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Taeschner e Volterra (1986) distinguono tre tipi di unità frasali: 1. frase nucleare (mamma prende la torta);

2. frase ampliata che contiene informazioni aggiuntive rispetto a quelle necessarie per realizzare la frase nucleare (esempio modificatori e avverbiali che si aggiungono); 3. frase complessa che comprende:

a. frasi inserite di tipo implicito (mamma va a prendere la torta) o esplicito (guar- da io che faccio con la pappa);

b. frasi relative (dammi i giochi che sono di Claudia);

4. la frase binucleare che consiste di due strutture nucleari che possono essere o coor- dinate (arriva il lupo e si mangia la pecorella) o subordinate (quando arriva il lupo la pecorella scappa).

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Nei primi lavori di Parisi (1977) si osserva la seguente progressione: le frasi nuclea- ri compaiono per prime, seguite dalle frasi con modificatore e/o avverbiale, quindi le frasi inserite implicite e infine le inserite esplicite.

Secondo Taeschner e Volterra (1986) compaiono tre periodi evolutivi: 1. solo frasi nucleari per lo più incomplete (esempio mamma mette);

2. compaiono prima le frasi ampliate con modificatore del nome, quindi frasi com- plesse e binucleari, tuttavia sono spesso assenti i connettivi necessari per esprimere i legami di coordinazione e subordinazione;

3. in questo periodo compaiono i connettivi.

Adottando un’ottica maggiormente orientata a considerare lo sviluppo della facol- tà di linguaggio come sistema modulare che matura a partire da uno stato iniziale, geneticamente determinato (G.U.)15 Chiosi e Cipriani (Chilosi e Cipriani 1991;

Cipriani et al. 1993) elaborano un preciso schema di sviluppo morfosintattico. Per queste studiose, lo sviluppo della grammatica avviene secondo le seguenti fasi, descrit- te a partire dalla considerazione della LME:

1. presintattica (19-26 mesi; LME 1.06-1.5): le produzioni sono rappresentate da parole singole in successione. La maggior parte degli enunciati è di tipo telegra- fico e priva di verbo, anche se compaiono alcuni enuncianti semplici nucleari, dove però sono omessi sia alcuni degli argomenti sia i morfemi liberi, per esem- pio “bimbo dà”. Nella successiva fase delle due parole, gli enunciati telegrafici esprimono precise relazioni semantiche (di tipo tematico quali agente, paziente, strumento, ecc.) ad esempio nelle tipiche frasi: “pappa più”, “etto scimmione”. Si tratta, strutturalmente, soprattutto di elementi singoli in successione, ognuno con contorno intonativo finito, legati da una relazione semantica intrafrasale. Per esempio: “macca … billo … bum …” (= il bambino racconta che ha tirato la lumaca e ha colpito il birillo che così è caduto). Nel rapporto fra testo e contesto, pertanto, si costruisce quella trama semantica che collega le parole dentro una struttura dotata di senso; lo stesso ruolo può svolgere lo scambio conversazionale con l’adulto, per esempio:

M. cosa ha fatto Raffaello? R. tum M. con cosa? R. palla M. e poi? R. piede M. a chi? R. macca

M. diglielo ad Anna, cosa hai fatto? R. piede tum pah. Palla. Terra.

Dal punto di vista morfologico, i primi enunciati semplici completi compaio- no solo alla fine della fase, e sono per lo più frasi imperative: per esempio “tata vieni”.

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2. sintattica primitiva (24-29 mesi, LME 1.4-2.9): diminuiscono le parole singole in successione ed aumentano gli enunciati nucleari semplici, di due, tre e più parole, anche se spesso ancora incompleti. Sono omessi principalmente i con- nettivi interfrasali e morfemi liberi, per esempio “bimbo prende cucchiaio man- gia minestra”. Dal punto di vista dell’organizzazione strutturale, si hanno frasi nucleari semplici complete, anche se persistono forme incomplete tipo “galline ette”. Iniziano enunciati nucleari amplificati prevalentemente incompleti, anche se compaiono talvolta avverbiali, per esempio “sassi butta camion”. L’espansione frasale tuttavia è spesso priva del funtore appropriato: “picchiato tutti bastone quello lì”. Compaiono le prime frasi complesse con due predicati verbali per lo più incomplete: “mimmo mangia minestra”, dove mancano cioè i connettivi frasali e le specificazioni morfologiche quali articoli e preposizioni; per la morfo- logia flessiva, è in questa fase che si nota il prevalere del verbo alla terza persona singolare o nell’uso del participio passato. Inoltre si nota la comparsa di elementi fonologicamente indifferenziati che assolvono probabilmente al ruolo di marca- tori di posizione di componenti funzionali come: “a neve”, “e frigo”, “e voglio” (protoclitico).

3. completamento della frase nucleare (28-33 mesi, LME: 2.4-3.8): le parole singole in successione scompaiono quasi definitivamente e diminuisce la produzione di enunciati privi di verbo. La maggior parte delle produzioni è rappresentata ancora da frasi nucleari dotate di morfologia libera e da frasi ampliate con espansioni del nucleo, per esempio “il bambino mangia con il cucchiaio”. Iniziano a comparire coordinate e subordinate, soprattutto implicite nel primo periodo e poi esplicite. Dal punto di vista strutturale, si hanno nuovi tipi di enunciati amplificati, con doppia espansione, ad esempio: “poi suo babbo piange”, ed il SN si correla ad aggettivi possessivi, dimostrativi e qualificativi. Il bambino produce delle denomi- nazione con commento espanso, preludio dell’inserimento di relative, come per esempio: “è la scimmia con il mantello quella”. Diminuiscono gli enunciati singoli in successione mentre divengono prevalenti le frasi complesse, formate da combi- nazioni di più proposizioni entro un contorno intonativo unico, tramite il quale anche l’assenza di connettivo non rende il legame tra enunciati semanticamente ambiguo: “dammelo te ce l’hai”. Sono presenti frasi avversative: “una sola senno ti sente la pancia” e subordinate esplicite, ove il connettivo più usato è perché: “la fonte è qui, metto qui, lavo i piatti perché son sozzoli”, aumenta l’uso dei verbi modali. Dal punto di vista dell’organizzazione morfologica, si ha un consolida- mento della morfologia, nelle frasi semplici l’uso morfematico diviene produttivo, ad eccezione di alcuni ausiliari e clitici, mentre nelle frasi complesse si ha ancora il permanere di una incompletezza morfologica. Scompaiono progressivamente e in modo correlato al consolidarsi della morfologia gli elementi segnaposto; si ha un uso produttivo della flessione verbale nel modo indicativo, anche se non scom- paiono gli errori di accordo tra nome e verbo.

4. consolidamento e generalizzazione delle regole in strutture combinatorie complesse (32- 37 mesi; LME 3.3-4.8): le frasi complesse risultano complete da un punto di vista morfologico, con uso produttivo dei diversi funtori necessari, compaiono diversi connettivi interfrasali sia di tipo temporale che causale che sono usati abbastanza

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sistematicamente, compaiono anche le prime ipotetiche: “se viene qua lo bacio”, ed in fine le frasi relative: “ma io ho visto Paola che correva”.

Le due autrici concludono che durante le prime due fasi il sistema grammaticale è ancora molto rudimentale: le strutture sintattiche prodotte riflettono prevalente- mente l’uso di strategie di giustapposizione di contenuti semantici e la riproduzione di insiemi non analizzati fortemente contestuali. Nella terza fase si assiste ad una vera esplosione della grammatica, ma il bambino appare ancora impegnato a riorganizzare e consolidare la struttura all’interno dei diversi sottosistemi che risultano non sempre integrati tra loro. Tale integrazione sembra invece verificarsi nella quarta fase, in cui si ha una correlazione sempre più sistematica tra forma e contenuto. Da notare come la morfologia acquisita per le frasi semplici non sia immediatamente generalizzabile a tutti i contesti.

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