6. RISULTATI E DISCUSSIONE
6.4. Studio di bioattività in vitro
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coadsorbimento (p<0,05). Non si può, poi, escludere che anche l’interazione in soluzione tra specie proteiche differenti influisca sul coadsorbimento.
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Tabella 8: percentuale atomica dei campioni dopo immersione in SBF+BSA per 1,3,7,14 giorni (area dell’analisi EDS circa 200x200 μm). La riga 0 giorni indica il campione di riferimento non sottoposto al soaking
SBF+BSA
% atomica
giorni
C N O Al P Ca Ti V altri0
4.95 0 54.65 4.12 0 0.03 35.20 1.05 01
7,47 0 55,17 3,42 0 0,24 32,3 0,8 0,63
5,66 12,17 44,76 3,59 0,14 0,21 32,46 1,01 07
6,09 10,45 45,83 3,55 0,22 0,34 32,4 1,12 014
12,73 21,96 30,41 3,44 0,26 0,31 30,01 0,87 0,01Tabella 9: rapporto Ca/P dei campioni immersi in SBF e SBF+BSA per 1,3,7,14 giorni
Ca/P
giorni SBF SBF+BSA
1
2.50 /3
2.00 1.57
1.61 1.5414
1.43 1.19In Tabella 7 e Tabella 8 sono riportati i valori delle percentuali atomiche ottenute dall’EDS su aree di campioni di circa 200x200 μm. Dai dati emerge come la presenza di BSA in SBF limiti il deposito di ioni Ca2+ e PO43- nei primi tre giorni di immersione, mentre per le immersioni di sette e quattordici giorni i dati sono confrontabili con le immersioni in SBF. Inoltre, l’aumento di C e N sulla superficie dei campioni immersi in SBF+BSA dopo sette e in particolare quattordici giorni rispetto ai campioni immersi in solo SBF potrebbe indicare come venga depositata anche la proteina in superficie. Il rapporto Ca/P riportato in Tabella 9 mostra come dopo sette giorni, sia in SBF che in SBF+BSA, ci si avvicini al rapporto identificativo di deposizione matura di idrossiapatite. Sembra quindi che la proteina inibisca il deposito soprattutto in una fase iniziale, ma che poi il substrato Ti64CT sia comunque in grado di indurre la formazione di idrossiapatite, a distanza di più giorni.
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Figura 100: spettro EDS acquisito sul campione di controllo non sottoposto ad immersione in SBF
In Figura 100 è riportato lo spettro EDS ricavato dalla superficie del campione di controllo non sottoposto all’immersione in SBF. È possibile notare come in questo caso le percentuali atomiche dei Ca e P siano prossime allo zero per il Ca (0,03%) e nulle per il P.
Dalle immagini FESEM i campioni sottoposti ad un giorno di incubazione sia in SBF che in SBF+BSA non presentano deposito di idrossiapatite. Quello che è possibile individuare è la struttura tipica dello strato di ossido superficiale del Ti64CT, con la fase β che appare in risalto in quanto corrosa meno della α, e la spugna nanoporosa di ossido che ricopre l’intera superficie (Figura 101).
Figura 101: immagine FESEM 20000x di campione Ti64CT dopo un giorno di immersione in SBF (A) e SBF+BSA(B)
Dopo tre giorni di incubazione, si osservano precipitati dell’ordine di un paio μm sui campioni immersi in SBF, mentre per i campioni immersi in SBF+BSA non è stato riscontrato lo stesso risultato. In Figura 102 viene mostrata l’immagine FESEM del precipitato sul campione immerso in SBF per tre giorni, e il
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relativo spettro EDS che conferma la deposizione di idrossiapatite, grazie al dato relativo alla percentuale atomica di Ca e P.
Figura 102: immagine FESEM di precipitato di idrossiapatite su campione di Ti64CT dopo tre giorni di immersione in SBF con spettro EDS e percentuale atomica di Ca e P dell’area indicata
Dopo tre giorni di immersione in SBF+BSA sono stati riscontrati precipitati dell’ordine di poche centinaia di nm (Figura 103), quindi di dimensioni più piccole di quelli riscontrati nella immersione in solo SBF. I contenuti percentuali di Ca e P in questo caso sono più bassi rispetto a quelli del deposito formatosi in SBF.
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Figura 103: immagine FESEM di precipitato di idrossiapatite su campione di Ti64CT dopo tre giorni di immersione in SBF+BSA con spettro EDS e percentuale atomica di Ca e P dell’area indicata
Dopo sette giorni di immersione in SBF si possono osservare precipitati dell’ordine del μm in numero maggiore sulla superficie (Figura 104). Il rapporto atomico percentuale Ca/P di questi precipitati è di 1.51, non ancora quindi al livello indicato per precipitati di idrossiapatite maturi (1.67). Per i campioni immersi in SBF+BSA, si sono riscontrati precipitati in numero e grandezza minore (Figura 105 e Figura 106).
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Figura 104: immagine FESEM di precipitato di idrossiapatite su campione di Ti64CT dopo sette giorni di immersione in SBF con spettro EDS e percentuale atomica di Ca e P dell’area indicata
Figura 105: immagine FESEM di precipitato di idrossiapatite su campione di Ti64CT dopo sette giorni di immersione in SBF+BSA
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Figura 106: spettro EDS eseguito su campione Ti64CT dopo sette giorni di immersione in SBF+BSA (area esaminata circa 20x20 μm)
I risultati più interessanti si sono riscontrati per i tempi di immersione di quattordici giorni. Per i campioni sottoposti ad immersione in SBF si sono rilevati agglomerati di idrossiapatite di decine di μm (Figura 107), e formazioni di placche che a seguito di disidratazione si rompono in diverse parti (Figura 108).
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Figura 107: depositi di idrossiapatite di diversi μm sui campioni immersi in SBF per quattordici giorni ingrandimento 20000x
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Figura 108: immagine FESEM di precipitato di idrossiapatite su campione di Ti64CT dopo quattordici giorni di immersione in SBF con spettro EDS e percentuale atomica di Ca e P dell’area indicata
In Figura 108 è riportata lo spettro EDS della misura effettuata su uno di questi agglomerati che rivela un elevato quantitativo percentuale di Ca e P rispetto alle misure riportate precedentemente. Per i campioni sottoposti ad immersione in SBF+BSA per quattordici giorni, è stata rilevata la presenza di precipitati di diversi μm, come testimoniato dall’immagine in Figura 109.
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Figura 109: immagine FESEM di campione dopo immersione di quattordici giorni in SBF+BSA
Su questi campioni è stata anche rilevata la presenza di idrossiapatite con rapporto Ca/P di 1.39, indicando che la formazione di idrossiapatite non ha raggiunto ancora lo stato di maturazione (Figura 110).
Figura 110: spettro EDS e percentuali atomiche di Ca e P rilevate su deposito di idrossiapatite su campione Ti64CT dopo immersione in SBF+BSA per quattordici giorni
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Dalle osservazioni sui campioni immersi in SBF e SBF+BSA è emerso come la capacità del Ti64CT di indurre deposito di idrossiapatite si verifica per entrambe le soluzioni utilizzate. Dalle immagini acquisite al FESEM si evince come soprattutto nei primi sette giorni la presenza di albumina sembri influenzare il processo di deposito, con agglomerati in numero maggiore e di dimensioni più grandi sui campioni immersi in sola SBF.
Alcuni studi hanno dimostrato come la presenza di albumina in soluzione (concentrazione di 4 mg/mL) riesca ad inibire la formazione di uno strato di fosfato di calcio su superfici in titanio durante i test di bioattività, nonostante rimanga possibile identificare la presenza di ioni Ca2+ e PO43- sulla superficie indicando che la deposizione ionica riesce comunque ad avere luogo 84,86. Per il Ti64CT il risultato ottenuto sembra in accordo con questa osservazione soprattutto nei primi giorni di immersione. Per periodi più lunghi però il substrato si è rivelato in grado di indurre il deposito di idrossiapatite in maniera confrontabile sia se immerso in SBF che se immerso in SBF+BSA. A questo proposito bisogna anche tener presente che il test di soaking in SBF (con o senza albumina) risulta sicuramente utile per valutare la bioattività di una superficie, ma non ha la pretesa di simulare la cinetica della precipitazione di idrossiapatite in vivo, dove l’ambiente chimico circostante è sicuramente più complesso.
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