• Non ci sono risultati.

Strutture subordinate infinitive in finlandese

3. STRUTTURE SUBORDINATE

3.5 Strutture subordinate infinitive in finlandese

Come già detto, oltre alle frasi completive, il finlandese fa uso sia di participi che di due tipi di infiniti, INF1 e INF3, per realizzare costruzioni subordinate. In questa sezione illustreremo, in

37 particolare, l’uso degli infiniti nelle subordinate che seguono i verbi di percezione e nelle costruzioni causative permissive e coercitive.

3.5.1 Participi e infiniti: strutture frasali ridotte o nominalizzazioni?

Il finlandese fa uso di quattro forme di participio che si distinguono in base al tempo e alla diatesi: presente (attivo/passivo) e passato (attivo/passivo). In questa sezione illustreremo solo le frasi con diatesi attiva, presenti nelle costruzioni con i verbi di percezione (§ 3.5.1.1). Per quanto riguarda le forme infinitive, in questa sezione ci concentreremo sulle forme infinitive INF1 e INF3 che troviamo nelle costruzioni causative (cfr. § 3.5.1.2).

3.5.1.1 Verbi di percezione: costruzione e proprietà

Quando il verbo della frase matrice è un verbo di percezione, come nähdä ’vedere’, sono possibili quattro tipi di subordinate, che illustreremo qui di seguito:

(i) frase relativa appositiva:

(68) Nä-i-n poja-n, joka soitt-i basso-a vedere-PST-1SG ragazzo-ACC il.quale suonare-PST.3SG basso-PART

‘Ho visto un ragazzo, che suonava il basso’

In questa struttura, appunto appositiva, la subordinata porta informazione aggiuntiva rispetto al referente OGG della frase matrice, e come tale, potrebbe essere anche omessa. Come si può notare, l’OGG pojan è all’ACC ed è indefinito, ma sarebbe possibile anche un OGG con referente unico, come un nome proprio. Il verbo della subordinata nominale è flesso (al tempo passato) e questo ci porta a supporre che la struttura in questione sia di tipo bifrasale.

(ii) struttura participiale nominale:

(69) Nä-i-n poja-n soitta-va-n basso-a vedere-PST-1SG ragazzo-GEN suonare-PRT.PRS-OGG basso-PART

‘Ho visto un/il ragazzo suonare il basso lett. ‘Vidi del ragazzo suonante del basso

In questa frase il DP pojan, sebbene morfologicamente identico all’ACC,26 è al Caso GEN27. Dunque

pojan non è l’OGG del verbo ‘vedere’, bensì lo è l’intera costruzione participiale, che contiene tre

26 Per la distinzione

ACC/PART si rimanda alla nota 5. 27

In finlandese per i nominali pieni (DP), la desinenza del GEN (-n) coincide morfologicamente con una delle tre desinenze dell’ACC. Per i pronomi personali invece la desinenza dell’ACC è -t, come possiamo osservare nella frase seguente:

(i) Nä-i-n poja-n / häne-t

vedere-PST-1SG ragazzo-ACC / PRON.3SG-ACC

38 elementi: l’agente del verbo ‘suonare’ al GEN (pojan), appunto, il participio presente del verbo

stesso (soittavan)28 e l’OGG del verbo ‘suonare’ al PART (bassoa). In altre parole, l’OGG del verbo

matrice è tutto l’evento del suonare, e dunque il participio del verbo soittaa ‘suonare’ con i suoi argomenti. Il DP agente pojan può essere interpretato sia come definito che come indefinito. Questa struttura non sembra essere bifrasale, contrariamente alla precedente ma, per il momento, evitiamo di definirla in tal senso (torneremo in dettaglio su queste strutture in § 2.1.1, Cap. II).

(iii) struttura participiale aggettivale:

(70) Nä-i-n basso-a soitta-va-n poja-n

vedere-PST-1SG basso-PART suonare-PRT.PST-OGG ragazzo-ACC29

’Ho visto un ragazzo che suonava il basso’, lett. ‘Vidi basso suonante ragazzo’

Come vediamo dalla traduzione, questa frase sembra corrispondere a una frase relativa restrittiva in italiano. Infatti, il DP-OGG è indefinito, come in generale nelle frasi relative restrittive. Dal punto di vista formale, invece, sembra simile alla costruzione con participio nominale (cfr. (69)). Tuttavia, non è così: mentre in (69) pojan soittavan bassoa era un unico costituente (che include l’agente al

GEN), in (70) l’agente è realizzato al Caso ACC, e dunque, si propone come l’unico OGG del verbo

principale; il costituente bassoa soittavan è invece un modificatore del DP-OGG pojan, come dimostrato dalla sua posizione prenominale rispetto ad esso. Si noti infine che, anche all’interno del modificatore, il nome bassoa precede il participio del verbo, dimostrando di essere anch’esso un modificatore nominale. Da tutte queste considerazioni deduciamo che non si possa trattare di una struttura bifrasale.

(iv) struttura completiva

(71) Nä-i-n, että poika soitt-i basso-a vedere-PST-1SG COMP ragazzo suonare-PST.3SG basso-PART

‘Ho visto che un/il ragazzo suonava il basso’

In questa frase, la subordinata è introdotta dal complementatore että (‘che’), e vediamo chiaramente che si tratta di una costruzione bifrasale in cui il complemento del verbo matrice è tutto il CP. In questo caso il DP poika può essere interpretato sia come definito che indefinito, a seconda del contesto.

Dunque, per dimostrare che in (69) si tratta veramente di un GEN, basta sostituire il DP poja-n con un pronome personale e notare che la desinenza sarebbe, appunto, quella del GEN: häne-n (PRON.3SG-GEN). Infatti, l’ACC (häne-t) risulterebbe agrammaticale.

28 Tradizionalmente la desinenza -n del participio è considerata una particella priva di valore semantico, che può essere trattata come un’assimilazione fonetica, che riprende la desinenza -n dell’ACC. In questo lavoro, invece, tale desinenza è considerata come marca di Caso OGG. Questo verrà discusso e spiegato più avanti nel lavoro.

29

A differenza dell’assimilazione fonetica in (69), in questo caso la desinenza -n del participio è la “vera” desinenza dell’ACC (OGG), visto che il participio aggettivale è un modificatore del DP al Caso ACC.

39 A questo punto, riteniamo opportuno fare alcune considerazioni sul tempo verbale. A questo scopo, osserviamo la seguente frase completiva:

(72) Nä-i-n, että poika ol-i soitta-nut basso-a vedere-PST-1SG COMP ragazzo essere-PST.3SG suonare-PRT.PST basso-PART

‘Ho visto che il ragazzo aveva suonato il pianoforte’

Il tempo della frase reggente è espresso in finlandese con un tempo definito imperfetto, mentre nella completiva è piuccheperfetto, pertanto, l’evento designato dalla subordinata è temporalmente antecedente rispetto all’evento espresso nella matrice. La frase complessa in (73) è parafrasabile con una costruzione participiale (cfr. (69)), in cui il participio è al tempo passato:

(73) Nä-i-n poja-n soitta-nee-n basso-a vedere-PST-1SG ragazzo-GEN suonare-PRT.PST-OGG basso-PART

‘Ho visto che il ragazzo aveva suonato il basso’, lett. ‘Vidi del ragazzo l’aver suonato del basso’

Si noti che il verbo di percezione può essere anche al tempo presente, pur rimanendo il participio nella forma del passato:

(74) Näe-n poja-n soitta-nee-n basso-a vedere.PRS-1SG ragazzo-GEN suonare-PRT.PST-OGG basso-PART

‘Vedo che il ragazzo ha suonato il basso’

lett. ‘Vedo del ragazzo l’aver suonato del basso’

Sembra dunque che in questa costruzione la coincidenza temporale definita come una proprietà delle pseudorelative in Graffi (1980) non sia necessaria, o meglio, la contemporaneità non è tra la percezione e l’evento descritto dal secondo verbo, bensì tra la percezione e il risultato dell’evento (il fatto che determina la percezione).

Sulla base delle proprietà illustrate, le frasi di tipo (ii) e (iii) hanno al loro interno una costruzione participiale, e sembrano dunque essere delle strutture monofrasali, mentre le frasi del tipo (i) e (iv), essendo, appunto, relative appositive e frasi completive, rispettivamente, sono composte da due frasi. Si tratta di una differenza importante, con ricadute cruciali sulla forza illocutiva e la complessità delle loro aree funzionali (come vedremo nel Cap. II). Si noti infine che queste costruzioni participiali possono essere complementi non solo dei verbi di percezione, ma anche di verbi bridge30 e di altri verbi, come ad esempio uskoa, luulla ‘credere’, pelätä ‘temere’,

toivoa ‘sperare’, epäillä ‘dubitare’, haluta ‘volere’.

30 Verbi bridge (bridge verbs) sono verbi di dire o di opinione, così chiamati in GG in quanto non formano mai barriera ad operazioni di movimento lungo; inoltre, da un punto di vista della dinamica conversazionale, analisi recenti (Heycock 2006) hanno mostrato la loro proprietà di poter trasmettere la forza illocutiva dalla matrice alla subordinata.

40

3.5.1.2 Costruzioni causative: costruzione e proprietà

In questa sezione illustreremo brevemente i due tipi di infiniti che troviamo nelle frasi causative, in particolare, l’INF1 e l’INF3, che si trovano, rispettivamente, nelle strutture permissive e coercitive. Come detto in precedenza, l’INF1 è la forma di citazione, ed è composto morfologicamente dalla radice verbale e dalla desinenza dell’INF1, che varia a seconda del tipo verbale. Per illustrare l’uso del primo infinito, osserviamo le seguenti frasi permissive:

a) Frasi permissive: INF1

(75) Maija anto-i häne-n / *häne-t luke-a kirja-n Maija lasciare-PST.3SG lui-GEN / *PRON.3SG-ACC leggere-INF1 libro-ACC

‘Maija gli ha concesso la lettura del libro’ lett. ‘Maija lasciò il suo leggere un/il libro’

Il verbo pieno è realizzato all’INF1 è preceduto dal DP hänen al GEN e seguito dal DP kirjan

all’ACC. Analogamente a quanto argomentato per pojan in (69), poiché il pronome hänen non può

essere realizzato all’ACC, esso non può essere considerato il complemento del verbo permissivo, e

quindi non svolge la funzione di OGG della frase matrice. Inoltre, il suo comportamento nelle frasi negative mostra ancora più chiaramente che non si comporta come un complemento. Infatti, in finlandese, nelle frasi negative, tutti i complementi nello scope della negazione ricevono Caso inerente PART, mentre nella frase causativa in esame non è così:

(76) Maija ei anta-nut häne-n/*hän-tä luke-a kirja-a Maija NEG.3SG lasciare-PRT.PST.SG PRON.3SG-GEN/* PRON.3SG-PART leggere-INF1 libro-PART

‘Maija non l’ha lasciato leggere il libro’ lett. ‘Maija non lasciava il suo leggere libro’

Come notiamo, il pronome reca sempre Caso GEN, mentre il PART compare sul DP-OGG libro,

come di norma nelle frasi negative. b) Frasi coercitive: INF1 o INF3

A seconda del verbo coercitivo, si realizzano strutture causative (77a-b) o strutture a controllo dell’OGG (78)-(79), come illustrato di seguito.

In (77a) la struttura subordinata è una frase causativa composta dal SOGG logico al GEN,

l’INF1 e l’OGG all’ACC; in (77b) la sua negazione.

(77) a. Poliisi käsk-i miehe-n näyttä-ä ajokorti-n poliziotto ordinare-PST.3SG uomo-GEN mostrare-INF1 patente-ACC

41 b. Poliisi ei käske-nyt miehe-n näyttä-ä ajokortti-a poliziotto NEG.3SG ordinare-PRT.PST.SG uomo-GEN mostrare-INF1 patente-PART

‘Il poliziotto ordinò all’uomo di far vedere la patente’ La seguente frase coercitiva illustra l’uso dell’INF3:

(78) Maija pakott-i häne-t / *häne-n luke-ma-an kirja-n Maija costringere-PST.3SG PRON.3SG-ACC / * PRON.3SG-GEN leggere-INF3-ILL libro-ACC

‘Maija lo ha costretto a leggere il libro’

Nelle frasi coercitive a controllo dell’OGG il morfema dell’INF3 è seguito dal Caso locativo ILL, che indica moto a luogo. Come notiamo, a differenza dell’INF1, l’INF3 è sia preceduto che seguito da un DP all’ACC. E dunque, perché uno stesso verbo non può assegnare Caso ACC due volte, dobbiamo concludere che si tratta di due OGG diretti, di cui il primo è il complemento del verbo coercitivo e il secondo del verbo all’INF3. Si noti che in una frase negativa, entrambi i DP ricevono Caso PART (diversamente da(76)):31

(79) Maija ei pakotta-nut hän-tä luke-ma-an kirja-a Maija NEG.3SG costringere-PRT.PST.SG PRON.3SG-PART leggere-INF3-ILL libro-PART

‘Maija non l’ha costretto a leggere il libro’ lett. ‘Maija non ha costretto lui leggere-a libro’

Avendo illustrato le costruzioni che saranno oggetto di analisi nelle loro caratteristiche principali, nella sezione seguente esamineremo in dettaglio le strutture delle frasi con verbi di percezione e delle costruzioni causative con verbi permissivi e coercitivi.

Documenti correlati