4 Editoria Digitale 49
4.5 Situazione italiana sull’editoria digitale 72
L’analisi svolta ha permesso di approfondire l’attuale situazione dell’editoria digitale a livello globale con una focalizzazione più accentuata sui mercati occidentali poiché, come già detto, nei paesi in via di sviluppo si tratta di un settore acerbo ed è prematura una eventuale disamina. Diversamente il presente paragrafo ha l’obiettivo di definire la crescita di questo segmento in Italia, come precedentemente effettuato per l’industria tradizionale. I dati riportati ad oggi della situazione italiana sono imprescindibili nel modello di sostenibilità che seguirà; infatti, si precisa che lo stesso pone le basi sull’attuale configurazione dell’industria nella penisola per poi giungere a conclusioni diverse a seconda del modello di sensitività adottato.
L’avvento degli “e-‐book reader” e dei “tablet” comporta per l’industria tradizionale un lento, sofferto, ma necessario sviluppo in chiave moderna, basato sulla ridefinizione dei modelli di business finora utilizzati e sulla riconfigurazione produttiva dell’intera filiera. Si tratta del primo momento storico in cui il mondo della cultura si fonde con la tecnologia (in particolare con l’industria elettronica) creando un settore ibrido che deve ancora definire la sua struttura. Nonostante i numeri della crescita di questo settore per il momento parallelo (e in futuro in parte sostitutivo) non siano allarmanti se letti aggregati all’intera editoria, presentano interessanti segnali se analizzati disaggregati e completi dei complementari dati sull’industria ICT.
La figura di seguito (Figura 4.15), ad esempio esprime più di ogni altra la trasformazione del tessuto dell’elettronica nazionale. Fino al 2009 l’Assinform (Associazione confindustriale del settore) non prendeva nemmeno in considerazione i “device” di nostro interesse nelle sue statistiche poiché statisticamente e numericamente non significativi. Solo dal 2011 si evidenziano volumi di mercato significativi, ottenuti con crescite elevate sull’anno precedente (rispettivamente +124,8% sui “tablet” e +718,8% sugli “e-‐book”).
Il grafico che segue (Figura 4.16) permette di capire che i volumi assoluti complessivi del 2011 (858.000 pezzi), benché in crescita del +100,2% dal 2010, interessino tuttora una sezione limitata della popolazione italiana. Questo si abbatte anche sul neonato segmento dell’editoria digitale che per una fruizione adeguata necessita a monte di una elevata distribuzione tra la popolazione di queste tecnologie abilitanti.
A tal proposito, risulta necessario aprire una parentesi sul termine editoria digitale per il presente lavoro di tesi; ivi si farà riferimento a questa espressione con l’accezione moderna, ovvero riferendosi a quella editoria basata su un contenuto intangibile (e-‐book) da consultare su uno strumento elettronico (e-‐book reader, tablet e/o computer) attraverso applicazioni studiate “ad hoc”. Nell’introduzione storica si evidenzia con dovizia di particolari la nascita di questo ambito che in Italia vede il primo sviluppo a partire dal 2008-‐2009.
Tuttavia, esiste un altro significato per intendere l’editoria digitale che riguarda in maniera più ampia la produzione di tutte le opere a supporto elettronico; ciò include, oltre agli e-‐book, anche i supporti audiovisivi (cassette) e digitali (CD-‐Rom), allegati ai libri o vendibili separatamente. Nel complesso si tratta di una produzione iniziata svariate decadi prima degli e-‐book e che già negli anni ’90 interessava più di 45.000 titoli (Figura 4.17). I prodotti appena specificati non fanno parte in nessun modo del presente studio, ma era doveroso sottolineare la differenza semantica.
A livello economico (Figura 4.18) la produzione digitale complessiva italiana è divisa in tre macro-‐settori: editoria elettronica (62,76%), banche dati e servizi internet (3,80%) ed, infine, e-‐book (0,439%). Il contenuto dei lettori digitali nell’ultima rilevazione del 2010 era relegato a meno di mezzo punto percentuale, in assoluta antitesi rispetto ai dati degli U.S.A.
Figura 4.16 Numero prodotti e crescita % e-‐reader + tablet in Italia (2010 -‐ 11)
Figura 4.17 Produzione editoriale digitale in Italia (1990 -‐ 2011)
Figura 4.18 Produzione digitale italiana divisa nelle principali componenti (2007 -‐ 10)
Per mantenere le similitudini nelle analisi dei diversi ambiti dell’industria editoriale, come già visto nel settore tradizionale, si è riportato di seguito (Figura 4.19) l’andamento della lettura in Italia su supporti elettronici, vale a dire Pc, “tablet” e “e-‐book”. L’evidenza mostra un profilo discendente fino al 2007 e una inversione di tendenza con crescita esponenziale a partire dall’anno successivo che difatti è stato l’anno di introduzione in Europa degli e-‐book ed il valore di lettori digitali si è attestato a 1.016.000. Nell’anno 2009 l’uscita sul mercato dei primi “tablet” ha fatto ulteriormente crescere il numero di persone attratte da questa nuova tipologia di lettura e, infine, il dato relativo all’anno 2010 evidenzia un consolidamento marcato nei confronti della lettura sotto forma digitale, qualunque sia il contenitore utilizzato.
Figura 4.19 Lettura su supporti digitali in Italia (2006 -‐ 10)
Sussiste una correlazione diretta tra la possibilità di adoperare strumenti elettronici che abilitino la lettura digitale in tutte le sue forme e la capacità di uno Stato ad assicurare una infrastruttura delle telecomunicazioni moderna, efficiente e diffusa e, dunque, adeguatamente dimensionata sulle esigenze di digitalizzazione di tutta la popolazione. Il venir meno di questo fondamentale prerequisito porta al cosiddetto “digital divide”, concetto noto nell’industria delle telecomunicazioni e di internet che provoca un divario tra una parte della popolazione che ha accesso all’innovativo universo digitale e parte a cui è negata questa possibilità. In Italia tale problematica è dovuta principalmente alla mancanza di accesso a reti digitali di ultima generazione sulla totalità del territorio nazionale con un particolare distacco tra centri urbani, campagne e aree remote del paese difficili da raggiungere in assenza di consistenti investimenti in infrastrutture. Per quanto il “digital divide” sia tema distante e non centrale nella presente trattazione si evince il legame profondo che intercorre tra quest’ultimo e l’industria editoriale digitale per quanto riguarda la quota di lettori digitali. Infatti, l’accesso alle tecnologie digitali è un requisito imprescindibile per poter scegliere di usufruire della lettura digitale, tramite “e-‐book”.
La premessa svolta è prodromica all’analisi del grafico che segue (Figura 4.20) su cui sono riportati il numero di utenti attivi su internet e quelli
attivi sui siti di quotidiani sul territorio nazionale ogni giorno. Le crescite nell’utilizzo, rispettivamente del 15,3% e del 36,8% sono sintomo di un crescente interesse e necessità del mondo digitale nella vita quotidiana del XXI secolo. Il numero di utenti giornalieri dei siti digitali di informazione (esclusi i quotidiani digitali identici a quelli cartacei) è cresciuto nell’anno 2010 ad un valore che si aggira a circa un 20% in meno rispetto alla diffusione media di quotidiani cartacei.
Parimenti a questo dato anche sulla diffusione di e-‐book (ovvero libri, ma anche quotidiani e periodici digitali) le previsioni effettuate presentano stime ottimistiche con tassi di crescita estremamente elevati (Figura 4.21). In realtà le previsioni inserite nella presente tesi sono comprese in una forbice statistica sempre meno precisa con il proseguo dell’analisi negli anni e caratterizzata da un distacco elevato tra stima conservativa e stima ottimistica; ciò è dovuto principalmente al fatto che la diffusione di sistemi elettronici, infrastrutture per la digitalizzazione e contenuti digitali sono fattori rilevanti per la crescita del settore, ma dipendenti da un numero elevato di attori coinvolti nel processo sia pubblici che privati. Ciò comporta l’ingresso di una variabile aleatoria (investimenti in digitalizzazione) direttamente dipendente da scelte di politica industriale di un paese.
Le stime per l’anno 2013 presentano un’oscillazione limitata ad una quota di mercato tra 1,21% e 2,07%. Diversamente nell’anno 2015 l’attuale situazione macro-‐economica di instabilità e incertezza porta ad un innalzamento della forbice di stima tra il 4,04% e il 12,52% dell’intero mercato editoriale italiano. La stima ottimistica basa la modellazione sull’evoluzione dell’industria editoriale digitale statunitense, mentre la stima conservativa presenta al suo interno l’insieme di fattori che potrebbero frenare la diffusione di questo segmento in Italia.
Lo schema che segue (Figura 4.22) riunisce, invece, al suo interno tutte le componenti del mercato “e-‐content”, così da comprendere la connessione esistente tra le infrastrutture di rete, gli erogatori dei servizi, i contenuti e servizi erogati ed, infine, gli utenti di tali prodotti.
Figura 4.20 Utilizzo web in Italia per uso editoriale (2009 -‐ 10)
Figura 4.21 Proiezioni quota di mercato e-‐book in Italia (2011 -‐ 2015)
Figura 4.22 Flusso dei componenti dell'industria e-‐content
Figura 4.23 Sondaggio sul confronto tra quotidiano tradizionale e digitale
Il grafico finale (Figura 4.23) è stato, invece, elaborato sulla base di un sondaggio effettuato dalle associazioni editoriali su un campione esteso di persone. La conclusione più logica nell’interpretazione dei dati è che per il momento il digitale non ha preso il sopravvento sul prodotto cartaceo se non per la possibilità di aggiornarsi continuamente e rispondere al meglio alle esigenze comunicative del mondo attuale.