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Situazione dell’Autorità di Regolamentazione Competente (ISIN)

L’autorità di regolamentazione competente è chiamata a svolger le funzioni e i compiti di autorità nazionale in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione stabiliti nella legislazione vigente ed è responsabile della sicurezza nucleare e della radioprotezione sul territorio nazionale, come stabilito dal decreto legislativo n. 45 del 2014.

La omologa Commissione della precedente Legislatura, nella relazione dell’ottobre 2015 (Doc. XXIII N.7), riferendosi a detta autorità, esprimeva “la propria preoccupazione per la situazione dell’ente di controllo. Tra l’altro, l’immissione in organico di nuovo personale, una volta superati i vincoli economici e normativi, non potrà produrre, per ovvia carenza di competenze ed esperienze, capacità operative suppletive a breve. Ciò anche per la rilevata indisponibilità di adeguate competenze a livello nazionale”. La raccomandazione, indirizzata al Governo, di dotare l’ente di controllo di

“sufficienti risorse umane competenti … (poiché) le necessarie risorse e competenze sono chiaramente insufficienti in diverse aree … per lo svolgimento delle proprie funzioni, specialmente per il decommissioning, la gestione dei rifiuti radioattivi e delle sorgenti” è stata successivamente sottolineata anche nell’ambito della revisione del sistema regolatorio nazionale effettuata nel 2016

18  dalla IRRS (Integrated Regulatory Review Service) della IAEA (International Atomic Energy Agency) (11/3/2020 - 574_002 e 3). Inoltre, nell’ambito della medesima revisione, è stata segnalata la necessità che siano prodotte dall’ente di controllo, quanto prima possibile, guide tecniche su aspetti tecnici rilevanti.

La normativa che regola il funzionamento dell’Autorità di regolamentazione competente è costituita dal decreto legislativo n. 45 del 2014, che stabilì la costituzione di un novo Ente: l’Ispettorato per la Sicurezza Nucleare e la protezione radiologica (ISIN). Per quanto riguarda i rapporti con il Governo e con il Parlamento, detto decreto legislativo stabilisce, tra l’altro, che:

‐ il direttore dell’ISIN è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico;

‐ deve essere trasmessa al Governo e al Parlamento una relazione annuale sulle attività svolte dall'ISIN e sullo stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale.

Il contenuto di dette disposizioni ha fatto sostenere al direttore dell’ISIN che l’Istituto “non è sottoposto a vigilanza e controllo da parte dell’Autorità di Governo e il collegamento istituzionale con gli organi politici è affidato alle procedure di nomina previste nella legge istitutiva e alla trasmissione periodica al Parlamento di relazioni informative sull’attività svolta”, diversamente da quanto accadeva quando l’Autorità di regolamentazione competente era collocata in altri Enti (audizione 31/07/2019- 287_1). Pertanto, anche il Parlamento, destinatario di relazioni annuali, ha l’opportunità di valutare gli esiti delle attività svolte e, conseguentemente, di fornire indirizzi.

L’operatività del nuovo Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione ha inizio formalmentea partire dal giugno 20188, con l’approvazione del relativo regolamento, mentre,

“sotto il profilo funzionale e organizzativo, l’ISIN è divenuto pienamente operativo dal 1° gennaio 2019”. Oltre alla già nota carenza di personale, sono stati sottolineati, nel corso delle audizioni, numerosi e rilevanti problemi organizzativi dell’Ispettorato (organizzazione amministrativa, bilanci, inquadramento del personale, contratto di lavoro applicabile, difficoltà nella organizzazione di concorsi e così via), che ne pregiudicano l’auspicata efficienza, anche nella prospettiva dei prossimi mesi o anni, se si considera il transitorio per rendere operativo il personale che sarà acquisito (“i tempi minimi di formazione sono di almeno tre/cinque anni” per il nuovo personale). La normativa prevede un organico di 90 unità, attualmente ne sono presenti 65, di cui 18 con età compresa tra i 60 e i 68 anni (12 di essi saranno collocati in quiescenza entro il 2021). Infine, risultano “ancora molti nodi da sciogliere” e “la norma istitutiva contiene diverse disposizioni che non consentono di operare

 

8 Dopo un lungo transitorio in cui le funzioni sono state svolte da un Dipartimento dell’ISPRA. Nel Doc. XXIII N. 7 della  XXVII  Legislatura  si  legge  che  sarebbe  stato  “difficile  convincere  della  perfetta  idoneità  dell’ISPRA  ad  effettuare  le  verifiche e i controlli di sicurezza, quando per quei compiti si è ritenuto necessario istituire un nuovo soggetto.” 

19  secondo le regole applicabili alle altre autorità”. Nel Dipartimento dell’ISPRA che svolgeva le funzioni di autorità di regolamentazione competente “dal 2009 ad oggi ... non c’è stata alcuna sostituzione del personale via via andato in quiescenza”.

Il direttore dell’ISIN, nel corso di una audizione (31 luglio 2019 - 287_1), ha sottolineato che i problemi del ricambio generazionale e dell’acquisizione di personale “possono determinare criticità ... tenuto anche conto delle ulteriori e specifiche valutazioni aggiuntive che richiederà l’istruttoria tecnica per l’autorizzazione unica del Deposito nazionale”.

Per avere un’idea del carico di lavoro dell’Ispettorato, sono particolarmente indicativi i dati forniti da Sogin (audizione del 16 giugno 2020 - 623_1). In particolare, “nel prossimo quadriennio sono previste 119 autorizzazioni e approvazioni. Per circa 30 di queste è stato avviato l’iter. In alcuni casi già a partire dal 2012 e dal 2014”. Le analisi della Sogin portano a valutare che “alcuni anni di ritardo su processi autorizzativi possono generare un incremento di costi di alcune centinaia di milioni di euro sul Piano a vita intera”.

I principali atti di parere e di approvazione rilasciati dall’ISIN nel 2019 risultano essere stati 67.

Quest’ultimo dato è stato desunto dalla prima relazione annuale del direttore dell’ISIN, apparsa sul sito dell’Istituto il giorno 3 settembre 2020; detto documento riporta diverse informazioni e valutazioni di interesse, che saranno riprese anche nel seguito. Qui si ritiene opportuno far rilevare principalmente una valutazione generale che compare nella prima pagina della citata relazione annuale, che conferma quanto evidenziato nella presente relazione e che si riporta qui di seguito.

“Le incerte prospettive della realizzazione del Deposito nazionale condizionano il settore e impongono scelte che aggravano i costi a carico della collettività. E non possono essere trascurati gli effetti negativi riconducibili all’insufficiente dotazione organica dell’Ispettorato, aggravata a breve e medio termine dalla necessità di dovere affrontare un numeroso ricambio generazionale senza la certezza di poter garantire il trasferimento delle competenze e delle conoscenze a nuove unità di personale”.

Circa l’adeguatezza delle risorse disponibili, la relazione annuale citata aggiunge un ulteriore elemento rilevante rispetto a quanto già acquisito dalla Commissione: “il confronto con l’assetto organizzativo di autorità di regolamentazione di altri Paesi che svolgono funzioni analoghe, evidenzia che una pianta organica di 60 unità tecniche, come stabilisce la legge vigente non può essere adeguata per svolgere tutti i delicati compiti d’istituto”.

Dunque, da quanto risulta alla Commissione, il problema dell’inadeguatezza delle risorse dell’ISIN permane in tutta la sua rilevanza ed è necessario mettere in campo azioni particolarmente rapide ed incisive. Il Parlamento, in quanto destinatario di relazioni periodiche sulle attività svolte dall’ISIN e sullo stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale (art. 6, comma 4 h) del decreto

20  legislativo n. 45 del 2014), è chiamato a svolgere valutazioni di merito e potrà tenerne conto nel modo ritenuto più opportuno.