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6.5 Risultati della sperimentazione

6.5.2 Terreno C

I risultati ottenuti per il Terreno A sono stati confrontati con quelli ottenuti con il terreno C, una bentonite commerciale pura.

Anche in questo caso si è seguita la procedura di prova già illustrata in precedenza (vedi Sezione 6.4).

Prova di permeabilità prima della consolidazione

La Figura 6.21 mostra l’andamento nel tempo del coefficiente di permeabilità calcolato du- rante la fase prova fino al raggiungimento dello stato stazionario. Come si osserva dalla Figura 6.21 il valore del coefficiente di permeabilità si attesta attorno a valori di7·10−6ms−1.

Fase di consolidazione sotto carico costante

Alla fine della prova di permeabilità il sistema di applicazione della pressione neutra viene reimpostato a400kP a, ovvero alla pressione iniziale. Dopo aver atteso un tempo sufficiente affinché le pressioni neutre si assestino al valore imposto dal sistema esterno, vengono chiuse le valvole di drenaggio dell’acqua e viene applicato la sovrappressione di100kP a

agendo sul pistone pneumatico.

Gli andamenti delle pressioni neutre tra catodo (chiuso) e anodo (drenante), nella fase di consolidazione sotto carico, vengono mostrati in Figura 6.22. Tali dati vengono misurati dai trasduttori di pressione collegati alla parte fissa della cella che, dopo essere stati regi- strati e interpretati dal sistema di acquisizione dati, vengono elaborati e restituiti in grafico.

6. Consolidazione indotta dai processi elettrosmotici

0 5 10 15 20 Distanza dal catodo [cm]

300 320 340 360 380 400 420 440 460 480 500 520

Pressione neutra [kPa]

tempo = 0.05 ore tempo = 0.1 ore tempo = 0.2 ore tempo = 0.4 ore tempo = 0.8 ore tempo = 1.6 ore tempo = 3.2 ore tempo = 15 ore tempo = 30 ore tempo = 78 ore

Figura 6.22: Terreno C - Distribuzione delle pressioni neutre all’interno del

provino in fase di consolidazione.

Dall’osservazione della Figura 6.22 si può notare che all’istante di inizio della prova (T=0) la distribuzione della pressione neutra all’interno del provino è pari a500kP a, corrispondente alla somma tra la pressione iniziale (400kP a) e la sovrappresione generata dal sovraccarico del pistone (100kP a). Al trascorrere del tempo di prova, la pressione neutra viene dissipata, prima in corrispondenza della zona di drenaggio e successivamente in tutto il provino.

Alla fine della prova di consolidazione la pressione neutra all’interno del provino si ri- stabilisce ai valori della pressione esterna (400kP a), con un corrispondenze aumento della tensione efficace sul solido.

Le deformazioni assiali del campione, vengono misurate con il trasduttore di spostamen- to e registrate durante la prova dal sistema di acquisizione. Tali deformazioni sono rappre- sentate in Figura 6.23. Si può notare che in questa fase le deformazioni si assestano alla fine della prova a circa il 20% con un abbassamento del provino di circa32mm

La Figura 6.24 visualizza il volume cumulato di fluido in uscita dalla cella nel tempo. Si può notare come alla fine della fase di consolidazione il volume di fluido in uscita dalla cella si assesti attorno a valori di circa25cm3.

Dal volume di fluido in uscita dalla cella è stato inoltre ricavato l’andamento del flus- so idraulico nel tempo, rappresentato in Figura 6.25. Tale flusso, inizialmente pari a 5 · 10−5cm3cm−2s−1decresce fino a valori dell’ordine di5 · 10−6cm3cm−2s−1, al raggiungi-

mento dello stato stazionario.

La fase si consolidazione sotto carico costante si ritiene conclusa quando le pressioni neutre all’interno del provino vengono totalmente dissipate e il flusso in uscita raggiunge valori prossimi allo zero.

6.5 Risultati della sperimentazione 0 20 40 60 80 Tempo [ore] 0 10 20 30 40 Spostamento verticale [mm]

(a) Abbassamento verticale

0 20 40 60 80 Tempo [ore] 0% 5% 10% 15% 20% 25% Deformazione assiale [%] (b) Deformazione

Figura 6.23: Terreno C - Abbassamento della colonna e deformazione

percentuale del provino.

0 20 40 60 80 Tempo [ore] 0 5 10 15 20 25 30 Volume cumulato [cm 3 ]

Figura 6.24: Terreno C - Volume di fluido in uscita dalla colonna in fase di

6. Consolidazione indotta dai processi elettrosmotici 0 20 40 60 80 Tempo [ore] 0 1×10-5 2×10-5 3×10-5 4×10-5 5×10-5 Flusso in uscita [cm 3 cm -2 s -1 ]

Figura 6.25: Terreno C - Flusso di fluido in uscita dalla colonna in fase di

consolidazione nel tempo.

Fase di consolidazione elettrosmotica

Conclusa la fase di consolidazione tradizionale il provino viene sottoposto alla fase di conso- lidazione elettrocinetica, attraverso l’applicazione di un gradiente elettrico tra anodo e catodo. Le condizioni al contorno imposte in precedenza vengono mantenute costanti.

In questa fase vengono misurate, come nella fase di consolidazione tradizionale, le gran- dezze fisiche che caratterizzano il processo. In particolare viene analizzata la variazione della pressione neutra all’interno del provino, la deformazione assiale del provino, in flusso elettrosmotico che attraversa la cella.

In Figura 6.26 vengono riportate le pressioni neutre misurate, tra anodo e catodo, a vari tempi di prova. Si può notare come la configurazione della sperimentazione, ovvero anodo chiuso e catodo aperto, comporti lo sviluppo di pressioni neutre negative in corrispondenza dell’anodo. In particolare in questo caso tali pressioni neutre sono nell’ordine di40kP a.

L’andamento della pressione neutra tra anodo e catodo, raggiunge un andamento ret- tilineo solo nella fase finale della prova, fase in cui lo sviluppo di pressioni negative crea all’interno della cella un flusso idraulico opposto a quello elettrosmotico. La conseguenza è una drastica riduzione del flusso elettrosmotico.

L’applicazione del gradiente di potenziale elettrico al terreno, comporta la generazione di un flusso d’acqua, flusso elettrosmotico. Tale flusso genera una riduzione del contenuto d’ac- qua del terreno e ne causa una consolidazione, a cui corrisponde una riduzione dell’indice dei vuoti.

Per valutare la deformazione del campione, conseguente all’induzione del flusso elet- trosmotico, si è utilizzato un trasduttore di spostamento lineare, che misura gli spostamenti

6.5 Risultati della sperimentazione

0 5 10 15 20 Distanza dal catodo [cm]

340 360 380 400 420

Pressione neutra [kPa]

tempo = 0.05 ore tempo = 0.1 ore tempo = 0.2 ore tempo = 0.4 ore tempo = 0.8 ore tempo = 1.6 ore tempo = 15 ore

Figura 6.26: Terreno C - Distribuzione delle pressioni neutre all’interno del

provino in fase di consolidazione elettrocinetica.

relativi tra il cilindro (fisso) e il pistone (mobile).

In Figura 6.27 viene riportata la deformazione assiale del provino dovuta al trattamen- to elettrosmotico, sia in termini di abbassamento relativo della colonna, sia in termini di deformazione percentuale della stessa. Si può notare come la deformazione percentuale raggiunga valori pari a circa il3.5%con una deformazione massima pari a5.5mm.

I risultati provenienti dal misuratore di volume vengono rappresentati in Figura 6.28. Si può notare che il volume di fluido in uscita dalla cella sia paragonabile a quello che si ha con la consolidazione tradizionale e pari a circa25cm3.

Il flusso elettrosmotico misurato è riportato in Figura 6.29. Si può notare come l’anda-

0 5 10 15 20 25 Tempo [ore] 0 1 2 3 4 5 6 Spostamento verticale [mm]

(a) Abbassamento verticale

0 5 10 15 20 25 Tempo [ore] 0% 1% 2% 3% 4% Deformazione assiale [%] (b) Deformazione

Figura 6.27: Terreno C - Abbassamento della colonna e deformazione

6. Consolidazione indotta dai processi elettrosmotici 0 5 10 15 20 25 Tempo [ore] 0 10 20 30 40 Volume cumulato [cm 3 ]

Figura 6.28: Terreno C - Volume di fluido in uscita dalla colonna in fase di

consolidazione elettrocinetica nel tempo.

mento del flusso elettrosmotico sia in una prima fase crescente fino a raggiungere valori pari a circa2.7 · 10−5cm3cm−2s−1 per poi decrescere nella fase finale fino a valori pari

1 · 10−5cm3cm−2s−1.

Prova di permeabilità a fine consolidazione

Conclusa la fase di consolidazione elettrosmotica, il provino viene sottoposto ad una ulteriore prova di permeabilità al fine di poter valutare l’effettiva riduzione della stessa dopo la fase di consolidazione elettrosmotica.

In Figura 6.30 viene mostrata la prova di permeabilità effettuata. Il valore che il coeffi- ciente di permeabilità raggiunge alla fine della prova è di circa1 · 10−7ms−1.

6.5 Risultati della sperimentazione 0 5 10 15 20 25 Tempo [ore] 0.0 5.0×10-6 1.0×10-5 1.5×10-5 2.0×10-5 2.5×10-5 Flusso in uscita [cm 3 cm -2 s -1 ]

Figura 6.29: Terreno C - Flusso di fluido in uscita dalla colonna in fase di

consolidazione elettrocinetica nel tempo.

0 1 2 3 4 Tempo [ore] 0.0 1.0×10-7 2.0×10-7 3.0×10-7 4.0×10-7 5.0×10-7 6.0×10-7 7.0×10-7 8.0×10-7 9.0×10-7 1.0×10-6 Permeabilità [cm/s]

Figura 6.30: Terreno C - Calcolo del coefficiente di permeabilità del campione

6. Consolidazione indotta dai processi elettrosmotici

6.6

Considerazioni finali

L’obiettivo di questa sperimentazione è stato l’investigazione della variazione della pressio- ne all’interno di un mezzo poroso a bassa permeabilità causata sia dall’applicazione di una pressione statica, che genera all’interno del mezzo un flusso idrodinamico (flusso di con- solidazione), sia dall’applicazione di un campo elettrico, che genera invece sovrappressioni causate dal movimento elettrosmotico dell’acqua (flusso elettrosmotico) nel mezzo poroso.

La sperimentazione descritta è stata condotta per poter sperimentare una situazione di reale condizione di utilizzo della tecnica elettrosmotica in un bacino di decantazione dei sterili di flottazione. In cui la reale applicabilità può avvenire solo in porzioni ristrette del bacino quale, ad esempio, il fondo. La situazione che si è voluta simulare in laboratorio è stata l’applicazione del fenomeno elettrosmotico in uno strato di terreno al di sotto del piano di campagna, con una condizione iniziale di stress imposta dalla colonna di terreno sovrastante.

La sperimentazione ha avuto inoltre l’obiettivo di valutare l’effettiva diminuzione della permeabilità del terreno dopo il trattamento elettrosmotico.

Questa caratteristica, che è stata confermata dai risultati sperimentali, sia per quanto riguarda il Terreno A che per quanto riguarda il Terreno B, potrebbe essere efficacemente sfruttata nella realizzazione di sistemi di impermeabilizzazione in situ, nel fondo dei bacini di raccolta degli sterili di flottazione.

E’ già stato messo in evidenza infatti, che la maggior parte dei bacini di decantazione esistenti non possiede sistemi di impermeabilizzazione di fondo.

La diminuzione della permeabilità, del grado di consolidazione e dell’indice dei vuoti, ottenibili con lo sfruttamento dei processi elettrosmotici implica in generale un miglioramen- to delle caratteristiche geotecniche dei fanghi di flottazione. Questo aspetto può essere efficacemente sfruttato nelle operazioni di consolidamento degli argini.

Per quanto riguarda la sperimentazione condotta sul Terreno A, si è ottenuto una ridu- zione del coefficiente di permeabilità del terreno da0.5 · 10−6ms−1a 1 · 10−8ms−1con

una riduzione di un ordine di grandezza.

Mentre per quanto riguarda il Terreno B, il coefficiente di permeabilità varia da7·10−6ms−1,

prima dell’inizio della prova, a1 · 10−7ms−1alla fine della prova. La riduzione ottenuta è

pari a circa un ordine di grandezza.

I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti e permettono di valutare la possibilità di utilizzo di questa tecnologia al pari di quelle tradizionali.

CAPITOLO

7

Analisi numerica degli effetti dell’applicazione di un campo

elettrico sui moti di falda

In questo capitolo vengono presentati i principali modelli matematici di riferimento per il fenomeno della consolidazione elettrosmotica, ovvero il fenomeno fisico in cui il flusso generato da un gradiente idraulico, si sovrappone al flusso generato dall’applicazione di un gradiente.

Successivamente alla formulazione del modello matematico di riferimento, viene pre- sentata la sua formulazione numerica e lo schema adottato per la sua risoluzione.

7.1

Introduzione

Le simulazioni numeriche sono di grande importanza nell’ingegneria e nella scienza, per- ché offrono soluzioni ai problemi teorici e matematici che descrivono fenomeni fisici anche complessi. Questo è particolarmente vero quando non è possibile trovare soluzioni in for- ma analitica delle equazioni matematiche, come nel caso delle equazioni differenziali alle derivate parziali.

Le simulazioni numeriche possono essere utilizzate per collegare gli sviluppi teorici del fenomeno con i risultati sperimentali ottenuti in laboratorio, oppure per valutare l’influenza di alcuni parametri sul sistema fisico che si intende rappresentare, oppure ancora possono es- sere utilizzati per effettuare test di validità delle formulazioni teoriche sulla base di valutazioni quantitative. Un modello numerico, dopo essere stato testato e validato, può essere utilizza- to per l’analisi e lo sviluppo del progetto di applicazioni reali. Può infine essere utilizzato per lo sviluppo di nuove idee e applicazioni.

La difficoltà di carattere analitico che la descrizione della consolidazione elettrosmotica comporta, sono dovute essenzialmente al carattere transitorio del fenomeno, all’accoppia- mento esistente tra campo elettrico, regime delle pressioni interstiziali e campo di defor-

7.1 Introduzione

mazione, alla non linearità e alla possibile eterogeneità dei materiali costituenti il volume significativo di terreno interessato dall’applicazione. Infine, ulteriori complicazione derivano dalla disposizione geometrica degli elettrodi. Tali complessità possono essere superate, al- meno in parte, mediante il ricorso ai metodi numerici e in particolare al metodo degli elementi finiti.

Applicazioni allo studio della consolidazione elettrocinetica in campo lineare, nelle ipotesi di Terzaghi-Rendulic di disaccoppiamento tra il regime delle pressioni interstiziali e campo di deformazione, sono già state formulate in passato [??].

In questa sede viene affrontato il problema dell’accoppiando fra il regime delle pressioni interstiziali e la distribuzione del campo elettrico, in un mezzo poroso omogeneo ed isotropo. Le difficoltà della modellazione dei processi di flusso elettrosmotico e di flusso idrauli- co accoppiati, sono connesse al numero ed alla complessità dei fenomeni fisici e chimici che vengono coinvolti; tale complessità si riflette sugli strumenti (modelli matematici) che si scelgono per rappresentarla.

Per questo motivo i modelli matematici che sono stati sviluppati in questo campo sono, in genere, idonei a risolvere solo casi semplificati, che considerano solo una parte dei possibili casi. In generale tenere conto di un elevato numero di fenomeni, significa non potersi più accontentare di modelli matematici semplificati.

La complessità dei modelli matematici porta verso la loro risoluzione mediante metodi numerici, che permettono la simulazione quantitativa dei fenomeni in tempi ragionevoli.

L’uso di strumenti numerici deve sempre avvenire col massimo della cautela e con un giusto grado d’esperienza e senza la pretesa di sostituire i metodi della comune pratica ingegneristica ma anzi, di fornire un valido e utile supporto, permettendo di ricostruire ed esaminare una grande mole di scenari possibili.

I metodi numerici consistono, essenzialmente, nel suddividere (discretizzare) il dominio in cui le equazioni sono definite, attraverso un reticolo di calcolo a maglie di dimensione e forma costanti o variabili e nel calcolare, con riferimento ai nodi di detto reticolo per inter- valli di tempo discreti, i valori che ne approssimano l’esatta soluzione. Tra questi quelli che vengono utilizzati nelle applicazioni sono:

• il metodo delle differenze finite;

• il metodo degli elementi finiti;

• il metodo dei volumi finiti;

• il metodo delle caratteristiche.

Per la risoluzione delle equazioni del flusso idrodinamico in un mezzo saturo e del flusso elettrosmotico si è scelto di utilizzare il metodo agli elementi finiti triangolari.

7. Analisi numerica degli effetti dell’applicazione di un campo elettrico sui moti di falda