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Social Return On Investment (SROI)

Nel documento IL VALORE ECONOMICO DEL TERZO SETTORE (pagine 105-109)

MISURARE IL SETTORE NON PROFIT

2.7. Social Return On Investment (SROI)

Il ritorno sociale sull’investimento (SROI) è uno strumento strutturato complesso in grado di far emergere gli elementi significativi del cambiamento generato dalle attività dell’organizzazione offrendo informazioni utili agli enti non profit.

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Lo SROI è un sistema di misurazione e di rendicontazione di un concetto di valore più ampio di quello meramente finanziario. Tale metodo offre, infatti, la possibilità di avere una misura del risultato complessivo integrando nell’analisi i costi ed i benefici sociali, economici ed ambientali. Molte scelte vengono prese spesso sulla base di informazioni che, considerando solo il valore di ciò che può essere comprato e venduto, risultano incomplete. Questo strumento permette di calcolare un ratio tra benefici e costi ovvero offre una misura del ritorno di un investimento in termini di valore sociale. Ad esempio un ratio 5:1 significa che un euro investito nell’organizzazione ha generato 5 euro di valore sociale.

L’unità di misura utilizzata è quella del denaro, tuttavia, è da considerare niente di più che un’unità di misura con la caratteristica di possedere una grande efficacia comunicativa. Lo SROI non rappresenta solo un numero bensì permette di analizzare molte dimensioni dell’attività di un ente non profit oltre a quella finanziaria e darne evidenza. Si sottolinea che questo metodo offre una valore tanto più accurato quanto più definito e circoscritto è l’oggetto di misurazione. Ciò lo rende maggiormente indicato all’applicazione su singole attività che sull’organizzazione nel suo complesso.

Si possono distinguere due tipi di SROI:

- SROI valutativo basato su outcome già conseguiti;

- SROI previsionale basato sugli outcome attesi allo scopo di compiere previsioni sulla creazione di valore sociale che si rivela uno strumento utile per la pianificazione di un’attività.

La metodologia dello SROI è stata sviluppata dalla Robert Enterprise Development Fund (REDF) a partire dalla fine degli anni ‘90 del XX secolo e si fonda sui seguenti sette principi guida:

- coinvolgere gli stakeholder;

- comprendere il cambiamento;

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- includere solo ciò che è materiale;

- non sovrastimare;

- essere trasparenti;

- verificare il risultato.

Si sottolinea che lo SROI fa riferimento alla teoria del cambiamento che si sviluppa attraverso l’individuazione dell’obiettivo dell’organizzazione o del progetto e successivamente lavora a ritroso attraverso i passaggi che sono necessari per raggiungerlo ciò permette di comprendere le relazioni esistenti tra i diversi aspetti dell’attività al fine di conseguire l’obiettivo prefissato.

Un concetto presente tra i sette principi è quello della materialità. L’ISA 320 definisce un informazione materiale “se la sua omissione o la sua scorretta rappresentazione è in grado di influenzare le decisioni economiche di terzi utilizzatori”. La materialità è espressione di un giudizio di chi calcola lo SROI e rappresenta una soglia o un limite sotto il quale non si ritiene determinante un’informazione.

L’analisi SROI è composta da sei fasi:

- fissazione del campo d’analisi ed identificazione dei principali stakeholder per tracciare in modo chiaro i confini dell’analisi e definire chi è coinvolto nel processo;

- mappatura degli outcome, che identifica e mette in relazione input, output e outcome attraverso lo sviluppo di una mappa dell’impatto. In questa fase risulta utile coinvolgere gli stakeholder;

- dimostrazione degli outcome e attribuzione di un valore: in questa fase si sviluppano gli indicatori per raccogliere evidenze sugli outcome e verificarne in

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questo modo l’importanza e la significatività per, infine, attribuirgli un valore monetario;

- definizione dell’impatto attraverso metodi che permettono di valutare quanto dell’outcome osservato sia da imputare a fattori esterni (deadweight) e in quale misura l’outcome osservato possa essere imputato direttamente come risultato delle attività dell’organizzazione evitando così il rischio di sovrastime;

- calcolo dello SROI, sommando tutti i benefici, sottraendo i valori negativi e, infine, effettuando la comparazione tra risultato e investimento attraverso il ratio valore attuale dei benefici:valore degli investimenti. Questo è il momento in cui è possibile verificare la sensitività dei risultati individuando quali cambiamenti hanno avuto un impatto significativo sul ratio totale.

- attività di reporting, in altre parole condividere i risultati con gli stakeholder, rispondendo alle loro domande ed integrando i processi per una valutazione solida e regolare attraverso la verifica dell’informazione.

Nell’approccio SROI sono presenti tre momenti essenziali:

- il calcolo del blended value del progetto cioè la somma di valore economico e sociale monetizzato;

- il calcolo dell’ammontare dell’investimento finanziario dell’attività;

- il rapporto tra blended value e investimento finanziario generando l’indice di redditività totale.

Una fase su cui ci si vuole soffermare è quella di assegnazione di un valore agli outcome chiamata anche monetarizzazione.

La complessità del processo di monetarizzazione è nel suo fine: attribuire un valore monetario ad elementi che non possiedono un valore di mercato. Nel mercato di un qualsiasi bene il prezzo (inteso come valore finale) è ottenuto dall’incontro di due

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individui che attribuiscono a quel bene lo stesso valore, ciò che lo SROI realizza è proprio la definizione del prezzo utilizzando proxy (approssimazioni) finanziarie per stimare il valore sociale, di beni non commercializzati, per differenti stakeholder. Esempi di proxy sono il risparmio reso possibile ai beneficiari di una prestazione o alla comunità locale per non dover erogare un determinato servizio. Si possono distinguere due metodi di monetarizzazione:

- cost-price based, valorizzando in base ai costi o prezzi di mercato comparabili;

- value-price based, quando non si hanno prezzi di riferimento ricorrendo alla contingent evaluation che indaga sulla disponibilità a pagare per beni e servizi non commercializzati (tempo libero, benessere).

L’analisi SROI permette dunque di avere una visione complessiva del concetto di valore correlato all’attività condotta dall’organizzazione e permette di presentare con maggiore trasparenza i processi di creazione del valore responsabilizzando gli stakeholder rendendo più efficaci i processi decisionali.

Nel documento IL VALORE ECONOMICO DEL TERZO SETTORE (pagine 105-109)