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1.3 Fattori angiogenetici placentari: PlGF E sFlt1

1.3.1 Struttura e Funzione del PlGF e sFtl-1

221 aminoacidi per una massa molecolare di 24,8 kDa costituiscono il PlGF, membro della famiglia dei Fattori angiogenetici del VEGF, appartenente a sua volta a una più vasta famiglia di glicoproteine caratterizzate per la presenza di moduli ricchi in cisteina. La famiglia del VEGF comprende 6 molecole diverse per sequenza aminoacidica, ma simili per architettura molecolare: VEGF A, VEGF B, VEGF C, VEGF D, VEGF E ed il nostro PlGF (Placental Growth Factor). La complessità strutturale di questi fattori di crescita è accresciuta da eventi di processamento molecolare o di splicing differenziale, e quest’ultimo interessa il PlGF. I membri di questa famiglia sono attivi solo in forma dimerica. Esplicano le loro azioni biologiche mediante legame ad alta affinità coi recettori di membrana specifici.

Il PlGF molecola chiave dell’angiogenesi e vasculogenesi, espresso dal gene omologo sul cromosoma 14q24.369.

Così come succede agli altri membri della famiglia VEGF, meccanismi di splicing producono quattro differenti isoforme di questo fattore: PlGF-1, PlGF-3 secrete in forma solubile con azione paracrina non in grado di legare eparina, e PlGF-2 e PlGF-4 che tramite domini eparinici restano legati alla membrana plasmatica con attività autocrina70. Le diverse isoforme sembrano agire su specifici bersagli permettendo nel loro complesso di guidare l’ angiogenesi, la vascolarizzazione e la maturazione trofoblastica.71

La principale sorgente di produzione di questa proteina è infatti il trofoblasto placentare durante l’embriogenesi, e in minime tracce viene espresso da molti altri tessuti umani, compreso il trofoblasto villoso e cellule endoteliali materne, ed in periodo extra gravidico è prodotto a livello dell’endotelio vascolare e cellule tiroidee, inoltre è stato ritrovato espresso in cellule muscolari lisce di cuore polmoni e tessuto adiposo72.

La produzione del PlGF viene stimolata dall’ipossia, ma non sono ben chiari i meccanismi molecolari, anche a fronte di studi su topi knock-out.

Cap ito lo: In tro d u zio n e

Il potere angiogenico e vasodilatatore del PlGF assume un ruolo cruciale nei fenomeni di placentazione e di regolazione vascolare durante la gravidanza, ed è inoltre in grado di regolare le cellule trofoblastiche evitandone l’apoptosi. La sua origine sia materna che fetale aumenta il potenziale di buon indicatore dell’interazione a livello placentare tra i due organismi, col limite che il dosaggio non rispecchia soltanto la produzione placentare ma anche quella degli altri distretti, seppur ne esprimano livelli molto inferiori.

La sua azione è modulata dal legame al recettore VEGFR-1 o Flt-1 (tirosin chinasi FMS-simile solubile), espresso anch’esso dalle cellule endoteliali e dal trofoblasto, ma non riconosce il recettore VEGFR-2; è stata proprio questa differenza a far nascere l’ipotesi di un differente ruolo dei due fattori appartenenti alla stessa famiglia, il VEGF e il PlGF nella vasculogenesi placentare. Il primo, VEGF, sembra essere coinvolto nella prima fase di invasione trofoblastica e neoformazione vascolare che avviene a partire dall’impianto della blastocisti fino alla 10°-12° settimana. Il secondo, PlGF, anche se già prodotto in questa prima fase, sembra svolgere il suo ruolo principalmente nella seconda fase di invasione trofoblastica, ovvero quella che raggiunge le arteriole spirali uterine a scopo di determinare formazione di canali vascolari a bassa impedenza e alta capacità.

Fisiologicamente in gravidanza il PlGF aumenta gradualmente durante il primo trimestre, ha un incremento più rapido e intenso durante il secondo trimestre con un picco massimo registrato tra 29 e 32 settimane, per poi cominciare il suo decremento fino a termine di gravidanza73.

Dalle conoscenze riguardo l’interessante ruolo fisiologico di questo fattore. nacque l’ipotesi che una sua alterazione, in senso di ridotta produzione, potesse avere un ruolo patologico e potesse essere predittivo di una disfunzione placentare, che sta alla base di molte patologie ostetriche, in primis la Preeclampsia. Diversi studi in letteratura hanno preso in considerazione quest’ipotesi74,75 76, analizzando l’andamento della

concentrazione di PlGF in gravidanze fisiologiche e in gravidanze complicate da PE.

L’attività del PlGF è inibita dal legame con la forma solubile del recettore sFlt-1 (soluble fms-like tyrosine kinase-1) o VEGFR-1, che assume quindi funzione anti- angiogenetica.

Cap ito lo: In tro d u zio n e

Da qui una seconda ipotesi che un’aumentata produzione di sFlt-1, indotta da stati ipossici, potesse essere riconducibile all’alterata placentazione, quindi una carenza relativa, e non assoluta, di PlGF70.

La placentazione è un momento delicato e cruciale per lo sviluppo di una gravidanza a decorso fisiologico. Da qui il forte interesse riguardo sue alterazioni, nello specifico riguardo il processo di neoangiogenesi, ha indirizzato la concentrazione della letteratura e numerosi studi sperimentali su questi fattori e sul loro rapporto, con la speranza che potessero avere un utile risvolto nella comprensione della patogenesi e utilità clinica, predittiva e diagnostica, nel corso di patologie ostetriche quali la restrizione della crescita intrauterina (IUGR), neonato piccolo per età gestazionale (SGA), diabete gestazionale, parto pretermine e la preeclampsia.

Per completezza, pur non essendo oggetto di questa tesi, è doveroso aggiungere che il ruolo nei processi di neoangiogensi di PlGF ha richiamato l’attenzione anche da parte dell’oncologia.

Diversi studi in letteratura ne hanno dimostrato la presenza e l’attività in vari tumori, oltre che valutato il ruolo in qualità di marker tumorale e potenziale target terapeutico72,77. Pare infatti che il PlGF abbia un ruolo di condizionamento della risposta macrofagica allo sviluppo di un tumore: i macrofagi hanno un effetto stimolatorio sulla neoangiogenesi neoplastica, favorendone crescita e invasività. Una riduzione dei livelli di PlGF, contribuenti alla suddetta risposta macrofagica, potrebbe contribuire a realizzare un controllo del tumore71.

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