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CAPITOLO 4 COME LA SHARING ECONOMY HA

4.2 Benefici e miglioramenti per il settore turistico: sharing economy come

4.2.3 Sharing economy come opportunità per lo sviluppo di un turismo

Numerosi studi confermano che, oggi più che mai, i trend turistici sono in costante evoluzione;190 le problematiche ambientali legate ai cambiamenti climatici, l’interesse

più marcato a soluzioni sostenibili di viaggio, lo sviluppo tecnologico e la ricerca dell’aspetto culturale hanno notevolmente rivoluzionato la domanda turistica, e portato di conseguenza un orientamento dell’offerta verso prodotti sostenibili per l’ambiente ma anche per le società. I bisogni del turista si stanno evolvendo verso una ricerca più profonda e “Leisure and Relaxation is not enough anymore”.191 Aumentano i viaggiatori

sustainability-conscious, orientati verso un approccio sostenibile, i cui bisogni fondamentali sono la partecipazione, la creazione e l’identità: “Today’s travelers want to do more than eat, sleep and sightsee – they want to interact with the local communities they are visiting.”192 Tuttavia, compagnie turistiche tradizionali, in

particolare quelle operanti nell’ospitalità, offrono ancora poco a riguardo. Le tendenze emergenti grazie alla sharing economy danno la possibilità di soddisfare questo tipo di domanda connettendo viaggiatori agli abitanti e alle comunità che beneficiano in maniera diretta di questi nuovi trend, non solo a livello economico, ma anche a livello sociale. In questo tipo di offerta non è coinvolto solo il settore dell’ospitalità. Anche piattaforme offrenti tipi di esperienze che si immergano nella cultura della destinazione stanno affermandosi sempre di più. La sharing economy in questo senso si sta sviluppando anche per andare incontro a questo tipo di turista, per soddisfare i bisogni del turista esperienziale, questo mercato di nicchia ancora poco presente ma in crescita.

Ad esempio “longerterm travelers”, quelli che si fermano nella destinazione per un mese o più, spesso desiderano attività che vadano oltre le classiche attrazioni turistiche. Esiste una nicchia nel mercato turistico che vuole connettersi con la comunità stessa, che vuole vivere lo stile di vita reale degli abitanti, capire i funzionamenti interni della comunità giorno per giorno, e che non è quindi interessato all’immagine spesso

190 CREST, The Case for Responsible Travel: Trends & Statistics 2016 and Travelers Viewpoint, Center

for Responsible Travel, Washington, 2016.

191 P. Valva, Shared Living and Sustainability: Emerging Trends in the Tourism Industry, in Journal of

Tourism, Culture and Territorial Development, AlmaTourism, Special Issue N. 3, 2014.

192 P. Valva, Shared Living and Sustainability: Emerging Trends in the Tourism Industry, in Journal of

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stereotipata, glamour e superficiale del sito.193 Un viaggiatore può tranquillamente

vedere piazza San Marco o la Torre Eiffel in un giorno, ma conoscere gli abitanti, provarne le usanze culinarie, ascoltare le loro storie, i commenti e le aspirazioni della loro destinazione, questo richiede più tempo ed impegno.

Connettendo i viaggiatori che cercano questo tipo di esperienza direttamente con i locali, la sharing economy aiuta questa domanda ancora di nicchia a soddisfare i propri bisogni di partecipazione e identità, cosi come incoraggia le comunità verso uno sviluppo economico, sociale e culturale.194 Sharing economy è per questo un’opportunità per le destinazioni, le quali possono costruire uno sviluppo turistico sostenibile e impegnato che rispetti le comunità locali e che le coinvolga in primo luogo nell’attività e nell’offerta, che non crei contrasti tra abitanti e turisti ma che ne alimenti l’incontro, che faccia passare un’immagine vera ed autentica della destinazione, che rispetti allo stesso modo il più possibile le risorse già disponibili e che arricchisca anche a livello economico infine la popolazione.

“The shared economy can be considered a sustainable solution because it reduces the needs for energy and materials to produce new materials; reduces waste sent to landfills; avoids destruction of the earth’s habitats; and increasingly satisfies personal and societal changing social needs and desires.”195

Sharing economy può rivelarsi un’opportunità non solo per i viaggiatori e le comunità, ma anche per i governi e le istituzioni locali per adottare i principi dell’economia condivisa, facendo un uso più efficiente di tutte quelle risorse fisiche, quelle abilità e conoscenze che sono rese disponibili da ogni città, collaborando con le piattaforme o con i fornitori di servizi per farne nascere un progetto sostenibile continuativo, coinvolgendo non solo le entità politiche ma anche gli abitanti. Esempio emblematico e di maggior successo in questo senso è Seoul, in Corea del Sud, dove la municipalità ha promosso attivamente la sharing economy sia nel campo del turismo sia in altri settori

193 J. Smith, What more can p2p offer tourism?, in OuiShare Magazine, 2013. 194 G. Richards, The new geographies of tourism: space, place and locality, 2014.

195 CREST, The Case for Responsible Travel: Trends & Statistics 2016 and Travelers Viewpoint, Center

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ed ha creato un centro locale di informazioni a proposito.196 Come afferma l’esperta

April Rinne nell’articolo Sharing economy in cities: moving towards a more inclusive urban future:

“The sharing economy is not a panacea or a silver bullet. It will not single-handedly rebuild local economies or solve the jobs crisis. However, it does have the potential to transform both business and cities in unprecedented ways, and to boost urban resilience and sustainability in the process. And all members of the sharing economy – participants, entrepreneurs, policy- makers and other leaders – have an essential role to play in making this happen.”197

Inoltre, le esperienze “autentiche” rese disponibili dalla sharing economy possono giocare un ruolo importante per i governi locali per promuovere un tipo di turismo che si distacchi da quello di massa o stagionale, attirando viaggiatori di nicchia o ad esempio giovani interessati a cultura e tradizioni locali, favorendo una diversificazione dell’offerta, ma anche la gestione dei flussi turistici, soprattutto nelle destinazioni fortemente colpite dal problema del loro mal coordinamento. Si pensi, ad esempio, alla piattaforma Guide Me Right: nella maggior parte dei casi le persone locali, coloro che creano gli itinerari, vogliono mostrare parti nascoste della destinazione, far vivere esperienze meno costruite e più autentiche, portando il “guest” in posti che possibilmente non sono dettati dalle guide o dagli uffici turistici, creando quindi dei percorsi che vadano fuori dalle classiche vie “congestionate” da turisti o che evitino le grandi attrazioni e monumenti nella “to-do-list” della maggior parte dei visitatori. Piattaforme di sharing economy inoltre, offrono l’opportunità di indirizzare il turismo anche in aree poco frequentate o carenti di infrastrutture turistiche efficienti, come una scarsa rete di trasporti o un numero insufficiente di alloggi.

196 S. R. Miller, Decentralized, Disruptive, and On Demand: Opportunities for Local Government in the

Sharing Economy, In response to Daniel E. Rauch & David Schleicher, Like Uber, but for Local Government Law: The Future of Local Regulation of the Sharing Economy, in OHIO STATE LAW JOURNAL, Vol. 77, 2015, pp. 47-57.

197 A. Rinne, Sharing economy in cities: moving towards a more inclusive urban future, in The Guardian,

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Infine, l’utilizzo più efficiente delle risorse e di beni che altrimenti sarebbero inutilizzati, la riduzione degli sprechi, il minor inquinamento e quindi il minor impatto ambientale, sono elementi che possono dar l’opportunità alle comunità di ripensare il proprio comportamento. Soprattutto nei Paesi Occidentali “iper-consumistici”, dove le persone “have more than they need”198 sharing economy può contribuire allo sviluppo di una mentalità più responsabile e più orientata verso il “condividere” piuttosto che il “possedere”, mettendo il focus sull’accessibilità piuttosto che la proprietà. Tutto questo contribuisce ad un benessere della comunità, oltre che a ridurre impatti ambientali negativi e a creare un turismo che rispetti l’economia, la società e l’ambiente della destinazione.