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Le tentazioni notturne di Jeanne

Il testo segue dall'appendice precedente.

(f. 59) Si avvidero ancora di un'altra invenzione che mi distolse totalmente dal ricordo dei pensieri e sentimenti che Dio mi aveva dato per attirarmi a lui. Poiché la mia volontà non era ancora ben salda nell'intento che avevo preso di cambiare completamente vita, mi lasciavo andare spesso alle vecchie abitudini, e la mia natura unita alla tentazione ebbe il sopravvento sulla ragione e sulla grazia.

La notte di giovedì 24 gennaio ecco cosa mi successe alle due ore dopo la mezzanotte, fui sorpresa da un grande sgomento, avevo percepito nel mio letto una luce piuttosto grande: il mio letto cominciò a tremare con molta violenza cosa che durò circa un'ora: sentii come se una persona si fosse avvicinata a me: mi tirò la mano sinistra che avevo sulle coperte, me la prese e me la baciò: poi la lasciò e si mise a lamentarsi per tre volte: il lamenti furono uditi da tutte le sorelle che dormivano nella stanza: le chiamai pregandole di non alzarsi poiché la stagione era rigida. Poco dopo questi lamenti sentii come se una persona mi avesse poggiato la sua mano sul cuore, e allo stesso tempo intesi una voce che mi domandò se non volevo più avere compassione di lui. Stetti qualche tempo senza poter rispondere: sentivo in me sentimenti che mi portavano a consolare chi mi parlava, senza che io

(f. 60) sapessi cosa voleva da me. Mi disse “Rispondetemi, non voglio farvi del male, desidero solo che voi accettiate quanto vi sarà offerto”. Come mi resi conto che la mia inclinazione alla compassione aumentava, feci uno sforzo di spirito per rispondere a colui che mi parlava: gli dissi: “non accetterò nulla se non per ordine di chi ha la mia obbedienza, che è la Chiesa: se ella me l'ordinasse, lo farei di buon cuore”: mi fu risposto: “non c'è alcun bisogno di consiglio su questo soggetto: non parlatene a nessuno: mi ritiro, ascoltate solamente i sentimento che avrete quest'oggi”.

Vi furono ancora diversi rumori nella mia stanza e dei tremolii del nostro letto. Restai per il resto della notte in una grande tristezza, e lo stesso giorno ebbi il desiderio che la stessa cosa mi si presentasse: ero combattuta su quello che avrei fatto se fosse successo.

La notte successiva verso la mezzanotte mentre ero addormentata fui tirata per la testa: mi svegliai e chiesi chi c'era: mi fu risposto: “Quello che avete desiderato tutta la giornata: voi mi potete contentare senza che nessuno ne abbia conoscenza”. Risposi: “Io voglio contentare Dio e far piacere a lui solo”. Mi diede un colpo sulla spalla destra che mi fece un gran male. Mezz'ora dopo vidi sul mio letto, per mezzo di una luce che era apparsa, un rametto di lauro e uno di rosmarino: in quel momento mi fu detto assai rudemente: “serez cela”: poco tempo appresso entrai in un grande assopimento e con grande preoccupazione: sentivo a tutte le ore, come un animale che (f. 61) corresse sul mio letto e mi toccasse in diverse parti del corpo: questo durò all'incirca un'ora senza che riuscissi a riprendermi dall'assopimento: risvegliatami del tutto, mi accorsi cosa faceva questi giri e mi sembrava intendere la voce di Sant'Agostino che mi diceva “Laubardement mi ha mandato”. Siccome avevo tardato tanto a levarmi <je ne remuasse pas quil ne fut venu autres ce qui avoit esté apporté sur mon lit. Je demandé qui c'etoit qui luy avoit dit:> mi si rispose: ”Sono io, perché ho ben compreso che voi eravate in pena mentre dormivate: sono venuta al vostro letto e avendo visto ciò ne ho dato avviso al S. [Laubardement].” Stetti abbastanza tempo molto tranquilla, e poi intesi camminare nella mia stanza senza molto rumore, e attorno a me mi sembrò di vedere una religiosa velata: stava in piedi dal lato destro del letto su cui ero coricata: mi sembrò di vedere nella cella M. Delaubardement e Padre Surin, i quali tenevano un libro in mano: due

religiose velate stavano vicino al camino dove c'era del fuoco: esse tenevano ciascuna un cero per mano: padre Surin coinciò a fare delle benedizioni su questi due rametti di lauro e rosmarino: M DeLaubardement mi domandò cosa avevo portato loro: gli risposi che non sapevo e non l'avevo visto: disse a padre Surin che pensava che ciò non permetteva

(f. 62) di far nulla se non vi si apportava qualche rimedio e che era d'avviso di farmi prendere quello che mi avevano proposto assieme. Mi domandò se non gli volevo bene: gli risposi che io avrei fatto sempre quello che vuolsi Lassù. Laubardement si ritirò verso la tavola della camera: padre Surin stette appresso al mio letto: mi prese la mano, me la strinse come si fa in certe amicizie particolari: fui un po' stupita, ritirai la mano: M. Delaubardement mi si avvicinò ancora.

Nella pagina si dice che l'apparizione di Surin e DeLaubardement cercano di farle bere qualcosa. Surin le prende la mano stringendola comme pour me marquer quelque amitié particulaire e che Laubardement le sussurra all'orecchio facendo come il gesto di accarezzarle il viso.

(f. 63) Jeanne si rifiuta palesando la sua impressione di essere sotto l'effetto di apparizioni maligne cosa che fa adirare Delaubardement che la minaccia per la sua disobbedienza: Jeanne prega la madonna e la visione scompare fra rumori e tremolii del letto. Per alcuni giorni silenzio poi una sera ritornano i rumori attorno al letto e una voce: Il ne faut plus etre ribelle, le redardement a consentir a ce qui vous a esté proposé nous sera prejudicialle: vous ne ne pouré pas toujor persister dans ces resistances: puisque Dieu vous a assujeti a une nature, vous esté obligeé (sic) a la contenter

(f. 64) Qualche giorno dopo l'apparizione notturna, sulla mezzanotte è presa dall'inquietudine senza motivo e sente tirare il lenzuolo senza però essere scoperta. È girata a sinistra e sente una voce chiederle se ha pensato all'offerta fattale. Lei dice di essere consacrata a Dio e di rifiutare offerte che non hanno nulla a che fare con lui. La voce dice che Dio l'abbandonerà e di riflettere altri 3 giorni. Lei si avvicina al S. Sacramento

(f. 65) Lo spirito le tira il lenzuolo fino a farla cadere a terra. Sente la voce di un uomo che le sussurra parole lascive par me seduire, il me pressoit de luy donner place dans mon lit, il voulut faire un atouchemente deshonneste sur moi, j'appellé des religeuses […]: je sentis des mouvement d'amour, par une certaine personne, et des desirs dereglés des choses deshonnestes.

Più tardi nella notte compare una voce che le ripete che dovrebbe esporre a chi le desidera le sue passioni per farsi accontentare. Jeanne dice che questo dura poco ma che le lascia tristezza e disgusto per il ministére de cette personne. Dice che non aveva perduto quest'avversione per padre Surin e che era in grande ansietà di spirito. Dio da parte sua mi premeva vivamente per mezzo dei rimorsi della mia propria coscienza. Lo stato esteriore in cui stavo portò le autorità a deputare un prelato con dei medici per riconoscere cosa succedeva in me

(f. 66) Jeanne afferma che Surin si avvede dei piccoli cambiamenti in lei, ma non può conoscere i moti della sua anima dato che lei non lo mette al corrente: gli dicevo abbastanza chiaramente i miei peccati, ma mi tenevo estremamente riservata per il resto. I Demoni traevano un vantaggio molto grande dal mio silenzio, tentavano di trattenermi nella durezza di cuore. Facevano quel che potevano per persuadermi che quello che era successo quando Nostro Signore impedì che mi aprissi il fianco per liberarmi della pretesa gravidanza, non veniva da Dio, ma che dovevo considerarla come un'illusione e di stare a riposo senza mettermi in pena di confessarmene. Tutto questo non mi soddisfaceva punto, sentivo sempre nel fondo della mia anima un rimorso.

Per tre mesi non può parlare a Surin: credo non ci sia mai stata persona che abbia tanto resistito a Dio quanto me, che ne fu così vivamente inseguita. Tanto più Jeanne si allontana dalla via della salvezza quanto più la divina bontà la segue con dedizione. Chiude la pagina con un'invocazione al suo Salvatore che la renda resistente al vizio e cera nelle sue mani.

f. 66 del manoscritto autobiografico: Jeanne descrive le tentazioni a cui è sottoposta dal demonio

APPENDICE 4

Documento 24 degli atti del processo a Urbain

Grandier,da

Pièces relatives au procès d'Urbain Grandier