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STUDI SUL BACINO TRA L’EVENTO FRANA DELLA BECCA DI NONA (1997) E POST-ALLUVIONE 2000

Nel documento REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA (pagine 5-0)

I due episodi che hanno maggiormente segnato la storia del Bacino del Torrente Comboé negli ultimi 25 anni sono stati prima l’Evento noto come “Frana della Becca di Nona” avvenuto nel 1997 e poi il tristemente noto Alluvione dell’ottobre 2000 che ha causato purtroppo sette vittime.

Il primo ha dato il via a tutta una serie di iniziative volte a mettere in piedi un Sistema di Monitoraggio efficiente della Frana della Becca di Nona, che fosse strettamente connesso alle attività delle Protezione Civile consistenti nell’organizzazione di Piani di Evacuazione degli abitati di Pollein e Charvensod in caso di eventi parossistici.

Il secondo ha invece portato alla realizzazione di imponenti opere di difesa passive (briglie e cunettone), che hanno interessato per intero l’alveo del Torrente Comboé nel suo tratto terminale compreso tra l’apice del conoide e la sua confluenza nella Dora Baltea.

I documenti maggiormente significativi a livello di Studio di Bacino nel periodo 1997-2003, sono elencati in ordine cronologico nella bibliografia seguente:

• Piano di Emergenza “BECCA DI NONA” – Protezione Civile Valle D’Aosta (1999);

• “Studio del movimento franoso che interessa il versante nord-occidentale della Becca di Nona” – PROG. ISMES –T009, Enel.Hydro (2000);

• “Frana della Becca di Nona- risultati di quattro anni di misure strumentali e attività svolte durante l’alluvione in Valle D’Aosta in ottobre e novembre 2000” - PROG. ISMES - T155.21, Enel.Hydro (2001);

• “Studio generale del bacino del torrente Comboé - relazione”, Pallù e Cerise (2001);

• “Relazione tecnica” – RELAZIONE TECNICA D’UFFICIO, Procedimento Penale 2734/00N-T, Giani, Marchi & Silvano (2001);

• “Approfondimento tecnico conoscitivo per la verifica e la definizione delle soluzioni necessarie a proteggere il torrente Comboé dal rischio di sbarramento da frana: scolmatore in galleria delle acque del torrente Comboé ed opere idrauliche connesse a presidio degli abitati di Charvensod e Pollein” – Studio preliminare – Spea (2002);

• “I fenomeni di dissesto del bacino del Comboé connessi all’evento alluvionale dell’ottobre 2000 – Analisi della natura, meccanismo e comportamenti prima e durante l’evento” – RELAZIONE TECNICA DI PARTE, Proc. Penale 2734/00 RGNR, Venturini, Rosso & al. (2002);

• “Evento alluvionale del 14-15 ottobre 2000 – studio dell’evoluzione del bacino del t. Comboé

” , Relazione geologico – geomorfologica, SEA Consulting s.r.l. (2002);

• “Studio probabilistico della stabilità, considerazioni sulla stabilità, sulla pluviometria-velocità, pertinenza del monitoring effettuato, analisi dei rischi”, Oboni (2002);

• “Relazione tecnica finale” – RELAZIONE TECNICA D’UFFICIO, Procedimento Penale 2734/00 RGNR n°1025/01 RG GIPT, Bottino, Noascono & Odetto (2002)..

4 RISULTANZE DEGLI STUDI SUL BACINO NEGLI ANNI 2004-2008

Dall’analisi della documentazione esistente, si è rilevato che gli studi eseguiti prima del 2004 nel bacino del T. Comboé hanno avuto quale tema principale le problematiche legate al fenomeno franoso della Becca di Nona, con l’obiettivo di individuare gli scenari di rischio connessi agli sviluppi del fenomeno stesso.

Gli aspetti affrontati sino a quel momento in modo completo, e che dunque non necessitavano di ulteriori approfondimenti, erano la caratterizzazione della frana della Becca di Nona da un punto di vista geologico e geomorfologico, la definizione geometrica e le interpretazioni della rete di monitoraggio; ai fini della definizione di un quadro di conoscenze esaustivo, anche la trattazione e lo studio del fenomeno alluvionale dell’ottobre 2000, la sua evoluzione e le sue conseguenze sul territorio erano stati aspetti ampiamente affrontati.

L’analisi della documentazione pregressa ha consentito di individuare gli aspetti che si erano rivelati carenti ai fini della redazione dei successivi studi e che pertanto dovevano essere approfonditi.

In particolare, si osservava la necessità di definire le problematiche di dissesto nell’intero bacino, in quanto le modalità con cui si era manifestato il dissesto durante l’evento alluvionale dell’ottobre 2000 aveva rilevato che la concomitanza di più fenomeni, la pericolosità di alcuni dei quali era stata ignorata, è stata la causa della gravità degli effetti sul territorio.

Da questa esigenza in particolare, sono derivati due Studi Idraulici le cui risultanze verranno riepilogate in modo sintetico nei successivi paragrafi.

4.1 STUDIO DI FATTIBILITÀ PER IL RIASSETTO IDRAULICO DEL TRATTO INTERMEDIO DEL TORRENTE COMBOÉ E DEL TORRENTE MORIOND NEI COMUNI DI POLLEIN E CHARVENSOD: INGEGNERIA & TERRITORIO / R & C INGEGNERIA / SEA CONSULTING S.R.L.

La finalità di questo studio, commissionato dalla Regione Valle d’Aosta nel 2003 e svolto nel 2004, è stata quella di fornire un quadro completo del dissesto relativo al tratto intermedio del bacino del T. Comboé e del T. Moriond, individuando le problematiche presenti nell’area indagata e proponendo una linea di intervento che tenesse conto delle priorità e dei benefici apportati da alcune opere proposte, in relazione all’onere economico necessario per la loro realizzazione.

A partire dall’analisi della documentazione pregressa (studi del periodo 1997-2003) è stato composto il quadro conoscitivo delle problematiche riscontrate nel bacino del torrente e che pertanto sono state approfondite. Particolare attenzione è stata posta nella definizione delle problematiche di dissesto nell’intero bacino, in quanto le modalità con cui si è manifestato il dissesto durante l’evento alluvionale dell’ottobre 2000 hanno rilevato che la concomitanza di più fenomeni, la pericolosità di alcuni dei quali era stata ignorata, è stata la causa della gravità degli effetti sul territorio.

Si è proceduto in particolare all’integrazione degli scenari esistenti (focalizzati sul solo fenomeno franoso della Becca di Nona) con un quadro più completo, basato sull’individuazione dei dissesti relativi a tutto il bacino e all’utilizzo di opportuni modelli numerici per le colate di detrito e per gli effetti indotti dalle ipotesi di DamBreak.

L’applicazione delle simulazioni di tipo numerico ha richiesto l’integrazione della topografia esistente, condotta lungo l’asta principale del torrente Comboé e del torrente Moriond, in modo da coprire le parti mancanti e garantire una definizione delle caratteristiche morfologiche del territorio.

L’insieme delle analisi sviluppate per la comprensione quantitativa dei fenomeni di dissesto, ha consentito infine di pervenire ad un modello decisionale con l’obiettivo di fornire uno strumento idoneo per operare le scelte funzionali e di gestione delle problematiche ambientali legate alla sicurezza dei centri abitati in relazione alla salvaguardia delle vite umane e degli insediamenti antropici esistenti sul territorio.

Si sono quindi individuate due linee di intervento.

La prima linea propositiva riguarda la frana della Becca di Nona: in merito a questa problematica, si ritiene opportuna l’applicazione di strumenti operativi per la gestione delle emergenze in relazione alle procedure di allertamento ed evacuazione, a seguito di studi e campagne di indagine volti alla più approfondita conoscenza del fenomeno franoso che ne consentano un migliore controllo.

La seconda linea propositiva affronta i fenomeni di intenso trasporto solido lungo il bacino, che potrebbero interessare nuovamente gli abitati di Pollein e Charvensod: in relazione a tali aspetti è stata effettuata un’approfondita analisi con successiva valutazione tecnica ed economica che ha portato a proporre una serie di interventi strutturali di protezione attiva e passiva.

Le simulazioni numeriche condotte per i differenti scenari in merito ai fenomeni di colate detritiche hanno permesso di osservare che nella configurazione più catastrofica, e quindi maggiormente cautelativa, il volume della colata che raggiungerebbe l’apice del conoide di Pollein, in corrispondenza degli interventi già realizzati, supererebbe i 70.000 m3.

Lo studio pertanto arriva a proporre, a fronte di una capacità di trattenuta delle briglie poste in apice al conoide pari a 55.000 m3, la realizzazione di ulteriori briglie di trattenuta (1 sola oppure 2 in serie) nel tratto intermedio in modo da favorire la riduzione di energia della colata e una maggiore sicurezza nei confronti dell’arresto del materiale solido nelle briglie di valle ed un possibile controllo dell’evoluzione della colata a quote più elevate rispetto all’apice del conoide.

Vengono proposte tre possibili soluzioni; quella più onerosa consiste nella realizzazione di due briglie, con capacità di stoccaggio di circa 15.000 m3, permettendo così la riduzione dell’apporto volumetrico in apice di conoide a valori pari alla capacità geometrica di progetto delle briglie ivi realizzate.

Sono inoltre indicate una serie di opere accessorie e di complemento alla realizzazione delle briglie suddette. Si tratta di interventi che si possono così riepilogare:

- la stabilizzazione in sponda sinistra delle frane poste nel tratto compreso tra il ponte di Rongachet e la confluenza del Torrente Moriond, che se mobilizzate possono aggravare il carico detritico sull'asta del torrente Comboé

- la creazione di una pista di accesso per gli interventi di manutenzione ed in particolare per lo svuotamento del materiale detritico che si accumula a monte delle briglie;

- la stabilizzazione del fronte roccioso in sponda sinistra nei pressi dell’opera di presa irrigua mediante pannellature e chiodature.

4.2 “VALUTAZIONE DELLA PROPAGAZIONE DELL’ONDA DI PIENA PER “DAM-BREAK”SUL TORRENTE COMBOÉ E SUL CONOIDE DI POLLEIN E CHARVENSOD TENENDO CONTO DELLE OPERE DI REGIMAZIONE ESISTENTI”: GEODES / R & C INGEGNERIA / DOTT.

GEOL. ANDREA TAMBURINI

Il presente lavoro commissionato dalla Regione Valle d’Aosta nel 2008 era mirato alla definizione degli strumenti tecnici e conoscitivi da fornire alle Autorità competenti ai fini dell’aggiornamento dei Piani di Protezione Civile per quanto riguarda il fenomeno franoso della Becca di Nona, in relazione ad un possibile episodio di “dam-break” con formazione e propagazione dell’onda di piena, nonché agli effetti di esondazione sul conoide di Pollein e Charvensod.

SI è trattato di uno studio di approfondimento geologico, geomorfologico, idrogeologico, geotecnico e di analisi dei dati derivanti dalle indagini geofisiche e dalla rete di monitoraggio del fenomeno franoso della Becca di Nona dall’installazione a quel momento.

L’incarico prevedeva anche una serie di revisioni e considerazioni da effettuare alla luce dei risultati degli approfondimenti suddetti, circa la cartografia morfologica della frana, del volume della stessa e l’aggiornamento degli scenari evolutivi, in particolare riguardo i calcoli di run-out e lateral spreading in caso di collasso della frana e dei tempi di riempimento dell’eventuale sbarramento.

Oltre a ciò, l’incarico conteneva anche il calcolo della propagazione dell’onda di piena per dam-break sul torrente Comboé e sul conoide di Pollein e Charvensod ai fini dell’adeguamento dei piani di protezione civile e, infine, l’analisi critica dei valori di soglia attualmente impiegati per il monitoraggio e per il controllo della frana.

A seguito dell’evento calamitoso del 2000, in apice di conoide ed in conoide sono state realizzate opere di trattenuta e di allargamento della sezione del torrente Comboé, al fine di ridurre il rischio per la popolazione connesso alla formazione di colate di debris flow. Tuttavia, dall’analisi della complessa caratterizzazione geologica della frana della Becca di Nona emerge come essa possa determinare la totale occlusione dell’alveo del torrente Comboé, la formazione di un invaso a tergo e il successivo collasso dello sbarramento, con formazione di un’onda di piena che si propaghi lungo tutta l’asta fino al conoide.

Una tale ipotesi ha comportato la necessità di approfondire le problematiche connesse mediante la redazione di questo studio, in cui sono stati analizzati tre possibili scenari:

- due possibili episodi di dam-break, a seconda della minima o massima altezza di sbarramento;

- uno scenario “classico” relativo ad un evento di colata detritica con tempo di ritorno di 200 anni.

E’ stato quindi determinato un debrisgramma per ciascuno dei tre scenari ipotizzati ed è stata studiata l’interazione con le tre briglie, al fine di determinare i debrisgramma effettivamente destinati al coinvolgimento dell’area di conoide.

La modellazione della dinamica di esondazione delle portate al di fuori del cunettone è stata affrontata utilizzando un software di simulazione bidimensionale, denominato Flow-2D.

Di seguito si riepilogano sinteticamente i risultati delle modellazioni.

PRIMO SCENARIO (DAM-BREAK 20 METRI)

La simulazione rappresentativa della dinamica di esondazione per le portate che si presentano in corrispondenza di un dam-break di altezza pari a 20 m e tempo di apertura della breccia di 1,5 ore, determina battenti che vengono completamente contenuti all’interno del cunettone, senza che si verifichino fenomeni di esondazione.

SECONDO SCENARIO (DAM-BREAK 20 METRI)

Nel caso dello scenario di dam-break di altezza pari a 40 m, si riscontra come il deflusso non sia contenuto all’interno del cunettone; si ha infatti esondazione a partire da alcuni metri a monte della passerella in legname, per poi procedere con esondazioni più marcate man mano che si procede verso valle e ci si avvicina alla confluenza con la Dora. I battenti massimi che si rilevano raggiungono entità anche di 2,5 m, mentre le velocità della corrente idrica che si rilevano nelle zone di esondazione non raggiungono mai valori superiori ad 1 m/s.

TERZO SCENARIO (DEBRIS-FLOW Tr=200 anni)

La simulazione effettuata per il Tr pari a 200 anni determina una dinamica di esondazione del tutto simile a quella rilevata per la simulazione di dam-break 40 m, ma che produce battenti ed estensione dell’area interessata leggermente superiori. Anche le velocità si mantengono relativamente basse, inferiori a 0.5 m/s.

In conclusione, dalle analisi effettuate emerge come il cunettone si presti bene alla ritenuta ed al collettamento in direzione della Dora Baltea di un evento di colata detritica connesso alla formazione di uno sbarramento naturale prodottosi per effetto del collasso della frana della Becca di Nona e della successivo collasso dello sbarramento di altezza pari a 20 m. In tali condizioni, infatti, le briglie permettono una discreta riduzione del picco di portata solida, mentre il cunettone contiene appieno la colata all’interno del suo alveo.

L’imposizione dello scenario maggiormente cautelativo per il modello di simulazione bidimensionale determina invece la non ritenuta da parte del cunettone dell’intero debrisgramma, determinando esondazione in particolare nella zona di valle. Occorre tuttavia tenere in considerazione come lo scenario dam break 40 m rappresenti la condizione estrema della forchetta statistica dei possibili scenari di formazione del dam break legati al collasso della frana della Becca di Nona; inoltre va evidenziato come il debrisgramma utilizzato per la simulazione bidimensionale sia stato particolarmente cautelativo sulla capacità di trattenuta del solido da parte del sistema di briglie a monte.

Per quanto concerne la dinamica di esondazione per l’evento con tempo di ritorno di 200 anni si rileva una dinamica di esondazione ancora più critica di quanto messo in mostra per lo scenario con altezza di sbarramento di 40 m. La determinazione del debrisgramma di Tr 200 anni è stata effettuata attraverso le formulazioni proposte da D’Agostino.

5 EVENTI DI DISSESTO A PARTIRE DALL’ANNO 2000

5.1 EVENTO ALLUVIONALE DELL’OTTOBRE 2000

I maggiori fenomeni di dissesto che hanno interessano in passato il bacino del torrente Comboé, in particolare il tratto intermedio da cui hanno avuto origine i processi di versante e di dinamica torrentizia, poi evolutisi in colate di detrito, sono avvenuti principalmente in concomitanza dell’evento alluvionale del 13-15 ottobre 2000. Alcune manifestazioni di dissesto, già avvenute in passato, si sono ripetute nel corso dell’evento con maggiore magnitudo, altri fenomeni si sono verificati “ex novo”, o comunque con sequenze temporali le quali hanno indotto un cumularsi degli effetti, che ha contribuito a determinare le caratteristiche di eccezionalità dell’evento.

L’importanza che riveste l’evento alluvionale dell’ottobre 2000 impone l’esigenza di una chiara definizione nei suoi aspetti peculiari, e la necessità di un approfondimento al fine di ricostruire la sequenza degli eventi;

in tutti gli studi analizzati, in particolare quelli di supporto ai procedimenti penali svoltisi in relazione agli effetti dell’evento 2000, la caratterizzazione di tale evento riveste una notevole importanza.

5.1.1 - ANALISI METEOROLOGICA

La descrizione degli aspetti meteorologici dell’evento 2000 è stata affrontata in particolare dal lavoro dei Consulenti Tecnici di Parte e d’Ufficio (P. Penale 2734/00 RGNR) e nell’ambito della Tesi di Dottorato di Borgarello (2002).

Il fenomeno meteorologico ebbe inizio nella giornata di giovedì 12 ottobre 2000, quando un fronte freddo raggiunse l’arco alpino occidentale e richiamò aria instabile umida; nella giornata successiva la circolazione depressionaria accentuò il flusso di correnti meridionali sulla Valle D’Aosta; le precipitazioni assunsero carattere diffuso e contemporaneamente il promontorio anticiclonico instauratosi sui Balcani contribuì alla formazione di venti di scirocco, determinando un marcato peggioramento delle condizioni meteorologiche sulla Regione ed un innalzamento della quota neve da 2.400 a 3.000 m s.l.m. Dal pomeriggio di venerdì 13 ottobre le precipitazioni hanno iniziato ad interessare tutto il territorio regionale, colpendo inizialmente con intense precipitazioni prima la valle di Champorcher e poi l’area di Cogne. Il giorno seguente le precipitazioni si intensificarono ulteriormente, per subire ancora un accentuarsi del fenomeno nella notte tra sabato e domenica. Nella notte tra domenica e lunedì il minimo si portò verso l’Europa centrale, determinando un aumento di pressione nelle regioni nord occidentali della penisola.

5.1.2 - ANALISI PLUVIOMETRICA

Un’analisi pluviometrica a scala regionale è stata effettuata da Borgarello (2002), mentre le altre analisi sono più specifiche e relative all’area di interesse.

Le informazioni riportate e ritenute importanti al fine del presente lavoro, sono relative alle stazioni pluviometriche prossime al bacino in studio, o comunque quelle che sono state utilizzate per il tracciamento delle isoiete utilizzate per il calcolo dei volumi di afflusso nel modello idrologico.

Il confronto tra le precipitazioni cumulate registrate dal 13 al 16 ottobre 2000 e quelle registrate nel lungo periodo mostra valori anomali per il mese di ottobre, con precipitazioni cumulate in 86 ore corrispondenti al 55% della precipitazione media annua per la stazione pluviometrica di Aosta, al 54% della precipitazione media annua per la stazione pluviometrica di Champorcher, al 65% della precipitazione media annua per la stazione pluviometrica di Cogne.

Nella successiva tabella si riportano in forma sintetica i valori di precipitazione registrati nel corso dell’evento alluvionale dell’ottobre 2000.

Si osserva che i dati pluviometrici caratterizzanti l’evento, a scala locale, sono stati desunti dalle stazioni esterne al bacino del torrente Comboé; non è stato possibile un confronto con i dati misurati direttamente nel bacino, a causa del fuori-servizio verificatosi al pluviometro del sistema di monitoraggio.

5.1.3 - ANALISI IDROLOGICA

L’analisi dei parametri idrologici relativi all’evento alluvionale dell’ottobre 2000, condotta da Venturini, Rosso & al. (2002), ha evidenziato come tale evento sia stato caratterizzato da valori di precipitazione tutto sommato contenuti, in relazione a precipitazioni di durata inferiore a 24 ore: in particolare, per precipitazioni di durata inferiore a 12 ore, le registrazioni indicano valori inferiori a quelli attesi per un tempo di ritorno di 100 anni, e solo nelle 12 ore le precipitazioni hanno raggiunto il valore atteso per tale tempo di ritorno. L’evento ha assunto carattere eccezionale, registrando precipitazioni superiori a quelle attese per tempi di ritorno di 500 anni, nel medio periodo: durata delle precipitazioni di 2, 3, 4 giorni.

Gli elevati valori di precipitazione cumulata e la conseguente saturazione dei suoli giustificano il fatto che anche se le precipitazioni di durata tra 6 e 24 ore non furono “particolarmente gravose”, l’evento ebbe conseguenze così gravi sui bacini.

5.1.4 - ANALISI DEI DISSESTI

Come emerge in particolare dal lavoro svolto da SEA Consulting (2002) e dai Consulenti Tecnici, i dissesti principali hanno avuto origine nella porzione medio - bassa del bacino del torrente Comboé. Sono stati individuati quattro manifestazioni principali di dissesto in relazione all’innesco di colate detritiche, definite nel modo seguente:

- fenomeno della Cascata - fenomeno di Ponteille

- fenomeni minori del torrente Moriond

- fenomeno del torrente Moriond – intersezione con torrente Comboé.

Il tentativo di ricostruzione temporale degli eventi si basa sull’unico elemento certo:

erano circa le 8.30 a.m. (ora legale) del giorno 15 ottobre 2000 quando la colata detritica investì il conoide di Pollein, manifestandosi improvvisamente senza segni premonitori particolarmente evidenti. La tabella seguente riassume le fasi dell’evento secondo la ricostruzione di Venturini, Rosso & al. (2002), la quale sostanzialmente non differisce da quella proposta da Bottino, Noascono & Odetto (2002).

Informazioni molto importanti sono fornite nella relazione geologica geomorfologica di SEA Consulting s.r.l.

(2002), in cui è stata proposta una metodologia analitica per i bilanci di massa che hanno interessato i fenomeni legati alle dinamiche del torrente Comboé e dei suoi tributari minori.

Per bilancio di massa si intende il calcolo comparativo di tutti gli apporti per erosione e di tutti i depositi nelle zone di accumulo; la differenza rappresenta il bilancio di massa alla sezione di chiusura considerata. Il valore positivo di un bilancio, come nel caso del torrente Moriond (cfr. tabella), rappresenta la volumetria di materiale solido transitato nel corso di tutto l’evento attraverso la sezione di riferimento.

Per bilancio di massa si intende il calcolo comparativo di tutti gli apporti per erosione e di tutti i depositi nelle zone di accumulo; la differenza rappresenta il bilancio di massa alla sezione di chiusura considerata. Il valore positivo di un bilancio, come nel caso del torrente Moriond (cfr. tabella), rappresenta la volumetria di materiale solido transitato nel corso di tutto l’evento attraverso la sezione di riferimento.

Nel documento REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA (pagine 5-0)

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