2.2. Nucleo 2: il ruolo dell'insegnante
2.2.2. Tipi di intelligenza e stili d'apprendimento
Come osservato in precedenza, un insegnante qualificato dovrebbe possedere delle buone competenze didattiche e disciplinari, ma soprattutto saperle modellare in maniera creativa al contesto classe e al singolo individuo. In un volume che affronta il problema delle differenze di profitto in classe, Caon si sofferma sui fattori personali e sociali che condizionano l'apprendimento linguistico (Caon, 2008a). Riprendendo le teorie di Balboni, Gardner e Pallotti (Balboni, 2006, Gardner, 1985, 1987, Pallotti, 1998) l'autore riassume i principali studi sviluppatisi in glottodidattica sui tipi di intelligenza, gli stili di apprendimento e i tratti della personalità dello studente in relazione alla sua autonomia.
dinamico che dipende dalla natura e dall'apporto di ogni persona che lo compone e che agisce in esso, la CAD [Classe ad Abilità Differenziate] si presenta come come un sistema aperto nel quale il parametro della “differenza”, che si può registrare in più aspetti e su più livelli, è la chiave di lettura per la gestione efficace dell'apprendimento linguistico. (Caon, 2008a:XII)
Oggetto di discussione nella letteratura specializzata dagli anni Ottanta in poi, il concetto di intelligenza è stato proposto non più come monolitico, bensì di natura composita e articolata in diverse intelligenze, localizzate in parti differenti del cervello. Gardner individua otto macro-gruppi intellettivi ciascuno dei quali “è un insieme di strategie cognitive per comprendere la realtà e risolvere i problemi che essa pone” (Balboni, 2006b:47). Ogni individuo possiede questi tipi ma è diversa la loro combinazione e la loro dominanza a seconda della persona stessa, del suo patrimonio biologico o delle particolari esperienze di sviluppo vissute (Cornoldi, 1999), dell'ambiente e della cultura di appartenenza. Di seguito sono esposte secondo il riassunto di Caon:
a. intelligenza linguistica e logico matematica riguardano l'una “l'abilità di usare il linguaggio per esprimere cosa c'è dentro la mente e per capire le altre persone”, ovvero permette di cogliere le sfumature del significato, la dimensione semantica e di scegliere le parole adatte; l'altra “la capacità di elaborare ragionamenti complessi e articolati” (Caon, 2008a:7) è più indirizzata all'aspetto logico del linguaggio, alla morfosintassi;
b. intelligenza musicale, “la capacità di pensare in musica” (Caon, 2008b:8) tipica di chi suona o canta e non riesce a fare a meno della musica, per parafrasare le parole di Gardner;
c. intelligenza spaziale che riguarda la capacità di riadattare gli spazi e gli oggetti alle proprie esigenze per rappresentare al meglio le idee;
d. intelligenza corporea o cinestesica riguarda quel tipo di intelligenza per la quale il contatto fisico, il movimento, l'interazione fra la mente e il corpo è essenziale;
e. intelligenza personale ovvero la capacità di comprensione di se stessi, di autovalutarsi e sapere che cosa e come si vuole fare (intrapersonale) e l'abilità di rapportarsi con gli altri e di intuire le altrui esigenze o motivazioni per raggiungere i propri obiettivi (interpersonale);
f. intelligenza naturalistica che sviluppa le capacità di classificazioni interne al regno animale e vegetale. Abilità di classificazioni che secondo Gardner possono essere estese allo studio delle lingue e delle famiglie linguistiche che hanno caratteristiche simili.
Gli stili cognitivi, definiti da Cornoldi come “modalità prevalente di elaborazione delle informazioni, generalizzabile a compiti diversi, di natura cognitiva ma anche emotiva e sociale” (Cornoldi, De Beni, 1993), riguardano piuttosto il modo di affrontare un compito. La classificazione in letteratura ha prodotto diversi elenchi. Di seguito si fa riferimento a Caon (Caon, 2008a):
a. stile olistico o globale e stile analitico. Ogni individuo formula e classifica ipotesi secondo differenti modalità. Le persone che tendono ad affrontare un compito in modo analitico preferiscono affrontarlo in piccole unità indipendenti. Al contrario un approccio globale o olistico è quello della persona che predilige l'insieme, la struttura generale (Pallotti, 1998);
b. stile sistematico e intuitivo. La contrapposizione fra questi due stili prevede da una parte una persona a cui piace pianificare, organizzare e seguire con ordine le fasi decise in precedenza, rimanendo dentro il compito assegnato, dall'altra una persona che preferisce stimoli più intensi e complessi e che si regola e si corregge nelle varie fasi di realizzazione, andando oltre il compito
assegnato (Mariani, 2000);
c. stile impulsivo e stile riflessivo. Mentre da una parte un individuo riflessivo prende in considerazione molte opzioni possibili e le elabora con tempistiche lunghe, basandosi su dati oggettivi, dimostrando ansia e meno tolleranza al rischio, viceversa un individuo impulsivo preferisce risposte immediate, decide in base alle sensazioni e alle informazioni essenziali, è più soggettivo, rischia di più (Mariani, 2000);
d. stile indipendente e dipendente dal campo. Le teorie che si sono sviluppate intorno a questo stile cognitivo (in particolare si faccia riferimento a Witkin et alt, 1976) si basano sulla preferenza di certi individui ad elaborare le informazioni tenendo conto dei fattori contestuali e altri che preferiscono l'elaborazione analitica di elementi estrapolati dal contesto (Pallotti, 1998);
e. stile astratto, concreto e sequenziale, casuale. Caon usa il modello di Gregorc elaborato nel 1982 che spiega che le differenze fra i soggetti si manifestano nei canali attraverso cui la mente percepisce e organizza le informazioni in modo più efficace (Gregorc, 1982). Pensato su due assi intersecanti, tale modello propone di attribuire all'asse della sequenzialità e della casualità la percezione che l'individuo ha delle informazioni, sull'asse di astrattezza e concretezza la modalità di elaborazione delle stesse. In altre parole a livello percettivo “i soggetti concreti si focalizzano sulla realtà fisica delle informazioni attraverso i sensi, mentre quelli astratti percepiscono le informazioni attraverso il ragionamento e l'intuizione” (Caon, 2008a). A livello elaborativo, la sequenzialità è prediletta da chi immagazzina le informazioni in modo lineare e ordinato, al contrario la casualità è tipica di chi organizza le informazioni secondo un ordine ipertestuale, apparentemente caotico.
I principali tratti della personalità riguardano invece le caratteristiche dell'individuo che concorrono a instaurare gli aspetti relazionali e interpersonali. Egli può essere più introverso o estroverso, più cooperativo o più competitivo per riportare solo un paio di esempi (per approfondimenti Willing, 1988). Su questo argomento, come ricorda Caon nel volume fin qui preso come riferimento per questo paragrafo, le ricerche in merito (Skehan, 1989) non sono ancora state approfondite a tal punto da dimostrare con dati veridici le riflessioni sull'interazione dei diversi tratti personali.
Tornando all'indagine, queste riflessioni sono importanti anche dal punto di vista motivazionale se si tiene in considerazione che la classe non è un gruppo omogeneo e non è composto da un solo tipo di persona. In ambito glottodidattico, osservare queste differenze, calibrare e differenziare le attività (task) sulle caratteristiche di ognuno, adattare l'input e le unità di apprendimento, tenere in considerazione le peculiarità caratteriali del discente, significa non privilegiare alcune combinazioni e non danneggiarne altre (Balboni, 2006b).
L'insegnante qualificato dovrebbe cogliere le peculiarità di ogni alunno sia in relazione alla materia di studio, sia in relazione all'ambiente esterno. Osservare se l'alunno ha caratteristiche olistiche o analitiche, è tollerante o intollerante nei confronti dell'ambiguità, introverso o estroverso oppure se è più cooperativo o competitivo, permette di organizzare il lavoro in maniera rispettosa della pluralità, allo scopo di favorire il percorso del singolo individuo.