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Ma il piu singolare , e pregevole di Michelangelo Tìànarroii fu il costume , il buon suo costume da vero Cristiano Cattolico . Il timor santo di Dio fu la molle di tutte le sue azioni. Fu portato alla divo¬

zione ; frequentava i Sagramenti , fuggiva le occasioni pericolose sempre occupatissimo ne’suoi travagli di Pitture, Sculture, Architet¬

ture ec. ec. ( Legg. Pietro- Aretino nelle lettere Pittoriche ~ IL Rì-i

chardon —

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(lori ~ ) - '

Le sue pitture , e sculture furon sempre di cose o indifferenti , o sagre ; ma spezialmente iu portatissimo a dipinger la Vita di Gerii Cristo , e delle sue azioni'nel tempo della sua passione, come st è po- tuto osservare : e perche avea fatto-studio particolare sul nudo, co*) me si disse , e su la naturalezza ; lavorava con piacer grande la sua effigie rappresentante i’ Ecce Homo, la flagellazione, la Cro¬

cifissione e spessissimo spirante in Croce , per esprimere con vivezza , e veracità gli erfetti esterni del dolore ; ondè pri¬

ma di morire sovente dicea-. al suoi , che in punto di sui mor-1 te , gli ricordassero la di lui passione —- Pitture e Sculture o- scene, e scandalose non volle mai farne per quante preghiere, e de¬

nari se gli fossero odFsrti : ed in Firenze da ajy, gran Signore gli fu promesso grosso assegnamento , ed un buon' impiego , acciò’gli dipin¬

gesse una tal venere : s’ianorridì', fuggi, non volle piti vederlo — In tali occasioni dicea ridéndó . — Il Padre Giulio-( suo Confessor Gesuita ) non vuole: chiedete prima licenza al P. Giulio, che su-]

bito vi servirò, anche gratis. ~ Fu notato, che quando per sorte impegnato, dovea dipingere qualche fatto d’-Istoria-men che decente, facea l’invenzron della pittura, e situava i personaggi in maniera , che il'dissonesto non comparisse ; ma che si argomentasse, sapendo¬

sene già l’Istoria; nemica servivasi allora del nudo, ch’era il suo forte ( è questo un bel precetto per i Pittori d’ Istorie ) (*). — Fu E.. dia*

(1) Il Gesuita Mèlchior Wiillis ne!’Catalogo dèlie pitture de1 più-famofi.

Pittori ; tra le altre dipinte in tela dal lìonarroti, ne annovera quattro, non riportate da tutti gli Scrittori della sua vitàj.cioè quella dell’antico Giuseppe;

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dissinferassatissimo. nè iacea pattile scrittura per i suoi lavori, ri¬

mettendosi sempre alla bonth, e cortesia di chi 1’ avea comandato.

Nè sem-pre poi gli riuscì buona; nè perciò mai si lagnò — Fu an¬

cora limosiniere , e generoso coir le persone sue amiche ." e prendea con destrezza! le occasioni di pulitamente beneficar tutti quanti rr:

Fu sempre celibe , nè volle mai- ligarsì per quanto* adrtperoSsi la Marchesa Pescara sua. unica- prediletta , perchè pia, onesta , e timorata di Dio., ma di, spiritose miniere “ Mal grado un cuore, che forse rendevtlo propenso alla, voluttà,, egli manifestò, costantemente un in¬

vincibile ripugnanza al matrimonio zr Un Prete un giorno gii dis¬

se E’un peccato, che non vi siete ammogliato! Rispose, Chi ve

1

* ha. detto? Io ho-una moglie ,. che-fedelmente sta sempre con meco e questa, è la mia. arte : ed i miei figliuoli, son le mie opere rnz fi¬

gli facta tutto da se, e poco curatasi de’suoi garzoni, affinché tut¬

to riuscisse, nella miglior maniera che potessi ; come-egli più-pratico, e per, intiera soddisfazione di chi bramava i suoi lavori : e peiÒ egli stesso più volte l’ anno andava, alla. Cittk. di.Carrara a sceglier, i mar¬

mi ;

di S, Tommaso d'Aquino , di S. Francesco di Sales, e di S. Filippo Neri, nell’atto di edere additati da Donnacce- lafcive . Nè con le parole , e nè con la penna fi può-descrivere-la differente maniera, come il suo pennello le rappre¬

senta in ciascuna delle quattro pitture . Nulla fi vede in apparenza di scanda¬

loso, nè nel veftire, nè negli atteggiamenti; ma nel tempo ifteffo , vi fi scor¬

ge dal terrore , e fuga de’quattro Santi,.la perversa intenzione delle infumi as¬

sai itrici , che son fituate giudiziosamente, e con tal arte tnaravigliosay che chi rimira, non relìa. comrooffo, m:a ben vede che in tai cali, l'unico rimedio è la fuga ; verificandofi il detto rii S. Filippo, che nella guerra del Senso , i poltroni son quelli , che vingono zz Quefte quattro Pitture eran prima nella Galleria Medicea; poi psfiarott- in mano d’ un gran Lord Inglese “.perché ve¬

ramente sorprendono per 1' invenzione , disegno , esprefiione , ed armonìa di, colori, e per quel carattere analogo, tanto, difficile a variare , anche sotto il.

pennello de gran Maetlri ™

Qui giunta la Rampa , ci capita la noftra Gazzetta universale : ed ecco sul. fine del foglio Num. 33; p, 280leggiamo con piacere la discrizione, bella , e giudiziosa, che fu Luciano di una pittura , che rappresenta la morte di Eg.fto ; ed il noftro Savio Gazzettiere in tal propofito per avvertimento- de’Pittori correnti, traduce egregi at amen te un paffo del Filosofo Samotateno , eoi qua e fa- vedere, come 1’ accorto Pittore velò- quanto in quello fatto vi era di piu atroce, e diffonelìq —

m 25 w

Da ultimo il felicemente regnante PIO VII. j con altro suo Bre¬

ve spedito il di 7. di Marzo 1801. nuovamente conferma la Compa¬

gnia di Gesù in tutta la Moscovia (*) ~ ( XXI. Bolle di Pontefici ha fin ora avuta la Compagnia di Gesù di conferma ) .

Se dunque ne’dominj delle Russie, fu sempre esistente la Com¬

pagnia di Gesù: se non fu mai soggetta a mutazion veruna : se ivi mantennesi sempre come nacque, e come fu dai suo Santo Fonda¬

tore S. Ignazio di Loyola , organizzata fin dalla prima sua origine ; le conviene a tutto rigor di verità , £■ tutta proprietà di lingua ( conclude

1

Autor dell Opera citata delle Avventure de' Gesuiti

J il

termine di Diminuzione ; non mai quello di Abolitone (**)

L Imperadrice Caterina, celiando spesso , a tutti solea dire ; chJ Ella conservava gelosamente la semenza della Compagnia di Gesù.

Che sarebbe venuto tempo, che richiesta,

l’

avrebbe fatta pagar

a

caro prezzo. Certo e, che dalla lontanissima Moscovia, è venuto in Ro¬

ma in qualità di Procurator Generale della Compagnia di Gesù il

non

abbastanza

lodato, e

ben

accetto

P.Gaetano Angiglini,

Piacentino

• e

» ’da

Or9nJn det[° Bre,r de' v!vente PI° VII-> leggesf all’ultimo cosi C5

” semore f°rmPChe quuìe n if pfesent\ lettere fieno, ed abbiano ad effere

” sempre ferme ,_ va, >de ed efficaci, e che ottengano, ed ottener poflano il

„ loro pieno ed intiero effetto, e fieno da tutti ollervate, non ottante qua’an-

” que ordinazione, ed innovazione, e spezialmente quella di Clemente XIV

„ che comincia _ Borni nus & Redempior nofier ; data sotto l’Anello del

„ Pescatore il di 21. di Luglio 1773., in quelle cose soltanto, che sono con

„ trarie alia presente noftra Costituzione, e nel dominio unicamente deh"

„ Imperadore delle Rutile: alle quali tutte, e Angele deroghiamo, ed in ogni

„ altra qualfivog.ia cosa in contrario Dato in Roma presso S. Maria mL

„ gioie sotto 1 Anello-del Pescatore il dì 7. di Marzo 1H01., del noitro Pcm-

„ tihcato an. I. — Chi folle curioso di legger per intiero il detto Breve Lati no, ma volgarizzato, potrà ritrovarlo fìamparo nella Gazzetta Universale di Nn~

poh cc Maggio 1802., Num. 35., pag. 287. ■ c £erifiLcat0 ?u;1 che ìe^ef> nella Vira della Ven. Serva di Dio « Suor Maria d fcscobar , la quale pregando un dì per la Compagnia di GeS*

che fi volea abbolita ; vide Gesù Cnfio, che le diffe = FUia, Societas mIhi

><Ude cara e/i. Conculcahtur ui luium.ut inde magis eludeat. Diminuetur Z non Kxt.nguetur . — Lo fieflo fu deito dal Ven. Iran. Posada Domenicano •

e

da VP. Bobadigha , Paradiso, e Pepe ( Leg, nella Jua Vita p. 243 ) e dà S. Tetesa. ( Leg. la vita della Santa delie antiche edizioni ) , * J 3

m *6 3*

da Roma è stato fatto venir in Napoli (*) da’ nostri Religiosissimi Sovrani ( D. G. ) perchè la Compagnia di Gesù si riorganizcasse ne’

due doridi suoi Regni delle Sicilie ; la qual cosa , quanto ha tutti colmato di tripudio, e di allegria; tanto concorre a render via mag¬

giormente immortali i nomi in tutt’ i Secoli avvenire , del nostro Amatissimo Rè , Ferdinando IV. de Borboni : e della nostra Amabilissi¬

ma Regina, Marta Carolina d Austria , cui sempre più il Signordio conceda anni moltissimi prosperi , e feliciti con tutta quanta la Regia Prole (**).

Num.lV. — Alla pag. (r<?.) si è detto nella descrizione della Cappella del Signor D, Vincenzo Aulicino, che son situate sopra due Scarabattoli ie due statue de’SS. App. S. Pietro alla destra, e S. Paolo alla sini¬

stra ; sembra ciò una distinzione superflua, mentre ciò è a tutti ben noto; eppur non è così, mentre vi sono moltissime pitture, ed im¬

magini con S. Paolo alla destra, e S. Pietro alla sinistra; così in mol-

tis-

( ) Giunse a Napoli il dì ultimo di Febbrajo del corrente anno 1804 ,■

vestito con l’abito antico, e proprio di Gesuita: col suo compagno l’ Ex-Ge¬

suita Carlo Budardi , della Provincia Romana, con l'abito talare da Prete ; a quali fi e ancora aggiunto l1 Ex-Gesuita Giuseppe Pignatelli Fuentes , Fra¬

tello dell’ esemplarifilma Dama la Conteffa dell' Acerra :r:

(**) Rifletta qui il Lettore; che compiacendofi il Regnante Pontefice Pio VII , alla replicata richiefia de" no fi ri Fiiflimi Sovrani ( D. G. ) di rimetter ne' Regni delle due Sicilie di bel nuovo dopo 37. anni , la Comp. di Gesù, e- spulsa , ai 20. di Nov. 1767. non può ampliare , e far comune il Breve già inviato alla Moscovia ; che fu di conferma , come fece lo (leffo Clemente XIV, e Pio Vi ; e poi il Regnante Pio VII., mentre in quel vafio Impero la Comp. di G. fu sempre elidente, e non mai abolita. Dunque per i due Re¬

gni deile Sicilie , vi bisogna un nuovo P»reve di Richiamo , e di Rijìabili- menro ; e fi spera, se ladio vorrà , non 0(tante le fortiflìme oppofizioni de*

contrari Illuminati. —

Nella Gazzetta universale di Napoli 14. Aprile i?04< Num. 30. pag.

Q

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- Ceggesi così — Sturgard 17. Marzo = L’Ordine de’ Gesuiti si va sempre più dilatando nella Prussia , e nella Russia . Il loro fìabilimento a Pietroburgo è già molto considerabile: nuove Case vanno ad aprirsi a Ri¬

ga, Afìracan , Taffa , ed Odessa.

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Noviziato di Poloc (nella Provincia Oc¬

cidentale ) è flato trasferito , non ha guari, a Dunabcug =s Gran numero di Novizj vi si trasportano successivamente ss .

4-C

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3-$'

‘issimi piombi delle Bolle Pontificie

f*\

» .. . , , Pittore, o Incisore - n,,

1

h'le.w j e non gii per ìsbaglio del che Romani, il Wo ePJa na ’ che Presso S1' antichi , an^

le, e si cedeva alle persone pii distinte coT s ^ °™'eV0' chio di S. Pietro. Se non „ t- * ' ’ P0SI S* Paol° era Plu vee-i lo

alla destra di S.

Pietroy Vìvere cl^Zlto^

n °hf >ch’ S[tUÒ S*

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aver pii, giovato alla Chiesa che

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'he sembra

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Paolo

‘ih al Cristianesimo: corse pii,Paesi'con

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C°nVf.m pi“ Sen- la S. Fede : che ci ha lasciò nF«?• travaS!l Per dilatar utilissime alla Chiesa - cerchi- f Pn Scrltti » CIoè le sue ‘4 epistole lità; S.

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de’ (gudeT

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^ D°tt0r P^mente della Genti- altre riflessioni, che si e^ott°S aÌ GentÌH : 6 Per P*

mino. ^ "° m S* Tommaso, e nel Ven. Bellar5

Succinto della vita di Michelangelo Bananeti

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