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Test sui riduttori di portata

Il limitatore di portata rappresenta sicuramente una delle componenti idrauliche di maggior inte- resse nei gruppi di consegna in esame, caratterizzandone anche la forma delle relative curve caratteristi- che.

Per tale ragione si è ritenuto necessario, in accordo con le richieste del committente, verificare la durezza degli elastomeri7 dei riduttori in esame.

È ovvio che questa verifica ha interessato tutti i gruppi aventi riduttore di portata interflangia con elastomero modulante; per questo motivo, nelle tabelle seguenti, non sono riportati i dati delle apparec- chiature dell’IDROVERA S.r.l..

Inoltre, per i gruppi di consegna della NICOTRA e della HYDRO SYSTEMS, è stato possibile verificare anche le dimensioni del diffusore in PVC per recupero pressione ed anticavitazionale.

Per l’AC.MO e per la SIGMA – MADDALENA, tale verifica non è stata effettuata per le notevoli difficoltà incorse nello smontaggio del riduttore, dovute alla diversa conformazione del riduttore stesso.

La verifica della lunghezza del diffusore in PVC trova la sua spiegazione idraulica nel fatto che esso rappresenta una luce con tubo addizionale esterno o luce di Venturi.

Il tubo, come facilmente desumibile dalla letteratura tecnica (vedi cap. 11 Foronomia del libro “IDRAULICA” di Citrini – Noseda), dovrà essere lungo a sufficienza affinché la vena effluente, dopo aver attraversato la sezione contratta, riesca a riattaccarsi alla parete in modo che l’efflusso dalla sezione terminale avvenga a “bocca piena”; ma alla stessa maniera non deve essere tanto lungo che le perdite di carico continue possano acquistare qualche importanza: “quando la lunghezza sia di un paio di diametri si può ritenere che entrambe le condizioni ora dette risultino soddisfatte” (par. 11.1 “IDRAULICA” di Citrini - Noseda).

Per effettuare tale verifica si è misurato il diametro interno del diffusore e la sua lunghezza. Tale verifica è stata effettuata sia sui riduttori dei gruppi aventi Qn = 5 l*s-1sia su quelli aventi Qn = 10 l*s-1.

H monte H valle Q vasca Q tessera1 Q contatore Scarto Errore

(m) (m) (m) (l*s-1) (l*s-1) (l*s-1) (%) (%) 25,75 22,60 3,15 6,86 - 6,67 37,19 -2,81 30,85 22,60 8,25 7,28 - 7,29 45,53 0,21 35,94 22,60 13,34 7,36 - 7,92 47,28 7,50 42,06 22,60 19,46 7,28 - 7,08 45,53 -2,65 47,16 22,60 24,56 7,44 - 7,50 48,82 0,80 52,26 22,60 29,66 7,32 - 7,50 46,40 2,46 57,35 22,60 34,75 7,50 - 7,50 49,91 0,06 62,45 22,60 39,85 7,31 - 7,50 46,18 2,61 67,55 22,60 65,34 7,36 - 7,50 47,28 1,85 72,65 22,60 70,44 7,25 - 7,29 45,09 0,51 77,74 22,60 75,53 7,12 - 6,67 42,46 -6,40 1

Gettone di prelievo non dotato di display

7 Con il generico termine di elastomero si indicano le sostanze naturali o sintetiche che hanno le proprietà tipiche del caucciù (o gomma naturale), la più evidente delle quali è la capacità di subire grosse deformazioni elastiche, cioè di poter essere allungati diverse volte rias- sumendo la propria dimensione una volta ricreata una situazione di riposo.

Le verifiche hanno dato esito positivo, come si evince dalla seguente tabella8.

Tab. 1.56 - Verifica dei diffusori in PVC

La verifica della durezza9dell’elastomero, è stata effettuata su entrambe le facce di questo. Inoltre

nelle tabelle si riporta la media, il minimo ed il massimo dei valori rilevati. Le prove sono state effettuate con un durometro digitale.

Il durometro è uno strumento di misura destinato alla misurazione della durezza dei materiali. Esistono molti tipi di durometri, ognuno destinato ad una specifica applicazione e dotato di una propria scala di misura.

Per misurare la durezza di un materiale, il durometro effettua su di esso una penetrazione, lascian- do sul punto testato un’impronta (detta testimone).

La prova può essere definita un test non distruttivo, in quanto l’oggetto mantiene, in genere, la propria integrità e funzionalità. Il durometro lascia comunque un impronta, pertanto va usato, o in aree dove il testimone non dia fastidio, oppure su appositi provini realizzati con lo stesso materiale da testare.

È importante notare che la prova non può essere ripetuta nella stessa posizione; infatti la superfi- cie in prossimità di un testimone viene geometricamente e strutturalmente modificata e la ripetizione della prova comporterebbe gravi errori di misura.

Il principio di funzionamento dei durometri è pressoché identico per le diverse tipologie: una punta (detta penetratore) di forma varia, viene spinta con una forza nota contro il materiale da testare; a seconda della durezza del materiale e inversamente proporzionale ad essa, questo penetrerà per una certa profondità. Misurando la profondità di penetrazione o la dimensione dell’impronta si ha l’indicazione della durezza del materiale.

Con lo sviluppo dell’ingegneria metallurgica, è nata subito la necessità di verificare oggettivamen- te la durezza delle leghe. I primi ingegneri studiarono indipendentemente metodologie e realizzarono i relativi strumenti. Le metodologie, sebbene pratiche e funzionali, non furono però standardizzate e non ci si curò di legare le scale ai sistemi metrologici di riferimento. La conseguenza fu che si moltiplicarono le scale ingegneristiche, legate alla metodologia di prova e alla strumentazione usata.

Solo recentemente, gli organismi internazionali hanno lavorato alla standardizzazione degli stru- menti, delle scale e creato un legame oggettivo tra le scale di durezza e il Sistema Internazionale di Misura.

La scala utilizzata per le misure in oggetto è quella Shore.

La scala Shore è pensata per testare la durezza degli elastomeri o dei plastomeri (esempio gomma o plastica). Il penetratore esercita relativamente poca forza, in quanto basta poco per ottenere una pene- trazione rilevabile. Il valore di durezza è inversamente proporzionale alla profondità di penetrazione.

I durometri vengono forniti con dei provini campione, di materiale a durezza nota, su cui periodi- camente è possibile verificare la funzionalità dello strumento controllando che la sua lettura sia pari (o

NICOTRA/CMC Dimbocco [mm] Dsbocco [mm] L[mm] L > 2 Dimbocco

Qn = 5 l/s 19,00 43,00 74,00 ok

Qn = 10 l/s 32,00 50,00 106,00 ok

8 Come diametro interno per la verifica si è preso quello della sezione di imbocco del diffusore, avendo quest’ultimo una sezione interna variabile a tronco di cono.

9 La durezza è un valore numerico che indica le caratteristiche di deformabilità plastica di un materiale. È definita come la resistenza alla deformazione permanente. Le prove di durezza determinano la resistenza offerta da un materiale a lasciarsi penetrare da un altro (pene- tratore).

prossima) alla durezza nominale del provino.

Bisogna inoltre precisare che gli elastomeri del gruppo AC.MO, nonché quello del gruppo di con- segna della SIGMA – MADDALENA, hanno un’anima metallica.

Tab. 1.57 - Verifica durezza elastomero NICOTRA Qn = 10 l*s-1

Tab. 1.58 - Verifica durezza elastomero NICOTRA Qn = 5 l*s-1

Tab. 1.59 - Verifica durezza elastomero Hydro Systems Qn = 10 l*s-1

Tab. 1.60 - Verifica durezza elastomero Hydro Systems Qn = 5 l*s-1

Qn = 10 l*s-1 Monte Valle riduttore 1 49,58 45,33 riduttore 2 50,50 43,70 riduttore 3 51,30 42,85 riduttore 4 48,83 48,53 massimo 51,30 48,53 minimo 48,83 42,85 media 50,05 45,10 Qn = 5 l*s-1 Monte Valle riduttore 1 52,28 54,50 riduttore 2 52,88 51,80 riduttore 3 53,18 51,85 riduttore 4 55,13 52,68 massimo 55,13 54,50 minimo 52,28 51,80 media 53,36 52,71 Qn = 10 l*s-1 Monte Valle riduttore 1 52,05 47,80 riduttore 2 54,43 55,33 riduttore 3 51,63 51,88 riduttore 4 51,88 52,23 massimo 54,43 55,33 minimo 51,63 47,80 media 52,49 51,81 Qn = 5 l*s-1 Monte Valle riduttore 1 52,95 50,73 riduttore 2 50,23 50,23 riduttore 3 51,00 48,35 riduttore 4 51,83 48,60 massimo 52,95 50,73 minimo 50,23 48,35 media 51,50 49,48

Tab. 1.61 - Verifica durezza elastomero AC.MO Qn = 10 l*s-1

Tab. 1.62 - Verifica durezza elastomero SIGMA Qn = 10 l*s-1

Tab. 1.63 - Verifica durezza elastomero SIGMA Qn = 5 l*s-1