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I sottosquadra perdono la loro componente erro nea, e spesso si strasformano in incastri funzion-

ali. Lo stampo può rimanere ingabbiato o al con-

trario fungere da gabbia per il volume in plastica.

Le bave e le superfici considerate errori di processo

CAMPIONE #1

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo stampo scomponibile in legno OBIETTIVI

Studiare i comportamenti della lastra al variare del tempo di riscaldamento della st- essa e della quantità di pressione applicata nella fase di aspirazione dell’aria.

Lo stampo in legno è com- posto da quattro parti. Una volta stampato è possibile rimuoverle dall’ggetto ottenuto.

La forma dello stampo permette di creare otto nervature.

In questo caso la lastra era molto morbida, ha perfeta- mente aderito allo stampo. L’aumento di superficie riduce lo spessore della lastra che in alcuni punti diventa sottile come un velo.

Nel caso a lato e sottos- tante una volta ottenuto il vuoto con la termoforma- trice con una lastra mol- to morbida ( ottenendo un campione simile al prec- edente) è stata immessa aria gonfiando il volome e modificando le geometrie appena ottenute.

Nelle foto a lato sono pre- senti alcuni test ottenuti diminuendo il tempo di rammollimento della las- tra.

Nel caso a lato la lastra era ancora molto tenace e poco riscaldata, per questo non si è adattata allo stampo generando forme morbide e incomplete.

si è tentato di ottenere delle "lamelle" radiali con un volume cavo all’inter- no utilizzando stampi mobili e composti.

Si è poi deciso di lascia- re perte dello stampo " a perdere"

CAMPIONE #2

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo

stampo composto da quattro pezzi in legno ad incastro e un volume " a capana". OBIETTIVI

lasciare uno stampo inserito all’interno della lastra fermoformata indagando la pos- sibilità di realizzare stampi misti a perdere e convenzionali.

Come si può ossservare nel campione a lato in corri- spondenza della "corona" sottile, la plastica tende a tirare.

Una volta estratto lo stam- po, cioè, la plastica occu- pa un volume inferiore a quest’ultimo.

CAMPIONE #3

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo

stampo composto da una parte piana in legno e un volume " a capana". OBIETTIVI

Uno stampo in legno com- posto a incastro è stato posto su una base cilin- drica in legno e utilizzato come stampo per la termo- formatura.

Si possono osservare le nervature che si vengono a creare in corrisponden- za con ipiani dello stampo tipiche di questa tecnolo- gia.

CAMPIONE #4

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo stampo in legno "a perdere" OBIETTIVI

Osservare il comportamento della tecnologie stampando geometrie comlesse pre- supponendo la perdita dello stampo.

CAMPIONE #5

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo

stampo in legno e tondono in metallo. OBIETTIVI

Osservare il comportamento della tecnologia su un tondino di metallo piano e su due tondini intersecati.

Nel capione a fianco la su- perficie che si crea è dop- pia e perfettamente piana, con la presenza di piccole costolature sul lato ester- no alla base del tondino dovuta alla notevole eltez- za del pezzo.

Termoformando due Tond- ini formati a "U" interseca- ti di 90 gradi si forma una superficie centrale paral- lela al tondino più basso, e quattro superfici che si giuntano ad essa.

Le giunture di queste su- perfici son visibili anche sul lato inferiore del cam- pione.

CAMPIONE #6

MATERIALI

Lastra da 2 mm in PETG e in polistirolo. Volume in rete metallica.

OBIETTIVI

Sia nel campione delle pagine precedenti che in quello a lato è stata speri- mentata la termoformatu- ra su gabbia metallica.

Se lo spessore della lastra è abastanza sottile si ven- gono a creare delle "ernie" all’interno della gabbia.

La lastra ingloba il tondino formando una superficie doppia.

Si verifica la formazione di quattro costole dalla consis- tenza molto rigida.

CAMPIONE #7

MATERIALI

lastra da 2 mm in PETG

stampo in legno e tondono in metallo. OBIETTIVI

Dato l’aumento di comp- lessità nella geometria del tondino rispetto al campio- ne precedente la superficie appare più frammentata.

Nel campione la lastra è stata scaldata molto, au- mentando la superficie è di conseguenza aumentata anche la dimensione delle costolature.

CAMPIONE #8

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo.

stampo in legno e tondono in metallo. OBIETTIVI

Termoformando una lastra ben ammorbidita sullo stampo cilindrico si vengono a generare delle "costolature" che incomin- ciano poco sotto il punto più alto dello stampo. Queste costolature sono piuttosto spesse perchè si formano con un raddop- piamento della superficie e si distriubuiscono radial- mente attorno al cilindro.

CAMPIONE #9

MATERIALI

lastra da 2 mm in polistirolo.

stampo in legno e tondono in metallo. OBIETTIVI

Studiare la formazione di "costolature" quando si termoforma un oggetto dal volume allungato.

La formazione di costola- ture è legata soprattutto all’altezza del pezzo stam- pato. Più il pezzo sarà alto in proporzione alla dimen- sione della base più sarà evidente il fenomeno delle costolature.

All’estremità del tondino è stata posto un cilin- dro in legno in modo da aumentare la superficie ed evitare la foratura della lastra.

CAMPIONE #10

MATERIALI

lastra da 2 mm in PETG

stampo "a perdere" in legno e metallo OBBIETTIVI

Studiare la formazione di "costolature" termoformando su un oggetto allungato e molto sottile.

Termoformando la lastra il tondino viene inglobato, inoltre si verifica la for- mazione di lunghe e sottili costolature che iniziano sul lato basso del cilindro e giungono fino alla fine dello stampo.

La geometria dello stampo è caratterizzata da quattro vertici più in alto. Termo- formandoci sopra la lastra nel tentativo di seguire la geometria forma una su- perficie inaspettata che collega i diversi piani dello stampo.

CAMPIONE #11

MATERIALI

lastra da 2 mm in PETG stampo "a perdere" in legno OBBIETTIVI

CAMPIONE #12

MATERIALI

Lastra da 4 mm in polistirolo

Stampo in legno in quattro parti estraibili. OBBIETTIVI

La lastra viene stampata quando non è ancora molto morbida, non adattandosi perfettamente allo stampo forma delle nervature.

Lo stampo è costituito da quattro componenti in leg- no di spessore 3 mm ad in- castro.

CAMPIONE #13

MATERIALI

Lastra da 3 mm in polistirolo

Stampo in legno in quattro parti estraibili. OBIETTIVI

Alcuni stampi sono stati realizzati in legno MDF, che però ha la tendenza ad im- barcare quando posto sot- to le pressioni della termo- formatura.

I risultati migliori si sono ottenuti con stampi in leg- no compensato, più rigdo del precedente.

La lastra ben scaldata ade- risce in parte allo stampo, la forma di quest’ultimo però genera la formazione di una superficie aggiunti- va molto rigida come si nota nella pagina a fianco.

CAMPIONE #14

MATERIALI

Lastra da 4 mm in polistirolo

Stampo in legno in quattro parti estraibili. OBIETTIVI

Forzare il processo riducendo il tempo di riscaldamento della lastra e deforman- dola con lo stampo senza utilizzare il sottovuoto.

Scaldando poco la lastra non si concede a questa di aderire allo stampo

Quando è ancora molto tenace si procede con lo stampaggio, sollevando cioè lo stampo che funge in questo caso da "pun- zone".

Lo stampo si solleva sotto la lastra creando la forma. Raffreddandosi il solle- vamento dello stampo diventa più difficoltoso, per evitare di rompere il pezzo il processo è stato interrotto prima che tutto lo stampo imprimesse la lastra.

CAMPIONE #15

MATERIALI lastra da 2 mm in PETG stampo in legno. OBIETTIVI

Osservare il comportamento della tecnologia quando, dopo aver stampato il pez- zo si gonfia la lastra invertendo il processo.

Una volta creato il vuoto la lastra si adatta allo stam- po prendendo la forma. Soffiando, essendo la plas- tica ancora calda, il pezzo si gonfia mantenendo però parte delle geometrie conferitegli dallo stampo che lascia l’impronta sul risultato finale.

Per la fase di sperimentazione sulla tecnologia del soffiaggio ho utilizzato meto- di poco ortodossi per poter riprodurre personalmente tale processo produttivo. Le preforme in PET sono state scaldate con una pistola ad aria calda settata sulla temperatura di 110 °C.

I campioni sono stati real- izzati soffiando preforme in PET solitamente utilizza- ti nella produzione di botti- glie da 1.5L e da 0.5L. Un normale tappo di botti- glia forato è stato giuntato con un tubo in gomma e collegato alla pistola di un compressore .

La prima fase è servita per calibrare la precessione necessaria per gonfiare le preforme senza farle scop- piare.

A lato è presente la foto di un campione soffiato alla pressione di oltre 6 Bar che ha causato l’esplosione del pezzo.

CAMPIONI #16

MATERIALI preforme in PET OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma quando viene gonfiata in aria senza stampo.

La preforma si gonfia seg- uendo la propria geome- tria, formando unvolume allungato.

La disarmonia del gonfiag- gio è sicuramente dovuta alla disuniformità del ri- scaldamento.

Nei punti dove è più calda la preforma tende ad au- mentare maggiormente di volume.

Quando si supera una cer- ta temperatura tende ad indurire e a virare di colo- re opacizzandosi come si nota nella parte superiore del campione a lato.

CAMPIONE #17

MATERIALI preforme in PET OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma riscaldando solo un lato di quest’ultima.

Appena inizia la fase di soffiaggio la preforma si gonfia in maniera asim- metrica. Il lato non scalda- to rimane quasi del tutto invariato. La pressione e le tensioni generate dal lato gonfio curvano legger- mente la preforma.

Nel pezzo una volta gon- fiato rimane impresso il modo in cui è stato riscal- dato come fosse un grafi- co della fase precedente al gonfiaggio.

CAMPIONE #18

MATERIALI preforme in PET Stampo in legno OBIETTIVI

Lo stampo è stato realizza- to in modo da permettere l’estrazione del pezzo una volta soffiato.

La preforma (da 0,5L) si gonfia strozzandosi al cen- tro ma continuando la sua espansione senza richiud- ersi sull’ostacolo.

CAMPIONE #19

MATERIALI preforme in PET rondella in metallo OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma quando viene soffiata all’interno di uno stampo circolare "a perdere".

CAMPIONE #20

MATERIALI preforme in PET

stampo in legno in due parti. OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma quando viene soffiata all’interno di uno stampo circolare estraibile.

CAMPIONE #21

MATERIALI preforma in PET OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma quando viene soffiata all’interno di una "gabbia" in rete metallica.

Il volume aderisce alla "gabbia" formando dei leg- geri rigonfiamenti in corri- spondenza delle maglie della rete.

Nel secondo campione è possibile vedere il risultato una volta che la gabbia vi- ene tagliata ed estratta.

CAMPIONE #22

MATERIALI preforma in PET

Gabbia in tondino di metallo saldato. OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma quando viene soffiata all’interno di una gabbia.

La preforma si gonfia ader- endo allo stampo in diversi punti e creando una super- ficie morbida.

CAMPIONI #23

MATERIALI preforma in PET Tubi in pvc OBIETTIVI

Osservare il comportamento della preforma quando viene soffiata all’interno di un tubo.

Nel primo campione la preforma aderisce allo stampo e fueriesce all’es- tremità formando una sorta di bolla.

Nel campione a lato è stata utilizzata una preforma più piccola della precedente. Non uscendo dal tubo for- ma una superficie semisferi- ca piuttosto regolare all’es- tremità.

Nel terzo campione di questa tipologia nel tubo sono stati praticati due fori che consentono alla preforma di gonfiarsi for- mando delle piccole "ernie" all’esterno.

6.

Conclusioni

La sperimentazione effettuata ha l’obbiettivo di teoriz-

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