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Tipi nozionali, tipi sintattici e tipi semantici di gerundio

Nel documento con i bambini della scuola primaria (pagine 38-42)

2. Temporalità e aspettualità nel gerundio italiano

2.4 Un tentativo di sintesi: Solarino (1992, 1996)

2.4.2 Tipi nozionali, tipi sintattici e tipi semantici di gerundio

Lo scopo di Solarino (1996) non è tuttavia solo quello di arricchire con un nuovo punto di vista la trattazione del gerundio italiano, ma, come testimonia l'ultimo capitolo del libro, anche quello di

14 Ad esempio, per testare le intuizioni sul gerundio di anteriorità, l'autrice ha analizzato un campione di 7 verbi, scelti secondo un criterio di probabilità pragmatica di esprimere il rapporto di anteriorità e per la loro Aktionsart (nel caso specifico, i verbi scelti sono accomunati dalla caratteristica della telicità, in quanto si offrono più facilmente all'espressione dell'anteriorità, tra i quali vi sono, ad esempio, arrivare, entrare, trovare).

mettere in relazione, scientificamente, i tipi nozionali illustrati con i tipi semantici e sintattici tradizionalmente descritti.

La diversità di comportamento dei quattro tipi nozionali di gerundio fa supporre infatti che essi possano essere correlati a tipi sintattici diversi. In particolare, le analogie tra il gerundio di anteriorità e di inclusione potrebbero derivare dal fatto che essi condividono la stessa struttura sintattica, il che potrebbe spiegare anche la differenza del loro comportamento da quello del gerundio di coincidenza. Inoltre,

esistono dei differenti tipi ‘semantici’ di gerundio, caratterizzati dalle diverse funzioni che vengono attribuite al gerundio sulla base dei suoi rapporti semantico-pragmatici con l’azione espressa dal verbo finito: causale, concessiva, temporale, condizionale, modale, strumentale ecc.

Nell’osservare le caratteristiche dei tipi nozionali, abbiamo a volte rilevato come esse sembrano valere solo per alcune delle funzioni semantiche del gerundio; in particolare questa asimmetria di comportamento, all’interno dello stesso tipo ‘nozionale’, riguarda il gerundio temporale (di anteriorità e di inclusione) e il gerundio causale e concessivo (ivi, p. 95).

L’autrice ipotizza innanzitutto che gerundio di anteriorità e di inclusione rappresentino un unico tipo sintattico, con comportamenti omogenei per (quasi) tutti i tipi semantici di gerundio che mostrano di avere con il verbo finito questo tipo di rapporto temporale, e cioè il gerundio causale, temporale, concessivo, condizionale; che esista, inoltre, nettamente distinto dal precedente, un secondo tipo sintattico di gerundio, equivalente al tipo semantico ‘gerundio modale’, che mostra di avere con il verbo finito un rapporto temporale di coincidenza. Infine, che esistano anche in ambito sintattico dei comportamenti ‘ambigui’ del gerundio temporale che lo pongono in qualche modo in bilico tra i due tipi sintattici precedenti.

L’analisi della sintassi profonda del gerundio semplice si appoggia ai lavori di Nespor (1978) e Lonzi (1991), qui citati nel capitolo 1. La prima, ricordiamo, distingue due tipi sintattici di gerundio: uno che denomina G1, coordinato alla principale con soggetto proprio, e uno denominato G2, interno al sintagma verbale e senza soggetto espresso. Secondo Solarino, caratterizzano G1 rispetto a G2:

(i) la presenza della pausa:

89. Ci credo # avendolo detto Giorgio (G1) 90. Maria parla mangiando la torta (G2)

(ii) la possibilità di non coindicizzazione dei soggetti:

91. Ci credoi avendojlo detto Giorgioj (G1) 92. Mariai parlai mangiandoi la torta (G2) (iii) la compatibilità con la forma composta:

93. Giorgio ha riparato il trenino # avendolo incollato (G1)

94. Giorgio ha riparato il trenino incollandolo (G2) (iv) la negazione con non o senza:

95. Non avendo Mario versato in tempo il canone, abbiamo dovuto pagare anche la mora (G1) 96. *Senza che Mario abbia versato il canone in tempo, abbiamo dovuto pagare anche la mora 97. Luigi guidava senza fischiettare (G2)

98. *Luigi guidava non fischiettando

Lonzi (1991), come abbiamo visto, distingue invece un gerundio di predicato (equivalente al G2 di Nespor; può essere di tipo strumentale, modale, temporale) e un gerundio di frase (di cui fanno parte i tipi ipotetico, concessivo, causale). Il gerundio temporale mostra tuttavia un comportamento

‘incostante’: esso si distinguerebbe dagli altri gerundi di predicato non solo per il fatto di ammettere (perlomeno in uno stile elevato o letterario) un soggetto lessicale non coindicizzato con quello della principale posposto al gerundio, come i gerundi di frase, ma anche per la possibilità di controllo agentivo, ampia per i gerundi modali, limitata a certe condizioni per il gerundio temporale. Si vedano ad esempio le frasi seguenti:

99. La signora è stata accolta da Gianni sorridendo (G modale: agente espresso; soggetto di V animato)

100. La risposta fu data (da Gianni) fornendo tutte le indicazioni (G modale: agente sottinteso; soggetto di V non animato)

101. La crepa fu notata dal sig. Rossi uscendo (G temporale: ammette il controllo agentivo solo se l’agente è espresso e se il soggetto di V non è animato)

102. L’attorei è stato intervistato brevemente dai giornalistij passandoi*j per Milano (G temporale: se l’agente è animato, la coreferenza è permessa solo con il soggetto grammaticale)

Solarino (1996) individua una fondamentale differenza tra gerundio modale e gerundio temporale:

il gerundio modale [...] equivale ad un gerundio di coincidenza. Il gerundio temporale invece – equivalente ai nostri gerundi di anteriorità e di inclusione- possiede un suo tempo, diverso da quello del verbo finito, che si manifesta nella sua autonomia restando immune dalle restrizioni azionali e aspettuali che caratterizzano invece il gerundio di coincidenza (ivi, p. 108).

Tuttavia, il gerundio temporale continua a

presentare caratteristiche -l’assenza della pausa se in posizione postverbale, l’impossibilità o quanto meno forti restrizioni azionali alla forma composta nell’italiano contemporaneo, la rarefazione della possibilità di avere un soggetto non coindicizzato con quello di V- che sono proprie del gerundio che abbiamo chiamato di coincidenza (ibidem).

L’ipotesi dunque è che il gerundio temporale, avendo la funzione

di ‘circostanziare’ attraverso un’altra azione quella espressa dal verbo finito, oscilli tra le due posizioni sintattiche: quella propria delle frasi circostanziali, esterna a V, e quella interna a V, propria invece di un gerundio (quello modale) che definisce un’azione facendola ‘coincidere’

temporalmente con un’altra (ivi, p. 109).

L’analisi tocca infine il gerundio di posteriorità, il quale, secondo Solarino, è caratterizzato da status sintattico autonomo rispetto agli altri due. Adottando la terminologia di Lonzi (1991), Solarino denomina il tipo sintattico ad esso corrispondente Gerundio di coordinazione (Gco). Il Gco:

(i) presenta la pausa:

103. Il bandito ha sparato sulla folla # fuggendo su un’auto rubata.

(ii) ammette entrambe le negazioni:

104. Il bandito ha sparato sulla folla # non colpendo fortunatamente nessuno.

105. Il bandito ha sparato sulla folla # senza colpire fortunatamente nessuno.

(iii) ammette la non coindicizzazione dei soggetti:

106. [Noii] Siamo partitiall’alba, qualcunoj arrivando solo a tarda sera.

(iv) non ammette controllo agentivo:

107. Un pedonei è stato investito da un’autoj, finendoi*j subito dopo contro un muro.

Il Gco, come si può vedere, presenta caratteristiche diverse dai tipi G1 e G2, attestandosi dunque come tipo sintattico autonomo.

Riassumendo i risultati di Solarino, si può affermare che ci sono prove dell’esistenza di almeno tre diversi tipi sintattici di gerundio -G1, G2 e Gco- che si possono correlare ai quattro tipi nozionali individuati. Il grafico sottostante illustra le asimmetrie che esistono nella correlazione tra i tipi nozionali e i tipi sintattici:

TIPI NOZIONALI TIPI SEMANTICI TIPI SINTATTICI

Gerundio di anteriorità Gerundio causale G1 Gerundio di inclusione Gerundio temporale

Gerundio di coincidenza Gerundio modale G2

Gerundio di posteriorità Gerundio coordinato Gco

Nel documento con i bambini della scuola primaria (pagine 38-42)