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- Presentazione, di Luciana Bellatalla 113

- Saluti, di Francesca Pulvirenti 115

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- A proposito di The History Manifesto. Divagazioni sulla storia

dell’educazione, di Luciana Bellatalla 117

- Discutendo di storiografia dell’educazione alla luce

dell’History Manifesto, di Carmen Betti 133

- Come tutelare la storia dell’educazione, di Angela Giallongo 147

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- La ricerca storica in educazione tra passato e futuro, di Livia

SPES – Rivista della Società di Politica, Educazione e Storia, Suppl. di “Ricerche Pedagogiche”

ISSN 1971-5706 (print) – ISSN 2611-2213 (online) Anno XI, n. 7, Gennaio – Giugno 2018, pp. 113-114

Presentazione

Luciana Bellatalla

Il 15 gennaio del 2018 un gruppo di storici dell’educazione si è riu- nito a Catania per discutere del significato e dell’influenza che il pam- phlet di David Armitage e Jo Guldi che, sotto il titolo The History

Manifesto, chiama all’appello ed alla mobilitazione gli storici di tutti i

Paesi occidentali per contrastare la deriva del presentismo e dello

short-termism sul futuro della ricerca storiografica, per il particolare

ambito della storia della pedagogia e dell’educazione.

Ha fatto gli onori di casa Antonella Criscenti, che, fin dalla pubbli- cazione on-line del testo di Armitage e della sua collega Guldi, si è fatta promotrice della sua diffusione tra gli storici dell’educazione ita- liana e che ha radunato intorno a sé un gruppo di giovani studiosi per svolgere un’analisi ed una revisione accurata di questo lavoro.

Dalla collaborazione di questo team è uscito un volume collabora- tivo, curato dalla stessa Criscenti e pubblicato nel 2016 dalle edizioni della Fondazione Nazionale “Vito Fazio-Allmayer”, a Palermo, dal ti- tolo A proposito dell’History Manifesto. Nuove tendenze per la ricer-

ca storico-educativa.

L’incontro di Catania ha preso spunto dalla pubblicazione di questo libro per offrire una variegata serie di interventi che hanno affrontato l’argomento ora dal punto di vista della storia dell’educazione, ora dal punto di vista della Pedagogia generale.

Accanto agli autori del saggio collaborativo (Antonia Criscenti, Dario De Salvo, Stefano Lentini e Livia Romano) ed accanto a chi, a vario titolo, è stato impegnato per la buona riuscita o del saggio o del- la giornata seminariale (come Francesca Pulvirenti, presidente ono- raria dell’As.Pe.i, Daniela Vetri, presidente della sezione catanese del- la medesima associazione, ed Elena Mignosi, presidente della Fon- dazione “Vito Fazio Allmayer”) e dinanzi ad un attento pubblico di colleghi, studenti e dottorandi, ha riunito studiosi provenienti da tutta

Italia. Li cito in ordine alfabetico: Carmen Betti, già segretaria ed oggi socia onoraria del CIRSE, Angela Giallongo, professore ordinario di Storia della Pedagogia all’Università di Urbino. Tiziana Pironi, attuale presidente del CIRSE, Caterina Sindoni, Letterio Todaro e chi scrive che, a sua volta ha ricoperto in passato la carica di segretario del CIR- SE e ora ne è socio onorario.

Dal numero degli interventi e dalla ricchezza delle prospettive è fa- cile comprendere quanto l’incontro catanese sia stato non solo interes- sante e utile per chi si occupa di ricerca storico-educativa, ma anche suggestivo di linee di indagine per il futuro e sollecitatore di rifles- sioni.

La SPES, in quanto società che cerca di coniugare interessi storici e interessi politico-educativi, non poteva assistere indifferente a questo dibattito: il primo richiamo proviene certamente dallo stesso saggio da cui l’incontro prende le mosse e che dovrebbe essere stato ed essere oggetto di crescente ed aperta attenzione da parte di chi ha scelto l’ambito d’indagine che ha nella storia il suo fulcro; il secondo motivo di richiamo sta nel numero stesso degli interventi e nella varietà di prospettive, su cui ho peraltro già insistito.

Per questo la rivista della nostra associazione ha deciso di acco- gliere con piacere e con la convinzione di offrire ai suoi lettori una si- gnificativa “primizia”, in un dossier ad hoc, una parte degli interventi presentati a Catania. Anzi, ha deciso, in ragione dell’ampiezza dei contributi, di riservare ai rimanenti interventi un secondo analogo dos- sier. L’argomento lo merita perché è tempo di tornare a riflettere sul metodo e l’orizzonte di senso della ricerca storico-educativa così come il manifesto dei due storici americani merita di essere letto nella sua completezza: forse non su tutto i due studiosi hanno ragione da ven- dere, ma hanno pur sempre il merito (non trascurabile) di aver agitato acque da troppo tempo così tranquille da impedire di vedere le insidie che l’attuale ricerca storiografica sta correndo.

SPES – Rivista della Società di Politica, Educazione e Storia, Suppl. di “Ricerche Pedagogiche”

ISSN 1971-5706 (print) – ISSN 2611-2213 (online) Anno XI, n. 7, Gennaio – Giugno 2018, pp. 115-116

Saluti

Francesca Pulvirenti Presidente Onorario As.Pe.I. Catania

Un cordiale buon giorno a tutte e a tutti e un particolare ringrazia- mento alla collega e amica Antonella Criscenti per avermi invitata, in qualità di Presidente onoraria dell’AsPeI, sezione di Catania, a porge- re i saluti ai partecipanti di questa interessante giornata di studi, che vede qui riuniti molti insigni studiosi provenienti da diverse città ita- liane.

Ho ascoltato con molto interesse la collega e condivido pienamente quanto da Lei detto.

Permettetemi solo di aggiungere qualche breve riflessione.

Il tema della giornata La storiografia pedagogica contemporanea

in Italia, è, senza dubbio, un tema macro e micro allo stesso tempo in

quanto col suo invito, a livello macro, a riflettere sulla narrazione del- la propria memoria storica, non può che invitare a riflettere, a livello

micro, sulla narrazione della propria storia personale. Parlando di nar-

razione è chiaro il riferimento a Bruner, psicologo cognitivista. Ci ricorda Bruner che la narrazione è il primo dispositivo conosci- tivo ed ermeneutico di cui l’uomo, in quanto soggetto socio-cultu- ralmente situato, fa uso nella sua esistenza di vita.

Le esperienze umane, non rielaborate attraverso il pensiero narrati- vo, non producono, infatti, conoscenza funzionale al vivere in un con- testo socio-culturale, ma rimangono accadimenti ed eventi opachi, as- solutamente non comprensibili all’interno di un universo di discorso e di senso. E ciò per un duplice motivo:

- non sono interpretabili in riferimento agli stati intenzionali dei loro protagonisti,

- non sono collocabili all’interno di un continuum, che le renda par- te viva e vitale di una storia (personale o collettiva che sia).

Suddette esperienze restano quindi accadimenti ed eventi senza re- lazioni, privi di senso e di qualsivoglia significato sul piano culturale, personale, sociale e, di conseguenza, sono ineluttabilmente destinate all’oblio.

È la narrazione che genera forme di conoscenza che rispondono a richieste di chiarificazioni di senso e di significato in merito ad acca- dimenti, esperienze ed eventi, intesi come fenomeni su cui si esercita un processo ermeneutico.

Narrare e narrarsi significa infatti formare e formarsi; mettere dei confini e nello stesso tempo superarli; stabilire una continuità, non come nesso univoco di causa-effetto, bensì come possibilità di ricono- scere il filo che ci lega al passato e ci permette di progettare il futuro.

E ben vengono allora, proprio oggi, in cui, come ha ben evidenziato la Vetri, si tende a rimanere ancorati al presente, giornate di studio come questa odierna che ci offrono, insieme ad un stimolante dibattito su La storiografia pedagogica contemporanea in Italia, fra microsto-

ria e longue durée, la presentazione di un interessante volume a cura

di Antonia Criscenti sulle Nuove tendenze per la ricerca storico-

educativa.

Un volume, permettetemi di dire, che, parafrasando Alain Berthoz, fisiologo della percezione, definirei semplesso, in quanto affronta una tematica complessa con intelligenza, eleganza e sobrietà.

I miei più sinceri complimenti ai quattro autori: proff. Antonia Cri- scenti, Dario De Salvo, Stefano Lentini, Livia Romano.

SPES – Rivista della Società di Politica, Educazione e Storia, Suppl. di “Ricerche Pedagogiche”

ISSN 1971-5706 (print) – ISSN 2611-2213 (online) Anno XI, n. 7, Gennaio – Giugno 2018, pp. 117-131

A proposito di The History Manifesto