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Uno studio clinico

Nel documento Attivita' Fisica e Sclerosi Multipla (pagine 43-50)

SCLEROSI MULTIPLA E ATTIVITA’ FISICA: STATO DELL’ARTE

2.4 Uno studio clinico

Il seguente studio, pubblicato sull’Iran Red Crescent Med J. da Bahram Sangelaji et al.[14], ha come scopo quello di valutare se l’esercizio fisico ha effetti positivi a lungo termine e se un periodo di attività fisica svolta con regolarità può cambiare le

abitudini dei pazienti nell’eseguire esercizi fisici quotidiani.

Si tratta di uno studio clinico, riguardante gruppi di controllo e di intervento selezionati mediante un metodo random. I partecipanti erano rappresentati da 147 pazienti con SM scelti dai neurologi della clinica fisioterapica dell’Iran's Multiple Sclerosis Society (che si trova a Teheran, Iran) per un periodo di 14 mesi a partire da settembre 2012 a dicembre 2013. La dimensione totale del campione era di 42

pazienti per ciascun gruppo di intervento e di controllo.

I partecipanti sono stati scelti in base ai seguenti criteri: soffrivano della forma

ricorrente progressiva di SM, avevano un’età compresa tra 18 e 50 anni, non avevano avuto alcun attacco di SM nel ultimi tre mesi e consumato diversi tipi di interferone per la prevenzione degli attacchi. Inoltre, questi pazienti dovevano avere un

punteggio EDSS di 0-4, punteggi più alti li escludevano dalla ricerca.

84 pazienti hanno superato questa prima selezione e sono stati divisi casualmente nei due gruppi: 42 nel gruppo di intervento e gli altri sono stati assegnati al gruppo di controllo. Dei 42 pazienti del gruppo di controllo, 30 hanno accettato di partecipare allo studio in quanto ciò li obbligava ad evitare di fare qualsiasi attività fisica o di riabilitazione prevista per 10 settimane; se i pazienti presentavano improvvisi attacchi

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o non effettuavano il numero di sessioni di allenamento richieste venivano esclusi dallo studio.

Le valutazioni sono state effettuate mediante dei test divisi in tre fasi: la prima fase si svolgeva una settimana prima degli esercizi, la seconda una settimana dopo le 10 settimane di esercizio e la terza dopo tutte le sessioni di esercizio. Questi test

includevano la misura della disabilità (EDSS), il livello di equilibrio (Test di Berg), la distanza percorsa a piedi (Six-min Walking Test), la fatica (FSS) e aspetti relativi alla qualità della vita (QOL).

I punteggi dei pazienti sono stati riportati da un neurologo e da un allenatore esperto e i risultati sono stati generati automaticamente da un computer.

Le modalità di intervento in questo studio comprendevano 10 settimane di attività fisica nelle quali venivano svolti esercizi di stretching, aerobici, di potenziamento muscolare degli arti inferiori e esercizi per il miglioramento dell’equilibrio. Per i pazienti erano previste tre sessioni di allenamento a settimana per un numero totale di 30 sessioni. All'inizio di ogni sessione, i pazienti, guidati da un professionista,

eseguivano esercizi di stretching e di mobilità articolare per il rachide, il collo, gli arti superiori e quelli inferiori, per una durata variabile da sette a dieci minuti. Poi,

seguiva la parte aerobica mediante l’utilizzo di bike e tapis roulant per una durata iniziale di 20 minuti infatti, a seconda dell’affaticamento dei pazienti, questi esercizi potevano protrarsi fino a 40 minuti in ogni sessione. Il tempo degli esercizi aerobici veniva suddiviso equamente tra bike e tapis roulant ed il livello di intensità in ogni

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sessione partiva da un livello basso e gradualmente raggiungeva il livello massimo, per poi diminuire nuovamente fino al punto di partenza. Gli esercizi aerobici, durante le prime sedute, comprendevano 20 minuti di bike e tapis roulant al 40% della

frequenza cardiaca massima (Fcmax), con un recupero di 10 minuti tra i due esercizi. Nell'ultima seduta, queste attività sono aumentate fino a 20 minuti ciascuna al 70% della Fcmax. Durante gli esercizi aerobici, ai pazienti è stato più volte raccomandato di riposarsi nel caso percepissero una sensazione di eccessiva stanchezza. Gli esercizi di potenziamento venivano eseguiti con balzi e mediante l’ausilio di elastici per il rafforzamento dei muscoli quadricipiti, glutei e gemelli. L’intensità di questi esercizi era inizialmente bassa e di durata di circa 10-15 minuti. In ogni sessione i pazienti eseguivano anche vari esercizi per il miglioramento dell’equilibrio mediante l’ausilio di tavole inclinate circolari e rettangolari . Questi esercizi inizialmente avevano una durata di 10 minuti e successivamente sono stati aumentati gradualmente fino a 20 minuti, con appoggi monopodalici e bipodalici. In questo modo, ogni sessione inizialmente aveva una durata di un’ora la quale, a seconda della resistenza dei pazienti, poteva aumentare fino a quasi 90 minuti. I pazienti potevano prendersi il sufficiente riposo tra gli esercizi per rinfrescarsi e superare la fatica; essi avevano ricevuto inoltre spiegazioni esaustive sui metodi, i principi e i benefici degli esercizi per i pazienti con SM e erano stati incoraggiati a eseguirli con regolarità e per lunghi perieodi.

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39 (15 uomini e 24 donne) su 42 pazienti del gruppo di intervento sono riusciti a svolgere con regolarità gli esercizi e ad entrare nella seconda fase della ricerca; di questi, 35 hanno raggiunto la terza fase.

22 pazienti su 30 (7 uomini e 15 donne) del gruppo di controllo ha completato i test nella fase iniziale,mentre il punteggio di 20 pazienti è stato incluso nell'analisi finale.

La tabella 1 mostra le caratteristiche dei pazienti del gruppo di intervento e di controllo.

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E’ stato osservato un significativo miglioramento nel gruppo di intervento nella seconda parte dei test il quale si è invertito nella terza parte, quando gli esercizi sono stati fermati e quasi la maggior parte dei risultati dei test sono ritornati ai livelli iniziali. Il confronto con il gruppo di controllo che aveva una riduzione sensibile almeno nella terza parte rispetto alla prima, ha portato alla conclusione che la riabilitazione e l'esercizio fisico possono aiutare i pazienti e far diminuire le complicanze correlate alla malattia, almeno nel breve termine.

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I risultati dei test di EDSS non risultano significativi mentre i cambiamenti più evidenti riguardano il test di Berg. Cambiamenti in questo senso sono stati molto significativi e i pazienti hanno mostrato un miglioramento del loro equilibrio, molto importante per la prevenzione delle cadute e delle complicanze ad esse associate.

Per quanto riguarda il test sulla fatica, i pazienti del gruppo di intervento hanno mostrato miglioramenti significativi rispetto al gruppo di controllo. E’ opportuno tenere presente due aspetti: in primo luogo, la fatica è una conseguenza del processo patologico che non può essere modificata in modo significativo con l'esercizio; in secondo luogo l’affaticamento può essere considerato nel contesto della salute

generale dei pazienti e quindi può essere migliorato in seguito al miglioramento della condizione generale del paziente.

I cambiamenti nel Six-minutes Walking Test hanno seguito la tendenza generale di questo studio e hanno mostrato un aumento nella seconda fase e una diminuzione nella terza.

Per quanto concerne la qualità della vita dei pazienti, i risultati hanno mostrato che ci sono stati cambiamenti significativi nel gruppo di intervento rispetto al controllo nella seconda fase dello studio rispetto alla prima e alla terza fase sia per quanto riguarda la salute fisica che quella mentale.

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[14]

Questo studio evidenzia come l’esercizio fisico e lo sport sono preziosi per i pazienti con SM e possono portare ad evidenti miglioramenti. Ci sono differenze significative nella qualità della vita tra i pazienti che si sono esercitati e i controlli. Nel gruppo di intervento dopo nove mesi, i punteggi dei test ritornavano al livello di base.

Confrontando questo risultato con quello ottenuto nel gruppo di controllo il quale, invece, ha avuto una notevole diminuzione dal livello di base, si può concludere che la riabilitazione può essere di fondamentale importanza nel mantenere pazienti con SM in grado di svolgere le loro attività quotidiane.

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Come risultato più importante di questa ricerca, è necessario ricordare che la cessazione di esercizio e la mancanza di follow-up provoca il ritorno evidente dei sintomi e della disabilità e questo sottolinea la necessità di fare esercizi in maniera regolare e continua.

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CAPITOLO 3

Nel documento Attivita' Fisica e Sclerosi Multipla (pagine 43-50)

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