Le opere di presa dell’acqua fluente
82 IV – Le opere di presa dell’acqua fluente I L’energia idroelettrica e le altre fonti di produzione spetto riassume i passaggi per calcolare la potenza annua prodotta (procedimento utilizzato
4.7 Gli sforzi sulla tubatura
Per diametri così elevati della tubatura che rendono anche solo il peso del fluido estrema- mente consistente, è necessario eseguire dei conti strutturali per equilibrare le forze e fare in modo che, anche se le velocità aumentassero, il tubo rimanga fermo al suo posto. Può sembrare un intervento di poco conto, ma la forza presente nelle eventuali curvature del tubo stesso sarebbe capace di spostare l‟edificio a protezione della turbina; per questo è ne- cessario dimensionare un corretto supporto di calcestruzzo (che sarà interrato insieme alla tubatura) per evitare smottamenti di questo genere. Nell‟impianto in questione, data la morfologia del sito e particolari impedimenti normativi, si è rivelata necessaria l‟introduzione di un‟unica curva (perdita concentrata) sulla quale si considerano concentra- te le forze maggiori. Se si dimensiona la tenuta in tale tratto, i restanti saranno più che lar- gamente in sicurezza, dovendo sopperire unicamente al peso di tubo e fluido e non a forze d‟inerzia. In particolare, si assumono:
- il diametro della tubatura DN1800;
- la portata massima pari a 3 metri cubi al secondo; - un coefficiente di sicurezza pari a 2,5;
- la curva di 50°; - il dislivello di 3 metri;
- pendenza della tubatura a monte della valvola: 30°; - pendenza della tubatura a valle della valvola: 5°; - peso per metro lineare del DN1800: 490 [kg/m].
Per generalizzare il procedimento e renderlo applicabile a vari impianti si è approntato un foglio di calcolo dal quale, inserendo tutti i valori noti, è possibile ricavare il peso dei sup- porti da collocare nel punto di maggior sollecitazione; per le altre sezioni la tenuta è effet- tuata mediante cementazione ed interramento del tubo, soprattutto per proteggerlo più che per immobilizzarlo. Nel foglio di calcolo si è voluta inserire una sezione riguardante un possibile evento di colpo d‟ariete, qualora accidentalmente si ostruisca il percorso lungo la tubatura o la valvola di regolazione si chiuda bruscamente; grazie a tali calcoli è stato pos- sibile verificare l‟effetto di una chiusura improvvisa e le sovrappressioni che ne derivereb- bero per adeguare eventualmente il grado di resistenza di tubatura e giunti a questo tipo di sollecitazioni.
Per il dimensionamento dei supporti si è supposto concentrato tutto lo sforzo nella curva che viene fatta compiere al fluido; non vi sono variazioni della quantità di moto o di pres- sione poiché le sezioni rimangono costanti, le uniche componenti da considerare sono la forza d‟inerzia e la forza di gravità. Dato il caso specifico di considerevoli dimensioni e ri- dotte velocità, i calcoli hanno da subito evidenziato la preponderanza dello sforzo verticale rispetto quello orizzontale, quindi la sintesi progettuale deve esser volta ad un‟ottima pre- parazione del letto su cui adagiare la tubatura per evitare cedimenti indesiderati ed ai sup- porti che contrastino le spinte inerziali ed evitino che il tubo si sposti dalla sua sede. Il tutto sarà interrato e cementato, a favore di sicurezza e per evitare danni accidentali.
I primi calcoli identificano il peso del fluido e della tubatura, per dare un‟idea dello sforzo di compressione a cui il letto su cui andrà adagiata la tubazione sarà sottoposto:
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Il modo di ottenere questi valori è, semplicemente: 2
cos( ) 4
d
Sforzo normale del fluido , 2
cos( ) 4 tubo
d
Sforzo normale totale
,
dove la proiezione in senso normale al piano di appoggio è ottenuta grazie al coseno dell‟angolo di inclinazione “α”. Le diciture “a monte” ed “a valle” identificano, in tal caso, le sezioni precedente e successiva alla curva del tubo, qualora esse presentino differenze di pendenza (come nel caso in esame).
Sulla curva, vista la sua geometria dipendente dall‟angolo di apertura, gli sforzi si suddivi- deranno in questo modo:
Il numero di supporti è dettato dal numero di “curve secche” conferite alla curva; ogni cur- va avrà un angolo pari al rapporto tra l‟angolo totale ed il numero di tratti rettilinei.
Per considerare ora gli sforzi a cui la curva è sottoposta, si richiedono un‟analisi statica ed una dinamica. Staticamente si può procedere come in precedenza, calcolando il peso dell‟acqua e quello della curva (le lunghezze L sono tabulate in base al diametro e all‟angolo, e con una proporzione è possibile ricavarsi la lunghezza corretta), per la veloci- tà del fluido la relazione è il ben noto rapporto tra portata e sezione di passaggio:
Dinamicamente, lo sforzo inerziale è dato da: 2 2 2 cos 4 2 inerzia fluido d F v n ,
86 IV – Le opere di presa dell’acqua fluente I - L’energia idroelettrica e le altre fonti di produzione dove “n” è il numero di curve secche per arrivare all‟angolo di curvatura “α”. Dinamica-
mente si ottengono quindi i seguenti valori (per le proiezioni si è utilizzato l‟angolo di pendenza della tubazione a monte):
Sommando il peso del fluido, il peso della curva e lo sforzo inerziale in direzione verticale moltiplicato per il numero di tratti da cui è composta la curva, è stato possibile ricavare lo sforzo sul terreno reggente la curva:
Grazie alla formula:
1
inerzia orizzontale verticale totale
F CS F f W f n CS g
dove “W” è il peso di uno dei supporti (in [kg]), “CS” il coefficiente di sicurezza, “n” il numero di supporti, “f” il coefficiente di attrito tra terreno e supporto (posto a 0,55), “g” l‟accelerazione di gravità, si ottiene il valore del minimo peso richiesto sui supporti per sorreggere le spinte inerziali del fluido:
A favore di sicurezza, le spinte laterali del terreno sono state ignorate, anche per via della comprimibilità che può presentare. Grazie a questi valori, si potranno studiare corretti so- stegni per la tubatura, che a seconda della convenienza potranno essere prefabbricati del giusto peso e saldati insieme al cemento ricoprente la tubazione, oppure ottenuti diretta- mente per gettata di cemento su apposite armature.
L‟altro grande nemico delle tubazioni è il colpo d‟ariete; nel caso dell‟impianto in esame il pericolo è ridotto al minimo, anche perché un eventuale ostacolo sarebbe disintegrato dalla forza e pressione dell‟acqua stessa, oppure dalla stessa sovrappressione creata dal colpo
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d‟ariete. Per quantificare la sovrappressione nel punto dove essa si manifesterebbe al mas- simo, si è impostato il calcolo della celerità di propagazione delle onde:
dove “ε” è il modulo di comprimibilità dell‟acqua (pari a 2,2 [GPa]), “ρ” la sua densità, “E” il modulo elastico della tubazione (pari a 11.000 [MPa]), “D” il suo diametro ed “e” il suo spessore; “λ” è un valore dettato dal tipo di ancoraggi e dal modo di bloccare certe de- formazioni (assunto pari a “1-μ2”, dove “μ” è il coefficiente di Poisson pari a 0,25 per i tu- bi Hobas).
Grazie alla celerità così ricavata, il valore di sovrappressione è dato dalla somma della pressione derivata dal colpo d‟ariete e quella della colonna di fluido sovrastante, che non ha più sfoghi:
max fluido
P v c h g;
per studiare il tempo di apertura minimo per stare in certi limiti di sovrappressione, si è uti- lizzata la formulazione di Michaud opportunamente modificata:
max 2 fluido m L v T p
dove “Tm” è il tempo di manovra, “L” la lunghezza della tubatura soggetta al colpo d‟ariete, “∆pmax” il valore di sovrappressione massima desiderata.
Inserendo i dati, il foglio di calcolo ha restituito i seguenti risultati:
Essendo un tubo a gravità, funzionante con pressione nominale massima pari ad un bar, è ovvio che una sovrappressione tale sia eccessiva. Si vuole però sottolineare il fatto che essa deriva da un evento occasionale che nella realtà non dovrebbe verificarsi, anche per via del fatto che una chiusura istantanea distruggerebbe la valvola stessa; la stessa Hobas però ga- rantisce la resistenza dei tubi in funzionamento fino a quattro volte il valore nominale di pressione, per cui contando i vari coefficienti di sicurezza ed il tempo infinitesimo della sovrappressione, essi dovrebbero resistere. Tutta la trattazione potrebbe però essere molto interessante ad esempio trovandosi a lavorare con gli ugelli di una Pelton, dove infatti i te- goli deviano il flusso dell‟acqua prima di bloccarlo grazie alle valvole poiché i tempi di manovra (viste le pressioni enormi) sono molto lunghi.
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4.8
Curiosità
Per l‟opera di presa è stata considerata anche una tipologia denominata “Coandă”, dal no- me del suo inventore, che non fu il primo osservatore di tale effetto ma l‟unico che lo bre- vettò e ne capì le potenzialità. Il tutto si basa sulla tendenza del fluido a seguire la superfi- cie ad esso adiacente, anche in condizioni che normalmente non lo permetterebbero.
Figura 4.25- Funzionamento dell'opera di presa Coandă
L‟opera di presa Coandă sfrutta tale principio per fermare le impurità e lasciar cadere sotto di essa solo l‟acqua, libera da foglie o rami; in pratica il fluido segue la conformazione ri- curva di tale presa, mentre le impurità e vengono bloccate. Questo è quindi un ottimo si- stema, esente da organi meccanici poiché autopulente; la grande problematica che ha con- vinto il sottoscritto e l‟ingegner Massari a non prendere in considerazione una filtrazione di questo tipo è che essa causa una diminuzione del salto utile netto, ed in opere come il pro- getto Fiumana dove il dislivello è minimo, causerebbe una grande perdita di energia.
V – L’investimento ed il progetto esecutivo 89