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CAPITOLO II ESPERIENZE ITALIANE DI CONSUMO CRITICO

2.4 TERRA BENE COMUNE

Nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 19 dicembre 2018 venne pubblicato il progetto di legge a iniziativa popolare “Disegno legge delega Commissione Rodotà beni comuni, sociali e sovrani."54.

Nel progetto di legge si propone di trovare un inquadramento giuridico alla categoria di beni comuni, distinta dalle categorie di beni privati e beni pubblici, e definita come la categoria delle “cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio

dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona.” 55

Nel testo si legge: “I beni comuni devono essere tutelati e salvaguardati dall’ordinamento giuridico anche a beneficio delle generazioni future . Titolari di

52 Rete Italiana dei Villaggi Ecologici, (2010). Manifesto Rive. https://ecovillaggi.it/rive/chi- siamo.html

53 Rete Italiana dei Villaggi Ecologici, (2010). Manifesto Rive. https://ecovillaggi.it/rive/chi- siamo.html

54 La Commissione Rodotà è stata istituita dal Ministro della Giustizia del Governo Prodi nel giugno 2007 con il compito di redigere uno schema di disegno di legge delega per la riforma del codice civile sui beni pubblici: con il cambio del Governo il percorso legislativo si è interrotto. V. i documenti della Commissione in Maria Rosaria Marella (a cura di), Oltre il pubblico e il privato. Per un diritto dei beni comuni (con postfazione di S. Rodotà), Ombre corte, Verona 2012, p. 161 ss 55 Disegno legge delega Commissione Rodota' beni comuni, sociali e sovrani. Progetto di legge di iniziativa popolare, Iniziativa annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 19-12-2018

53 beni comuni possono essere persone giuridiche pubbliche o soggetti privati. In ogni caso deve essere garantita la loro fruizione collettiva, nei limiti e secondo le modalità fissati dalla legge . Quando i titolari sono persone giuridiche pubbliche, i beni comuni sono gestiti da soggetti pubblici e sono collocati fuori commercio ; ne è consentita la concessione nei soli casi previsti dalla legge e per una durata limitata, senza possibilità di proroghe. Sono beni comuni, tra gli altri: i fiumi, i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque ; l’aria; i parchi come definiti dalla legge , le foreste e le zone boschive ; le zone montane di alta quota , i ghiacciai e le nevi perenni; i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale ; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici , culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate.” 56

Si vogliono quindi definire i beni comuni come beni di tutti, distinti dai beni pubblici perché non sono di proprietà di alcun ente pubblico, né sono ad esclusivo appannaggio di una collettività o di una comunità. Ciò che caratterizza un bene comune deve essere il diritto di accesso garantito a chiunque, così come chiunque deve avere il dovere di rispettarne l’integrità.

Tra i beni comuni elencati nel disegno di legge redatto dalla Commissione Rodotà non si fa tuttavia riferimento alla terra, quella destinata all’agricoltura e al pascolo di animali domestici e selvatici, coperta da boschi e foreste e comunque da vegetazione, la terra dell’aperta campagna, ma anche la terra degli orti e dei giardini.

Così come si legge nella sentenza del 14 febbraio 2011 n.3665 delle Sezioni Unite della Cassazione, che per la prima volta ha introdotto il concetto di bene comune nel diritto vivente italiano, un bene «è da ritenersi, al di fuori dell'ormai datata

prospettiva del dominium romanistico e della proprietà codicistica, “comune” vale a dire, prescindendo dal titolo di proprietà, strumentalmente collegato alla realizzazione degli interessi di tutti i cittadini». Allo stesso modo la terra,

56 Disegno legge delega Commissione Rodota' beni comuni, sociali e sovrani. Progetto di legge di iniziativa popolare, Iniziativa annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 19-12-2018

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garantendo, ad esempio, il diritto alla salute (art. 32 Cost.) attraverso la genuinità dei prodotti agricoli, il diritto al paesaggio (art. 9), il diritto all’ambiente salubre (art.32) grazie al mantenimento del manto vegetale, il diritto al lavoro (artt. 35 e 44) perché idonea a essere lavorata ed è inoltre elemento fondante della cultura, delle tradizioni e perciò dell’identità delle popolazioni insediate e pertanto richiama la tutela sia delle formazioni sociali sia della cultura (artt. 2 e 9), dovrebbe rientrare all’interno di questa definizione.57

Questa è anche ciò che si auspicano diverse realtà italiane come quelle riunite all’interno della rete Genuino Clandestino e, in particolare, il collettivo Terra bene comune58 dal quale è nata l’esperienza di Mondeggi, una fattoria autogestita nel

comune di Bagno a Ripoli (FI).

Il collettivo, costituito da una rete di produttori biologici, biodinamici certificati e non certificati, professori, architetti, studenti e semplici cittadini, si è costituito attorno all’intento di intraprendere un percorso condiviso di riappropriazione delle terre incolte per restituirle al pubblico, rendendole quindi beni comuni ad uso civico, inalienabili e gestite dalle comunità locali.

Le azioni del collettivo sono volte all’instaurazione di un tipo di economia reale che metta in relazione le comunità locali, con particolare attenzione alle comunità urbane, con il loro territorio agricolo naturale e tradizionale e quindi con l’intento di creare un legame tra produttori agricoli e cittadini che sia fondato sulle pari dignità, sul rispetto reciproco, sulla custodia dell’ambiente e sulla giustizia sociale. Per il collettivo l’accesso alla terra e la possibilità di usarne i frutti devono essere garantiti a tutti, a prescindere dalla disponibilità economica della persona e, allo stesso tempo, va incentivato lo scambio di conoscenze a titolo gratuito tra “vecchi”

57 Graziani, C. A. (2015). Terra bene comune tra interpretazione giuridica e iniziativa politica. Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali, 9-10.

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e “nuovi” contadini, in modo che le pratiche agricole tradizionali incontrino quelle nuove per arricchirsi a vicenda.

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