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Studiare arte e italiano nelle Marche: il frutto delle ricerche

6.1 Lo studente tipo: analisi dei bisogni e delle aspettative

6.1.1 Tipologia di studente

Come detto più volte all’interno di questa tesi le riflessioni sull’integrazione di arte e lingua sono rivolte al pubblico di studenti di italiano come LS. In questo capitolo realizzeremo concretamente questa integrazione, applicando quanto detto sinora nella progettazione di percorsi sull’arte marchigiana utilizzabili a Edulingua. Questo impone di fare una selezione all’interno dell’universo di studenti di italiano LS per individuare con maggiore precisione lo studente tipo a cui vorremmo proporre i nostri percorsi sull’arte marchigiana. Tracciare le caratteristiche dello studente-tipo che frequenta una scuola come Edulingua è un’operazione quanto mai complessa, dal momento che sono così varie le motivazioni che spingono uno studente straniero a frequentare un corso intensivo in Italia. Preferiamo piuttosto individuare, all’interno di questo macrogruppo, uno studente che potenzialmente possa decidere di frequentare un corso intensivo di arte e italiano, le cui caratteristiche possiamo così riassumere:

− spiccato interesse per l’arte, senza necessariamente una preparazione previa sull’argomento, dettato principalmente dalla volontà di apprezzare i beni culturali italiani;

− frequenza di istituzioni che offrono corsi di lingua e cultura italiana, dove ha maturato l’interesse di cui sopra ma nelle quali forse non può esprimerlo a pieno; − provenienza varia ma, seguendo i mercati di riferimento per scuole come Edulingua, principalmente America centro-meridionale, Europa mediterranea e Europa dell’est;

− interesse per il proprio miglioramento linguistico di natura, potremmo dire, amatoriale, cioè senza necessità assolute di raggiungere degli obiettivi (certificazioni, competenze utili al lavoro ecc.), ma di vivere un’esperienza in Italia gratificante a compimento dei propri percorsi di studio già di per sé vocati alla piacevolezza piuttosto che al dovere;

− età adulta, non essendo il pubblico giovane o universitario l’obiettivo del percorso a meno di forti adattamenti, vista la già citata natura amatoriale e non specialistica.

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I percorsi sulle Marche che tracceremo nei prossimi paragrafi devono poter confluire in un corso di più ampio respiro sulla storia dell’arte italiana. Le caratteristiche che abbiamo tracciato ci spingono a non immaginare percorsi informativamente densi, ma che sappiano selezionare quei contenuti utili al maggior godimento delle opere e dell’esperienza in e dell’Italia in generale. Il corso si profila come punto di arrivo di una crescita linguistica che permette allo studente di muoversi agilmente anche all’interno di argomenti cognitivamente sfidanti, arrivando ad acquisire contenuti sulla tematica artistica riconosciuta come caratterizzante dell’Italia. Tracciate queste caratteristiche di base è utile fare un’analisi più approfondita di questo bacino di utenza per indagarne interessi e aspettative.

6.1.2 Indicazioni degli studenti attraverso un questionario esplorativo

In una delle prime fasi di questa ricerca abbiamo realizzato il questionario che pubblichiamo in appendice a questo capitolo (appendice 1). Lo abbiamo somministrato tramite l’utilizzo di “Google survey” a studenti di italiano provenienti da tutto il mondo. Per allargare il bacino di utenza abbiamo chiesto a colleghi di diversi paesi di aiutarci a diffonderlo, ma abbiamo potuto contare su un buon numero di ex studenti di Edulingua che si sono prestati a compilare il formulario. Il fatto che molti dei rispondenti (l’80%) abbiano già frequentato un corso intensivo di lingua e cultura italiana in Italia, probabilmente proprio a Edulingua, è per i nostri scopi un vantaggio. Infatti, uno studente che ha già frequentato un corso di lingua e cultura in strutture come Edulingua corrisponde di per sé alla tipologia di studente a cui ci rivolgiamo, proprio perché rappresenta quel sottogruppo dello studio dell’italiano LS disposto a venire in Italia per una vacanza studio. Inoltre, potrebbe essere anche un bacino di utenza potenziale, dal momento che gli studenti potrebbero decidere di voler tornare in Italia per un corso intensivo diverso rispetto a quelli normalmente offerti (il 97% di chi aveva già fatto un corso in Italia dichiara di volerne fare un altro). Il questionario aveva i seguenti scopi:

− analizzare le motivazioni specifiche degli studenti che frequentano o vorrebbero frequentare scuole come Edulingua;

− verificare nello studio della lingua e cultura italiane quali siano le tematiche giudicate come più piacevoli, innanzitutto per verificare come si posiziona l’arte rispetto alle altre tematiche;

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− specificatamente riguardo l’interesse per il tema artistico:

o modalità di lavoro preferite per l’approfondimento del tema;

o caratteristiche desiderate in un corso intensivo in Italia su questo tema; o tipologia di contenuti preferita.

Al formulario hanno risposto 172 persone1. Crediamo che il numero dei rispondenti non sia abbastanza elevato da avere un completo valore statistico sull’universo di studenti, però la composizione del campione ha delle caratteristiche che lo rendono qualificato a fornire le indicazioni utili ai fini del presente lavoro di ricerca:

− la provenienza geografica degli studenti: per lo più dal centro e sud America (63%) ma con una buona compagine Europea (20%), rappresentando le provenienze tipiche degli studenti che frequentano corsi intensivi in Italia. A questo gruppo si aggiungono studenti (17%) da diverse parti del mondo (Libano, USA, Canada ecc.). Questo rende il campione con una percentuale preponderante di studenti provenienti dai bacini di riferimento con l’aggiunta di persone provenienti da altri paesi, così da non avere un paniere basato solo sui mercati di riferimento;

− l’età dei rispondenti: la maggior parte delle persone che frequentano corsi in scuole come Edulingua sono adulti quindi è utile che il campione sia formato per il 70% da persone con età superiore ai 29 anni, quindi fuori da qualsiasi ciclo scolastico. Per bilanciare la situazione c’è un 30% di rispondenti tra 21 e 28 anni, i quali non sono i principali obiettivi delle nostre riflessioni ma potrebbero comunque decidere di frequentare i nostri corsi sull’arte (magari all’interno dei loro piani di studi) o per lo meno partecipare alla realizzazione di qualche percorso singolo all’interno di corsi generalisti sulla lingua e cultura italiane;

− la stragrande maggioranza studia italiano nei loro paesi (91,4%), lo fa da un tempo discretamente lungo (il 59,5% dichiara di studiarlo da più di tre anni) e con una certa frequenza (il 41,3% fa una lezione a settimana, il 46% due volte o più ogni settimana). Questo rende il campione interessante per diverse motivazioni. Innanzitutto, perché in questo tempo dedicato allo studio potrebbero aver raggiunto un livello linguistico pari o superiore alla soglia sopra la quale immaginiamo lo studente tipo dei nostri percorsi. In secondo luogo, la

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dimestichezza con la didattica della lingua italiana può darci delle indicazioni consapevoli su quali caratteristiche essa debba avere per rispondere ai loro bisogni e desideri. Infine, essi hanno dedicato e dedicano tempo, energia e risorse allo studio dell’italiano, elementi fondamentali da cui attingere per le nostre proposte; − sono già stati in Italia l’88,4% dei rispondenti, dei quali il 49,7% tre volte o più. Questo è importante per i nostri fini visto che probabilmente già conoscono le mete turistiche più famose del nostro paese e potrebbero darci delle indicazioni su come potergli presentare le Marche affinché risultino una destinazione appetibile per il loro prossimo viaggio.

Visto che la composizione del campione soddisfa nella sua distribuzione le caratteristiche dello studente tipo da noi immaginato non faremo mai analisi frazionate, ma presenteremo sempre il campione nella sua interezza.

La maggior parte del questionario indica delle scale da 1 a 7 sulla rispondenza delle affermazioni al proprio gradimento o pensiero. Noi interpreteremo valutazioni da 1 a 3 come insufficienti, cioè non rispondenti al pensiero degli studenti. Valutazioni di 4 e 5 come valutazioni medie, 6 come superiori alla media e 7 come unico punto di massima coincidenza tra affermazione e pensiero dello studente.1 Questi dati saranno utili ad aggiungere, modificare o suffragare le basi teoriche, tracciate nei capitoli precedenti, su cui si basa la costruzione dei percorsi del proseguo di questo capitolo.

Il primo dato che conferma quanto da noi detto nel paragrafo 1.1 riguarda la motivazione generale allo studio dell’italiano, indagata dalla sezione B del formulario: il 90% del campione indica come il piacere sia assolutamente importante nella scelta di intraprendere lo studio dell’italiano, con il desiderio di visitare l’Italia che ottiene il massimo della valutazione nel 71,6% dei casi. Minore rispetto alle attese, soprattutto vista la provenienza della maggior parte dei rispondenti, l’importanza della riscoperta delle proprie radici: solo il 32% dà grande rilievo a questo fattore mentre il 48,4% non lo ritiene minimamente importante. Chiaramente molti dei rispondenti non sono discendenti di italiani, altrimenti non attribuirebbero il minimo a questa motivazione. Per nulla sorprendente il fatto che il 52,4% dei rispondenti non abbia tra le motivazioni quello di lavorare con l’italiano. La distribuzione delle risposte riguardo la motivazione legata allo

1 In questo come nei questionari che citeremo nel prossimo capitolo ci rifacciamo alle indicazioni di Guidicini (1995), sia per la modalità con cui è stato realizzato il questionario sia per l’analisi dei dati.

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studio è spiegabile, crediamo, con la presenza di diversi rispondenti in età scolare, individuabile nel 21,1% di chi indica il massimo all’affermazione 3. Dato che ci è risultato davvero sorprendente è quello derivato dall’affermazione 5, in cui si indagava se fosse tra le motivazioni la possibilità di trasferirsi in Italia: ben il 24,5% dimostra assoluto interesse per questa possibilità, con un ulteriore 37,1% che conferisce valutazioni tra il 4 e il 6 all’importanza di questa motivazione. Più della metà del campione, quindi, dichiara di studiare l’italiano valutando la possibilità di vivere nella penisola, con dati molto superiori a chi lo fa per studio, lavoro o riscoperta delle radici.

Passando all’analisi di quali elementi dell’italiano risultino più piacevoli (indagato dalle affermazioni dalla 7 alla 12) si conferma che la cultura raccoglie il massimo del consenso nel 75,6% dei casi, valutazione massima tra tutti i descrittori. Non può sorprenderci che la grammatica non risulti piacevole per il 13,9%, mentre solo il 37,2% dei rispondenti dà valori medi e il 48,8% superiori alla media; questo indice di gradimento risulta essere il più basso di tutta la sezione. Lo studio di parole nuove, invece, attira maggiore attenzione, raccogliendo il 68,6% di massima valutazione e il 21,5% di 6 su 7. Ancor più gradevole per i rispondenti è il lavoro sulla pronuncia, assolutamente piacevole per il 72,7% dei rispondenti (secondo dato più alto dopo quello sulla cultura). Approfondire l’attualità non sembra troppo piacevole per il campione, ma comunque più interessante che la grammatica. Valutazione piuttosto alta per la vita quotidiana italiana, con il 73% del campione a dare 6 o 7 all’affermazione numero 121. Questo alto tasso di gradimento

crediamo che sia da collegare a quanto detto sopra sul desiderio di trasferirsi in Italia: i modi di vivere degli italiani affascinano gli stranieri, tanto da volerli studiare e magari applicare se la vita gli consentisse di stabilirsi nel Bel Paese. Ci teniamo a specificare che questi dati non servono a indicare quali elementi sia giusto inserire in un corso di lingua italiana, il quale chiaramente non può prescindere dalla grammatica solo perché giudicata spiacevole, ma fornire delle informazioni su cosa è ritenuto gradevole quindi motivante da parte degli studenti. Soprattutto nell’ideazione di percorsi la cui frequenza non è di nessuna obbligatorietà, professionale, scolastica o sociale, dobbiamo insistere sulla piacevolezza, quindi essere coscienti di quali aspetti divertano di più gli studenti.

Nella compilazione del questionario abbiamo voluto inserire la domanda 13 della sezione B per verificare quanto gli interessi degli studenti trovino rispondenza nei corsi che

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frequentano nei paesi di origine. Il 57,6% dichiara che il corso frequentato soddisfa pienamente i propri interessi, mentre il 39% si dice soddisfatto solo parzialmente. Crediamo che un corso in Italia dovrebbe rispondere ancor di più agli interessi degli studenti per fornire quegli elementi assenti dalla programmazione delle istituzioni frequentate a casa.

Di assoluta importanza per i nostri scopri l’analisi della sezione C, quella relativa a quali argomenti di cultura riscuotano maggior successo. Qui chiedevamo agli studenti di indicare in una classifica dalla prima all’ultima posizione le tematiche culturali che preferivano tra: sport, cucina, arte, storia, letteratura, musica, tradizioni locali, moda e cinema. Partendo dal focus principale della nostra ricerca vediamo come l’arte sia molto spesso in prima posizione (23,3% dei casi) e risulti quella con la percentuale maggiore di studenti che la indicano nelle prime tre posizioni (65,1%). La tematica che, però, raccoglie il maggior numero di prime posizioni tra gli interessi culturali degli studenti è la storia (23,8%) spesso indicata nelle prime tre posizioni (55%). Al terzo posto ci sono le tradizioni locali (15,1% dei primi posti e 40,7% di studenti che le mettono sul podio). Sorprendente il fatto che solo l’8,7% dei rispondenti indichi la cucina come la tematica più interessante, sebbene il dato si alzi se si guardano i primi tre posti (40,1%). Riguardo i dati relativi alla cucina risulta interessante che ben il 32,7% la indichi tra le ultime quattro posizioni. Questa distribuzione dimostra come la gastronomia goda di un certo interesse in una parte degli studenti, ma molti altri invece non siano per nulla attratti dalla tematica, tanto da relegarla alle ultime posizioni. Al contrario l’arte ha un fattore di decadenza del livello di gradimento molto più lineare, anche più della storia. Questo significa che l’arte non solo è la tematica che riscuote maggior successo, ma anche quella che interessa relativamente anche a coloro che non la sceglierebbero come argomento preferito. A margine facciamo notare come la musica riscuota un discreto successo, mentre la moda assolutamente no (il 72,8% la mettono nelle ultime tre posizioni). Interessante l’analisi di cosa vorrebbero fare gli studenti che sono interessati alla tematica artistica per approfondirne la conoscenza1. Ben l’82,4% del campione indica come

perfettamente adeguata alla sua volontà di approfondire l’argomento la possibilità di

1 A posteriori dobbiamo dichiarare che la domanda nella sezione C su cosa farebbero gli studenti per approfondire la cultura risulta fuorviante per i nostri scopi, visto che comunque noi vorremmo focalizzarci solo sull’arte, quindi non può essere rilevante cosa i rispondenti vorrebbero fare per studiare le altre tematiche. Pubblichiamo i dati in appendice per correttezza nei confronti del campione che li ha forniti ma non li teniamo in considerazione.

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frequentare un corso in Italia, dato ampiamente superiore, quando non doppio, a qualsiasi altro proposto. Giudicata solo mediamente adeguata la possibilità di fare ricerche personali. Questo dimostra come i rispondenti non pensano di avere gli strumenti adeguati per studiare questa tematica, quindi desiderano seguire un corso gestito da un professionista. Isoliamo solo un altro dato da questa sezione, cioè che il 55,6% del campione desidera andare nei musei per andare a fondo della propria passione per l’arte. Fra le parti più importanti per i nostri scopi è la D-21, in quanto ci può dare un’idea di

quale tipologia di arte sia maggiormente stimolante per gli studenti. Citiamo contestualmente anche i dati derivanti da E2 103, 114, 125, 136 e 147, visto che ne condividono l’obiettivo: capire quali opere d’arte possono motivare di più gli studenti. Come indicato in appendice ognuna delle affermazioni della sezione D 2 era dotata di un’immagine esplicativa del periodo artistico citato. Sappiamo di aver corso il rischio di influenzare la scelta ma non potevamo prevedere che i rispondenti avessero in mente dei corrispettivi a questo o quel periodo artistico. Come ci aspettavamo l’arte rinascimentale attrae il massimo dell’apprezzamento dal maggior numero di rispondenti (49,4%). Il dato di massimo gradimento più basso è, in maniera altrettanto prevedibile, quello per l’arte contemporanea: 21,5% di interesse massimo, ma soprattutto 33,7% di valutazioni negative. Anche l’arte settecentesca non ha riscosso grande successo. L’arte medievale ha avuto soprattutto valutazioni di gradimento medie o poco superiori alla media, con una netta preferenza per l’arte dell’alto medioevo. Come previsto l’arte barocca riscuote un alto gradimento (65,8% di valutazioni tra il 6 e il 7). Superiore alle aspettative il dato sull’arte classica e l’archeologica: il fascino dell’antichità è chiaramente presente nel campione e i rispondenti dimostrano di voler approfondire le opere della Roma antica. Non sappiamo quanto siano attendibili i dati relativi all’arte romantica, dal momento che alcuni rispondenti potrebbero aver interpretato questa possibilità non rispetto al periodo storico quanto piuttosto alla tematica: potrebbero aver avuto in mente opere di taglio amoroso e non prodotto del movimento culturale ottocentesco. Provocatoriamente

1 Domanda: “Quale arte ti piace di più studiare e vedere dal vivo?”.

2 La sezione E chiedeva agli studenti di indicare cosa vorrebbero fare in un corso di arte, chiedendo di dare un livello di gradimento a determinate affermazioni.

3 “Conoscere le città più famose d’Italia (Venezia, Roma, Firenze etc.)”. 4 “Conoscere il patrimonio artistico delle Marche”.

5 “Approfondire soprattutto la pittura e le arti visive (quadri, affreschi, mosaici)”. 6 “Approfondire soprattutto la scultura”.

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abbiamo voluto inserire una domanda sulla preferenza nell’affrontare attività riguardanti arte molto famosa o meno conosciuta, aspettandoci chiaramente una predilezione per la prima. Il nostro obiettivo non era sovvertire questa previsione ma studiare l’ampiezza della differenza tra i due dati. La forchetta del differenziale, in realtà, non è molto ampia e soprattutto le opere meno note non vengono valutate negativamente se non dall’11,6% degli intervistati. Tra le tematiche solitamente rappresentate nelle opere gli studenti dimostrano di preferire quelle legate alla storia (36% di 7), poi quelle a carattere mitologico (31,2%) e ben staccate le opere religiose (22,7%). Quest’ultime incorrono anche in un disinteresse dichiarato dal 19,2%. L’interesse per la tematica storica in generale, riscontrato in altri punti del formulario, si riflette quindi anche sulle preferenze riguardo l’arte. Chiaramente non si potrà evitare di proporre opere a carattere religioso, ma bisognerà tenere in considerazione il poco entusiasmo dimostrato dai rispondenti al questionario. Dalle risposte alla seconda parte della sezione E vediamo come ci sia grande entusiasmo per la possibilità di visitare le grandi città, ma anche il patrimonio artistico marchigiano piace molto al 75% del campione che indica valutazioni tra il 6 e il 7. Tra le varie arti notiamo una predilezione per le arti visive come la pittura, il mosaico o l’affresco, seguite dalla architettura, mentre la scultura è, tra quelle citate, l’arte meno apprezzata.

Passiamo ora alla prima parte della sezione E (da 1 a 9), quella relativa alle caratteristiche che dovrebbe avere un corso di arte in Italia. Prevedibilmente il 78,6% degli intervistati dà la massima importanza alla pratica dell’italiano durante il corso, dimostrando che un corso sull’arte senza un attento lavoro sulla lingua non sarebbe interessante per il nostro pubblico. L’affermazione 21 potrebbe essere tacciata di suggerimento di risposta visto che risulta impossibile conoscere tutta l’arte italiana dall’inizio alla fine, ma volevamo creare degli estremi all’interno dei quali i rispondenti potessero esprimersi. Essa ottiene solo il 34,3% di valutazioni positive e soprattutto ben il 21,5% di voti negativi. I rispondenti devono aver voluto esprimere il loro generale disinteresse per uno studio universale e completo dell’arte italiana. Essi preferiscono piuttosto approfondire alcuni temi o periodi e analizzare singole opere (affermazioni 3 e 4). Buona parte dei rispondenti indicano come massimamente interessante imparare a capire i messaggi delle opere (51,7% dà 7, il 21,5% indica 6 su 7). Poco interessante, invece, studiarne le tecniche e soprattutto

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ancora meno realizzarne alcune in prima persona. Il fatto che il 40% degli intervistati indichi valutazioni basse alla possibilità di fare attività laboratoriali evidenzia come il lato pratico dell’arte generalmente non riscuota successo. Assoluta importanza conferita alla possibilità di visitare i luoghi studiati: il 57% degli intervistati ritiene assolutamente decisivo questo fattore ed è il dato più alto di quelli relativi alla natura del corso, esclusa la pratica dell’italiano. L’affermazione 91 sulle attività didattiche nei musei voleva ancora

indagare l’importanza del valore esperienziale e anch’essa ha raccolto ottimi risultati. Questa mole di dati ci servirà per tracciare le linee guida nell’ideazione dei percorsi, integrandosi alle nostre convinzioni iniziali, rafforzandole quando coincidono con le indicazioni dei rispondenti oppure spingendoci a delle attenzioni nei casi in cui differiscano. Ciò non significa che i nostri percorsi debbano essere completamente dettati da questa rilevazione statistica, ma essa ci può indicare su quali fattori puntare maggiormente l’attenzione e cosa invece sia meglio tralasciare.

6.1.3 Linee guida nella ideazione dei percorsi

I dati citati nel paragrafo precedente rafforzano una convinzione soggiacente tutta la

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