Ciro Ruggiero1; Anna Lucia Urgese1; Alessandro Stefani1; Uliano Morandi1; Renzo Lodi2
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Cattedra e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Policlinico Universitario,Modena, 2Cattedra e Scuola di Specializzazione in Cardiochirurgia, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Policlinico
Universitario,Modena
OBJECTIVE: I versamenti pleurici neoplastici sono forme croniche che tendono a recidivare
dopo evacuazione. Uno dei metodi di trattamento palliativo più comuni per questa patologia è rappresentato dalla pleurodesi chimica, al fine di impedire la recidiva. Gli agenti sclerosanti proposti sono stati vari, tra cui le tertacicline, la bleomicina e il talco. Quest’ultimo sembra essere l’agente più efficace; la tetraciclina, seppur efficace, provoca febbre e dolore toracico intenso, oltre ad essere oggi difficilmente reperibile; la bleomicina non sembra particolarmente efficace, oltre a provocare febbre. Gli Autori presentano uno studio di comparazione dell’efficacia di talco e bleomicina nel trattamento del versamento pleurico neoplastico recidivante.
METHODS: Dal Gennaio 1999 al Gennaio 2000 sono stati sottoposti a pleurodesi chimica 30
pazienti affetti da versamento pleurico neoplastico recidivante. Sono stati esclusi dal trattamento i pazienti che presentavano una non riespansione del parenchima polmonare dopo posizionamento di tubo di drenaggio. Gruppo 1: 12 soggetti sottoposti a talcaggio del cavo pleurico in
videotoracoscopia in anestesia locale assistita. Attraverso un’unica porta d’accesso, sono stati instillati, distribuendoli uniformemente nel cavo pleurico, 2 gr. di talco diluiti in 250 cc.di soluzione fisiologica, previa evacuazione del liquido ed esplorazione endoscopica del cavo pleurico. E’ stato posizionato un drenaggio, rimosso mediamente in seconda giornata postoperatoria. Gruppo 2: 18 soggetti sottoposti a pleurodesi con bleomicina. Attraverso un drenaggio pleurico sono stati instillati in cavo pleurico 30 mg di bleomicina due volte alla settimana fino a un totale di 10 somministrazioni.
RESULTS: Il follow-up varia da 3 a 15 mesi. Abbiamo ottenuto il controllo completo del
versamento pleurico nell’84% dei pazienti del gruppo 1 (10/12). La mancata riespansione postoperatoria del parenchima polmonare e la presenza di pluriconcamerazioni pleuriche sono state le cause rispettive del fallimento della metodica nei 2 pazienti rimanenti. Sei pazienti (50%) hanno presentato febbre dopo la procedura, 1 (8%) ha lamentato dolore toracico intenso. Nel gruppo 2 abbiamo ottenuto la risoluzione definitiva del versamento soltanto in 6 casi (33%).
CONCLUSION: Questo studio dimostra la maggiore efficacia del talco rispetto alla bleomicina
nel controllo del versamento pleurico neoplastico recidivante. La sostanza è stata ben tollerata a livello di effetti collaterali. La metodica videotoracoscopica in anestesia locale assistita è semplice, rapida e permette di trattare anche pazienti in condizioni generali molto compromesse.
454. Trattamento videotoracoscopico (VATS) dell'empiema
pleurico stadio II
GF Menconi; FMA Melfi; A Gonfiotti; A Mussi; CA Angeletti
Chirurgia Toracica, Dipartimento Cardio-Toracico; Università degli Studi di Pisa
OBJECTIVE: L’empiema pleurico (EP) costituisce ancora oggi una severa condizione
patologica ad elevata mortalita’ (8-33%) il cui trattamento e’ correlato con lo stadio della malattia. Scopo di questo lavoro e’ valutare l’efficacia della VATS nel trattamento dell’empiema pleurico allo stadio II.
pazienti (pts) consecutivi (6 F e 7 M - eta’ media 41 aa- range 10 mesi-77aa) con empiema pleurico-Stadio II, gia’ trattati con drenaggio toracico. In tutti l’EP era in fase fibrino-purulenta o purulenta-franca, in 8 di essi era associato a pneumotorace ed in 2 ad ascesso polmonare con fistola bronco-pleurica. In 20 (69%) pts l’empiema era di origine meta-pneumonica ed in 6 (21%) iatrogena. Tutti gli interventi sono stati effettuati in anestesia generale utilizzando 3 accessi che hanno permesso la toilette del cavo e la decorticazione pleurica in modo agevole e sicuro. Il follow-up clinico e radiologico e’ stato effettuato a 2, 4 e 6 mesi dall’intervento.
RESULTS: In 23 pts (79%) il trattamento in VATS e’ stato risolutivo con completa riespansione
del parenchima polmonare e remissione del quadro clinico, in 2 pts si è mantenuto un drenaggio di minima oltre la degenza. In un caso è stata effettuata una conversione in toracotomia per aderenze pleuriche e parziale distruzione del lobo inferiore dx. 3 pts (10%) sono stati sottoposti a una seconda procedura in VATS con completa risoluzione dell’empiema. In 2 casi (7%) la tecnica si e’ rivelata non idonea.
CONCLUSION: Nella nostra esperienza la VATS è una procedura efficace per il trattamento
dell’EP. Il successo dell’intervento è strettamente correlato all’esperienza degli operatori.
455. Occlusione bronchiale con neoprene in VATS e broncoscopia
per perdite aeree persistenti da aspergilloma in AIDS
P. Macrì1; M. Alloisio1; M. Dal Fante2; A. Gori3; M. A. Incarbone1; M. V. Infante1; A. Testori1; U. Cariboni1; G. Ravasi1
1
Chirurgia Toracica, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano, Italy, 2Endoscopia Casa di Cura Pio X, Milano, Italy, 3Infettivologia Osp. Sacco, Milano, Italy
OBJECTIVE: L'utilizzo a scopo sperimentale del neoprene, dapprima per eseguire stampi di
vasi a scopo di studio e successivamente per occludere i dotti pancreatici a scopo di trapianto, è stato pionieristicamente preso in considerazione in un caso di aspergilloma polmonare con perdite aeree persistenti condizionante piopneumotorace iperteso, in paziente affetto da sindrome da immunodeficienza acquisita, giunto alla nostra osservazione in scadute condizioni generali.
METHODS: La tecnica, appunto prima d'ora mai descritta in ambito cardiotoracico, è consistita
nell'occlusione completa di due bronchi segmentari, con approccio combinato videotoracoscopico e broncoscopico, ottenuta mediante allagamento dei bronchi da cui si originava la perdita aerea, precedentemente individuati con l'ausilio di un catetere di Fogarty. I controlli radiologici postoperatori ed i controlli TC a distanza hanno dimostrato una graduale e pressoché completa restitutio ad integrum del quadro.
RESULTS: Il paziente è vivo a 36 mesi dall'intervento, in buone condizioni generali, con AIDS
in fase silente da attuale controllo farmacologico e senza alcun'evidenza di una recidiva di pneumotorace oltre che in assenza di ripresa dell'infezione da aspergillus.
CONCLUSION: La tecnica che viene accuratamente descritta nel caso clinico da noi trattato,
non è da considerarsi una soluzione definitiva ma è proposta come eventuale metodica possibile da prendere in considerazione per eliminare la presenza di perdite aeree persistenti sostenute da un'infezione polmonare con empiema, qualora il caso sia non responsivo ai trattamenti già noti.
456. La toracoscopia nella stadiazione dell'N nel carcinoma
polmonare non a piccole cellule
P. Paladini; M. Di Bisceglie; L. Voltolini; C. Ghiribelli; L. Luzzi; G. Gotti Cattedra di Chirurgia Toracica - Università di Siena
OBJECTIVE: La corretta diagnosi preoperatoria dell'infiltrazione linfonodale permette di
impostare il trattamento migliore e di evitare decisioni chirurgiche inappropriate. In questo studio abbiamo valutato l'utilità della toracoscopia nella stadiazione prechirurgica dell'N.
METHODS: Dal gennaio 1999 abbiamo intrapreso l'uso routinario di sottoporre a toracoscopia
quei pazienti in cui la TC evidenziava sospetti di infiltrazione delle stazioni linfonodali 5,6,7,8,9; infiltrazione delle pleure in presenza di citologia negativa del liquido pleurico; infiltrazione del pericardio e dell'emergenza dei grossi vasi. Così 23 pazienti sono stati sottoposti a toracoscopia di cui 11 pazienti per accertamento di N2 o N3; 7 pazienti per accertamento di T4; 5 pazienti per accertamento di IIIB.
RESULTS: La toracoscopia prechirurgica ci ha permesso di avere la conferma di stadio N2 o N3
in 7 pazienti (64%) e la variazione di stadio in 4 pazienti (36%) di questi ultimi 2 pazienti (18%) sono risultati N0. Nell'accertamento di T4 in 5 pazienti (71.5%) vi è stata la conferma ed in 2 pazienti (28.5%) è stata esclusa l'infiltrazione delle pleure e la positività citologica del liquido pleurico. Lo stadio IIIB è stato confermato in 4 pazienti (80%) mentre 1 paziente (20%) è risultato non avere l'infiltrazione del pericardio.
CONCLUSION: L'elevata percentuale di conferma di stadio dopo toracoscopia conferma la
validità e da credito all'attuale iter diagnostico. D'altro canto la non indifferente percentuale di variazione di stadio dopo toracoscopia giustifica appieno l'utilizzo di questa metodica nel completamento dell'iter diagnostico del carcinoma polmonare.