INCANDESCENZA E FLUORESCENTI
3.1 LA METODOLOGIA LCA
La Life Cycle Assessment (LCA), conosciuta in Italia come la metodologia scientifica dell’analisi del ciclo di vita, consiste in una procedura standardizzata che permette di identificare, quantificare ed interpretare gli impatti ambientali potenziali di un prodotto, una funzione o un servizio. La sua caratteristica principale è l’approccio sistemico definito ”dalla culla alla tomba” (“from cradle to grave”) dove il prodotto, o servizio, viene seguito e analizzato in ogni fase della sua vita, dall’estrazione e trasformazione delle materie prime, attraverso la produzione, il trasporto, l’utilizzo, fino allo smaltimento; oppure “dalla culla alla cancello” (“from cradle to gate”) dove nel caso di studio analizzato, la culla è l’ingresso dei rifiuti in azienda di trattamento ed il cancello rappresenta le frazioni che escono dall’azienda stessa.
L’LCA permette di determinare i fattori di ingresso (materie prime, uso di risorse, energia) e di uscita (rifiuti, emissioni inquinanti in aria, acqua e suolo) del ciclo di vita di ciascuno prodotto, valutandone i conseguenti impatti ambientali anche su scala globale, come ad esempio l’effetto serra, assottigliamento della fascia d’ozono, l’acidificazione o altri. Con questa metodologia è possibile selezionare gli indicatori rilevanti di performance ambientali, per paragonare tra loro prodotti della medesima funzione, comparare gli impatti ambientali di un prodotto, identificare le opportunità di miglioramento degli aspetti ambientali di un prodotto individuando gli stadi del ciclo di vita che presentano un impatto ambientale rilevante. La struttura dell’LCA è sintetizzabile in quattro momenti distinti e consecutivi riportati all’interno del documento UNI ISO 14040 e collegati:
1 - Definizione degli scopi e degli obiettivi (Goal definition and
Scoping): è la fase preliminare in cui vengono definite le finalità dello
studio, un passaggio cruciale, in quanto è il momento in cui vengono prese le decisioni più importanti. In questa sede si scelgono l’unità funzionale (U.F.), l’unità di riferimento dello studio necessaria per poter trattare i dati a cui si correlano i flussi in entrata e uscita, i confini del sistema, ossia i confini spaziali e temporali del sistema in base agli obiettivi di LCA, che permetteranno di capire quali procedure vadano incluse e quali escluse dall’indagine, i dati necessari, le assunzioni ed i limiti.
2 – Analisi di inventario (Life Cycle Inventory - LCI): è l’analisi
più impegnativa dello studio, nel quale si riscontrano criticità legate alla disponibilità e qualità dei dati (provenienti da fonti primarie secondarie o dalla letteratura) e delle informazioni necessarie per lo sviluppo dei calcoli. Essa consiste nella preparazione di una check-list per ottenere dati, nell’annotazione minuziosa di materiali ed energia prendendo in considerazione l’intera vita del prodotto e nell’utilizzo di un procedimento di calcolo che consentono di quantificarli. Questi flussi vengono determinati sulla base delle entrate e delle uscite di ciascun processo parziale e riferiti all’unità funzionale, in relazione ai confini del sistema, connettendo poi i vari passaggi ed analizzandoli si riusciranno a tracciare bilanci di massa ed energia che diventano l’inventario vero e proprio del sistema complessivo:
3 – Valutazione degli impatti (Life Cycle Impact Assessment, LCIA): è la valutazione dell’impatto ambientale secondo precisi parametri
ambientali, dei flussi di materiale ed energia calcolati durante la fase di inventario: essa servirà per riconoscere riassumere e quantificare i possibili effetti ambientali dei sistemi esaminati, e anche per fornire informazioni essenziali intese alla loro valutazione. Questa fase si suddivide in altre fasi:
- scelta e definizione delle categorie d’impatto, nel quale vengono selezionate le categorie più impiegate di impatto (temi ambientali), ossia il riscaldamento globale (GWP), la riduzione fotochimica dell’ozono nella troposfera (POCP), l’eutrofizzazione (NP), l’acidificazione (AP), la tossicità per l’uomo (HTP), l’ecotossicità (ETP) e l’ utilizzo del territorio (LU), depauperamento delle risorse abiotiche (ARD). Le categorie d’impatto descrivono i potenziali effetti sull’uomo e sull’ambiente e si differiscono in relazione alla loro collocazione spaziale (effetti globali, regionali e locali).
- classificazione, è la fase quantitativa di assegnazione di una o più
categorie d’impatto ai flussi di materiali ed energia raccolti nell’inventario, ossia verranno aggregate le informazioni raccolte nella fase LCI in una serie di fattori di stress, ossia una serie di condizioni che possono causare danni alla salute umana, all’ambiente o portare impoverimento alle risorse. Ogni fattore di stress può influire su una o più categorie (es. i CFC contribuiscono sia al problema del buco dell’ozono, che al riscaldamento globale). In questa fase verranno attribuite le categorie d’impatto scelte ad ogni fattore di stress.
- caratterizzazione, non viene solo quantificato l’impatto attraverso dei
fattori di equivalenza o di caratterizzazione, ma vengono anche aggregati gli effetti ambientali all’interno delle categorie d’impatto prescelte e rapportati ad una sostanza presa come riferimento (es. per il riscaldamento globale il fattore di caratterizzazione sono i kg di anidride carbonica equivalente). I fattori di caratterizzazione dipendono dalla categoria d’impatto considerata.
I flussi registrati nell’LCI vengono quindi moltiplicati per i rispettivi fattori di equivalenza e sommati tra loro in modo da ottenere il potenziale d’impatto, che rappresenta la misura di un possibile danno ambientale (es. le emissioni di gas serra, quantificate sull’intero ciclo di vita, vengono convertite in “CO2 equivalenti”, calcolati moltiplicando la quantità emessa per il “potenziale di riscaldamento globale della sostanza”). I valori dei differenti potenziali d’impatto non sono però direttamente confrontabili tra loro. Quindi il risultato di questa fase è il profilo ambientale costituito da una serie di punteggi d’impatto per ogni categoria, che è rappresentato mediante un istogramma a barre.
contestualizzare gli impatti. Il potenziale d’impatto viene messo in relazione con un valore di riferimento all’interno della stessa area.
- valutazione, anch’essa facoltativa, consiste nell’assegnazione di un peso
relativo alle varie categorie d’impatto e nella stima finale dei risultati.
4 – Interpretazione dei risultati (Life Cycle Inventory): è la fase
conclusiva di una LCA, che ha lo scopo di ottenere un’analisi completa per quanto riguarda gli impatti relativi al prodotto o servizio, interpretando e traducendo i risultati, dando così una spiegazione al significato che essi assumono e alle restrizioni che essi pongono. Le assunzioni fatte nella fase di definizione dell’obiettivo e dell’ambito dell’analisi, devono essere richiamate proprio in questo passaggio: solo sulla base di questi presupposti, infatti, è possibile trarre delle conclusioni e fornire delle raccomandazioni. Grazie anche all’analisi di sensitività, con la quale si verificano il raggiungimento degli obiettivi, la qualità dei dati, i limiti del sistema e il confronto con scenari diversi da quello preso in considerazione, si otterrà un’interpretazione completa e corretta dei risultati.