Pur avendo circoscritto l’area d’analisi da una parte ai titoli cinematografici sul versante dei titoli autonomi (capitolo 5) e dall’altra a quelli bi/tripartiti (capitolo 3), negli ultimi anni abbiamo tuttavia preso nota di determinati usi che trascendono il nostro campo d’analisi, anche se, a nostro giudizio, meritano di essere nominati in questa sede.
Nel lungo termine l'uso dell'articolo determinativo probabilmente tenderà a diminuire ulteriormente, vuoi per effetto dell'inglese vuoi per esigenze di schematicità. Ogni tanto, tuttavia, un occhio sveglio può accorgersi di qualche inaspettata controtendenza, come se l'articolo cercasse una sua riscossa. Esisterebbe p.es. un fenomeno “sociologico” che può essere percepito sui menù (p.es. Le lasagne al ragù di anatra, Il cacciucco alla livornese, ecc.) e sopra i vari gusti di gelati esposti nelle vetrine di alcune gelaterie. L'uso non sembrerebbe avere confini diatopici – è infatti riscontrabile in diverse parti d'Italia. Il denominatore comune è che abbiamo a che fare con delle creazioni culinarie non plus ultra, le quali hanno (o pretendono di avere) qualcosa di veramente speciale. Lo schema potrebbe essere questo:
(1) dp [targhetta nome prodotto]
frame [nome prodotto sulla vetrina/ nel menù], [prodotto alimentare], [sciccheria], [creazione culinaria non plus ultra] [brand/
marchio commerciale], [pubblicità]
syn [+ART.DET. + N + (AGG.)]
sem [<nostro>]
prag [<ammiccamento nei confronti del cliente: «Tu conosci già questo prodotto»>]
Tra i costrutti autorizzati da questa costruzione abbiamo: Il caramello salato, Il cioccolato svizzero, La crema con cardamomo, La pera nostrale, L'amaretto, Il torrone, Lo zabaione […]. Come si può vedere, la costruzione funziona anche con i nomi senza complemento, v.
gli ultimi tre gusti. Al momento di scrivere queste righe (17/04/2015) ci siamo accorti che in fondo alla lista (della gelateria De’ Coltelli, v. www.decoltelli.it) era comparso un nuovo gusto, wasabi, che era ancora orfano di articolo. Questo trattamento differente rispetto agli altri gusti è sicuramente dovuto all'esoticità del prodotto, come gusto di gelato. O forse i gelatai del locale non erano ancora convinti del successo di questo gusto, come se esso stesse
vivendo ancora un periodo di prova.
Il secondo discourse pattern è un uso convenzionalizzato a fini pubblicitari che riguarda la presentazione di prodotti sui mezzi di informazione di massa (spec. giornali e riviste). La pubblicità, il linguaggio della pubblicità, come si sa, forza le regole della grammatica e ne crea delle nuove. Abbiamo quindi preso nota del seguente uso (2), diventato una convenzione pragmatica:
(2) dp [didascalia prodotto moda]
frame [“targhetta con l'immagine”], [capi di abbigliamento], [accessori], [campo della moda], [brand/ marchio commerciale], [pubblicità]
syn [+ART.DET. + N]
prag [<in maiuscolo>], [<in grassetto>]
E con i costrutti: IL CAPPELLO Non si passa inosservati con il berretto Koala.
LE MUFFOLE Per gli uomini delle nevi o freddolose […]
Se invece il capoverso di presentazione contiene il nome del produttore in posizione soggetto, l'articolo non si scrive: Ø STIVALETTI Ralph Lauren li ha pensati a contrasto, in coccodrillo, ma con lacci per scarpe da trekking114. Si noti la chiara somiglianza con lo schema (1) dp [targhetta nome prodotto], v. sopra.
Ora torniamo nel mondo gastronomico, cambiano però il dp e (il frame):
(3) dp [ricetta di cucina]
frame [nome assegnato ad una composizione di ingredienti alimentari]
syn [–ART.DET. + SN]
Ovviamente non esiste nulla che vieti di corredare il nome di una ricetta di articolo determinativo, ma ciononostante si tende a non scriverlo (rif. vari libri di cucina, portali web e programmi TV che si occupano di cucina). Un costrutto, un nome determinato addirittura dal complemento di specificazione, es. Cappello del prete, potrebbe benissimo rimanere senza articolo in questo contesto. Se invece i piatti fossero in qualche modo rivisitati, l’articolo si scriverebbe (es. La cotoletta scomposta). Infine, si ricordi anche quanto detto sopra in (1).
114 Tutti gli esempi in punto (2) sono apparsi su “La Repubblica” dell'8 dicembre 2014.
In una tesi sui sintagmi nominali non dobbiamo dimenticare l’esistenza degli slogan, pubblicitari, elettorali o esistenziali che siano:
(4) dp [titolo slogan]
frame [“grido” politico], [“grido” pubblicitario], [grido esistenziale], [manifestazione]
syn [–ART.DET + (S)N], [frase esclamativa]
Uno slogan può essere composto da sintagma autonomo, ma può ovviamente anche legarsi ad una catena correlativa. In più, un titolo slogan può apparire in molti contesti: nelle pubblicità, come titolo di giornale (per es. Istruzione per tutti) o come titolo di film/ romanzo (per. es. Libertà, romanzo di Jonathan Franzen). Saremmo fortemente tentati di dire che questi titoli sono in ultima istanza tutte quante espressioni ellittiche, facilmente completabili, p.es. (Vogliamo) lavoro; (Vogliamo) istruzione per tutti, in cui il sintagma nominale funge da oggetto diretto o da predicato nominale.
E qui ci si permetta una digressione: pensiamo un attimo al grido “La polizia!” – da parte del “palo” o di uno dei ladri che scappano – che non omette l’articolo. E questo, perché succede? A nostro modo di vedere l'espressione è un'esclamazione ellittica (Sta arrivando/
Arriva) la polizia! che conserva l'articolo davanti al soggetto dell'enunciato. Il sintagma è per di più altamente saliente.
Nelle inserzioni si eliminano gli elementi superflui per vincoli di spazio, a volte anche quando lo spazio non è necessariamente un problema, p.es. quando specifichiamo l'argomento di un'e-mail:
(5) dp [campo oggetto e-mail]
syn [–ART.DET. + (S)N]
prag [stile telegrafico]
Inversamente, nei documenti ufficiali, chi firma correda il proprio incarico con articolo determinativo (es. Il direttore, Il funzionario amministrativo, Il traduttore, ecc.):
(6) dp [ruolo del firmatario nei documenti ufficiali]
syn [+ART.DET. + (S)N <incarico tipicamente al maschile> ] prag [stile burocratico]
Un’altra convenzione pragmatica riguarda il modo di scrivere i nomi dei partiti politici:
(7) dp [nome di partito politico]
frame [Nazione], [binomio destra-sinistra], [democrazia & unione], […]
syn [–ART.DET. + SN]
Si pensi al caso di Italia dei valori che omette l’articolo pur contenendo un complemento di specificazione115. Altri costrutti: Fronte Nazionale, Scelta civica per l’Italia, ecc. Potrebbe esserci un legame associativo con i discourse pattern slogan/politici, cfr. (4), nella pagina precedente.
Infine, un contesto pragmatico chiaramente esistente, in cui l'evocabilità poetica gioca un ruolo:
(8) dp [nome di esercizio commerciale]
frame [piccolo albergo caratteristico, con posizione e vista suggestive], [agriturismo], [pasticceria],[…]
syn [–ART.DET. + AGG. +N]
sem [AGG. = 'dolce' o simile], [N= luogo geografico]
prag [poetico], [(e)vocativo], […]
Si noti la posizione dell'aggettivo prima del nome, che fa sì che la caratteristica denotata dall'aggettivo diventi una proprità inerente e che l'enfasi sia sul nome anziché sull'aggettivo, o che conti piuttosto il nesso irrigidito i cui elementi sembrano inseparabili, come le due metà di una mela. Tant'è vero che spesso gli elementi del sintagma si scrivono attaccati:
Dolce mare > Dolcemare. Le espressioni con l'aggettivo 'dolce' sono un gruppo assai produttivo: Dolce baia, Dolce colle, Dolce oasi, Dolce lago, Dolce casa116, ecc.
I suriportati 8 schemi sono stati annotati nel corso della stesura della tesi, e se ne potrebbero ovviamente individuare degli altri. Con l’idea di presentarli in questa sede abbiamo desiderato riproporre, con i mezzi della grammatica delle costruzioni, il meccanismo – e sottolineare ancora una volta il fatto che, a seconda di certe variabili
115 Si noti tuttavia la comparsa dell’articolo davanti ai nomi dei partiti politici aventi “popolo” come testa sintagmatica, es. Il popolo della libertà e Il popolo della famiglia.
116 Si ricordi che evidentemente lo slogan “casa dolce casa” gioca un suo ruolo qui.
percepite come rilevanti, si tende verso la neutralizzazione, mentre in altre circostanze il SN articolato può prendere il sopravvento. In ogni caso, è interessante notare a posteriori che con questi singoli schemi sparsi abbiamo un campione che, nel suo piccolo, riflette a meraviglia le percezioni raccolte nella Tabella 3.1 (p. 51).
Tra gli schemi presentati in questo capitolo uno dei tratti contestuali [frame] è il linguaggio pubblicitario che, mirando ad attirare l'attenzione, forgia la lingua e riesce a volte a creare addirittura delle nuove convenzioni. Riteniamo pertanto opportuno chiudere questo capitolo e, con esso, tutta la parte analitica con una fotografia raffigurante un rossetto sul cui bossolo si legge due volte IL ROSSETTO, dritto e capovolto: