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3. L’UTILIZZO DEL MODELLO DI RATING SU SINGOLI SETTOR

3.2 Società cooperative a mutualità prevalente

La valutazione di società a struttura cooperativa richiede adattamenti in relazione a tre aspetti specifici:

distribuzione degli utili della produzione (ristorni); utilizzo della raccolta diretta da soci;

peculiarità del comparto delle cooperative di consumo.

3.2.1 Trattamento dei ristorni

Le società cooperative a mutualità prevalente, come noto, hanno gestioni ispirate alla realizzazione del rapporto di scambio economico tra socio e cooperativa.

L’istituto del ristorno è il vantaggio mutualistico che si realizza solo previo un avanzo di gestione, da riconoscere, come previsto dalla legge, a favore dei soci cooperatori, in relazione al volume delle transazioni effettuate con la cooperativa.

Ne consegue che la possibilità di ristorno è condizionata alla formazione di risorse all’interno della gestione. E’ necessario quindi che, al termine dell’esercizio, si evidenzi uno sbilancio di gestione positivo la cui riduzione, per l’attribuzione dei ristorni, non deve generare perdite di bilancio.

L’istituto del ristorno ha trovato formalizzazione nell’art. 2545 sexies contenuto nel D.Lgs 17/1/2003 nr.617, in vigore dal 1^ gennaio 2004, che indica una serie di obblighi a cui le società devono attenersi:

- a determinazione dei criteri di ripartizione dei ristorni ai soci in misura proporzionale alla quantità e qualità degli scambi mutualistici va indicata nell’atto costitutivo (comma 1);

51 - i dati relativi all’attività mutualistica devono essere riportati separatamente in bilancio, ciò allo scopo di determinare l’avanzo di gestione dalla attività svolta nei confronti dei soci, che costituisce il riconoscimento del ristorno (comma 2);

- le modalità di attribuzione18 dei ristorni ai soci devono essere deliberate

dall’assemblea (comma 3).

Sono Società a “scopo mutualistico prevalente” quelle che svolgono la loro attività prevalentemente a favore dei soci consumatori e/o utenti e/o fornitori di beni o servizi. La “prevalenza” è soddisfatta qualora l’attività, intesa quale ricavo dalle vendite, costo delle prestazioni lavorative, costo di beni o servizi, in favore dei soci cooperatori è maggiore del 50% del ricavo ovvero del costo corrispondente.

E’ evidente come le modalità di trattamento di tali poste possano influire sulla struttura del conto economico e quindi sulla valutazione di rating.

Al proposito, non disponendo ancora di rappresentazioni ai fini della redazione del bilancio civilistico sulla formalizzazione contabile del ristorno, tenuto comunque presente che lo stesso deve essere individuato solo a consuntivo e quale sbilancio positivo di gestione, si possono allo stato, in via transitoria, ipotizzare due diversi trattamenti dell’istituto del ristorno:

1) come elemento di utile, ossia individuato in sede di destinazione dell’utile; 2) come elemento di maggior costo ovvero di minor ricavo.

Nella ipotesi 1) non ricorre alcuna minor evidenza contabile interna al conto economico. In tale ipotesi il gestore dovrà trattare il bilancio con le stesse modalità indicate per le società industriali e/o di servizi.

Nella ipotesi 2) potrebbe ricorrere una minore evidenza contabile che inciderebbe sulla redditività delle gestione della cooperativa (sia che il ristorno sia portato a riduzione del fatturato ovvero ad aumento dei costi).

52 3.2.2 Il trattamento delle riserve indivisibili

Nelle cooperative a mutualità prevalente, una parte rilevante dell’utile netto viene destinata a riserva indivisibile (non può essere distribuita ai soci), un istituto proprio delle cooperative che trova fondamento nella salvaguardia del carattere mutualistico dell’impresa, secondo cui il vantaggio per il socio deve realizzarsi primariamente nello scambio mutualistico e nell’obiettivo di rafforzare il patrimonio a beneficio della crescita e dei soci futuri.

Valutazione di base: nell’attribuzione del rating alla cooperativa, riserve divisibili ed

indivisibili sono trattate allo stesso modo. Non si tiene pertanto conto del beneficio che queste ultime assicurano al soggetto finanziatore in termini di maggiore stabilità del patrimonio netto della società finanziata.

Trattamento specifico: occorre notare che l’attuale valutazione del rischio creditizio

già beneficia del contributo della destinazione di parte dell’utile a riserva indivisibile mediante la maggiore patrimonializzazione che si realizza anno dopo anno. Non si ritiene, pertanto, di dover modificare l’approccio attualmente seguito nella valutazione di tale posta.

53 3.2.3 Elementi qualitativi

Si ritiene che nell’ambito della valutazione del merito di credito delle cooperative debbano essere tenuti in considerazione alcuni elementi qualitativi di particolare rilevanza per tale categoria societaria. I fattori individuati sono i seguenti:

a) andamento del numero dei soci negli ultimi 5 anni; b) appartenenza ad un gruppo cooperativo;

c) appartenenza ad un network inteso come:

i. associazione di cooperative (Legacoop, Confcooperative, ecc..)

ii. consorzio per l’acquisizione di ordini iii. consorzio d’acquisto

d) tipologia dei soci con specifica in merito alla presenza di soci sovventori e/o finanziatori;

e) dinamica del tasso di remunerazione del prestito sociale negli ultimi anni. A tale proposito si rileva che eventuali discontinuità non attribuibili alla normale dinamica di mercato dei tassi d’interesse, potrebbero essere indicative di due opposte evoluzioni all’interno della cooperativa: una positiva, l’azienda va talmente bene che distribuisce utili ai soci mediante l’innalzamento del tasso di remunerazione del prestito sociale e l’altra negativa, l’azienda aumenta la remunerazione del prestito sociale per difficoltà di accesso al credito bancario;

f) quota delle riserve indivisibili sul totale del patrimonio netto. Occorre notare che l’attuale valutazione del rischio creditizio già beneficia del contributo della destinazione di parte dell’utile a riserva indivisibile mediante la maggiore patrimonializzazione che si realizza anno dopo anno. Si intende tuttavia costruire una base di dati al fine di valutare se, ad una diversa incidenza delle riserve indivisibili sul patrimonio netto si osservi una differenziazione nella probabilità di default della cooperativa.

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