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Le start up innovative

Nel documento Le imprese giovanili in Piemonte (pagine 129-132)

 Locali e ambienti per la pulizia e la cura

324 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed

7.2 Le start up innovative

La definizione di start up

La legislazione in vigore definisce le start up come società di capitali, non quotate, nuove o attive da meno di 5 anni, residenti in Italia o in paese UE ma con sede o filiale in Italia, e fatturato minore di 5 milioni di euro all’anno. Ulteriori requisiti sono necessari per la qualifica di innovative: tecnologia progredita, o qualifica del personale o possesso di brevetti in ambiti specifici.

Il ruolo delle start up come tentativi che possono evolvere

Le start up sono un segnale di vitalità del sistema economico, perché sono nuove proposte di attività imprenditoriali, alcune delle quali avranno successo, si svilupperanno e creeranno occupazione; altre dimostreranno l’utilità di nuovi beni e servizi e finiranno con l’essere acquisite da imprese più grandi che porteranno a compimento il loro tentativo; altre ancora occuperanno ambiti di mercato di minori dimensioni o si ritireranno dopo aver comunque accumulato conoscenza preziosa con le esplorazioni fatte per produrre qualcosa di nuovo.

Non stupisca che un’attività imprenditoriale possa essere un tentativo. Chi investe in produzioni nuove affronta un rischio, perché non è possibile sapere in partenza se e come la propria attività avrà successo. Senza questa capacità di proporre, provare, esplorare, incominciare a vendere, l’intero sistema produttivo non potrebbe restare competitivo in un mercato come l’attuale, che cambia con rapidità ed è soggetto alla concorrenza internazionale.

Qualche dato sulle start up piemontesi

In Piemonte le start up che all’aprile di quest’anno erano presenti e classificate per attività nei registri delle imprese presso le Camere di Commercio erano 379 (di cui 3 con attività non specificata); 101 segnalavano la presenza di giovani. Risultano concentrate in tre settori: servizi di informazione e comunicazione (154), con la maggior prevalenza di

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giovani (29%); attività professionali, scientifiche e tecniche (85, di cui 23% con prevalenza di giovani); attività manifatturiere (83, di cui 22% con prevalenza di giovani).

Esse occupavano 563 persone con un indice di precarietà in media (non ponderata) pari a 2.

Piemonte - distribuzione delle start up secondo l’attività Tutte

Numero

Prevalenza giovani

Numero Percentuale

Agricoltura, silvicoltura e pesca 3 0 0,0

Attività manifatturiere 83 18 21,7

Fornitura di energia elettrica,

gas, vapore, aria condizionata 2 0 0,0

Raccolta trattamento e fornitura di acqua 2 0 0,0 Costruzioni 3 0 0,0 Commercio all’ingrosso e al dettaglio 19 4 21,1 Trasporto e magazzinaggio 2 2 100,0 Servizi di informazione e comunicazione 154 45 29,2 Attività professionali, scientifiche e tecniche 85 20 23,5

Noleggio, agenzie di viaggio,

servizi di supporto alle imprese 15 7 46,7

Istruzione 3 3 100,0 Assistenza sanitaria 1 0 0,0 Attività sportive, di intrattenimento e divertimento 4 2 50,0 376 101 26,9 Non classificate 3 1 Tipi di start up

Le start up possono creare occupazione con livelli diversi di qualificazione secondo le loro caratteristiche. Una classificazione è utile per citare iniziative specifiche e spesso originali.

Spin off delle università. Sono imprese, frutto di iniziative di professori degli Atenei, che esplorano la possibilità di tradurre in attività produttiva la ricerca scientifica. Si avvalgono di persone, spesso giovani ricercatori altamente qualificati, ma anche di personale tecnico e amministrativo. Gli ambiti più interessanti sono quelli delle biotecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale in cui i computer imparano metodi di analisi dei testi e dei dati raccolti.

Imprese nate per sviluppare in modi originali tecnologie già esistenti. Nell’ambito della green economy: soluzioni innovative per produrre energia rinnovabile, architetture

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ecocompatibili, rigenerazione di scarti, trattamento rifiuti pericolosi, monitoraggio ambientale.

Nella consulenza si affinano competenze per la gestione coordinata dei processi produttivi all’interno delle imprese e tra le imprese, secondo i programmi denominati industria 4.0.

Nell’ICT (information, communication, technology) se ne trova il maggior numero, perché vi si può impiegare una gamma assai vasta di competenze: dalle applicazioni di realtà virtuale, al turismo o alle vendite immobiliari, alle consulenze per la costruzione e gestione delle reti di comunicazioni, fino alle più semplici e frequenti predisposizioni di siti web e di applicazioni per smartphone. L’opportunità delle vendite on line suscita numerose iniziative nei campi più disparati: dalla ricerca del più vicino ristorante tipico, ai preventivi dei meccanici, all’uso dei social network a fini promozionali.

Istruzione e sanità offrono poi nuovi spunti per innovazioni, per esempio nel campo dell’apprendimento delle lingue o del monitoraggio della propria salute e delle prestazioni fisiche nel corso di attività sportive.

Condizioni per generare nuova occupazione

Le start up sono da apprezzare per il loro ruolo di esploratori delle nuove applicazioni tecnologiche, che permette di qualificare gli addetti, di andare oltre la competenza scientifica, e per la necessità di confrontarsi continuamente con le reazioni dei potenziali clienti e dei concorrenti.

Sono una palestra per l’attività imprenditoriale, ma non necessariamente l’inizio di attività durature.

Non è su questo insieme di imprese che si può contare come punti di forza del sistema economico capaci di alleviare in modo palese la disoccupazione.

La condizione perché le attuali start up svolgano anche questo compito sono:

1. Sviluppare le relazioni internazionali per conoscere in che modo si possono svolgere attività e professioni che, pur innovative perché diffuse di recente, presentano ulteriori opportunità di sviluppo. Finché la loro attività resta confinata in ambito regionale o locale, rischiano di rimanere solo dei lodevoli tentativi.

2. Accrescere le dimensioni, pur senza pretendere che possano ripetersi con frequenza i casi clamorosi di imprese che hanno diffuso nel mondo le nuove tecnologie.

3. L’aumento delle dimensioni richiede a sua volta il collegamento con altre imprese che esistono da maggior tempo (anche attraverso l’appartenenza a gruppi finanziari) e che permettono di inserirsi in una rete di relazioni internazionali.

4. Ciò che va superato (non evitato) è il mero tentativo, quasi amatoriale, di tentare in campi per i quali si ha già una competenza, senza avere un progetto di evoluzione successiva e dunque di crescita per offrire nuovi posti di lavoro

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131 8. Un Focus sulle imprese

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