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Commento traduttologico

3.5 Il livello della frase: fattori linguistic

3.5.2 Tempi verbal

Per quanto riguarda la scelta dei tempi verbali utilizzati nel metatesto si è tenuto conto della classificazione di Osimo. Egli afferma che, nella lingua italiana, il tempo imperfetto viene utilizzato per esprimere durata, mentre il passato remoto si riferisce a azioni che non hanno relazioni con il presente. I tempi perfettivi (il passato prossimo, il futuro anteriore, il passato remoto e i trapassati) sono collegati a eventi avvenuti una sola volta; mentre i tempi imperfettivi (il presente, l’imperfetto e il futuro semplice)

121 Ivi, p. 29. 122 Ivi, p. 64.

descrivono azioni in svolgimento, o ripetute più volte. In particolare, il passato prossimo e il passato remoto sono utilizzati per descrivere azioni univoche, definite nel tempo.123

Avendo preso in considerazione lo studio di Osimo si è deciso di utilizzare nel metatesto, in maniera predominante, i tempi perfettivi, passato prossimo e passato remoto e il tempo imperfettivo presente.

Per quanto riguarda la prefazione dell’opera, in cui l’autore ricopre anche il ruolo di narratore interno alla vicenda, si è scelto di utilizzare i seguenti tempi verbali: il presente, nella riflessione circa l’esperienza di ricerca di Cheng Qinggang; e il passato prossimo nella rievocazione di alcuni eventi di tale ricerca e di passi connessi alle vicende vissute dalle ex donne di conforto. Trattandosi, infatti, di un servizio fotografico, l’autore ha svolto le ricerche in prima persona e, spesso, non si limita nel descrivere al destinatario le sfide e le fatiche che è stato costretto ad affrontare per portare a termine tale progetto. Con l’intenzione di rendere vive e attuali tali avventure e di farvi partecipare attivamente il lettore, si è deciso di dare al capitolo in analisi l’impronta di un diario di viaggio, attraverso l’utilizzo del tempo presente e del passato prossimo.

Ho cercato nelle città calpestate dagli zoccoli di ferro degli oppressori giapponesi e nei villaggi sperduti. Ancora oggi non so dire che ricerca sia questa, se sia un modo per cancellare dettagli poco noti di una storia ormai passata, o di concentrarsi su un realtà che continua e che non riesce a finire. In questa lunga ricerca, mi rimane nel cuore una sofferenza inspiegabile. […] Quando mi fermo nei luoghi cupi e rovinati delle comfort

women e quando entro negli edifici accuratamente costruiti dai giapponesi, mi sembra di

sentire ancora le urla miserabili di quegli anni… Ripetutamente richiamo alla memoria i ricordi più oscuri e profondi nel cuore.

Inoltre, poiché lo studio in analisi è stato condotto con il fine preciso di voler perpetrare la memoria delle comfort women e di denunciare la negazione della responsabilità legale, ancora oggi sostenuta dal governo giapponese, si è scelto, in queste sezioni, di non utilizzare il passato remoto, che avrebbe comunicato un senso di narrazione di eventi lontani dalla pubblicazione dell’opera, quanto piuttosto è stato preferito l’uso del passato prossimo, tempo che fa riferimento ad azioni che continuano ad avere un’eco e a causare conseguenze nel presente.

Hou Ermao, in bilico tra la vita e la morte per i tormenti, non è comunque riuscita ad abortire. La madre, che non voleva vedere sua figlia morire per la sofferenza, ha chiesto agli abitanti del villaggio di aspettare la nascita del bambino e poi… Gli abitanti si chiedevano come fosse possibile dare alla luce un bastardo. Infine, è stato chiamato un medico perché le desse un potente medicinale che la facesse abortire. Si dice che il bambino, da dentro il grembo materno, abbia lottato per due giorni e due notti. Al terzo giorno, sia il bambino, sia Hou Ermao hanno smesso di combattere. Il bambino è morto dentro la pancia, mentre Hou Ermao è morta sul suo letto.

Per quanto riguarda i capitoli dedicati al racconto delle vicende delle donne di conforto, in cui l’autore abbandona il ruolo di narratore per far emergere la voce diretta delle testimoni, si è deciso di utilizzare il tempo perfettivo passato remoto. Questo tempo, tipicamente usato nelle narrazioni, fornisce al metatesto un senso di distacco dal presente. In questa sezione, infatti, sono riportate vicende avvenute sessant’anni prima la pubblicazione dell’opera in analisi. Inoltre, come analizzato in precedenza, le ex comfort women, nel ruolo di narratrici, non manifestano un palese coinvolgimento emotivo, ma si limitano a narrare i fatti in modo crudo e distaccato, come se si trattasse di esperienze che sono state costrette a vivere ma che non è etico divulgare. Nel prototesto stesso, infatti, l’autore afferma di aver dovuto convincere la maggior parte delle testimoni, vissute nel silenzio per decine di anni, affinché diffondessero la loro esperienza e che solo poche di loro abbiano spontaneamente querelato il governo giapponese e fatto valere i propri diritti in quanto vittime di guerra.

Per esigenze legate alla consecutio temporum, dove necessario, è stato utilizzato il tempo imperfetto, mentre in luogo di analessi è stato utilizzato il tempo trapassato prossimo.

Un giorno dell’aprile del 1943, improvvisamente entrarono in casa quattro soldati giapponesi e tre loro collaboratori. Questi volevano che io andassi in piazza per tenere un discorso, ma io mi rifiutai. Mi condussero quindi fuori, con le braccia legate dietro la schiena. Arrivata all’ingresso del villaggio, vidi che c’erano altre due ragazze che erano state catturate e portate fin lì. […] Io, Ping Zhuangxiang e Liu Erhe fummo legate insieme per evitare che scappassimo.