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SMALTIMENTO IN DISCARICA CONTROLLATA DEI FANGHI

1. INTRODUZIONE AI SISTEMI DI TRATTAMENTO

2.3 SMALTIMENTO IN DISCARICA CONTROLLATA DEI FANGHI

Le discariche di rifiuti realizzate in Italia fino all’inizio degli anni ’80 (in pratica fino all’emanazione del DPR 915/1982 e della sua normativa tecnica di attuazione, con il DPCM 27/7/1984) sono pressoché incontrollate, ovvero prive di specifiche protezioni per rendere minimo il loro impatto sull’ambiente.

Tipiche conseguenze di questo fatto sono l’inquinamento delle falde acquifere, l’ammorbamento dell’aria, la dispersione sottovento delle frazioni più leggere dei rifiuti, la proliferazione di insetti. Con il concetto di “discarica controllata” si intende il complesso di misure impiantistiche e gestionali atte a porre sotto controllo tutti i fenomeni di impatto negativo sull’ambiente e sulla salute pubblica. Si tratta di misure anche molto complesse che hanno portato a considerare la discarica controllata alla stessa stregua di un impianto vero e proprio, al pari delle tradizionali tecnologie impiantistiche per lo smaltimento dei rifiuti.

Scopo della “discarica controllata” è dunque lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti tramite il loro confinamento nel terreno, avendo come obiettivo prioritario il controllo del rischio igienico- sanitario e di impatto sull’ambiente e come ulteriore obiettivo l’economicità dello smaltimento,

29 considerando che questo sistema di smaltimento rappresenta di norma la soluzione più conveniente in confronto alle altre soluzioni impiantistiche.

Con l’introduzione del Decreto del Ministero dell’ambiente 27/09/2010, Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministero dell’ambiente 03/08/2005 e il successivo aggiornamento del 24/06/2015 sono introdotti i criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica.

Relativamente ai fanghi prodotti da un impianto di depurazione, essi costituiscono dei veri e propri rifiuti, così come specificato nel Testo Unico Ambientale, all’art.127:

“Ferma restando la disciplina di cui al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, i fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono sottoposti alla disciplina dei rifiuti, ove applicabile e alla fine del complessivo processo di trattamento effettuato nell'impianto di depurazione. I fanghi devono essere riutilizzati ogni qualvolta il loro reimpiego risulti appropriato.”; in particolare sono classificati, dal medesimo TU all’art.184, come rifiuti speciali.

I fanghi, essendo considerati rifiuti, hanno un codice identificativo europeo CER.

I codici CER sono delle sequenze numeriche, composte da 6 cifre riunite in coppie, volte a identificare un rifiuto, di norma, in base al processo produttivo da cui è originato. Il primo gruppo identifica il capitolo, mentre il secondo usualmente il processo produttivo. L'Elenco dei rifiuti della UE, che viene periodicamente aggiornato sulla base delle nuove conoscenze e in particolare da quelle prodotte dall’attività di ricerca, è stato recepito in Italia a partire dal 1º gennaio 2002 in sostituzione della precedente normativa. L'elenco dei rifiuti riportato nella decisione 2000/532/CEE è stato trasposto in Italia con due provvedimenti di riordino della normativa sui rifiuti:

il D. Lgs. 152/2006 (recante "Norme in materia ambientale"), allegati alla parte quarta, allegato D;

il DM Ministero dell'ambiente del 2 maggio 2006 ("Istituzione dell'elenco dei rifiuti") emanato in attuazione del D. Lgs. 152/2006 e successivamente dichiarato incapace di produrre effetti giuridici, non essendo stato sottoposto al preventivo e necessario controllo della Corte dei conti, con comunicato del Ministero dell'Ambiente pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006.

I codici CER si dividono in non pericolosi e pericolosi; i secondi vengono identificati graficamente con un asterisco "*" dopo le cifre.

Gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane producono fanghi ai quali viene attribuito il codice CER 190805. Va qui richiamato che il D.Lgs. n. 152/2006 attribuisce altri codici ai fanghi prodotti da impianti di depurazione dal trattamento biologico delle acque reflue di origine industriale, in particolare i codici 190811 e 190812.

- 19: rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell’acqua e dalla sua preparazione per uso industriale.

- 08: rifiuti prodotti dagli impianti per il trattamento delle acque reflue, non specificati altrimenti.

Una discarica controllata deve essere realizzata secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generare energia.

30 Se la discarica è progettata e costruita correttamente, i rifiuti devono comunque rimanere sotto osservazione per almeno 30 anni dopo la sua chiusura. Nel frattempo l'area è utilizzabile per altri scopi (in genere il terreno superficiale viene utilizzato per la piantumazione).

Se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione. Infatti ogni discarica viene progettata per accogliere determinati rifiuti (inerti, non pericolosi e pericolosi) e quindi dovrà accogliere solo quel tipo di rifiuti, e per un determinato volume di rifiuti e quindi ha una vita limitata che non può essere protratta all'infinito.

I fanghi disidratati, soli o mescolati con rifiuti solidi urbani e/o industriali, vengono stesi sul terreno, in genere con mezzi meccanici e, normalmente nello stesso giorno, sono ricoperti con uno strato di terra, in modo da evitare qualsiasi contatto diretto con l’atmosfera esterna che permette un’efficace degradazione delle sostanze organiche presenti nei rifiuti e per limitare le emissioni di odori e la dispersione di materiali. Il sistema è detto “controllato” perché oltre a curare l’applicazione dei rifiuti solidi sul terreno viene tenuto costantemente controllato il luogo della discarica con trattamenti di demuscazione e derattizzazione, successiva piantumazione di alberi e arbusti ed eventuale recupero all’agricoltura o ad altra destinazione dei terreni utilizzati.

I quantitativi sempre maggiori prodotti in conseguenza del numero crescente di impianti di depurazione e le normative più restrittive sullo smaltimento in discarica che, su base europea, prevedono la completa dismissione del conferimento in discarica e il conferimento in agricoltura solo a seguito di condizionamento, costringono a considerare con sempre maggiore attenzione le possibilità di riutilizzo dei fanghi e l’impiego delle nuove tecnologie di depurazione che consentono di ridurne la produzione.