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tori e agl'insegnanti che loro ufficio non è solo d ’insegnare la scienza, ma

Nel documento UN RICORDINO 66 (pagine 51-70)

altresì la religione e la pratica della

virtù.

Q u esto a rtico lo d e ll’ufficio del C on s. Sco i, ge n e rale, opera d e llo stesso D . B osco, vie n e sostan zialm ente rip ro ­ d o tto , com e sapete, fra i d o veri del C o n s. S co la stico d elle C ase p a rtico ­

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lari, il quale (art. i o ) « ricord i so­

ve n te a ’ m aestri che lavo rin o p e r la g lo ria d i D io , e p erciò m entre in se­

gn an o la scien za tem p orale, non d i­

m entichino ciò che rig u a rd a la sa l­

v e zza d e ll’anim a ». Il sap ere non d eve essere d isgiu n to d a lla p ie tà, nè lo stu ­ d io d alla virtù , nè la scien za dalla fede.

M a com e ci re g o le re m o , sento d ire, in fatto di tito li le g a li di. abilitazio n e ? S o n o q u esti assolutam ente indisp en­

sabili p e r a p rire e tenere scu o le p ri­

v a te ?

L a leg is la zio n e italiana v ig e n te d i­

stin gu e l ’istru zion e prim aria e m edia in due ca te g o rie , pu bblica e non p u b ­ blica. A p p a rte n g o n o a lla prim a le scu o ­ le g o v e rn a tiv e e q u elle ad esse p a re g ­ gia te ; alla secon d a le scu o le paterne, sem in arili e p rivate. Istru zio n e paterna è q u ella che vien data n ell’interno d elle fam ig lie so tto la v ig ila n za del p ad re, o di chi ne fa legalm en te le v e ci, a ’ figli della fam iglia ed a’ figli d e ’ co n g iu n ti di essa fam iglia ( i ) . Q u esta istru zion e è pro scio lta da o gn i vin co lo d ’isp ezion e p e r p arte d ello S tato. A siffatta istru zion e è

equipa-( i ) L e g g e C a sa ti 13 n o vem b re 1859 A r t. 251.

Un ricordino ecc. 4

— 50

rata qu ella che più padri di fam iglia, associati a qu esto inten to, fanno dare so tto la lo ro effettiva v ig ila n za e sotto la lo ro responsabilità in com unione a ’ p ro p ri fig li ( i ) . È p e rò da notare che per istruzion e s ’intende q u i la

secon­

daria,

o, com e óra d icesi,

media;

non vi si parla d 'istru z io n e elem entare o prim aria. P iù tardi una circo lare m i­

n isteriale, aven te la d ata del 15 g e n ­ naio 18 7 5 , stab iliva le m odalità in ­ torn o a ll’attu azione d elle d ispo sizio ni sop racitate, cioè che:

I o I padri di fam iglia i quali v o ­ glio n o usare d el d iritto loro accord ato dalla le g g e , ne diano notificazione, ben inteso, in carta bollata da o,6 o, al P refetto , presidente d el C o n sig lio S co la stico d ella P ro v in cia, indicando l.a qu alità d ella scu ola (gin nasiale, te­

cnica, com plem entare ecc.) e, se vi è, l ’annesso C o n v itto ;

I I o Q u esta n otificazione d e v ’essere accom p agnata d allo statuto o re g o la ­ m ento d e ll’istituto m edesim o, statuto che sarà esam inato dal C on s. S co i, al fine di rico n o scere se l ’istitu to è o r­

d inato in m od o, che la v ig ila n za d e ’ padri sia effettiva e la loro com une

(1) L e g g e C a sa ti 13 n o vem b re 1859 A rt. 252.

resp o nsab ilità efficace. O v e così non risu ltasse, il C o n s. S c o l. p u ò im pe­

dirn e l ’ap ertu ra ;

IIIo L ’istitu to d e v ’ essere aperto a ’ fun zionari m andati dal M inistero della P . I., ma la visita di questi ha da restringersi esclu sivam en te ad o sser­

vare se l ’istitu to funzioni in confor­

m ità d el suo rego lam en to e se nulla sia vi eli con trario a ll’igie n e, alla m o­

ralità, a ll’ord ine p u b b lico e a lle isti­

tuzion i d ello Stato. T u tto il resto, cioè, c ap acità le g a le d e g li insegn anti, si­

stem a ed u ca tivo , m etodo discip lin are e d id attico , libri di testo, orario ecc.

è indip endente da qualsiasi in g eren za g o ve rn a tiv a . N on d eve essere insom ­ ma una frase vu o ta

il proscioglimento da ogni vincolo d’ispezione,

di cui parla la le g g e C asati. S u queste basi fu ap p ro v ato e funziona, da 12 anni, uno d e ’ nostri istituti.

M a occorre una g ra n d e circo sp e­

zio n e e c o rre tte zza nel fare le p ra ti­

che per l ’apertura d e ll’istituto ; e s i­

ge n ze m odeste nella form a, lim itan ­ doci, ad es. a lle soie prim e

tre,

al più

quattro

classi gin n asiali, ed evitando, quanto più p o ssibilm en te, le pu bbli­

cità, qu an to insom m a può destare a l­

iarm e; non si è m ai abbastanza p ru ­ _ 5 i —

denti. Im p orta poi assai inform arne il sin daco lo cale ; sarebbe anzi conven ien ­ tissim o che la notificazione, firm ata d a ’ p ad ri, o da chi per essi, d e ’ fu­

turi alunni

paterni,

portasse l ’auten­

ticazio n e dei M u n icip io del lu o g o . P assiam o ora a 1 sem inari.

L a nostra leg isla zio n e scolastica, v i­

g e n te in fatto di sem inari, è concretata e riassunta nella circo lare m inisteriale 25 a g o sto 190 4, em essa sul parere del C o n sig lio di S ta to , al quale a v e v a ri­

co rso il V e s c o v o di G ro sseto p el d i­

vie to fatto gli di ricevere alcuni esterni nel sem inario. E ssa circo lare dich iara che o gn i S em inario, per rim anere e- sente da o g n i in g eren za d ella potestà laica, d e v e nel suo organ am en to in­

terno rispon dere a lle precise e in vio­

lab ili p rescrizio n i d el S an to S in od o T rid e n tin o e p erciò d ebbo no verificarsi in esso q u este tre co n d izio n i:

i°. C h e esso sia effettivam en te ed esclu sivam en te un c o lle g io di alunni istru iti ed educati a v ita com une;

20. C h e g li alunni stessi siano in età non in feriore ai 12 anni com piuti ed abbiano co m p iu to il corso elem en­

tare o b b lig a to rio ;

30. C he i detti alunni siano to n ­ surati e vestano l ’ab ito talare ».

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D a questa circo lare adunque risulta evid entem en te che : •

a)

la nostra leg islazio n e riconosce l ’esisten za le g a le dei Sem in ari quando q u esti siano d iretti e v iv a n o in con- iorm ità d el T rid e n tin o ;

ò)

altro è Sem inario, altro è

Isti­

tuto priva to ;

q u ello dipende d a ll’Or- dinario, q uesto dal M inistero d ella P. I.

In qu ello è g iu d ic e soltan to il V e sc o v o sul valo re fisico, intellettu ale e m orale d e ’ suoi in segn an ti, su g li stu d i che vi si fanno e sul sistem a d iscip lin are che v i si s e g u e ; q uesto invece, cio è l ’is t i­

tu to p riva to , so g g ia ce a ll’A u to rità sco ­ lastica g o ve rn a tiv a ;

c

) che g li alunni d ebbo no v iv e re v ita com une. S o n o quindi esclusi g li esterni. M a d ebbo no p u re escludersene i sem i-con vitto ri? C iò è finora dubbio.

Il C o n sig lio di S ta to non si è ancora pronunziato su q uesto punto, ed il T rid e n tin o ( i) , parlan do di gio van e tti m antenuti e religiosam en te educati in co lle g io , non determ ina se siano da considerarsi com e tali i sem i-convittori, cioè q u ei che co n vivon o in co lle g io duran te il gio rn o e van n o a pernottare presso le loro fam iglie ;

( i) S e ssio n e X X I I I , d e R efo rm a tio n e, ca p . 18.

d)

che questi g io v in e tti debbono p o rta r ton sura ed abito talare.

T a le è in realtà la p rescrizio ne po ­ sitiva dei T rid en tin o. M a i tem pi dei T rid e n tin o sono i tem pi nostri? N on sarebbe, nel ’ più dei casi, un vo le r esp orre q u esti gio vin e tti al lu d ìbrio -e- al danno, m agari con turbam ento d el­

l'o rd in e p u bblico, quando li si o b b li­

gassero ad uscire in p u b b lico tonsurati e ve stiti di talare ? N on ved iam o quasi gen eralm en te, m odificata d a lP A u to rità ecclesiastica, unica autentica interprete d el C o n cilio T rid e n tin o , la sop rad d etta d isposizione del T rid e n tin o , tanto che sono ornai rari i Sem inari gin nasiali, d o ­ v e g li alunni non vestano in b o rg h ese?

D ’altron d e, quando questi han la loro talare e in talare servo n o nelle fun­

zion i ecclesiastiche, p u ò ben dirsi che il concetto del T rid e n tin o sia, n ella sua sostanza e nel suo scop o , pienam ente osservato. E si può ben arg u ire che tale fosse l ’idea del M inistro O rlando, p o ich é e g li conch iudeva ìa circolare sop racitata invitand o i R R . P ro v v e d i­

tori a fa rg li sapere quali Sem inari m eritino qualche tem peram ento a ll’at­

tuazion e dei crite ri in essa indicati.

S areb b e stranissim o il p u r pensare che, in pieno secolo X X un M inistro v o ­

55 —

lesse esig ere, qu al cond izion e

sine qua non

al riconoscim ento le g a le di un Sem in ario, che g li alunni di esso siano assolutam ente tonsurati e... talarati.

E ’ p o i un erro re, erro re professato m agari anche da a lti funzionari, forse più p e r ign oran za che per op p o sizio n e settaria, il cre d e re che C o n sig lio di S ta to e M inistero intendano, il prim o nel suo parere, il secondo nelle sue disposizioni esecu tive parlare soltanto d e’ Sem inari te o lo g ic i o m a g g io ri, non g ià d e 1 m inori, gin nasiali cioè e li­

ceali. Il M inistro non fa punto distin­

zion e alcuna. E ch e? E ra necessario ch e C o n siglio d i S ta to e M inistero so rg e ssero in co rp o a d ich iarare che essi sono in co m p e te n ti. in m ateria teo ­ lo g ic a ? Il fatto stesso che diede m o­

tiv o al M inistero di em anare una d i­

sp osizione tassativa su’ Sem inari, con­

ferm a q uesto p rin cip io, g ia cch é i g io ­ van i, cui fu fatto d ivieto di-frequentare più oltre le scu ole del Sem inario di G ro sseto , solò perchè

esterni

e

vestiti in borghese,

erano alunni del C orso G inn asiale-L iceale, non g ià del C orso T e o lo g ic o .

Q u and o adunque si v o g lia aprire un istitu to sotto la form a di Sem inario, si facciano note, anzitu tto e con piena

sch iettezza, a li’O rd in ario d ella diocesi le d isp o sizio ni go ve rn a tiv e ora a ccen ­ nate e lo sì p re g h i della bontà di ri­

lasciare un d ecreto o certificato con c u i e g li d ich iari, per le rag io n i che crederà, suo sem inario o sezione di suo sem inario l ’istituto erig e n d o . Q u esto d ecre to sarà dal D ire tto re di detto istitu to presentato , possibilm en te iti perso na p rop ria, o p e r m ezzo di persona b en e vo la e com peten te, al P ro v v e d ito re a g li stu d i d ella P ro v in cia, con una no­

tificazion e in carta bollata da L . o ,6 o , n ella quale e g li d irà che in conform ità d el d ecreto d e ll’O rd in ario della d io ­ cesi od archicliocesi, a lle g a to a lla no­

tificazion e, e d elle d isp o sizio n i m ini­

steriali 25 a g o sto 190 4, intende erigere nella città, b o rg o , sito

tale

, un S e m i­

nario, o rid u rre l’istitu to tale a sem i­

n ario, in titolato a ... e com prendente le classi.'....

tali.

M a anche qui ci vu o l gra n d e p ru ­ den za... b iso gn a prep arar bene il terreno, in silen zio e senza sp avald erie, p red isp o rre g li anim i, facendo intendere come, non si tratti punto di una sem ­ p lice ve lle ità di sottrarsi al controllo d e ll’A u to rità scolastica go v e rn a tiv a , ma bensì e soltan to di va lersi d i un d i­

ritto accord ato .dalla leg isla zio n e v i­

ge n te e per uno scop o palese, in ar­

m onia con le le g g i e senza om bra di con corren za con istituti pu b b lici. S o ­ prattu tto poi non bisogna mai sm arrirsi per una od anche più rip ulse... quando si è sul sicu ro e il fine è retto , si p ersiste con calm a e ferm ezza fino a che il

no

si co n verta in

si.

V ie n e infine l’ istruzione propriam ente d etta p riva ta , p e r la quale l ’art. 246 della le g g e C asati e sig e che chi insegna in un istituto p riva to , di qualsiasi na­

tura, sia m unito d ello stesso titolo le g ale rich iesto p e r in segn ar in una scu ola pu b b lica, o p p u re di

titoli equi­

pollenti.

D i questa d isp o sizio ne e della sua in terp retazione parlerò più in ­ nanzi.

F ra ttan to si o sservi che, stando al detto articolo:

i° . L ’o b b lig o d el tito lo leg ale per insegnare rig u ard a g l ’insegnanti, non g ià il d iretto re, il quale purché abbia 25 anni com piuti, p o sse g g a i requisiti m orali n ecessari, cioè certificato d i m o­

ralità e di penalità, abbia insegnanti diplom ati e l ’insegnam ento sia dato in confo rm ità d el p ro g ra m m a con cui l ’i­

stitu to si annuncia al p u b b lico , può ap rire il d etto istitu to, con o senza co n vitto , q u an d ’anche sia sp ro vvisto

— 57 —

Un Ricordino ecc,

- 5 8

d i qualsiasi diplom a di abilitazio n e d i­

d a ttica;

2°. N on è necessario il dip lom a le ­ ga le per tutte e sin g o le le m aterie di un corso di stu d i, ma soltanto per quelle che s'in seg n an o rego larm ente.

A d esem pio se io istituisco scu ole g in ­ nasiali per m aterie letterarie, sto rich e e geo g ra fich e , sono o b b lig a to a p ro v ­ ve d ere insegn anti tito lati p e r dette m aterie, ma non sono punto o b b ligato ad a g g iu n g e rv i m atem atica, francese, sto ria naturale e gin n a stica ; non sono insom m a o b b lig ato a com pletare il corso, ad istitu ir cioè un gin n asio p ro ­ priam ente d etto, ma soltanto a che, chi insegn a, q ualun que sia la m ateria che insegn a, abbia l ’abilitazio n e legale

ad hoc.

P er le .sem p lici rip etizion i poi di una o più m aterie la le g g e non e sig e tito lo alcuno leg ale d 'in se g n a ­ m ento.

C iò prem esso, scendendo a norm e pratich e :

a)

Isp etto ri e D ire tto ri si adoperino con grand e ze lo e sen za risparm iare d isa g i e sacrifizi p e r fornire di diplom i le g a li i confratelli che vi hanno a tti­

tudine sufficiente e ne sono d eg n i per condotta. C h ied ere personale e poi ri­

fiutarsi alla fatica e al sacrifizio di

59 —

p ro v ved e rlo e di c o n s e rv a rlo 'n o n è cosa nè giu sta, nè d eco ro sa;

ò)

a cco g lie te bene P refetti, P ro v ­ v e d ito ri, Isp ettori, C om m issarii ecc., senza diffidenze, ma anche senza e- sp an sion i; non si è mai tro p p o g u a r­

d in g h i con chi non si cono sce;

c)

fate valere tu tto q u ello che vi è, cioè ord ine, sistem a ed u cativo , ossequio a lle istitu zio ni d ello S ta to , ecc., in v o ­ can do com patim ento su q u el che non si ha, e d isp o sizio ne vo lo ntero sa a p ro v ved e re a quanto è di d o vere con la m a g g io r sollecitu d ine possibile. I Salesian i sono tu tt’aìtro che ribelli. S e non fan di più, è soltanto perchè non possono;

d

) trattandosi di scrivere e firm are, p ig lia te tempo,, quanto è possibile, sicch é abbiate m od o di riflettere, esa­

m inare e consultare. T a n to poi a vo ce, q u an to p e r iscritto determ inate bene le cose senza im p orvi o b b lig h i che non avete. C o sì d irete

Ginnasio

se v i son tutte le cinqu e classi e tutte le m aterie di d ette classi ; se no,

scuole g in n a ­

siali.

C o sì p u re

corso elementare

se F istitu to a vrà le

sei

classi che lo com ­ p o n g o n o e con tutte le m aterie di cui consta;- se no,

scuole elementari.

T u tte poi, gin nasiali ed elem entari, possono

6o —

in un istituto p riva to essere, a due a due, riunite sotto un solo insegnante, p u rch é il num ero d e g li alunni non sia eccessiv o e l ’aula di cap acità sufficiente.

In oltre n ulla vieta che un m aestro o professore insegn i, o possa insegnare in ore d ive rse da q u elle d elle scuole pubbliche, perchè l’orario g o ve rn ativ o non è o b b lig ato rio per le scu ole p ri­

vate ;

e)

n e g l’istitu ti di beneficenza gli studenti sono ed u cati a carriera e ccle ­ siastica, m issioni e s t e r e , arti e m e ­ stie ri, non g ià , per sistem a, a carriere civ ili, per le q u ali non hanno neppur m ezzi m ateriali sufficienti ; ma sono in pari tem po abilitati ad esam i pub­

b lici, p e r non farne nè d e g li spostati, n è -d e i forzati a vita non consentanea a lle lo ro tendenze. N è si creda che noi v o g lia m o far concorrenza con g l ’istitu ti p u b b lic i; no m ai;

f )

le g g e te , rile g g e te e traete a v o ­ stra giu stificazio n e e a v o stra norm a quanto è, o può legittim am ente inter­

pretarsi che sia in vo stro fa vo re in le g g i, rego lam en ti, program m i, anche ve cch i, quando non sono positivam en te aboliti. A d esem pio, la legge organica sulla p u b b lica istru zio n e del 13 no­

vem bre 18 5 9 , com unem ente le g g e C a­

sati d al m inistro G a b rio C asati che la p ro p o se e la fece ap p ro vare e tu ttora v ig e n te su tal punto, d istin gu e fra

istruzione pubblica

e

istruzione privata,

d ich iaran d o (a rt. 3 ) che il m inistro d e lla P . I. g o ve rn a

la p rim a in tutti i rami.,...

s o p ra v v e g lia

la seconda a tutela dell’igiene

,

della morale, delle istituzioni dello Stato e dell ordine pub­

blico.

D u n q u e l ’una è so tto la d ip en ­ d enza d el M inistro ed in tu tto ; l’altra è sem p licem ente so tto la so rve glia n za di lui e lim itatam ente a casi p a rtico ­ lari, n e’ q u ali non en tra p un to la p arte d id attica od in segn ativa. Stand o p e rciò alla d etta le g g e , il M inistro ha d iritto , nella sua qu alità d ì

sorveglia- tore,

d i v ig ila r e che l’ i g ie n e , la m o­

rale , ecc. siano r is p e tta te , non già che g l ’insegnanti siano o no forniti di tito li le g a li d ’insegnam ento; questo non entra nella leg-ge. D o n d e d eriva la d istin zio ne che fa la le g g e fra in­

segnanti p u b b lici ed insegnanti privati, sicch é g li esam i dati presso di quelli han valo re legale, g li esam i invece dati p resso questi , fossero pure m u­

niti di le g a li diplom i, non ne hanno alcu n o. S u p p o rre che il le g isla to re abbia richiesto dagli uni e d a gli altri parità di d o veri e poi abbia loro ne­

g a to parità di diritti eq u ivarreb b e a su p p orre in lui un a rb itrio , un’in g iu ­ stizia, ciò che rip u gn a. P erciò l ’art. 246 com m a 1 di detta le g g e , che , com e ved em m o, esige per insegnare in un istitu to p riva to i requ isiti le g a li, o

titoli equipollenti

, d eve intendersi in arm onia c o ll’art. 3, che è l’a rtico lo in ­ form atore della le g g e ; se no, il co n ­ cetto fondam entale d ella le g g e riesce d istrutto. Q u an d o il C ap o di un Isti­

tuto p rivato soddisfa a quanto è ri­

ch iesto d a ll’art. 3 d ella le g g e p reci­

tata e colla presentazione di tito lari, le ­ g a li e respo nsabili, offre una garan zia reale, effettiva, d eve po tere un titolare, stan do alla le g g e , farsi sup plire, sotto la sua r e s p o n s a b ilità , da chi crede ad atto a tale ufficio. N u lla poi vie ta che qu esto sup plente, n ell'occasion e di una v isita od ispezione, rim anga in classe, qual sup plente ed istitutore insiem e c o ll’insegn ante titolare. V i ha in ciò d ella lealtà, non mai d e ll’ille- galità. Q u esto in via ordinaria, leg ale.

M a, n e’ casi p artico lari, ciascuno faccia liberam en te nella sua pru d en za quel che le circostan ze di lu o g o , di tem po e di persone consiglieran no.

T a li furono i m otivi, le rag io n i che gu id a ro n o D . B osco nella lotta che

d o v ette sosten ere nel 18 7 9 , lotta non n uova, nè unica nella sto ria del nostro buon P ad re, m a certo fra le più g r a v i e penose di ge n e re scolastico , contro il P ro v v e d ito re a g li studi di T o rin o e il M inistro della P. I. d ’allora,

ar­

cadles ambo,

ora entram bi defunti. C hi sono cotesti superu om ini che, p ig lian d o . forse pretesto da qualche irriveren te od inconsulta frase, osano accusar D on B osco di ostinazione, di c a v illi, d ’in­

gan n i? Im itiam o anche in q uesto D on B osco, il quale , anzich é sm arrirsi di anim o, o starsene o zioso a d ep lo rare i tem pi cattivi, o perd ersi in van e d e­

gan n i? Im itiam o anche in q uesto D on B osco, il quale , anzich é sm arrirsi di anim o, o starsene o zioso a d ep lo rare i tem pi cattivi, o perd ersi in van e d e­

Nel documento UN RICORDINO 66 (pagine 51-70)

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