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Superfici adibite a coltivazioni a basso impatto ambientale

7. ESEMPI DI RAPPRESENTAZIONE DI ALCUNI INDICATORI

7.7 Superfici adibite a coltivazioni a basso impatto ambientale

Il Regolamento CEE 2078/92 rappresenta un passo importante compiuto dall'Unione Europea per incoraggiare la diffusione di pratiche agricole a minor impatto ambientale e compensare gli agricoltori per l'opera di conservazione dell'agroecosistema.

Il regolamento prevede l'adesione volontaria dei produttori tramite accordi individuali che stabiliscono il rispetto di determinati vincoli tecnici e produttivi e/o la realizzazione o conservazione di particolari elementi naturali all'interno dell'azienda agricola, a fronte di incentivi finanziari.

Il regolamento, nello specifico, prevede contributi agli imprenditori agricoli che aderiscono ad una o più delle seguenti misure:

- Riduzione dell'impiego di concimi e/o fitofarmaci, mantenimento delle riduzioni già effettuate o introduzione dei metodi di agricoltura biologica;

- Estensivizzazione delle produzioni vegetali, mantenimento delle produzioni estensive già avviate o riconversione dei seminativi a pascoli estensivi;

- Riduzione della concentrazione del patrimonio bovino od ovino per unità di superficie foraggera;

- Impiego di altri metodi di produzione compatibili con le esigenze di tutela dell'ambiente, cura dello spazio naturale e del paesaggio, allevamento di specie animali locali minacciate di estinzione,

- Cura dei terreni agricoli e forestali abbandonati;

- Ritiro ventennale dei seminativi dalla produzione ("set-aside") nella prospettiva di un loro utilizzo per scopi di carattere ambientale, per la creazione di riserve di biotopi o parchi naturali, o per la salvaguardia di sistemi idrogeologici;

- Gestione dei terreni per l'accesso al pubblico e l'uso ricreativo.

Le misure agroambientali possono essere applicate sulla totalità dei terreni di ciascuno stato membro, attraverso programmi zonali pluriennali.

Nonostante la prevalenza di misure rivolte alla parziale riduzione degli input piuttosto che alla variazione di uso del suolo e le oggettive difficoltà di verifica degli impegni assunti dalle aziende, i risultati dello stato di attuazione del regolamento 2078/92 possono essere considerati come un valido indicatore di risposta per monitorare il crescente livello di attenzione nei confronti di forme di agricoltura a minor impatto ambientale e le ripercussioni che queste ultime esercitano direttamente o indirettamente sul suolo.

Per quanto riguarda lo stato di attuazione a livello nazionale, al termine del primo quadriennio di applicazione, il reg. 2078 può considerarsi definitivamente affermato in gran parte delle regioni italiane. Anche la Campania, che ancora nel 1996 non aveva potuto dare attuazione al regolamento in assenza dell'approvazione del piano agroambientale da parte della Commissione Europea, ha concesso nel 1997 i primi aiuti per impegni a carattere agroambientale.

La superficie interessata dalle misure agroambientali ha raggiunto 1.608.000 ettari, con un aumento annuo di circa 600.000-700.000 ettari nelle ultime due campagne, impegnando virtualmente l'intera superficie prevista dai piani agroambientali fino al 1997. A questo risultato va aggiunto che le prime stime relative al 1998 indicano per l’Italia un ulteriore aumento che porta la superficie a oltre 2.300.000 ettari.

In Tabella 6.8 vengono riportati i dati forniti dall’INEA sullo stato di attuazione del Regolamento 2078 alla fine del 1997. I dati riportati in seconda colonna (2) sono riferiti ai vari piani di intervento predisposti dalle regioni, mentre in quarta colonna (3) sono riportati gli ettari effettivamente interessati nel 1997 da una o più misure del regolamento. Come si può vedere dai dati riportati nell’ultima colonna della tabella, il rapporto tra la superficie effettivamente interessata e quella inizialmente pianificata è prossimo al 100% sul territorio nazionale, ma subisce fluttuazioni evidentissime nelle varie regioni, a dimostrazione di una previsione di piano spesso errata.

Analizzando l’applicazione per regione al 1997 (Tabella 6.8), si nota come metà della superficie nazionale interessata sia localizzata nel settentrione. Il Piemonte è la regione che presenta la più elevata superficie coinvolta nelle misure agroambientali: quasi 300.000 ettari. Un’ampia diffusione in termini assoluti è stata ottenuta anche da Trentino Alto Adige, Toscana e Sicilia che hanno superato i 150.000 ettari. I risultati più deludenti sono stati ottenuti da Campania, Liguria ed Abruzzo.

Molto più interessante è il rapporto, riportato in penultima colonna, tra la superficie effettivamente interessata e la SAU, rapporto che rappresenta il nostro indicatore di risposta e la cui rappresentazione è riportata in Figura 6.7.

Per una corretta valutazione dell'impatto del regolamento 2078/92 sull’ambiente ed in particolare sul suolo si è scelto, infatti, di utilizzare il rapporto percentuale tra incidenza della superficie interessata dalle misure agroambientali e superficie agricola utilizzata complessiva (ha 2078 / ha SAU).

Per la rappresentazione del dato (Figura 6.7) sono state individuate cinque classi di valori compresi tra <2% e >50% utilizzando dati ISTAT del 1997 elaborati dall’INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria).

A livello nazionale le misure agroambientali hanno coinvolto l'11% della SAU nel 1997 con una maggiore incidenza in tre amministrazioni dell'arco alpino (Bolzano, Trento e Valle d'Aosta) nelle quali si raggiungono valori anche superiori al 50%. Praticamente irrilevante è invece l'incidenza delle misure agroambientali sulla SAU di alcune regioni, come Campania, Abruzzo e Molise.

Per una valutazione più approfondita e particolareggiata dell’impatto sull’ambiente e sul suolo, sarebbe utile considerare la ripartizione dell’applicazione per tipo di misura;

A riguardo esiste inoltre una disparità geografica abbastanza pronunciata; ad esempio le misure per la riduzione integrata dei mezzi chimici è stata attuata in prevalenza nelle regioni del Nord e Centro, la misura per l’agricoltura biologica si è diffusa soprattutto al Sud, mentre la cura e gestione del paesaggio rurale hanno trovato una pressoché totale diffusione al Nord.

(1) (2) (2/1) (3) (3/1) (3/2)

SAU (ha) Piano % 1997 % %

Piemonte 1119300 281469 25,1 297517 26,6 105,7 Valle d'Aosta 92510 27245 29,5 42967 46,4 157,7 Lombardia 1086721 131835 12,1 118627 10,9 90,0 Trentino-Alto A. 401528 171005 42,6 207439 51,7 257,9 Bolzano 261460 76849 29,4 157143 60,1 204,5 Trento 140068 94156 67,2 50296 35,9 53,4 Veneto 878020 103600 11,8 51866 5,9 50,1 Friuli-Venezia G. 254036 31810 12,5 19515 7,7 61,3 Liguria 80322 6495 8,1 1932 2,4 29,7 Emilia-Romagna 1211336 105485 8,7 72881 6,0 69,1 Toscana 945354 40807 4,3 197055 20,8 482,9 Umbria 403209 20740 5,1 31786 7,9 153,3 Marche 536793 121190 22,6 30134 5,6 24,9 Lazio 793672 146850 18,5 87026 11,0 59,3 Abruzzo 497201 45830 9,2 2471 0,5 5,4 Molise 239261 3713 1,6 3154 1,3 84,9 Campania 634420 103491 16,3 1780 0,3 1,7 Puglia 1409120 104550 7,4 66801 4,7 63,9 Basilicata 587239 49158 8,4 77590 13,2 157,8 Calabria 640557 6822 1,1 23695 3,7 347,3 Sicilia 1532858 70298 4,6 160700 10,5 228,6 Sardegna 1341991 63088 4,7 113525 8,5 179,9 ITALIA 14685448 1635481 11,1 1608459 11,0 98,3

Tabella n. 7.5: Superficie prevista nei piani agroambientali e superficie investita nel 1997 rispetto alla SAU complessiva (Fonte: elaborazioni INEA 1999 su dati ISTAT, Indagine delle strutture 1995, e Amministrazioni regionali e provinciali)

> 50 < 2 2 - 10 10 - 30 30 - 50

ha 2078/ha SAU per anno