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Tipologie di fondi pensione

Capitolo 3: Focus sui Fondi Pensione in Italia

3.2 Tipologie di fondi pensione

Per quanto concerne le tipologie di fondi pensione è necessario effettuare una duplice distinzione importante.

In primo luogo, in relazione alle modalità di versamento dei contributi, si possono distinguere i fondi pensione a contribuzione definita e i fondi pensione a prestazione definita128.

I fondi pensione a contribuzione definita sono quei fondi in cui al momento della stipula del contratto viene prestabilito solamente l’importo dei contributi che devono essere versati regolarmente durante la fase di accumulazione mentre nulla è stabilito circa la rendita pensionistica che a sua volta dipenderà da una serie di fattori, quali l'importo dei contributi versati, la lunghezza del periodo di riferimento e i rendimenti ottenuti, al netto dei costi, con l'investimento sui mercati finanziari dei contributi versati. Possono essere previste forme di garanzia sui risultati della gestione, quali ad esempio la restituzione del capitale nominale; in assenza di garanzie il rischio degli investimenti finanziari grava sugli aderenti che, a seconda del risultato, si troveranno ammontari più o meno elevati. Il ricorso a questo schema di contribuzione comporta per il fondo il vantaggio non trascurabile di non doversi assumere il rischio di una prestazione già stabilita in precedenza129.

I fondi a prestazione definita, invece, sono quei fondi che garantiscono una determinata prestazione finale, indicata non in valore assoluto, ma come percentuale del livello di reddito o del trattamento pensionistico pubblico del lavoratore. In questo modo il fondo si assume in proprio il rischio della prestazione garantita il che comporta l’obbligo di accumulare le risorse necessarie per farvi fronte. Il ricorso a questo particolare schema di funzionamento del fondo pensione comporta l’evidente vantaggio per il lavoratore di poter conoscere a priori e con certezza il livello della prestazione che percepirà in futuro. Non tutti i fondi pensione però possono essere in regime

128

Quirici, (2010), p.294

66 di prestazione definita, infatti i fondi di nuova istituzione per i lavoratori dipendenti e i cooperatori possono essere solo in regime di contribuzione definita; mentre i fondi dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti possono prevedere anche il regime della prestazione definita. Resta in entrambi i casi il criterio della capitalizzazione130.

La seconda importante distinzione riguarda la forma pensionistica complementare, la quale prevede quattro possibilità131:

1. Fondi pensione negoziali o chiusi: sono forme pensionistiche complementari che prendono il loro nome dalla loro origine negoziale, in quanto nascono da un accordo bilaterale tra rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale. A questa tipologia appartengono anche i fondi pensione cosiddetti territoriali, istituiti cioè in base ad accordi tra datori di lavoro e lavoratori appartenenti a un determinato territorio o area geografica. Pertanto, le fonti istitutive dei fondi pensione chiusi sono rappresentate da132:

a) Contratti collettivi, anche aziendali, promossi dai sindacati dei lavoratori e datori di lavoro;

b) Accordi tra soci lavoratori di cooperative promossi da associazioni nazionali del movimento cooperativo;

c) Accordi tra lavoratori autonomi e liberi professionisti.

Il termine fondo pensione chiuso si riferisce quindi alle modalità di accesso, in quanto sono riservate ai lavoratori di certi settori, imprese o aree, è la natura della stessa forma pensionistica ad individuare i soggetti che potrebbero essere interessati ad aderire al fondo.

Il fondo per svolgere la sua "mission" può fare affidamento su organismi autonomi: un responsabile del fondo che in genere coincide con il direttore generale, gli organi di amministrazione e controllo e l'assemblea in cui siedono i rappresentanti degli associati. Tuttavia il fondo si avvale anche di professionisti 130 Cesari, p.20 e seg. 131 http://www.covip.it/wp-content/uploads/COVIP-agg_to_MarApr2015.pdf 132 Quirici, (2010), p.295

67 esterni con specifiche competenze. Così ad esempio, la gestione delle risorse finanziarie è affidata a banche, le prestazioni in genere vengono erogate da una compagnia assicurativa e le risorse sono depositate presso la banca depositaria133. Due esempi sono il fondo pensione dei lavoratori chimici, "Fonchim", operativo dal 1997 e quello dei metalmeccanici, "Cometa134", operativo dal 1998.

2. Fondi pensione aperti: sono forme pensionistiche complementari istituite da

banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM)135. Sono destinati ad una collettività indiscriminata di potenziali aderenti interessati ad accumulare una rendita pensionistica: risultano quindi diretti destinatari tutti i lavoratori o gruppi di lavoratori privi di fondi pensione chiusi o trasferiti da fondi chiusi. Il patrimonio del fondo è destinato esclusivamente all'erogazione di prestazioni pensionistiche a favore dei lavoratori partecipanti e pertanto è inaccessibile sia da parte dei creditori del promotore che da parte dei creditori dei partecipanti.

Dal punto di vista pratico il loro funzionamento risulta simile a quello tipico dei piani di accumulo, fatto salvo il fatto che le prestazioni possono essere erogate solo una volta maturati i requisiti necessari per accedere alla pensione pubblica. I rapporti tra fondo, partecipanti e gli altri soggetti istituzionali coinvolti, sono disciplinati all’interno del regolamento del fondo. In questo caso non esistono organi sociali assimilabili a quelli previsti per i fondi chiusi, ma la stessa società istituente deve provvedere alla nomina di un responsabile del fondo.

3. Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP): sono forme

pensionistiche individuali realizzate attraverso la sottoscrizione di contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale136. Con tale tipologia di

133

Marinelli, (2009), p.14 e seg.

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Cometa è il Fondo Nazionale Pensione Complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, della installazione di impianti e dei settori affini e per i lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero. Nasce nel 1997 con un accordo tra le organizzazioni di categoria delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic), con l’obiettivo di assicurare ai lavoratori dell’industria metalmeccanica e delle installazioni di impianti una più elevata copertura pensionistica, integrando quella offerta dal sistema previdenziale obbligatorio. Con 18 anni di esperienza e 400.000 iscritti è il più importante fondo pensionistico operante in Italia. http://www.cometafondo.it/

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http://www.covip.it/wp-content/uploads/COVIP-agg_to_MarApr2015.pdf

68 prodotto, la cui introduzione deve essere fatta risalire al D.Lgs. n. 47/2000, si è voluto dare maggiore articolazione al terzo pilastro della previdenza, vale a dire quello della previdenza su base individuale.

I principali soggetti interessati ai Pip sono soprattutto lavoratori autonomi, liberi professionisti ma anche i dipendenti possono aderire ai piani individuali senza perdere la quota di contribuzione a carico del datore di lavoro a patto che vi sia un accordo con lo stesso e che non si frappongano ostacoli rappresentati dalla contrattazione collettiva di categoria.

Come per i contratti assicurativi i singoli contributi versati ai Pip, al netto delle spese e dell'eventuale costo relativo a garanzie accessorie talvolta previste, vengono investiti in gestioni costituite ad hoc.

4. Fondi pensione preesistenti: sono forme pensionistiche così chiamate perché

risultavano già istituite prima del Decreto Legislativo 124 del 1993 che ha disciplinato la previdenza complementare per la prima volta, rappresentano la fetta più grande della previdenza complementare in Italia137.