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SICUREZZA E GIUSTIZIA PENALE L’andamento della criminalità

INTERVENTO DEL PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI VENEZIA

SICUREZZA E GIUSTIZIA PENALE L’andamento della criminalità

20 Al fine di offrire una visione d’insieme, si riporta in allegato l’elenco dei protocolli d’intesa conclusi per iniziativa o con l’intervento del Procuratore generale di Venezia, dei quali sono in numero cospicuo quelli sottoscritti nel corso dell’anno 2018: ulteriore dimostrazione della sempre più marcata incidenza delle iniziative ex art. 6 .

Le materie affrontate vanno dalle indagini antiterrorismo alle procedure di indagine clinica e tossicologica, nonché ai soggetti sottoposti a giudizio e non imputabili che presentano segni di sofferenza psichica; un protocollo d’intesa è stato concluso con la Procura regionale della Corte dei conti, un altro è relativo all’acquiescenza del pubblico ministero di primo grado che è presupposto per la proponibilità dell’appello da parte del procuratore generale, altri ancora ineriscono alla trasmissione informatica delle sentenze per il visto del procuratore generale. In particolare, vanno rammentati il protocollo organizzativo in tema di indagini di criminalità organizzata e reati-spia, quello in materia di indagini finalizzate all’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali, nonché quello in tema di avocazione delle indagini preliminari.

Esemplare il caso dell’avocazione: i criteri enunciati dal Procuratore generale della Cassazione il 24 aprile 2018, unitamente alla deliberazione del CSM del 16 maggio successivo, hanno offerto un orientamento di carattere generale.

Tali indicazioni si caratterizzano positivamente anche perché conseguenti ad un confronto con i procuratori generali di tutti i distretti; e hanno il pregio di contribuire al formarsi di un indirizzo univoco nell’attuazione di un importante meccanismo procedimentale, funzionale al corretto ed uniforme esercizio dell’azione penale.

Inquadrando tale esperienza in una prospettiva di carattere generale, se ne desume come dalla flessibilità offerta oggi dalla diffusione di protocolli a livello distrettuale su molte materie occorra trarre il massimo vantaggio operativo, evitando però che ciò induca a far prevalere una metodologia per così dire artigianale nella trattazione di problematiche di rilievo generale.

L’art. 6 del decreto legislativo n. 106 del 2006 si delinea come strumento utile anche a questo riguardo. Esso propizia uniformità d’indirizzo tra i distretti, senza privare ciascuno dell’autonomia nel declinare opportunamente le scelte di competenza in rapporto alle diverse realtà locali 2122.

SICUREZZA E GIUSTIZIA PENALE L’andamento della criminalità

Per dare conto delle linee di tendenza della criminalità nel distretto veneto, si è messa a punto – da parte della Procura generale con il concorso attivo di tutte le Procure della Repubblica – la ricognizione delle varie fattispecie criminose fatte oggetto di indagine23.

Essa offre una base di discussione oggettiva, nella consapevolezza che, pur non potendosi parlare in senso stretto di “politica” penale da parte del pubblico ministero (in quanto, nel nostro ordinamento, la politica è prerogativa del legislatore), peraltro le scelte operative, e in particolare le scelte delle priorità, consentono di ottimizzare i risultati con le risorse disponibili, sempre nel rispetto del regime di obbligatorietà dell’azione penale.

21 Anche la considerazione delle importanti problematiche ora evocate non può, però, condursi adeguatamente senza estendere la riflessione ai presupposti strutturali.

L’ordinamento giudiziario si va evolvendo nel senso di un significativo ampliamento delle funzioni di raccordo, di vigilanza e d’intervento assegnate alle procure generali presso le corti d’appello, in un’ottica di tutela degli obiettivi (anche) di tempestività e di efficienza nell’azione del pubblico ministero (si pensi, ad esempio, oltre che al più volte citato art. 6, alle disposizioni in tema di avocazione delle indagini preliminari dopo la scadenza dei relativi termini):

orientamento in certa misura conseguente anche ad obblighi derivanti da sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo emesse nei confronti del nostro Paese (si veda il caso Arnoldi c. Italia in tema di termine ragionevole ex art.

6 CEDU in rapporto alla persona offesa: sentenza del 7 dicembre 2017, definitiva il 9 aprile 2018, e conseguente necessità di un bilancio d’azione nazionale).

È impensabile che una tale evoluzione di competenze delle procure generali, che si sommano a quelle tradizionali di natura processuale (ossia la trattazione degli appelli penali, rispetto alla quale erano tarata la dimensione del personale amministrativo e le dotazioni materiali), possa concretamente attuarsi a risorse invariate: tanto meno ciò è concepibile laddove, come a Venezia, queste risorse già sono sottodimensionate rispetto alle attività ordinarie.

Soltanto una rivisitazione – anzitutto concettuale – della materia degli organici potrà portare ad una distribuzione coerente con l’assetto ordinamentale.

22 Un tema specifico per il territorio veneto, che anche gli uffici requirenti potranno approfondire, è quello segnalato dalla Presidente della Corte d’appello, inerente all’elevata percentuale di assoluzioni (41%) all’esito dei procedimenti penali celebrati nel distretto. È un dato da analizzare con cura, perché diversi sono i fattori causali potenzialmente incidenti.

23 Prezioso ausilio in questa elaborazione, così come quella inerente ai flussi dei procedimenti, è stato prestato dal personale che compone l’ufficio di staff del Procuratore generale.

Su base distrettuale, a fronte del numero sostanzialmente stabile dei reati in materia di stupefacenti (+1,58%)24, gli aumenti più consistenti in termini percentuali si sono registrati nelle notizie di reato in tema di criminalità organizzata (+32,00%), nei reati tributari (+31,69%), nei reati economici (comprensivi di falso in bilancio e bancarotte: +26,92%), nei reati informatici (+22,66%).

In crescita anche le iscrizioni per stalking e reati contro la libertà sessuale (+9,77%) e per reati in materia di inquinamento (+7,65%)25.

Gli omicidi volontari consumati si sono ridotti del 38,55% (da 83 a 51), ma risultano molto più che raddoppiati i tentativi di omicidio (aumentati da 77 a 186, con un incremento del 141,56%). Le vittime di sesso femminile nell’ultimo anno sono state 23 negli omicidi consumati e 55 in quelli tentati: dunque, complessivamente 78, in numero assoluto in aumento rispetto all’anno precedente, nel quale quando erano state 49 (28 vittime in omicidi consumati e 21 in quelli tentati).

Di segno non univoco gli omicidi colposi e le lesioni gravi o gravissime derivanti da infortunio sul lavoro (in calo consistente: complessivamente -25,93%) o da incidenti stradali (in forte aumento: +21,87%)26.

Tra le notizie di reato registrate in diminuzione nelle procure del Veneto, quelle in materia di terrorismo (-40,00%), pedofilia e pedopornografia (-38,65%), reati contro il patrimonio (-11,70%), reati contro la pubblica amministrazione (-5,84%), reati in materia edilizia e urbanistica (-5,30%)27.

In ambito minorile, si registrano scostamenti modesti tra i due anni in osservazione, circa l’entità delle principali fattispecie delittuose. L’unica variazione percentualmente consistente è quella che consegue alla consumazione di 2 omicidi volontari, rispetto all’unico dell’anno precedente.

Il contrasto alla criminalità

Nel trattare il tema dell’andamento della criminalità va rammentato che, al di là dei dati numerici, in certo modo connessa è la problematica dell’insicurezza percepita dai cittadini, talvolta non in linea con i dati oggettivi dei crimini accertati o denunciati.

Ciò può discendere talora dall’influenza di mezzi d’informazione che privilegiano il carattere eclatante delle notizie, ma anche dal fatto che i cittadini hanno una visione del concetto di sicurezza molto più ampia, che comprende, oltre che la tutela della vita e dei beni, anche valori quali la tranquillità individuale, la salute, la qualità dell’ambiente, la capacità produttiva, le aspettative per il futuro, la pace sociale.

Ne consegue la consapevolezza che il contrasto giudiziario all’illecito è sì fondamentale, ma deve essere integrato da interventi delle pubbliche autorità che siano efficaci a livello sociale in senso ampio28.

24 3.865 nel periodo 1/7/2017-30/6/2018, rispetto a 3.926 nell’anno precedente.

25 Iscrizioni in aumento nel periodo 1/7/2017-30/6/2018 rispetto all’anno precedente: criminalità organizzata (198 rispetto a 150); reati tributari (1.866/1.417); reati economici (1.273/1.003); reati informatici (7.681/6.262); stalking e reati contro la libertà sessuale (2.068/1.884); reati in materia di inquinamento (760/706).

26 Notizie di reato iscritte nel periodo 1/7/2017-30/6/2018 rispetto all’anno precedente: per omicidio colposo da infortunio sul lavoro 30 rispetto a 48, per lesioni gravi o gravissime da infortunio sul lavoro 390/519; per omicidio colposo da incidente stradale 245/227, per lesioni gravi o gravissime da incidente stradale 1.711/1.378.

27 Iscrizioni in calo nel periodo 1/7/2017-30/6/2018 rispetto all’anno precedente: terrorismo (9 rispetto a 15);

pedofilia e pedopornografia 146/238); reati contro il patrimonio (9.301/10.534); reati contro la pubblica amministrazione (258/274); reati in materia edilizia e urbanistica (1.429/1.509).

28 Ad esempio, mediante la riqualificazione del tessuto urbano e ambientale, la rivitalizzazione degli spazi pubblici nei centri e nelle periferie, la riduzione delle forme di disagio e di emarginazione, l’attento monitoraggio delle possibili fonti di pericolo per la salute o per l’ambiente.

Su base distrettuale, a fronte del numero sostanzialmente stabile dei reati in materia di stupefacenti (+1,58%)24, gli aumenti più consistenti in termini percentuali si sono registrati nelle notizie di reato in tema di criminalità organizzata (+32,00%), nei reati tributari (+31,69%), nei reati economici (comprensivi di falso in bilancio e bancarotte: +26,92%), nei reati informatici (+22,66%).

In crescita anche le iscrizioni per stalking e reati contro la libertà sessuale (+9,77%) e per reati in materia di inquinamento (+7,65%)25.

Gli omicidi volontari consumati si sono ridotti del 38,55% (da 83 a 51), ma risultano molto più che raddoppiati i tentativi di omicidio (aumentati da 77 a 186, con un incremento del 141,56%). Le vittime di sesso femminile nell’ultimo anno sono state 23 negli omicidi consumati e 55 in quelli tentati: dunque, complessivamente 78, in numero assoluto in aumento rispetto all’anno precedente, nel quale quando erano state 49 (28 vittime in omicidi consumati e 21 in quelli tentati).

Di segno non univoco gli omicidi colposi e le lesioni gravi o gravissime derivanti da infortunio sul lavoro (in calo consistente: complessivamente -25,93%) o da incidenti stradali (in forte aumento: +21,87%)26.

Tra le notizie di reato registrate in diminuzione nelle procure del Veneto, quelle in materia di terrorismo (-40,00%), pedofilia e pedopornografia (-38,65%), reati contro il patrimonio (-11,70%), reati contro la pubblica amministrazione (-5,84%), reati in materia edilizia e urbanistica (-5,30%)27.

In ambito minorile, si registrano scostamenti modesti tra i due anni in osservazione, circa l’entità delle principali fattispecie delittuose. L’unica variazione percentualmente consistente è quella che consegue alla consumazione di 2 omicidi volontari, rispetto all’unico dell’anno precedente.

Il contrasto alla criminalità

Nel trattare il tema dell’andamento della criminalità va rammentato che, al di là dei dati numerici, in certo modo connessa è la problematica dell’insicurezza percepita dai cittadini, talvolta non in linea con i dati oggettivi dei crimini accertati o denunciati.

Ciò può discendere talora dall’influenza di mezzi d’informazione che privilegiano il carattere eclatante delle notizie, ma anche dal fatto che i cittadini hanno una visione del concetto di sicurezza molto più ampia, che comprende, oltre che la tutela della vita e dei beni, anche valori quali la tranquillità individuale, la salute, la qualità dell’ambiente, la capacità produttiva, le aspettative per il futuro, la pace sociale.

Ne consegue la consapevolezza che il contrasto giudiziario all’illecito è sì fondamentale, ma deve essere integrato da interventi delle pubbliche autorità che siano efficaci a livello sociale in senso ampio28.

24 3.865 nel periodo 1/7/2017-30/6/2018, rispetto a 3.926 nell’anno precedente.

25 Iscrizioni in aumento nel periodo 1/7/2017-30/6/2018 rispetto all’anno precedente: criminalità organizzata (198 rispetto a 150); reati tributari (1.866/1.417); reati economici (1.273/1.003); reati informatici (7.681/6.262); stalking e reati contro la libertà sessuale (2.068/1.884); reati in materia di inquinamento (760/706).

26 Notizie di reato iscritte nel periodo 1/7/2017-30/6/2018 rispetto all’anno precedente: per omicidio colposo da infortunio sul lavoro 30 rispetto a 48, per lesioni gravi o gravissime da infortunio sul lavoro 390/519; per omicidio colposo da incidente stradale 245/227, per lesioni gravi o gravissime da incidente stradale 1.711/1.378.

27 Iscrizioni in calo nel periodo 1/7/2017-30/6/2018 rispetto all’anno precedente: terrorismo (9 rispetto a 15);

pedofilia e pedopornografia 146/238); reati contro il patrimonio (9.301/10.534); reati contro la pubblica amministrazione (258/274); reati in materia edilizia e urbanistica (1.429/1.509).

28 Ad esempio, mediante la riqualificazione del tessuto urbano e ambientale, la rivitalizzazione degli spazi pubblici nei centri e nelle periferie, la riduzione delle forme di disagio e di emarginazione, l’attento monitoraggio delle possibili fonti di pericolo per la salute o per l’ambiente.

Peraltro, l’azione giudiziaria può assolvere efficacemente alla propria funzione soltanto se capace di addivenire tempestivamente alla sentenza definitiva. Ciò è importante per la percezione che della giustizia deriva al cittadino; è importante per il rispetto di un diritto fondamentale che compete ad ogni imputato, innocente o colpevole; ed è indispensabile perché l’ordinamento penale raggiunga il proprio scopo, in quanto la probabilità di una condanna giusta e rapida può fungere da disincentivo a delinquere ben più dell’entità della sanzione edittale.

Venendo all’esperienza specifica di Venezia nel contrasto alla criminalità nell’anno trascorso, vanno rammentati i processi per il reato di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270-bis c.p.), nei quali sono state impegnate tanto la Procura ordinaria quanto quella presso il Tribunale per i minorenni di Venezia. Il caso è tra i primi a livello nazionale, anche per il coinvolgimento in quel genere di delitto appunto di un minorenne (poi condannato).

L’esperienza giudiziaria mostra che la violenza di genere interessa in modo diretto e significativo anche il distretto veneto.

È indicativo, ad esempio, il fatto che le misure di protezione contro gli abusi familiari adottate dai tribunali ordinari in sede civile vedano la nostra regione – con una media che nell’ultimo biennio si aggira intorno ai 60 provvedimenti all’anno – in quarta posizione nazionale.

Si tratta di materie nelle quali non è dato risparmiare gli sforzi per il potenziamento della prevenzione. Non va dimenticata, del resto, la prevedibile “cifra oscura” costituita dall’elevata percentuale di casi nei quali la vittima (spesso donna) non presenta denuncia per fatti che possono andare dalla violenza fisica e sessuale a quella economica e psicologica. Da ciò la bontà delle iniziative delle diverse istituzioni per la creazione di reti di ascolto e soccorso, così come la valorizzazione dei centri antiviolenza pubblici e privati.

Per quanto attiene alle vittime di violenze di genere e ai loro familiari, si delinea la necessità di un trattamento che tragga spunto da quello che già viene riconosciuto alle vittime di mafia e di terrorismo: che, dunque, comprenda l’aspetto economico (rendendo maggiormente operativa la previsione contenuta nel novellato art. 101 del codice di rito)29, ma soprattutto forme di supporto psicologico per il superamento del trauma.

Più in generale, deve essere cura degli uffici requirenti – in debito raccordo con quelli giudicanti – svolgere appieno il proprio compito anche ricercando misure adeguate ad evitare l’incontro tra vittima e aggressore, ovvero tra i rispettivi parenti e i testimoni.

Fattore di criticità registrato nella pratica è la non sempre adeguata priorità assicurata alla tutela penale della materia ambientale.

Si connette a questa constatazione l’iniziativa adottata dalla Procura generale di Venezia ai sensi dell’art. 6 d.lgs. n. 106 del 2006 per sensibilizzare le procure del distretto e in particolare i magistrati referenti sulla materia ambientale nei singoli uffici, anche attraverso momenti di formazione professionale specialistica (che si auspica possano in prospettiva coinvolgere pure la polizia giudiziaria)30.

È noto che, nel panorama nazionale, la situazione in tema di procedimenti penali a tutela dell’ambiente è a macchia di leopardo: in alcune sedi si riscontrano evidenze statistiche assai elevate, in altre si è pressoché a zero. Poiché ciò non sembra rispondere alla diffusione delle

29 Una questione particolare si pone per l’adeguatezza degli stanziamenti in favore dei minori orfani di femminicidio, affinché sia resa effettiva la previsione del patrocinio a spese dello Stato.

30 Ciò si affianca ad altre iniziative attuative del vigente “Protocollo sul funzionamento della rete delle procure generali nella materia ambientale”, che vede attivamente coinvolta la Procura generale della Corte di cassazione.

problematiche sul territorio, l’occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario è opportuna per una sensibilizzazione dei magistrati del pubblico ministero e delle forze dell’ordine, in riferimento non soltanto all’ambito urbanistico ma a quello ambientale in senso ampio.

In un quadro di doverosa attenzione al fenomeno, occorre molta cura anche nell’impiego dell’art. 131-bis del codice penale, sull’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, quando l’ambiente sia coinvolto nel fatto di reato, trattandosi di fattispecie per loro natura

“sensibili”.

A proposito della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Venezia, permangono i problemi di identificazione di minori stranieri non accompagnati, nel caso di fondati dubbi in merito all’età pur a seguito degli accertamenti da parte dell’autorità di pubblica sicurezza. Sussiste, in sostanza, l’esigenza di disporre di ambienti idonei e di un approccio multi-disciplinare operato da professionisti adeguatamente formati, ai fini degli esami socio-sanitari volti all’accertamento dell’età: non disponendosi nel distretto di strutture idonee allo scopo, il problema dovrà essere affrontato insieme all’autorità sanitaria.

La prospettiva europea

È ampiamente riconosciuta l’alta qualità della giurisdizione penale italiana: per l’efficacia del contrasto alla criminalità organizzata, per i presidi costituzionali all’indipendenza della magistratura, per il coraggio di molti magistrati spinto fino all’estremo sacrificio. Ma è ben nota anche la problematicità del nostro sistema giudiziario, per quanto attiene ad alcuni aspetti di coerenza con i parametri europei: così per la durata dei processi come per l’affollamento carcerario, è quotidiano l’impegno per mantenere l’Italia – non senza affanno, talora – in linea con le prescrizioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nell’interpretazione datane dalla Corte di Strasburgo.

È però ragione di compiacimento constatare come la giustizia sia ambito nel quale è attuale e avanzato il livello di condivisione di valori, pur in un contesto complessivamente dialettico rispetto a vari aspetti delle istituzioni europee che si riflettono sul nostro Paese.

Nella dimensione dell’Unione europea, penso allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia; ai passi avanti che si sono compiuti in materia di mandato d’arresto e di ordine di indagine europei; a tutta la cooperazione giudiziaria, improntata al rapporto diretto tra le autorità giudiziarie dei diversi Paesi.

Si iscrive nella prospettiva della condivisione anche l’istituzione della nuova Procura europea (spesso indicata con l’acronimo inglese EPPO: European Public Prosecutor’s Office), in base al Regolamento (EU) 2017/1939, entrato in vigore il 20 novembre 2017.

Per la prima volta un organismo giudiziario a carattere sovranazionale viene abilitato ad operare in via diretta nei singoli ordinamenti statali, col potere di condurre le indagini e promuovere l’azione penale rispetto a determinati reati in danno degli interessi finanziari dell’Unione europea.

Data tale portata innovativa, è rilevante – al di là del modesto contributo che questo Procuratore generale potrà offrire in veste di componente del Comitato di selezione del primo Procuratore capo e dei ventidue Procuratori europei – che si ragioni oggi di un EPPO “forte”, dotato di concreti strumenti operativi. Ciò è coerente con la linea sostenuta dall’Italia in tutto il negoziato che ha portato al Regolamento UE: una linea che, seppure in un primo tempo ci ha visti addirittura isolati, oggi fa registrare anche importanti adesioni all’eventuale futura estensione della competenza ai reati terroristici transnazionali.

Penso che, in una visione di sintesi, sussistano solidi presupposti per affermare che la giustizia del nostro Paese ha titolo per vantare una piena vocazione europea.

problematiche sul territorio, l’occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario è opportuna per una sensibilizzazione dei magistrati del pubblico ministero e delle forze dell’ordine, in riferimento non soltanto all’ambito urbanistico ma a quello ambientale in senso ampio.

In un quadro di doverosa attenzione al fenomeno, occorre molta cura anche nell’impiego dell’art. 131-bis del codice penale, sull’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, quando l’ambiente sia coinvolto nel fatto di reato, trattandosi di fattispecie per loro natura

“sensibili”.

A proposito della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Venezia, permangono i problemi di identificazione di minori stranieri non accompagnati, nel caso di fondati dubbi in merito all’età pur a seguito degli accertamenti da parte dell’autorità di pubblica sicurezza. Sussiste, in sostanza, l’esigenza di disporre di ambienti idonei e di un approccio multi-disciplinare operato da professionisti adeguatamente formati, ai fini degli esami socio-sanitari volti all’accertamento dell’età: non disponendosi nel distretto di strutture idonee allo scopo, il problema dovrà essere affrontato insieme all’autorità sanitaria.

La prospettiva europea

È ampiamente riconosciuta l’alta qualità della giurisdizione penale italiana: per l’efficacia del contrasto alla criminalità organizzata, per i presidi costituzionali all’indipendenza della magistratura, per il coraggio di molti magistrati spinto fino all’estremo sacrificio. Ma è ben nota anche la problematicità del nostro sistema giudiziario, per quanto attiene ad alcuni aspetti di coerenza con i parametri europei: così per la durata dei processi come per l’affollamento carcerario, è quotidiano l’impegno per mantenere l’Italia – non senza affanno, talora – in linea con le prescrizioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nell’interpretazione datane dalla Corte di Strasburgo.

È però ragione di compiacimento constatare come la giustizia sia ambito nel quale è attuale e avanzato il livello di condivisione di valori, pur in un contesto complessivamente dialettico rispetto a vari aspetti delle istituzioni europee che si riflettono sul nostro Paese.

È però ragione di compiacimento constatare come la giustizia sia ambito nel quale è attuale e avanzato il livello di condivisione di valori, pur in un contesto complessivamente dialettico rispetto a vari aspetti delle istituzioni europee che si riflettono sul nostro Paese.