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STORIA POLITICA DEGLI ULTIMI DECENNI

Nel documento AESE. In collaborazione con: (pagine 30-35)

LA ROMANIA ALL’INTERNO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

1.9 STORIA POLITICA DEGLI ULTIMI DECENNI

Il 20 maggio 1990, dopo la morte di Ceaușescu, fu eletto presidente in funzione transitoria (trenta mesi di mandato) Ion Iliescu. Al Parlamento fu affidato il ruolo di Costituente dalle contestuali elezioni legislative. Il biennio successivo fu segnato da una grave crisi economica, aggravata dalla liberalizzazione dei prezzi e da una situazione politica interna ambigua. Le manifestazioni di protesta furono varie e di diverso segno, come quelle violente dei minatori della Valea Jiului nel giugno 1990 e nel settembre 1991.

Nel dicembre 1991 fu approvata la nuova Costituzione democratica, confermata da un referendum popolare. Nel febbraio 1992 si tennero, dopo oltre 50 anni, le prime libere elezioni. Vinse la Convenzione Democratica (CDR), una coalizione di forze di opposizione all’FSN.

Nel marzo del 1992 l’approvazione delle politiche di liberalizzazione economica prospettata da Petre Roman segnò una netta sconfitta per Iliescu. Questi, nell’aprile del 1992, diede vita al nuovo partito FDSN. Dalla parte restante dell’FSN nacque il Partito Democratico, sotto la guida di Petre Roman.

UDMR 1989 Hunor Kelemen 21 9 LC-SD

ALDE 2015 Calin Popescu

Tariceanu 20 9 L

PMP 2014 Traian Basescu 18 8 SD

Min. - - 17 0

-affiliati Non - - 27 13

-*fonte: www.cdep.ro

PNL 1985 Ludovic Orban 69 30 LC

USR 2015 Dan Barna 30 13 Centro

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L’FDSN vinse le elezioni politiche del settembre 1992, inoltre Iliescu vinse le contemporanee elezioni presidenziali.

Nel novembre dello stesso anno fu costituito un governo di coalizione guidato da Nicolae Vacaroiu. Nel 1993 la Romania entrò a far parte del Consiglio d'Europa.

Nel 1995 il governo avviò un piano di privatizzazione delle imprese pubbliche, visto il loro scarso rendimento. Queste erano infatti incapaci di evitare il deprezzamento e la svalutazione della moneta nazionale.

Il dispiegarsi della politica economica era ostacolato dall’assenza di aiuti internazionali. Questi avrebbero permesso di ammortizzare gli inevitabili costi sociali necessari per affrontare la drammatica situazione del Paese.

Nelle elezioni successive, la Convenzione Democratica strinse un patto con l’UDS di Roman; questo permise alla coalizione di ribaltare il risultato delle elezioni precedenti, conquistando la maggioranza relativa in parlamento nell’ottobre 1996. Emil Constantinescu si impose al ballottaggio presidenziale del mese successivo.

Victor Ciorbea (CDR) fu messo a capo del nuovo governo di coalizione, formato con l'UDS e l'Unione Democratica Magiara. Victor Ciorbea presentò un piano radicale di risanamento economico nel febbraio del 1997.

Questo, già in accordo con il Fondo Monetario Internazionale, fu in seguito approvato anche dalla Banca Mondiale, che elargì alla Romania un credito per implementare le riforme economiche. Tuttavia, il grave quadro economico del Paese causò un profondo conflitto interno alla coalizione, che provocò le dimissioni del Presidente del Senato Roman e di Victor Ciorbea. Il nuovo Governo cristiano-democratico di Radu Vasile si adoperò per restituire la cittadinanza all’ex re Michele, che fu accordata nel 1998.

La forte instabilità economica causò una nuova crisi politica nel 1999. Emil Constantinescu revocò il mandato

a Radu Vasile e nominò come premier Mugur Isărescu.

Ion Ilescu vinse le elezioni presidenziali del 2000. Il suo ritorno, appoggiato dalla Convenzione Democratica, fermò l’avanzata dell’estrema destra razzista e xenofoba.

Il referendum dell'ottobre 2003 consentì l’approvazione di una serie di emendamenti alla Costituzione. Il Paese entrò a far ufficialmente parte della NATO nel marzo 2004, mentre i negoziati per l'adesione all'Unione Europea, fissata per il 2007, entrarono nella loro fase finale.

Alle elezioni politiche di novembre ci fu un’affermazione parziale del PSD, non sufficiente però a garantire una maggioranza stabile. Fu, quindi, varato un governo di coalizione di centrodestra, guidato dal leader del PNL Calin Popescu-Tariceanu. Parallelamente, il ballottaggio delle presidenziali vide la vittoria del candidato di centrodestra, Traian Basescu.

Il 1° gennaio 2007 il Paese entrò a far parte dell'Unione Europea. Ad aprile Tariceanu presentò un nuovo governo, di cui entrarono a far parte il Partito Nazionale Liberale e l'UDMR. Inoltre, il Parlamento approvò la sospensione dalle funzioni del presidente Basescu, in quanto si era rifiutato di approvare il nuovo Governo, violando la Costituzione.

A maggio si svolse il referendum contro il Presidente, che tuttavia evitò l’impeachment grazie all’appoggio dell'elettorato. Il Partito Democratico vinse le elezioni europee di novembre. Queste fecero registrare un'affluenza molto bassa, circa il 30%.

Il partito all'opposizione, il PSD, ottenne una vittoria di misura alle elezioni legislative del dicembre 2008, con il 33,6% dei voti, seguito dal Partito Democratico Liberale con il 33%. Il Partito Nazional Liberale arrivò al 18% dei consensi. Emil Boc (PDL) fu designato Premier.

Basescu fu confermato dalle elezioni presidenziali del 2009.

Nel 2012, in seguito alle proteste sulle misure economiche varate dal Governo, Boc si dimise.

01 - Contesto politico

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AESE

A maggio, dopo un governo di transizione guidato da Mihai Răzvan Ungureanu, divenne Premier il social-democratico Victor Ponta. A luglio dello stesso anno il Paese entrò in una crisi politica senza precedenti, dopo che il Parlamento sospese il presidente Basescu dalle sue funzioni.

Le elezioni legislative di dicembre furono vinte dalla coalizione guidata dal Premier Ponta. ll liberale Klaus Iohannis vinse le elezioni presidenziali contro Ponta nel novembre 2014. Nel novembre del 2015, Dacian Ciolos è diventato il nuovo Premier, a causa delle dimissioni di Ponta dopo le proteste scoppiate in seguito ad un incendio in un club di Bucarest, in cui sono morte oltre 60 persone.

L’incidente ha messo in luce la corruzione esistente a livello degli enti amministrativi, non avendo il club autorizzazioni di funzionamento né misure di sicurezza incendio.

Il governo tecnico presieduto da Cioloș fu sostituito dal governo Grindeanu, sostenuto da una maggioranza di centro-sinistra costituita da PSD e Alleanza dei Liberali e dei Democratici (ALDE), dopo lo svolgimento delle elezioni legislative del dicembre 2016, nelle quali il PSD era risultato il primo partito. Il nuovo esecutivo assunse le funzioni di governo il 4 gennaio 2017. Tale governo è rimasto in carica dal 23 febbraio al 28 giugno 2017, quando il Premier Sorin Grindeanu ha rassegnato le proprie dimissioni, venendo sostituito da Mihai Tudose.

Il 16 gennaio 2018 il Primo Ministro Tudose si è dimesso a sua volta, lasciando la carica a Viorica Dăncilă. Questo governo era supportato dall’alleanza tra il PSD e l’ALDE, che al tempo contavano il 50,8% alla Camera e il 55,9%

al Senato. L’operato del Primo Ministro era stato messo in discussione più volte e la stessa attitudine del Governo verso

l’opposizione e il Presidente della Repubblica segnalata da più parti. Lo scontro più acerbo si registrava però attorno a delle norme di modifica del Codice Penale e alla tentata revoca dell’incarico a Laura Codruța Kövesi, capo della Direzione nazionale anticorruzione. Il 10 agosto 2018 veniva organizzata una manifestazione antigovernativa, repressa a Bucarest dalla Gendarmeria. Nell’ottobre dello stesso anno, non raggiungeva il quorum un referendum presentato dal Governo sulla definizione costituzionale di famiglia.

Nelle settimane successive, a causa di vari ministri dimissionari, fu promosso un rimpasto di governo. In vista delle elezioni europee del maggio 2019, poi, l’UDMR ritirava il proprio sostegno al Governo; il risultato delle elezioni era fortemente sfavorevole al PSD, ma non portò alla fine dell’esecutivo. Il 26 agosto l’ALDE ritirava il suo appoggio al governo. A causa di uno scontro tra Governo e Presidente della Repubblica, a settembre 2019 mancavano cinque ministri all’esecutivo. Con una mozione di sfiducia, il 1o ottobre 2019 il governo veniva sfiduciato e il 4 novembre 2019 si insediava il primo governo di Ludovic Orban, del PNL. A causa della fragilità del governo, però, e di un provvedimento controverso sull’elezione dei sindaci, l’opposizione organizzava per il 5 febbraio 2020 un voto di sfiducia dell’esecutivo, che risultava effettivo.

Dopo aver proposto per l’incarico a Florin Citu, egli rimetteva nelle mani del presidente della repubblica il mandato che veniva così riconsegnato nelle mani di Ludovic Orban. A causa dell’epidemia di Coronavirus e al difficile contesto internazionale, veniva così formato il governo Orban II, con l’appoggio dell’opposizione compreso il PSD.

AESE

Nel documento AESE. In collaborazione con: (pagine 30-35)