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Lo stress nel cane co-terapeuta in Interventi Assistiti da Animali (IAA)

Negli IAA gli animali vengono utilizzati come co-terapeuti in aggiunta alle tradizionali terapie con lo scopo di influenzare positivamente la salute umana.

Nell’ultimo decennio c’è stato un crescente interesse da parte della comunità scientifica sui risultati delle AAT sul benessere umano ma c’è ancora scarsa conoscenza sull’impatto che tali interventi hanno sul benessere degli animali coinvolti (Glank,2017).

Mancano delle chiare conclusioni sul modo in cui il benessere dei cani sia influenzato dalle performance in AAT e questo, probabilmente, a causa dell’eterogeneità dei programmi, di campioni spesso di piccole dimensioni e di limiti metodologici (Glank,2017).

Stafford afferma che progetti di attività assistite da animali non siano considerate particolarmente stressanti per i cani partecipanti ma esistono degli studi, come quello di Heimlich ad esempio, che testimonia come un progetto di AAT con bambini con disabilità multiple sia dovuto terminare in anticipo a causa del deterioramento della salute del cane co- terapeuta e sintomi di stress come l’eccessivo ansimare e la evidente stanchezza (Heimlich, 2001).

Il benessere animale in corso di AAT viene valutato principalmente attraverso lo studio del comportamento,spesso con questionari o interviste ai conduttori dei cani, in primis responsabili della loro salute e benessere psico-fisico, e attraverso lo studio di parametri fisiologici ematochimici come valutazione di cortisolo e di marker immunitari (Glank,2017).

Cortisolo e segnali comportamentali sono in effetti gli indicatori più frequentemente utilizzati ma è opportuno tenere presente come la valutazione di atteggiamenti del cane possa essere talvolta soggettiva e come atteggiamenti o comportamenti, che inequivocabilmente possono essere

interpretati come segnali di stress, ha lo svantaggio di non essere abbastanza precoce (Fallani et

al., 2007).

I parametri endocrini, utilizzati come marker per individuare una condizione di stress, possano essere associati anche ad altre funzioni responsabili del mantenimento dell’omeostasi (Glank,2017).

Glank afferma che nel complesso, i risultati degli studi che si trovano in letteratura sul benessere animale in cani impiegati in AAT non destano preoccupazioni per il mantenimento di uno stato di benessere animale e anche se alcuni autori hanno riportato segni comportamentali di angoscia e un aumento di cortisolo successivo alle sedute, nessuno suggerisce il divieto di queste pratiche a causa di vincoli sul benessere animale (Glank,2017).

Capitolo 3

Lo stress ossidativo

3.1 Definizione: Lo stress ossidativo e i sistemi di difesa antiossidanti

In tutti gli organismi viventi esiste un delicato equilibrio fra la produzione e l’eliminazione, ad opera dei sistemi di difesa antiossidanti, dei cosiddetti radicali liberi. La rottura di questo equilibrio, indicata come “stress ossidativo”, provoca l’insorgenza di lesioni cellulari che, se gravi e protratte nel tempo, conducono ad un’ accelerazione del processo dell’invecchiamento e all’insorgenza di numerosissime malattie (Iorio,2003).

Lo stress ossidativo è una condizione patologica provocata dall’azione lesiva, sulle cellule e sui tessuti dell’organismo, di quantità abnormemente elevate di radicali liberi. Esso viene a determinarsi perché la produzione di tali specie chimiche è aumentata e/o perché la fisiologica capacità di difesa nei loro confronti, ad opera dei sistemi antiossidanti, è ridotta (Iorio,2003). L’organismo, già in condizioni normali, produce una determinata quota di radicali liberi, per effetto del fisiologico metabolismo cellulare. La sintesi di alcuni ormoni, per esempio, implica la generazione di radicali liberi mentre i leucociti polimorfo nucleati sfruttano la produzione di questi agenti per uccidere i batteri, aiutando, in tal modo, l’ organismo a difendersi dalle infezioni.

Altri radicali liberi, come ad esempio, l’ossido nitrico (NO) sono indispensabili per l’omeostasi dell’intero organismo, in quanto modulano importanti funzioni, come la contrattilità della muscolatura liscia vascolare, l’aggregazione piastrinica e l’adesione cellulare. Da questo punto di vista, i radicali liberi sono stati giustamente definiti “insostituibili compagni” della vita cellulare (Soffler,2007).

In condizioni fisiologiche quindi, si svolgono costantemente nell’organismo numerosi processi ossidativi; questi comportano la continua formazione di radicali liberi , specialmente di ROS (Reactive Oxygen Species). I radicali liberi dell’ossigeno sono molto instabili e capaci di reagire

praticamente con ogni molecola organica, generando derivati o metaboliti reattivi dell’ossigeno (Reactive Oxygen Metabolites - ROM).

I ROS, se da un lato sono fondamentali nell’economia metabolica per lo svolgimento di determinate funzioni, dall’altro sono in grado di attaccare gli acidi grassi polinsaturi delle membrane biologiche, e, attraverso una catena di reazioni di perossidazione, portare alla produzione di molecole altamente tossiche, quali aldeidi (malondialdeide) e idrocarburi gassosi (etano e pentano). Inoltre si possono verificare modificazioni delle proteine e degli acidi nucleici (Soffler,2007).

Tutti questi meccanismi sono potenzialmente in grado di creare un grave danno tissutale, per impedire il quale, l’organismo è dotato di un complesso sistema di difesa, costituito da un gruppo eterogeneo di molecole, nell’insieme denominato Sistema Antiossidante.

Esso agisce a vari livelli:

• Prevenendo la formazione dei ROS; • Inattivando i ROS;

• Contrastando la loro azione;

• Ripristinando l’integrità molecolare dopo il danno ossidativo.

Particolarmente efficiente è il sistema antiossidante intracellulare, costituito da tre enzimi: superossidodesmutasi (SOD), glutatione perossidasi (GSH-Px) e catalasi (CAT). (Cocca,2010) Numerose altre molecole fanno parte della barriera antiossidante plasmatica (naturale). La loro origine può essere esogena (ascorbato, tocoferoli, carotenoidi, bioflavonoidi) o endogena (proteine, bilirubina, acido urico, colesterolo). Ciascuna di queste sostanze è dotata di un suo potere antiossidante, funzione del proprio potenziale di ossido-riduzione (Cocca,2010).

Le cause ritenute responsabili di un aumento della produzione dei radicali liberi possono essere di svariata natura: fisica, chimica o biologica e tra i fattori causali più comuni troviamo:

 Fattori ambientali: Radiazioni, inquinamento ambientale (Ademiluyi e Oboh,2013, Sechi,2015)

 Stile di vita: Alimentazione, esercizio fisico incongruo (Berzosa et al.2011, Sechi,2016)  Fattori psicologici: Stress psico-emotivo e comportamenti associati ad ansia e paura

(Dreshel,2010, Colaianna,2013, Salim,2017, Sechi,2017)

 Malattie: Traumi, infiammazioni, infezioni, vasculopatie, neoplasie (Pasquini,2010, Soffler,2007, Finotello,2014, Sechi,2015, Kogika,2014, Panda,2009)

 Fattori iatrogeni: Farmacoterapia, radioterapia, raggi X (Wang et al.,2012)  Età avanzata (Cocca,2010)

Queste condizioni possono provocare una produzione eccessiva di radicali liberi, tale che i meccanismi fisiologici non riescono a gestire, oppure possono minare l’efficienza dei sistemi antiossidanti fisiologici.

Il risultato finale è un eccesso di radicali liberi, con i danni che a esso conseguono (Soffler,2007).

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