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Tania Baumann I nomi in Die unendliche Geschichte d

dalla teoria alla strategia

7. Creazione (Creation) Significa inserire un nome proprio nella traduzione che sia completamente diverso rispetto a quello che s

1.7 Tania Baumann I nomi in Die unendliche Geschichte d

Michael Ende

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In un’intervista del 1981 l’autore del celebre romanzo per ragazzi afferma che attraverso i nomi le cose diventano reali, e ciò che non possiede un nome o una parola non può far parte della nostra coscienza. Infatti, nel caso di quest’opera, i nomi sono nati insieme ai loro portatori. Attraverso l’“essenza” di una R o di una A Ende ha iniziato a formare una figura nella sua mente, che ha cercato di plasmare chiedendosi che tipo di suoni questa avrebbe usato per esprimersi.29 Detto ciò si capisce bene perché la scoperta effettuata da parte di alcuni filologi hanno relativamente al nome Atréju, che in un dialetto indiano corrisponde a ‘adirato’, non è rilevante in quanto si tratta di una pura e semplice coincidenza. Il numero di nomi presenti nel libro è di circa 180 e ogni lettore non può che rimanere colpito da questo aspetto.

Nel suo articolo Tania Baumann propone di esaminare i metodi creativi utilizzati da Ende e confrontarli con la corrispondente traduzione italiana curata da Amina Pandolfi. Per classificare i nomi viene da lei adoperata la suddivisione di Birus (1978), approfondita in seguito da Debus (2002). Nella Unendliche Geschichte si individuano circa cinquanta toponimi e 130 nomi di persona (umani e fantàsici), che Baumann distingue fra:

- soprannomi e titoli metaforici o metonimici. La Kindliche Kaiserin diventa Infanta Imperatrice, traduzione che riprende l’allitterazione

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T. BAUMANN, I nomi in Die Unendliche Geschichte di Michael Ende: analisi e riflessioni traduttologiche, “il Nome nel testo”, XI (2009), pp. 213-224.

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B. BONDY, Gespräch mit Michael Ende. Versuch, den Verfasser der ‚Unendlichen Geschichte‘ zum Erzählen zu bringen, “Die Süddeutsche Zeitung”, 14-15 Marzo 1981, p. 137.

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delle occlusive velari sorde iniziali rendendola attraverso l’allitterazione vocalica (nel terzo film troviamo tuttavia Imperatrice

Bambina).

- nomi di oggetti come la spada Sikánda o la cintura Gémmal.

- nomi di persona per designare un individuo specifico (Bastian,

Atréju) e nomi riferiti ai popoli di Fantàsia (Grünhäute, Zweisiedler, Eisbolde).

L’aspetto onomastico è ciò che maggiormente differenzia tra loro i personaggi in questo romanzo. Per quel che concerne i personaggi umani, questi possiedono nomi reali, anche se i cognomi sono insoliti. È il caso del protagonista Bastian Balthasar Bux e dell’antiquario Karl Konrad

Koreander. La curiosa caratteristica di ambedue questi nomi sta nella

composizione di tre elementi e nell’allitterazione, caratteristica che viene fatta notare nel libro stesso dai due personaggi durante un breve scambio di battute:

“Nome piuttosto curioso”, borbottò l’uomo, “con quelle tre B. Ma già, questo dopotutto non è colpa tua, il nome non te lo sei dato da te. Io mi chiamo Carlo Corrado Coriandoli.”

“E queste sono tre C”, ribatté il ragazzo serio. “Hmm”, brontolò il vecchio, “già, è vero!”30

Inoltre, a livello semantico, i due cognomi corrispondono a due appellativi omofoni appartenenti al regno delle piante, che sono il bosso e il

coriandolo.

Nella traduzione italiana i nomi sono stati resi senza troppi problemi con i corrispettivi italiani: Bastian Balthasar è diventato Bastiano Baldassare e

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M. ENDE, La storia infinita dalla A alla Z, con capilettera di Basoli, traduzione di Pandolfi, Milano, Corbaccio, 2003, p. 9.

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Karl Konrad Carlo Corrado. Per quanto riguarda i cognomi, la traduttrice

ha preferito mantenere la vocale presente nel cognome tedesco a scapito del significato. Di conseguenza invece di Bossi troviamo Bucci. Per quanto concerne Koreander è stato mantenuto il significato del cognome originale, ma lo spostamento di categoria dal singolare al plurale Coriandolo/

Coriandoli non fa scattare nel lettore l’associazione mentale con la pianta

simile al prezzemolo, bensì porta a pensare ai ritagli di carta colorata utilizzati nel periodo di Carnevale. Ciò contrasta in maniera rilevante con il carattere burbero del personaggio.

I nomi degli altri personaggi appartenenti al mondo reale compaiono solo con il nome proprio. Troviamo Fräulein Anna, nome anche in italiano molto diffuso; si è scelto inoltre di tradurre solo il lessema Fräulein/

signorina. Per quando riguarda nomi inusuali in italiano, quali Christa,

figlia della governante, e Willi, compagno di classe di Bastian, la traduttrice sceglie di usare i nomi Lucia e Gigi. Quando il nome di Christa viene pronunciato nell’originale da un personaggio di Fantàsia, subisce una trasformazione a livello grafico (il <ch> diventa <k>) e il nome è sezionato in sillabe: diventa Kri Sta, il che sembra conferire al personaggio un maggiore prestigio. La soluzione adottata in italiano è più artificiosa dal momento che il nome viene frammentato in maniera eccessiva e innaturale:

Lu Ci A.

Gli insegnanti di Bastian sono designati da nomi parlanti. La Pandolfi ha deciso di ricorrere ove possibile alla traduzione libera (Űbertragung) per conservare il valore semantico e al tempo stesso ha cercato di mantenere nella maggior parte dei casi la quantità di sillabe contenute nei cognomi. L’insegnante di storia Herr Dröhn diventa il professor Rombi, quella di

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geografia Frau Karge/ signora Magrini e quello di educazione fisica Herr

Menge/ il signor Massa.

La questione più complicata è quella che riguarda la categoria dei nomi parlanti e allitteranti, difficilmente riproducibili in italiano. La Pandolfi ha cercato di rimediare inserendo l’allitterazione persa nella traduzione di nomi originariamente allitteranti trasferendola a quei nomi che non la posseggono nella lingua di partenza. Per esempio l’allitterazione presente in

das Moder-Moor, persa nella resa La Terra di Marcita, viene riproposta

nella trasposizione di der Bunte Tode/ la Morte Multicolore.

Come si riscontra spesso nella letteratura per l’infanzia, i nomi parlanti vengono assegnati a seconda delle caratteristiche fisiche o morali del personaggio. Baumann fa notare che, quando la forma acustica del nome prevale sul suo significato, la traduttrice sceglie di mantenere il nome originale in tre modi:

- o attraverso la trascrizione del nome originale: das Irrlicht Blubb/

il Fuoco Fatuo Blubb, der Feuerlöwe Graógramán/ il leone di fuoco Grogramàn, die Acharai/ gli Acharai.

- oppure attraverso la trascrizione adattante: der Winzling Űckück/ il

minuscolino Ukuk, der Felsenbeißer Pjörnrachzarck/ il Mordipietra Piornakzak.

- o ancora attraverso la sostituzione: Schlamuffen, die Immer-

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Altri tipi di nomi individuabili nel romanzo sono quelli che si rifanno a realtà extratestuali. Il nome Schexpir fa riferimento a Shakespeare ed è stato lasciato invariato in italiano. Amarganth, in realtà Samarkand, è stato tradotto come Amarganta.

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