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Prima di entrare nell’analisi dei dati, è necessario soffermarci brevemente sul concetto di Struttura dell’Informazione e sulla terminologia relativa. Con “Struttura dell’Informazione” si intende “il modo in cui i costituenti si distribuiscono nella frase al fine di veicolare significati diversi o aggiuntivi rispetto a quelli di una costruzione non marcata”34 (Puglielli & Frascarelli 2008: 231).

L’area di analisi relativa alla struttura dell’informazione è la zona “scissa” del

Complementizer Phrase (CP), composto da una serie di proiezioni funzionali, dedicate alla codifica

e all’interpretazione degli specifici tratti semantico-pragmatici. L’area del CP, conosciuta anche come la “periferia sinistra” della frase, costituisce infatti il luogo di interfaccia tra la pragmatica e la

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L’ordine “non marcato” dei costituenti può essere definito a tre livelli di analisi diversi: A livello fonologico, la frase non marcata è associata a una curva intontiva continua, senza interruzioni o picchi intonativi; dal punto di vista sintattico, l’ordine dei costituenti è non marcato quando i costituenti si dispongono in base all’ordine determinato dalla selezione argomentale; infine, a livello pragmatico, nella frase non marcata l’informazione data tipicamente precede l’informazione nuova. (Cfr. Puglielli & Frascarelli 2008: 327-328)

46 sintassi. Pertanto, le proiezioni funzionali nello “Split-CP” rappresentano la relazione tra il contenuto della frase e la grammatica del discorso.

4.1 Focus e Topic

In questo lavoro ci occuperemo soprattutto delle frasi dichiarative, in particolare, predicative, e della distribuzione delle categorie del discorso nella periferia sinistra dei frasi di modo finito e non finito. In particolare, ci occuperemo di (diversi tipi di) Focus e Topic. Vediamo di seguito brevemente le definizioni di queste due categorie del discorso.

Con il termine Focus ci si riferisce al costituente che rappresenta l’informazione nuova in una struttura in cui il resto della frase rappresenta la presupposizione. In Jackendoff (1972) il Focus viene definito come that part of information that is assumed by the speaker not to be shared by the

hearer; in termini dell’Alternative Semantics (cfr. Rooth 1992, 1996; Beaver & Clark 2008) il

Focus genera un set di alternative che variano nella posizione di OGG diretto focalizzato, ognuna delle quali rappresenta una potenziale risposta congruente all’enunciato precedente; in Krifka (2001, 2007) il Focus viene definito come il costituente che determina una suddivisione nella proporzione tra focus e background, per cui la congruenza domanda–risposta richiede che il Focus nella risposta corrisponda al costituente-wh nella domanda. Di conseguenza, in una frase vi può essere un solo Focus e il suo contenuto informativo dipende dal tipo di presupposizione cui è associato.

Osserviamo di seguito i quattro tipi di Focus che analizzeremo nelle frasi fornite nell’indagine valutativo:

(i) Focus informativo specifica una variabile all’interno di un set di risposte alternative evocato dalla domanda, in altre parole, fornisce il valore referenziale a un elemento all’interno di un insieme presupposto:

(90) A: Cosa vuole Gianni?

B: Gianni vuole [Foc un CAFFE’].

(ii) Focus contrastivo agisce sul contenuto proporzionale suggerendo presupposizioni o implica ture conversazionali:

(91) A: Hai saputo? Gianni ha passato l’esame!

B: Se ce l’ha fatta GIANNI, le prove di lingua sono una passeggiata!

(iii)Focus mirativo non è dipendente da un contesto domanda–risposta. Il contrasto è stabilito con elementi che sono parte delle conoscenze condivise dei parlanti. Il Focus mirativo è dunque legato alla “valutazione” dell’asserzione espressa:

47 (92) Non ci posso credere! DUE BOTTIGLIE ci siamo bevuti!

(iv) Focus correttivo segnala il rifiuto diretto di un’alternativa. La correzione implica dunque la rimozione di informazione:

(93) A: Gianni vuole un caffè. B: No, vuole un AMARO.

Il Topic, invece, rappresenta l’informazione data, ed è quindi il punto di partenza della predicazione. A differenza del Focus, il Topic può essere anche inespresso, o “silente” (94). In una frase possono esserci più di un Topic.

(94) A: Cosa sta facendo Gianni? B: (GIANNI) sta scrivendo la mail

4.2 Rappresentazione cartografica del nodo CP

Rizzi (1997) propone una rappresentazione “cartografica” della gerarchia interna delle proiezioni funzionali del CP (cfr. (95)). Tra i due poli opposti della scissione del CP si trovano le proiezioni funzionali Force Phrase (ForceP) e Finiteness Phrase (FinP), che codificano, rispettivamente, i tratti relativi all’interpretazione della forza illocutiva e dell’intenzione comunicativa del parlante, e il grado di finitezza del nodo frasale sottostante (l’atto locutivo). Tra ForceP e FinP si collocano le proiezioni di Topic Phrase (TopP) e del Focus Phrase (FocP) che, in base ad analisi più recenti, sono state ulteriormente suddivise al fine di fornire una rappresentazione cartografica “fine” della periferia sinistra (cfr. Frascarelli & Hinterhölzl 2007, Molnár 2006, Cruschina 2012, Bianchi 2012, Bianchi & Frascarelli 2010, tra gli altri).

Riportiamo di seguito la rappresentazione sintagmatica dello “Split-CP” proposta in Rizzi (1997):

48 (95) ForceP Force’ Force° TopP Top’ Split-CP Top° FocP Foc’ Foc° TopP Top’ Top° FinP Fin’ Fin° IP/SC

Per lingue con una periferia sinistra meno articolata (vale a dire, meno ricca di costituenti dislocati, ordinati gerarchicamente), le analisi recenti si sono spesso indirizzate verso approcci che ammettono posizioni funzionali uniche e “indifferenziate”, vale a dire, capaci di ospitare diversi tipi di categorie del discorso. Si pensi ad esempio alla posizione che precede il verbo in lingue germaniche con il fenomeno V2, oppure all’analisi del Focus in ungherese (Puskás 2000, É. Kiss 1998). Nel programma minimalista questo tipo di analisi viene riportata all’operazione di Agree e al fenomeno della Feature Inheritance, in base al quale, seguendo l’indicazione in Chomsky (2005), alcuni tratti sono originati in C, e percolano in T per l’interpretazione (si veda ad esempio Miyagawa 2012, Miyagawa & Jiménez-Fernandez 2014). Questo tipo di ipotesi ha portato Brattico et al. (2014) ad una proposta per il finlandese, che illustreremo e valuteremo nel Capitolo III al fine di rendere conto dei dati che saranno analizzati.

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CAPITOLO II − ANALISI DATI

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