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4. LE FORME DELLA RAPPRESENTAZIONE

5.4. Sullo schema geometrico costruttivo della Torre di Babele.

La Tesi si è soffermata sulle ricerche condotte da Camillo Trevisan ed in particolare sul suo fondamentale studio a proposito degli anfiteatri di matrice classico-romana.

Fondata su una serie di analisi di tipo topografico, la ricerca del Trevisan si basa sostanzialmente sull’interpolazione contemporanea e separata di punti corrispondenti tra vari tipi di curve, poste in essere in seguito alla campagna di rilievo già affrontata dal gruppo di ricerca di Mario Docci e Riccardo Migliari, e da numerosi altri esperti in materia, quali ad esempio l’architetto Piero Meogrossi.26

Come già accennato, il riferimento all’Anfiteatro Flavio per lo studio della forma planimetrica dell’impianto base della torre di Babele dipinta dal Bruegel, nasce dal fatto che, all’epoca, numerosi artisti fiamminghi viaggiarono alla scoperta delle meraviglie dell’architettura classica e, nello specifico, di quella romana, in Italia. Roma fu la città più “gettonata”, ed accolse cospicui viandanti d’arte. Tra questi, Pieter Bruegel il Vecchio, non rimase certo indietro e, nel 1563 circa, quando approdò nella bella capitale italiana, rimase folgorato dalle reminiscenze classiche, in primo luogo dal Colosseo che, con la sua possente struttura ad arcate e in muratura, riecheggiò in lui il lontano ricordo della struttura in mattoni della Turris Babel, ben nota dal passo biblico della Genesi.27

Ecco perché il primo riferimento cardine per l’elaborazione della pianta della torre più iconica e simbolo di Babele da sempre, è quella di Bruegel: poiché osservandola si fa eco in noi una familiarità umana, data proprio dalla minuzia con la quale egli stesso la riproduce, avendo ben impressa nella sua fervida mente, l’immagine della grandiosa struttura del Colosseo.

Nonostante ciò, la ricerca fa un passo avanti. Non adatta infatti la formulazione di un’ipotesi di pianta ellittica/ovoidale come l’omonima del famoso anfiteatro romano. Sarebbe di fatto una banalizzazione del processo metodologico che ne sta alla base. Se per quanto concerne l’involucro esterno e la funzionalità dell’impianto di base il riferimento chiave è l’Anfiteatro Flavio, esso al contempo non può essere il principio cardine sul quale innestare la teorizzazione di una tipologia di pianta costruttiva.

L’idea, pertanto, parte proprio dal principio: dalla Genesi, appunto. In essa troviamo quindi la giustificazione della scelta di una pianta dalla forma circolare, nonché di un cerchio quale forma geometrica pura, perfetta e senza interruzione alcuna dei punti che costituiscono la sua circonferenza esterna.

Questo perché il concetto, al primordio della costruzione della torre di Babele, era perfetto: gli uomini volevano tendere le loro mani al cielo, a Dio, simbolo di perfezione eterna e senza tempo.

Si legge nell’Apocalisse 22, 13-14:

«Io son l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte nella città!».

Da questi versi, sembra quasi che gli uomini di Sennaar interpretino appieno le leggi divine ma di fatto sbagliano qualcosa. Osano troppo e quel gesto eccessivamente ambizioso non viene gradito agli occhi dell’Onnipotente che, per “controbilanciare l’offerta”, ferma la costruzione della torre e disperde la moltitudine per tutta la Terra, confondendone il loro linguaggio. Tornando al concetto di forma, di scelta della forma e di progetto della stessa in merito alla sua costruzione, se la preferenza è ricaduta sull’idea di forma geometrica pura (il cerchio); l’analisi alla quale avvalersi per la conferma di tale scelta in comparazione alla pianta del Colosseo (l’ellisse/l’ovale), è certamente quella del Trevisan, che approfonditamente mette in evidenza un procedimento ben calibrato, producendo il minor scarto possibile, nel confronto con le lunghezze delle curve proposte in sede di analisi.

Di seguito la scelta del metodo da egli utilizzato: per quanto concerne l’elaborazione della pianta del Colosseo, il Trevisan ha usufruito di specifici programmi per l’interpolazione di un insieme di punti di controllo, calcolando i parametri relativi ad un’ellisse oppure ad un ovale definito da 4 o 8 centri generatori, in modo da rendere minimo lo scarto quadratico medio delle distanze dei punti dati dalla curva interpolante trovata.

Tutto questo, per dimostrare il procedimento logico che sta alla base della sua indagine investigativa sulla forma: saper eseguire delle valutazioni approfondite sulla genesi geometrica delle curve costruttive di un anfiteatro.

Dunque, sulla forma geometrica dell’Anfiteatro Flavio, il Trevisan dimostra che dal rilievo topografico, i vari insiemi di punti identificati facenti capo a curve di tipo completo o parziale, hanno portato ad un risultato in cui «il modulo di scala sembra allora coincidere con quello proporzionale».28

A tal fine, la ricerca ha potuto elaborare, in comparazione ad esso, le analisi sulla forma geometrica ipotetica della pianta della torre di Babele, con la sovrapposizione delle varie circonferenze concentriche a partire dalla circonferenza più esterna, fornendo così i coefficienti finali e tutti gli scarti, nonché le distanze tra ciascun punto di controllo e la circonferenza interpolante trovata, oltre alle circonferenze stesse.

Nonostante l’analisi percorsa e verificata dal Trevisan su curve di tipo ellittico e ovale, sia stata più efficiente grazie all’uso di software specifici, anche i risultati ottenuti dall’ipotesi di forma circolare sono stati nondimeno soddisfacenti. Le tavole a corredo di questa ricerca formale, esplicano al meglio la lunga serie di ragionamenti e di verifiche condotte su questo tema. Stabilita quindi la motivazione ed il senso profondo che si cela dietro alla scelta ipotetica della forma dell’impianto di base della torre di Babele e mostrato il procedimento logico-matematico che ne dimostra la sua valenza simbolica soprattutto da un punto di vista tecnico-scientifico (cerchio come forma pura=minor scarto possibile=maggior probabilità di vera forma primigenia della torre), il risultato finale può definirsi in conclusione positivo, poiché la comparazione delle due piante (ellissi/ovale per il Colosseo, cerchio/circonferenza per Babele) con i rispettivi schemi finali, ha mostrato efficacemente che il modulo di scala si presenta abbastanza coincidente con quello proporzionale, dimostrazione del fatto che i valori iniziali sono vicini a quelli finali.29

Turris Babel - È-Temen-An-Ki - La “Casa Delle Fondamenta Del Cielo E Della Terra” Teoria e Rappresentazione tra Mito e Realta’ IL VALORE AGGIUNTO: “INSIDE BABEL” Colosseo

Interpolazioni contemporanee

con ovali a 8 centri. Interpolazione separata dei vari insiemi di punti con ovali a 4 centri.

Babele

Ipotesi di interpolazioni contemporanee

Turris Babel - È-Temen-An-Ki - La “Casa Delle Fondamenta Del Cielo E Della Terra” Teoria e Rappresentazione tra Mito e Realta’ IL VALORE AGGIUNTO: “INSIDE BABEL” Colosseo

Interpolazioni contemporanee

con ovali a 8 centri. Interpolazione contemporanea dei vari insiemi di punti con ellissi.

Schema proporzionale basato sul modulo di scala. Verifica delle convergenze dei setti interni.

Babele

Ipotesi di interpolazioni contemporanee

con circonferenze a 12 centri. Ipotesi di interpolazione contemporanea dei vari insiemi di punti con circonferenze.

Turris Babel - È-Temen-An-Ki - La “Casa Delle Fondamenta Del Cielo E Della Terra” Teoria e Rappresentazione tra Mito e Realta’ IL VALORE AGGIUNTO: “INSIDE BABEL”

Colosseo Babele 36 A sinistra. Tavola sintesi sullo

studio della forma geometrica della pianta di Babele, in relazione alla pianta ellittica/ovoidale del Colos- seo

37 Bruegel’s and Valckenborch’s

Tower of Babel “Virtuel”. Dia- grammatic Analysis of a plant type. Axonometric exploded of Analitic Model. Analisi a confronto

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