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LA BASELINE-1: I TEST SULLE FRASI PASSIVE

6.1. TEST DI PRODUZIONE ELICITATA DELLE FRASI PASSIVE

Il test di produzione di frasi passive è un compito di elicitazione elaborato da Verin (2010), in cui si indaga la competenza linguistica del soggetto nelle frasi passive.

Gli stimoli vengono proposti attraverso delle tavole a colori, che mostrano diverse azioni svolte da quattro persone. Lo sperimentatore descrive al soggetto una coppia di foto alla volta e successivamente pone una domanda; questa procedura serve per stimolare l’elicitazione di una risposta contenente una frase passiva. La Fig. 8 fornisce un esempio di stimolo e di risposta target attesa.

Fig. 8: esempio tratto dal test di produzione frasi passive per stimolare il soggetto a produrre frasi passive con by-phrase obbligatoria. Sperimentatore: Nella prima foto Marco insegue Sara; nella seconda la mamma insegue Sara. Cosa succede a Sara nella seconda foto? Soggetto: Sara è/viene inseguita dalla mamma.

Il test è costituito da 36 stimoli totali, suddivisi in 12 con verbi azionali e 12 con verbi non azionali. Si distinguono inoltre gli stimoli sperimentali che mostrano un cambio di agente ed elicitano una by- phrase obbligatoria e quelli che non richiedono la presenza obbligatoria della by-phrase perché l’agente rimane invariato. La Tab. 13 riassume le quattro condizioni sperimentali del test.

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Tipo di frase passiva Esempio di risposta target

con verbo azionale e by-phrase obbligatoria Sara è/viene imboccata dal papà.

con verbo azionale e by-phrase non obbligatoria Sara è/viene imboccata (dal papà). con verbo non azionale e by-phrase obbligatoria Sara è/viene amata dal papà. con verbo non azionale e by-phrase non obbligatoria Sara è/viene amata (dal papà).

Tab. 13: le quattro condizioni sperimentali del test di produzione frasi passive.

I 12 stimoli restanti riguardano delle frasi filler, che servono per distrarre il soggetto dallo scopo del test e per incoraggiarlo; si tratta infatti di domande che elicitano frasi con verbi transitivi attivi e con pazienti inanimati. La prova viene anticipata dalla presentazione dei quattro personaggi nelle foto e dalla familiarizzazione con i verbi del test.

6.1.1.

Codifica delle strategie di risposta

Le strategie di risposta impiegate da Luca in questo test sono state suddivise in corrette e scorrette, così come verranno presentate in Fig. 9.

Le strategie corrette sono:

 Frasi target, con il verbo corrispondente alla domanda dello sperimentatore e i ruoli tematici corretti:

Sara viene annusata da Marco.

 Frasi passive con cambio del verbo, in cui i ruoli tematici sono corretti, ma il verbo non azionale di partenza è stato sostituito con uno azionale:

Il papà viene abbracciato da Sara. (target: Il papà è/viene amato da Sara.)

Le strategie scorrette invece, che si trovano nella colonna destra di Fig. 9, si distinguono tra:  Frasi semplici SVO, in cui i ruoli tematici sono stati attribuiti correttamente e il verbo è lo

stesso della domanda, ma usato alla forma attiva:

Sara lo sta imboccando. (target: Marco è/viene imboccato da Sara.)

 Frasi semplici SVO in cui i ruoli tematici sono stati invertiti e il verbo è lo stesso della domanda, ma usato alla forma attiva:

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 Frasi semplici SVO con cambio del verbo, in cui i ruoli tematici sono stati attribuiti correttamente, ma il verbo non azionale di partenza è stato sostituito con uno azionale: Il papà sta parlando a Marco. (target: Il papà è/viene sentito da Marco.)

 Altro, quando le risposte sono agrammaticali o non viene rispettata la struttura lessicale del verbo; ci si riferisce in particolare all’impiego del verbo calciare come fosse un verbo transitivo, forma che nella lingua italiana è consentita solo per gli oggetti inanimati (es. Il giocatore calcia la palla.):

Sara viene calciata dalla mamma. (target: Sara è/viene presa a calci dalla mamma.).

6.1.2.

Analisi dei risultati

La performance di questo test viene riportata in Fig. 9: l’istogramma mostra due barre, una per le strategie corrette e una per le scorrette (l’elenco completo delle produzioni di questo test si può trovare in Appendice 5A).

Fig. 9: performance di Luca nel test di produzione di frasi passive.

corrette scorrette

altro 8%

SVO con cambio verbo 17%

SVO - ruoli invertiti 8%

SVO - ruoli corretti 4%

passiva con cambio verbo 17%

target 46% 46% 17% 4% 8% 17% 8% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

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La barra delle strategie corrette supera di poco il 60%, di cui il 46% è costituito da risposte target mentre il restante 17% indica la produzione di frasi passive con cambio del verbo (Viene abbracciato da Sara anziché Viene amato da Sara).

La colonna delle strategie scorrette mostra tutte le occorrenze in cui Luca non ha prodotto una frase passiva oppure ha prodotto una frase passiva non accettabile. La strategia più utilizzata è stata quella di produrre frasi semplici con ordine SVO; infatti se si sommano le percentuali di frasi SVO con cambio del verbo (17%; Sara sta parlando a Marco anziché Sara viene sentita da Marco), SVO con ruoli tematici corretti (4%; Sara lo sta imboccando anziché Viene imboccato da Sara) e SVO con ruoli tematici invertiti (8%; Marco sente il papà anziché Marco viene sentito dal papà), si arriva al 29% del totale. La presenza di quasi un terzo delle risposte sotto forma di frasi semplici con ordine SVO è un chiaro indice di difficoltà nella produzione di frasi passive.

Il restante 8% indica l’insieme degli altri errori commessi, come per esempio l’uso non appropriato del verbo calciare all’interno della frase passiva Sara viene calciata dalla mamma.

Tra i verbi non azionali, il più difficoltoso risulta sentire. Tutte e quattro le occorrenze di questo verbo sono state trasformate in frasi SVO, di cui una senza cambio verbo, ma con ruoli tematici invertiti (Marco sente il papà, anziché Marco viene sentito dal papà) e tre con l’uso del verbo azionale parlare, usato al tempo presente semplice o alla forma progressiva (Il papà sta parlando a Marco anziché Viene sentito da Marco). Con gli altri tre verbi non azionali, ovvero amare, vedere e annusare, il quadro è meno critico: Luca ha prodotto una sola frase SVO con cambio del verbo, nella quale vedere è diventato sta guardando (Sta guardando Sara anziché Viene visto da Sara), mentre le altre occorrenze si dividono tra frasi passive target (3 occorrenze) e frasi passive con cambio del verbo (4 occorrenze).

Il gruppo di controllo selezionato per questo test proviene da Simonato (2018) e comprende 4 bambini a sviluppo tipico dai 9;4 ai 9;11 anni (età media 9;5 anni); si tratta perciò di soggetti più giovani di circa tre anni rispetto a Luca.

Passive corrette

prodotte N Luca % N GC %

sul totale di stimoli 15/24 63 87/96 91

di cui

azionali 8/15 53 50/87 57

non azionali 3/15 20 35/87 40

cambio verbo 4/15 27 2/87 2

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La tabella 14 qui sopra mostra le occorrenze e le percentuali di frasi passive corrette prodotte da Luca, confrontate con il GC.

Le frasi passive corrette prodotte da Luca corrispondono al 63% della colonna di sinistra in Fig. 9 (perciò sono state escluse le frasi passive non accettabili riferite alla categoria “altro”). Il GC produce invece il 91% di frasi passive corrette, nonostante abbia mediamente 3 anni in meno di Luca, sottolineando una disparità tra le due performance.

Analizzando la suddivisione delle frasi passive corrette nelle tipologie di verbi azionali, non azionali e di cambio verbo, si considera che le percentuali sono calcolate rispetto al totale di frasi passive corrette prodotte. Luca ha prodotto il 53% di frasi passive corrette utilizzando i verbi azionali, percentuale di correttezza che si abbassa al 20% con i verbi non azionali; ciò conferma la maggiore semplicità di utilizzo dei verbi azionali nella formazione di frasi passive. Anche nel GC si osserva l’asimmetria tra le due percentuali, anche se il divario tra i due tipi di verbi è meno accentuato (rispettivamente 57% contro 40%).

Si noti la similitudine tra le percentuali delle frasi passive con verbi azionali prodotte da Luca e dal GC (53% e 57%); perciò l’elemento che distingue i due gruppi è dato soprattutto dalle percentuali dei verbi non azionali prodotti correttamente, che risulta del 40% nel GC e del 20% per Luca. Un’altra differenza marcata è costituita dalle frasi corrette in cui il verbo non azionale è stato sostituito con uno azionale: 27% di Luca contro solo il 2% del GC. L’uso di questa strategia significa che Luca sente il bisogno di cambiare tipo di verbo per semplificare la struttura della frase di output, mentre il GC non mostra questa esigenza.

Tra le frasi passive corrette prodotte da Luca si è analizzato l’utilizzo dei verbi ausiliari, come mostrato in Tab. 15.

Ausiliari

prodotti N Luca % N GC %

essere - 0 12/87 14

venire 15/15 100 75/87 86

Tab. 15: analisi degli ausiliari impiegati nella produzione di frasi passive, confrontati con il GC.

Luca mostra di utilizzare esclusivamente l’ausiliare venire, perciò emerge il dubbio che Luca non sappia come gestire la formazione di frasi passive con ausiliare essere. Il successivo test di comprensione di frasi passive servirà per verificare se le difficoltà con le frasi passive con ausiliare essere sono circoscritte alla produzione o se coinvolgono anche la comprensione. Anche il GC mostra

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una preferenza, seppur meno radicale, per il verbo ausiliare venire (86%) e un uso ridotto dell’ausiliare essere (14%).

Un ultimo commento riguarda l’uso corretto delle by-phrase: Luca le produce in ogni frase passiva pronunciata, anche quando la loro presenza era facoltativa. Le occorrenze d’uso sono alte anche per il GC: le frasi passive prodotte senza by-phrase corrispondono al 6% del totale (Simonato, 2018: 88) e sono state impiegate nel modo corretto, in quanto rientrano tra le frasi in cui la by-phrase non era obbligatoria.