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Temi e soggetti dei quadri

II. Inventari

2. Analisi e riordino

2.3. Temi e soggetti dei quadri

Con la tabella 3 si è cercato di entrare più nello specifico e di capire quali fossero i soggetti più diffusi all'interno delle categorie sopra esposte. Si è proceduto con il calcolo della frequenza con cui i soggetti si presentavano negli inventari dei borghesi.

Per quanto riguarda i soggetti sacri120 si riscontra una profonda devozione nei confronti della figura

della Madonna: essa è rappresentata come donna in contemplazione, nel momento dell'annunciazione (spesso la scena è dipinta su due tele divise), con il Bambino in braccio, attorniata dai santi o con san Giovannino, che si aggiunge spesso nella composizione della Sacra Famiglia, anche questo tema molto diffuso nella case dei ferraresi. Subito dopo si ritrova la rappresentazione di Maria Maddalena e dei santi: spesso non identificati al momento della stesura dell'inventario, vengono elencati semplicemente come santi e sono presenti in grandissima quantità. Tra i santi identificati i più amati devono essere stati: san Francesco, san Girolamo, san Giovanni Battista, sant'Antonio, santa Caterina raffigurata da sola o nella scena dello sposalizio mistico o al momento del martirio; seguono san Carlo, san Giuseppe, san Pietro come prigioniero in carcere, come pescatore, davanti al Signore al momento della consegna delle chiavi o con il gallo; infine san Sebastiano. Sono centotre i santi di cui non si fa nome e altri sessantasette tra santi e sante di cui viene riportata l'identità. Tale adorazione delle immagini della Vergine e dei santi è da ricondursi al clima post-tridentino che investì Ferrara e il resto della penisola nel corso del secolo. Molto diffusa anche l'immagine di Cristo Salvatore, ancora nella variante con Vergine e Santi e il tema della natività, seguita dal presepe, dalla raffigurazione di Cristo in croce o con i simboli della Passione. Ancora la rappresentazione della Pietà e dell'Adorazione dei Magi. Abbastanza frequentemente si presentano soggetti quali gli Evangelisti, singoli o in gruppo, gli angeli, spesso a coppie, David e Giuditta.

I quadri di soggetto profano non trovarono molto spazio nelle collezioni, probabilmente ciò dipende dal grado di scolarizzazione dei borghesi, che in molti casi non dovette essere molto inferiore a quello dei nobili, ma certamente non tutti erano alfabetizzati: le fonti stesse riportano che alcuni artigiani e commercianti non erano capaci né di leggere e scrivere né di far di conto e per questo si affidarono a diversi metodi ad esempio per amministrare la propria attività. In ogni caso le frequentazioni per loro furono sicuramente lontani dal mondo dell'epica e del mito; ciononostante al primo posto si registra il tema della sibilla, seguito da amorini, singoli o compagni di Veneri, di cui si mette in luce diverse variazioni: Veneri, Veneri nude, Nascita di Venere. Seguono figure di donne

120Per una trattazione completa di quelli che erano i temi della pitture sacra diffusa a Ferrara si veda: Ghelfi, 2011; Macioce, 2009, pp. 117-170; Paliotto, 2009;

nude non ulteriormente identificate121. Interessante trovare anche nelle case di questo ceto le storie

del poema del Tasso: quelle della terribile maga Armida e l'episodio de combattimento tra l'eroina Clorinda e il paladino Tancredi; segno che la Gerusalemme liberata faceva ormai completamente parte della cultura cittadina.

I ritratti furono una parte considerevole dei quadri che un ferrarese medio aveva in casa. La maggior parte sono descritti semplicemente come ritratti e qui si presuppone fossero ritratti di uomini, dato che nel caso i soggetti ritratti fossero femminili viene sempre specificato. Seguono i ritratti di imperatori, solitamente in serie, rappresentati a piedi o a cavallo. Molti sono i ritratti del membri della famiglie Estense, in particolare il duca, e quelli che ritraggono i membri della propria famiglia. Ancora si registrano ritratti di cardinali e di sé stessi. Compare anche un ritratto del pittore Giovanni Bellini, dell'architetto Guarino Guarini e di due illustri veneziani: il patrizio Mocenigo e il doge Francesco Morosini. Tra le immagini curiose un ritratto del buffone di corte Pietro Gonnella122.

I quadri di genere sono secondi solo a quelli sacri e rappresentano il 24% del totale descritto negli inventari. I temi trattati erano per la quasi totalità paesaggi. Una tale preferenza accordata al tema del paesaggio a Ferrara è da ricondursi alla precoce presenza fiamminga nel territorio grazie ai rapporti che per diversi scopi la corte estense intratteneva123. I duchi Lionello e Francesco d'Este in

particolare apprezzarono l'arte nordica e arricchirono le loro collezioni, acquisendo anche tele rappresentati paesaggi, che ben presto diventarono modelli e pian piano assorbiti nella maniera e nel gusto pittorico locale: l'opera del Garofalo rappresenta un esempio eloquente di questo processo di assimilazione stilistica.

In gran numero sono le composizioni di frutta; le figure in ambiente chiuso o all'aperto; i fiori, in composizioni libere o raccolti in un vaso.

Le figure vengono spesso descritte attraverso caratteristiche della foggia o del vestito. Seguono le tele con animali raffigurati, per lo più cani, uccelli e cavalli; donne in diverse pose e teste. Si segnala un gusto per l'esotico e lo straniero nelle immagini descritte come «di uomo turco, moro o di donne zingare» oltre che altre stranezze come «mostrazzi» la rappresentazione di un lavello in ottone e di una storia definita desueta.

Tra le tele segnalate come antiche il tema più frequente è quello del quadro di genere: paesaggi e «mostrazzi» o altri purtroppo non ulteriormente specificati e descritti.

Le tele con l'intenzione di riprodurre la maniera di un artista o di una scuola rivelano un particolare apprezzamento in territorio ferrarese della scuola veneta e in particolare degli artisti veneziani: in

121Il tema è assai complesso: una ricerca in ambito veneziano evidenzia come quadri con soggetti di donne nude (come le Vergini del Giorgione e del Tiziano) fossero esposte nelle sala di ricevimento, quali salotti, e negli ingressi delle abitazioni di cortigiane. Il motivo di tale scelta di allestimento ancora non è chiaro. Cft. Aikema, 2006.

122Si veda il saggio di Schizzerotto, 2000, pp. 442-456.

parte ciò deriva sicuramente dal modello estense, in particolare dalla collezione messa insieme da Alfonso I; in parte anche dai contatti commerciali che le due città intrattennero nei secoli: alcuni mercanti per facilitare gli scambi e le trattative cambiarono la loro residenza e si trasferirono in laguna, come nel caso di Francesco Pacchieni. Anche tra questo gruppo di quadri i temi più diffusi si riconfermano essere quelli religiosi e i ritratti.

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