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3. Serratura 4 Il bumper

4.3.4 Studio di rigidezze e smorzamenti dinamici (prova di caduta)

0.00 100.00 200.00 300.00 400.00 500.00 600.00 700.00 800.00 900.00 1000.00 0 2 4 6 8 10 N mm

F(s)

0 100 200 300 400 500 600 700 0 1 2 3 4 5 6 7 8 N mm

Chart Title

forza misurata equivalente lineare

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La definizione dei parametri che descrivono il comportamento irrigidente e smorzante del bumper è risultata di gran lunga più ostica. Dato che è necessario conoscerne il comportamento in condizioni simili a quelle in cui andrà ad operare durane la prova si è deciso di caratterizzarlo sfruttando il banco prova stesso adottando però una configurazione leggermente differente.

I passi successivi per definire parametri dinamici sono stati in successione: 1. Rilievo misure durante prova di caduta

2. Modello analitico semplificato della prova di caduta con parametri dinamici incogniti

3. Comparazione del output del modello semplificato con la misura e definizioni di una funzione di errore proporzionale allo scarto tra le due curve

4. Fitting dei parametri dinamici al fine di ridurre al minimo l’errore.

Prova di caduta

Nella prova di caduta il banco è coricato sul fianco e sulla piastra non viene montata alcuna serratura. Se si colloca il banco in questa posizione e si alza la traversa mobile questa, sotto l’effetto della gravità, ricade sul bumper.

Figura 19: prova di caduta

La base è stata vincolata in modo tale da mantenerla “ferma” durante l’impatto; allo scopo è stata realizzata un opportuna struttura rigida, parzialmente visibile in figura.

L’idea alla base dell’esperimento è di sfruttare l’energia cinetica di caduta della traversa mobile per comprimere il bumper. Data la capacità smorzante del bumper la traversa rimbalza ad una altezza inferiore rispetto a quella da cui è stata fatta cadere e continuerà a rimbalzare fino a dissipare tutta l’energia iniziale

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Il banco è stato strumentato con un sensore laser13 di spostamento il cui fascio è diretto su un punto

appartenente alla piastra. Tramite il sensore è stato possibile rilevare lo spostamento nel tempo del punto monitorato e di conoscerne la velocità nell’istante precedente il primo impatto con il bumper. Il punto su cui è diretto il fascio laser si trova all’istante dell’impatto a 373 mm di raggio rispetto all’asse di rotazione della traversa mobile.

La direzione di misura del sensore è costante; la componente di spostamento misurata è solo quella in direzione y (la direzione della gravità). Dato che la traversa si muove ruotando in realtà istante per istante il fascio punta su un punto diverso come è possibile costatare dall’immagine 20. Le circonferenze concentriche (origine: asse di rotazione cancello) su cui si trovano i punti che istantaneamente vengono rilevati dal fascio laser sono tuttavia tutte di dimensioni molto simile; si può dunque considerare che la misura rilevata coincida pressappoco con lo spostamento in direzione y di un unico punto a 373 mm e sfruttare questa misura per la successiva fase di fitting.

Figura 20: problematica misurazione laser

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In figura 21 è ripotata una delle misure effettuate:

Figura 21: spostamento nel tempo del punto monitorato • quando & < 0 il bumper è in contatto con la traversa rotante

• ad ogni rimbalzo alla traversa viene sottratta energia

• la traversa si stabilizza producendo sul bumper una compressione di circa 0,45 mm

• la prova è stata ripetuta per più velocità iniziali: Per velocità iniziali maggiori è stato necessario un maggiore numero di rimbalzi prima che la traversa si fermasse

Modello analitico semplificato

Ottenute le misure è ora necessario confrontarle con l’output di un modello che contenga un bumper a parametri concentrati. La prova di caduta è stata così modellata:

Figura 22: modello semplificato

• la traversa mobile è modellata come una sbarra rigida incernierata ad una estremità di cui è nota l’inerzia rispetto al punto di vincolo: C = 0,35 :F ∗ &

• la forza di gravità viene riportata al baricentro 8G = 266 &&

• la forza prodotta dalla compressione del bumper "; ";I :=; )= agisce a 8J = 345 && -3 -1 1 3 5 7 0.9 0.95 1 1.05 1.1 1.15 1.2 1.25 1.3 m m s

m(t); v_i=524 mm/s

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• il punto di cui viene rilevato lo spostamento da comparare L si trova a 8M = 373 &&

L’equazione di equilibrio dinamico del modello è la seguente:

6 O ≥ 0 OQ + "; "I, :=; )= ∗8C − &F ∗J 8C = 0G

6 O < 0 OQ − &F ∗8C = 0G

Le condizioni iniziali:

O 0 = 0; OI 0 = OI,

Le equazioni di vincolo cinematico che legano ", L, O e le loro derivate temporali: " O = 8J∗ O; L O = 8M∗ O

"IROIS = 8J∗ OI; LIROIS = 8M∗ OI

La forza del bumper è il risultato dei contributi degli n+1 rami. Il primo contiene la rigidezza statica equivalente calcolata al paragrafo precedente gli n restanti contengono gli n+1 parametri incogniti che intendiamo trovare : ; … ; :U; ) ; … ; )U .

"; "I; :=; )= = V :;%<%=>∗ " + = U

=W

"; "I; :=; )=

Figura 23: modello semplificato di bumper

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= "; "

I

; : ; )

= :

=

∗ " − "X

=

= )

=

∗ "X

Y

I

Figura 24: equilibrio del singolo ramo Fitting

Le equazioni del modello analitico semplificato sono scritte ed implementate in un sistema di calcolo realizzato con Activate (hiperworks, Altair).

Il sistema di calcolo14 acetivate è costituito da due blocchi che interagiscono tra loro.

Il primo blocco risolve numericamente le equazioni scritte al paragrafo precedente e ne confronta il risultato L con la corrispondente misura effettuata & . Il confronto è effettuato valutando una funzione di errore (cf).

Il secondo Blocco, in base al risultato del confronto effettuato nel primo blocco, fa variare i parametri incogniti : ; … ; :U; ) ; … ; )U entro un determinato dominio e li rinvia al primo blocco che risolve nuovamente la dinamica del sistema fornendo un nuovo output da confrontare. Il sistema di calcolo ripete questa procedura più volte e si ferma quando trova un set di parametri : ; … ; :U; ) ; … ; )U che rendono minima la funzione errore cf15.

Un numero maggiore di rami paralleli consente di ottenere, in teoria, una maggiore precisione, tuttavia la pratica ha mostrato che per n>3 non si ottiene un miglioramento sostanziale: si è dunque scelto di limitarsi a tre rami paralleli.

14 Per la descrizione in dettaglio del sistema di calcolo e fitting del sistema fare riferimento all’appendice 5 15 Il sistema di calcolo è realizzato per fermarsi comunque dopo 50 iterazioni di calcolo.

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Lanciando Il calcolo ci si è accorti che al termine del fitting le rigidezze trovate : ; : ; :1 erano differenti tra loro mentre gli smorzamenti ) : ) ; )1 erano tra loro tutti più o meno simili. Si è dunque scelto di adottare lo stesso smorzamento su tutti i rami.

Sulla base di queste osservazioni i parametri incogniti rimangono 4: : ; : ; :1; )

Di seguito è riportato un esempio di fitting ottenuto dopo 40 iterazioni (velocità iniziale 498 mm/s)

Figura 25: confronto tra la soluzione numerico (num) e la misura (exp)

Per ogni velocità inziale del punto monitorato è stato ricavato un diverso set di parametri : ; : ; :1; ) [\ ]]/^ _\ = [\ `a` bcd/^ ef g/]] g/]]eh g/]]e` g ∗ ^/]]i 498 1.34 18.930 39.996 78.800 0.057 1025 2.75 20.356 41.034 81.334 0.083 1105 2.98 19.985 40.003 79.994 0.089 1253 4,59 20.024 39.984 79.335 0.1105

Possiamo osservar che i valori delle rigidezze subiscono una variazione molto contenuta; non è individuabile un trend di crescita, tendono piuttosto ad oscillare attorno ad un valor’ medio.

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Figura 26: gli andamenti dal basso verso l’alto di : ; : ; :1

Per il lancio del modello agli elementi finiti possiamo dunque limitarci ad assumere:

: _j#k = 19.823&& ; :A _j#k = 40.254&& ; :A 1_j#k = 79.865&& ;A

Lo smorzamento invece sembra dipendere in maniera significativa dalla velocità; osserviamo un trend crescente con un andamento approssimabile ad una curva esponenziale.

Figura 27: l'andamento di c

Per il lancio del modello agli elementi finiti possiamo dunque, nota la velocità iniziale, ricavare ) = = 0.372 ∗ !"n 0,0008 ∗ =

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