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Stereotipi, luoghi comuni e falsi miti

Per comprendere il fenomeno adeguatamente c’è la necessità di abbattere gli stereotipi che si sono radicati nel tempo erroneamente e che non consentono una lettura corretta e completa del problema. Tali stereotipi , ma possiamo chiamarli anche falsi miti, portano non di rado ad un sconvolgimento delle responsabilità e, di conseguenza, ad una minimizzazione della violenza da parte dell’uomo.

Nella società odierna circolano idee come “in ogni matrimonio ogni tanto scoppia una lite” oppure “picchia solo perché ha bevuto” e le conseguenze sono che l’operato dell’uomo violento venga giustificato e che la colpa ricada sulla donna, la vittima.

Di seguito, si analizzeranno alcuni dei falsi miti che vengono riportati dalla bibliografia disponibile. Ad esempio, Angela Segantini e Consuela

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Cigalotti (2013) riportano come stereotipi sulla violenza familiare i seguenti:

“Non è violenza, sono solo litigi familiari”

Come già specificato nel capitolo precedente, è importante essere consapevoli che c’è una differenza notevole tra la violenza ed il conflitto. Il conflitto è un fenomeno evolutivo nel senso in cui mette alla prova tutte le capacità dei soggetti coinvolti , i quali sono tesi verso lo scopo di difendere o affermare in base alle situazioni il proprio punto di vista (ad esempio ci possono essere situazioni di conflitto sul mantenimento della casa o sull’istruzione dei figli). Inoltre, il conflitto tende a preservare le relazioni, tramite la ricerca di nuovi equilibri tra la coppia.

A differenza del conflitto, invece, la violenza mortifica qualsiasi potenzialità di un soggetto della coppia e comporta, di conseguenza, una disgregazione dei rapporti, comportando l’annullamento psico-fisico del soggetto più debole, ovvero la donna31.

Infine, è importante tener conto che gli atti violenti sono un reato, in quanto la violenza è una lesione dei diritti umani ed un’ingiustizia sia in ambito pubblico che privato.

“La violenza domesti ca riguarda solo classi sociali svantaggiate e famiglie con problemi”

La violenza sulle donne è un fenomeno che riguarda tutte le donne di tutti i ceti sociali. Infatti, tale fenomeno colpisce tutte le donne del paese, indistintamente dalla cultura, class e, luoghi di origine, religione e senza differenze dipendenti dal grado di istruzione, di reddito e di età.

31 Mag ara g gia S., Ch e ru b i n i D . ( 20 1 3), Uo min i c o ntro le do nne ? L e radic i dell a v io len z a

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Questo falso stereotipo può trovare, probabilmente, la sua causa nel fatto in cui gli episodi di violenza che avvengono nelle famiglie con problemi sono più visibili, magari sono famiglie già note alle Forze dell’Ordine oppure ai Servizi Sociali per altri motivi.

“Alla fine chi provoca la violenza è sempre la donna”

Questa impostazione colpevolizza sicuramente le vittime e trascura la responsabilità dell’autore della violenza. La presunta “provocazione” consiste nel fatto che la donna non sia stata “remissiva”, ovvero non abbia servito gli interessi del proprio partner. Gli uomini maltrattanti hanno nella propria mentalità l’idea che i tipici ruoli e comportamenti derivanti dalla cultura patriarcale siano corretti e, perciò, si sentono legittimati a metterli in atto.

Le donne maltrattate riferiscono che non riescono ad influenzare in alcun modo il comportamento violento del partner e che subiscono violenza indipendentemente dal fatto se si siano adattate alle richieste del partner o meno. Le richieste del partner sono puntualmente disattese dalla donna perché sono sempre diverse e imprevedibili. Spesso per disorientare la vittima, le aspettative dell’uomo sono contrarie a quelle del giorno precedente, in modo che la donna non abbia alcun punto di riferimento e sia dunque in “torto”.

“La violenza verso le donne è causata dall’assunzione di alcool e droghe , da problemi psichici”

Ricerche e studi hanno dimostrato che alcool e droghe non sono assolutamente cause dirette della violenza, ma sono piuttosto elementi che possono abbassare i freni inibitori della persona violenta. È, pertanto, importante osservare e considerare le due problematich e della violenza e della dipendenza in modo separato.

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Inoltre, è vero che alcune malattie psichiche possono provocare comportamenti aggressivi, ma bisogna ricordare che il modello del comportamento è un modello che si impara; solitamente alla base di un comportamento violento vi è un’intenzione ed una strategia, la maggior parte delle azioni violente non sono frutto di un attimo incontrollabile di eccitazione come tentano di giustificarsi molto spesso gli autori della violenza.

“Gli uomini violenti hanno s ubito a loro volta violenza da bambini”

Può accadere che gli uomini violenti abbiano a loro volta subito violenza nell’infanzia e per questo l’esperienza della violenza costituisce un fattore di rischio per un futuro uso della stessa.

Bancroft (2013) rip orta che il nesso fra l’abuso durante l’infanzia ed il comportamento maltrattante è debole. Lui sostiene che una brutta infanzia non porta un uomo a maltrattare la propria compagna, ma piuttosto può contribuire a renderlo particolarmente pericoloso. Nella sua esperienza di lavoro si è trovato di fronte molti uomini violenti, i quali cercavano di riportare l’attenzione degli altri sulla loro infanzia traumatizzante, ma semplicemente come giustificazione al loro comportamento e non come un motivo per cambiare e migliorarsi32.

“La violenza è causata da occasionali e sporadiche perdite di controllo”

La maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati, non sono assolutamente atti irrazionali, ma anzi tendono a stabilire un clima di controllo sulla donna. Infatti, come già esposto, la violenza assume non il carattere di eccezionalità, ma piuttosto un carattere di strutturalità e ripetitività.

32 Ban cro ft L. ( 20 13 ), Uo mini c he ma lt rat tano le do nne. Co me ric o no sc e rl i e c o sa fa re

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L’UOMO MALTRATTANTE E GLI INTERVENTI CON GLI UOMINI CHE

USANO VIOLENZA CONTRO LE DONNE

“Vuoi dirmi che strada dovrei prendere per uscire da qui? – Dipende molto da dove vuoi andare – Non mi importa molto dove –

Allora non importa quale strada prendi” “Non capisco cosa vuoi dire a proposito della ‘tua’ strada” disse la Regina: “Qui tutte le strade sono MIE” L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, 1865.