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Sulla «degradazione» o sulla «semplificazione» del baldacchino

6. Eneidi e Antenoridi: storie e glorie dei mausolei ‘a baldacchino’ in Italia

6.4. Sulla «degradazione» o sulla «semplificazione» del baldacchino

La stabilizzazione del principato come nuova realtà di potere portò al progressivo esaurimento e scomparsa della tipologia dei mausolei ‘a baldacchino’, che ben si adattavano alle necessità di autorappresentazione del caotico periodo precedente, ma non alla neonata pax augustea, nella quale, per i cittadini italici, si erano ridotte le possibilità di perseguire il cursus honorum. Si produrrà un generale ‘livellamento’ delle strutture funerarie, in cui ritorneranno in auge modelli tradizionali, come quelle legate all’ambiente della domus, con la formazione delle ‘vie delle tombe’1186.

Diversa situazione si avrà, al contrario, nelle province, le quali, lontane dall’Urbe, godettero di un altro sviluppo della vita pubblica e, di conseguenza, conservarono, seppur con una diversa formulazione, anche la tipologia sepolcrale in esame1187.

Rari sono gli esempi posteriori di ‘baldacchini’ in Italia. A Roma, il cosiddetto Sepolcro di Veranio, sulla Via Appia, ben esemplifica lo sviluppo che si avrà della tipologia. Esso è costituito da un podio ridotto ad una semplice tomba laterizia, su cui si eleva, sul lato frontale, un’edicoletta di breve spessore, simile ad una facciata scenografica, con una nicchia per le statue1188.

La necropoli di Sarsina presenta questo cambiamento in modo drastico. Durante il I secolo d.C., conclusa la fase augustea, si assiste ancora ad una frequentazione dell’area, ma scompare totalmente la tipologia sepolcrale monumentale. Le tombe, sempre allineate lungo l’asse viario, divengono essenzialmente anonime ed erette, alla cappuccina, nella fossa del bustum1189.

Le necropoli di Altino ed Aquileia presentano un ritorno alle forme modeste degli altari o delle steli nei recinti. Durante il I secolo d.C., dall’epoca tiberiana in poi, si

1184 GHINI 2010, p. 86. Se si accetta l’attribuzione dell’edificio, non appare certo

implausibile che un personaggio come Pompeo, che combatté e visse a lungo in Oriente, dove pure morì, si sia fatto edificare un sepolcro simile ad una delle sette meraviglie, specificatamente quella alessandrina.

1185La perdita quasi totale della decorazione esterna e del rivestimento di molti dei mausolei

del suburbium permette, invero, di proporre sì molteplici ipotesi ma con poche basi solide.

1186VON HESBERG 1994, pp. 50-51.

1187VON HESBERG 1994, p. 170; GROS 2001, p. 421.

1188VON HESBERG 1994, p. 171.

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assisterà ad uno sviluppo di questa tipologia, che diventerà il simbolo del sepolcro di prestigio1190.

Nelle province, il mausoleo della tipologia in esame godette ancora di gran fortuna nei secoli II d.C. e III d.C., subendo, tuttavia, in quelle d’oltralpe, una «degradazione o, se si preferisce, una semplificazione1191» del baldacchino, che si svilupperà nella forma ‘a pilastro’. Questa è ben esemplificata dalla ‘Colonna’ di Igel1192. Il ritratto non è più centrale nella struttura e questa, ridotta ad una superficie a facciata, viene ricoperta da una sovrabbondante decorazione a rilievo1193.

1190VERZÁR-BASS 2006, p. 58.

1191 Cit. GROS 2001, p. 421. La ‘semplificazione’ è qui da intendersi riferita al solo schema

strutturale e non decorativo, il quale, al contrario, diverrà addirittura sovrabbondante.

1192v. Cap. 5.5.

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Conclusione.

Se dopotutto σκηνὴ πᾶς ὁ βίος1194, allora un mausoleo ‘a baldacchino’ altro non è che un grande palcoscenico dove si rappresentano, in un istante pietrificato, scene della passata vita terrena e della futura vita oltremondana, il cui simbolismo fu influenzato dalle concezioni cosmiche sia pitagoriche sia platoniche1195. Il «misticismo astrale1196» ellenistico1197, legato agli edifici circolari, le tholoi, ed alla tradizionale forma base quadrangolare del tempio, sono all’origine dell’elaborazione di una simbologia romana legata allo «spazio celeste1198». La volontà di ἀποθέωσις fu il principio che portò alla realizzazione di tali mausolei e non si dubita che, oggi come allora, davanti a cotanta umana vanità, vi è chi racconterebbe, invece, satireggiando, di ἀποκολοκύντωσις1199.

Per quanto concerne l’edificio, alla fine di questa trattazione si può dire che esso possiede certamente dei peculiari, anche se non univoci della tipologia, significati simbolici e religiosi, com’è lecito aspettarsi da una struttura sacralizzata.

Il podio rappresenta la vita terrena. La struttura che ospita la camera sepolcrale, e di conseguenza i resti mortali del defunto, tramanda quello che egli fu e fece in vita. Non si ritiene un caso che nei mausolei della ‘sottoclasse’ detta ‘a Conocchia’ questo significato sia mostrato proprio attraverso elementi architettonici mutuati dalle scenae frontes dei teatri. La parte può assumere anche un significato ctonio attraverso la decorazione delle architetture di passaggio, come le arcate, sommo esempio delle quali sono quelle del podio del Mausoleo ‘Candia’ di Aquileia1200.

Il baldacchino rappresenta la vita oltremondana e sintetizza la sua funzione con un simbolismo ctonio ed uranico, mutuato dagli edifici religiosi ad esso affini1201, rappresentando la «residenza celeste1202» del defunto.

La forma quadrangolare è di chiara simbologia, analoga a quella dell’edicola funeraria propriamente detta, derivata dalla forma tradizionale del tempio, da cui eredita i suoi significati.

La forma circolare consiste dell’applicazione della simbologia della sphaera1203 alla concezione dei «caerula caeli templa1204». Il baldacchino circolare, in particolare quello monoptero, rappresenta, quindi, in particolare per mezzo della volta, metafora del firmamento, la concezione di ‘tempio celeste’ come dimora del defunto, di cui si ha testimonianza non solo nei mausolei ma anche nelle

1194PALL., AP X, 72.

1195SAURON 1994, p. 49, nt. 129.

1196Cit. SAURON 1994, p. 291. Dall’originale francese «mysticism astral».

1197SAURON 1994, pp. 49-51.

1198Cit. SAURON 1994, p. 291.Dall’originale francese «espace céleste».

1199 Il riferimento va, naturalmente, alla celebre omonima satira menippea di Seneca, in cui

egli ironizza sulla ‘zucchificazione’ del defunto imperatore Claudio.

1200SAURON 1994, pp. 539-540

1201SAURON 1994, p. 91. Ad esempio, il Tempio di Vesta era interpretato sia come ctonio (v.

OV., Fast. VI, 279-282) sia come uranico (v. PLUT., Num. 11).

1202Cit. SAURON 1994, p. 386, 394, 712. Dall’originale francese «domicile céleste».

1203SAURON 1994, pp. 83-84.

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