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Tornare ai luoghi: gli strumenti normativi e finanziar

RITORNO AI LUOGHI: IL CASO DEGLI ECO-VILLAGGI, TRA SCELTA ETICA E SOSTENIBILITÀ INSEDIATIVA

2. Tornare ai luoghi: gli strumenti normativi e finanziar

Gli interessi diversi suscitati nei cittadini dalle dinamiche di abbandono dei luoghi, cui si è fatto ri- ferimento nell’introduzione alla sessione, riguardano anche i rappresentanti del mondo istituzionale e politico che hanno contribuito ad accogliere in alcuni strumenti normativi l’istanza di recupero e ri- pristino di tali luoghi. Alla scala nazionale va in questa direzione la Legge n. 164, 11 novembre 2014: primo Programma 6000 campanili. Tra le tematiche toccate dal Programma 6000 Campanili si allineano varie tipologie di intervento: dalla qualificazione e manutenzione del territorio alla riqualificazione degli edifici esistenti passando per la riduzione del rischio idrogeologico. Ad oggi sono stati stanziati 200 milioni di euro. Inoltre, le Commissioni V (Bilancio, Tesoro e programmazione) e VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) si sono riunite il 30 giugno 2015 in comitato ristretto per definire le misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonché per stabilire deleghe al Governo per la riforma del sistema di gover-

nance delle medesime aree, per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ambientali e per

definire disposizioni per la riqualificazione ed il recupero dei centri storici, con particolare riferimento ai luoghi in abbandono.

Il lavoro delle Commissioni sopra citate si è concretizzato il 28 settembre 2016 attraverso l’approvazione alla Camera del Disegno di Legge che salva i piccoli comuni dall’estinzione: 5.585 pae- si, pari al 70% del totale dei Comuni presenti sul territorio, per un totale di poco più di 10 milioni di italiani, caratterizzati da rilevanti processi di spopolamento e abbandono dei luoghi. La Legge n. 2541, approvata nel suo testo definitivo anche in Senato il 27 settembre 2017, prevede l’istituzione di un fondo con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno de- gli anni dal 2018 al 2023, per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni in ab- bandono o a rischio di spopolamento, destinato «al finanziamento di investimenti diretti alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all’insediamento di nuove attività produttive»10. Secondo quanto stabilito all’Art. 1 della legge, «i piccoli Comuni possono

beneficiare dei finanziamenti concessi ai sensi dell'articolo 3 qualora rientrino in una delle seguenti ti- pologie»:

a) Comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; b) Comuni caratterizzati da marcata arretratezza economica;

c) Comuni nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto

al censimento generale della popolazione effettuato nel 1981;

d) Comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo, sulla base di specifici parametri de-

finiti in base all'indice di vecchiaia, alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione resi- dente e all'indice di ruralità;

e) Comuni caratterizzati da inadeguatezza dei servizi sociali essenziali;

f) Comuni ubicati in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai

grandi centri urbani;

g) Comuni la cui popolazione residente presenta una densità non superiore ad 80 abitanti per chi-

lometro quadrato;

LUOGHI ABBANDONATI, LUOGHI RITROVATI 2055

h) Comuni comprendenti frazioni con le caratteristiche di cui alle lettere a), b), c), d), f) o g); in tal

caso, i finanziamenti disposti ai sensi dell’articolo 3 sono destinati ad interventi da realizzare esclusivamente nel territorio delle medesime frazioni;

i) Comuni appartenenti alle unioni di comuni montani di cui all’articolo 14, comma 28, del decre-

to-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, Comuni che comunque esercitano obbligatoriamente in forma associata, ai sensi del predetto comma 28, le funzioni fondamentali ivi richiamate;

j) Comuni con territorio compreso totalmente o parzialmente nel perimetro di un parco nazionale,

di un parco regionale o di un’area protetta;

k) Comuni istituiti a seguito di fusione;

l) Comuni rientranti nelle aree periferiche e ultraperiferiche, come individuate nella strategia na-

zionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese, di cui all’articolo 1, comma 13, della legge 27 dicembre 2013, n. 14711.

I Comuni abbandonati o fortemente spopolati potranno in tal modo tornare a essere luoghi in cui vivere e, dentro a quell’esagono della sostenibilità presentato nel paragrafo precedente, potranno de- cidere se diventare alberghi diffusi; potranno provvedere alla realizzazione di interventi di manuten- zione del territorio e di prevenzione del rischio idrogeologico; potranno sostenere economicamente progetti di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; potranno acquisire e rigenera- re terreni ed edifici in abbandono restituendoli a usi sociali; avranno la possibilità di ristrutturare case cantoniere e renderle disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodot- ti tipici locali e turismo; ancora, potranno progettare e realizzare itinerari turistico-culturali ed enoga- stronomici legati a forme di mobilità dolce, anche attraverso l’acquisizione di binari dismessi e non re- cuperabili all’esercizio ferroviario, da convertire in greenways.

Un altro strumento di grande importanza per il recupero dei luoghi abbandonati a scala nazionale è fornito dal progetto promosso dall’Agenzia del Demanio ‚Valore Paese. Cammini e percorsi‛, attua- to in collaborazione con il MIBACT e il MIT, volto alla riqualificazione e riuso di immobili pubblici si- tuati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi: case cantoniere, locande, masserie, ostel- li, ma anche piccole stazioni, torri, palazzi storici, antichi castelli e monasteri verranno dati in conces- sione gratuita (per un periodo di 9+9 anni) a imprese, cooperative e associazioni, costituite in preva- lenza da soggetti fino a quarant’anni, oppure in concessione di valorizzazione fino a 50 anni ad opera- tori che possano sviluppare un progetto turistico dall’elevato potenziale per i territori. Il bando di se- lezione è online dal 24 luglio 2017. Il progetto ‚Valore Paese‛ prevede anche la riqualificazione dei fa- ri e degli edifici costieri di proprietà dello Stato che possono essere recuperati e sottratti al degrado grazie a progetti imprenditoriali innovativi e sostenibili, nel pieno rispetto della tutela e salvaguardia del territorio attraverso la concessione di valorizzazione fino a un massimo di 50 anni. Nelle edizioni 2015 e 2016 sono state assegnate a imprenditori e associazioni 24 strutture costiere, pronte a rinascere secondo il modello di lighthouse accomodation. La terza edizione del bando è online dal 3 ottobre 2017, con scadenza 29 dicembre 2017.

Anche a scala regionale e comunale si stanno moltiplicando gli strumenti normativi e finanziari che permettono di restituire a nuova vita i luoghi abbandonati, proposti in partenariato tra istituzioni pubbliche e private. Non ci è possibile in questa sede, per motivi di spazio, citarli tutti e dunque, fa- remo solo qualche esempio, rimandando ad altro testo ulteriori approfondimenti. A livello regionale lombardo, Fondazione Cariplo ha lanciato nel 2016 il programma intersettoriale Attivaree mettendo a disposizione 10 milioni di euro fino al 2018 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree interne del territorio, valorizzandone le risorse ambientali, economiche, sociali e culturali nel ten-

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tativo di arginare la tendenza allo spopolamento e aumentare l’attrattività per gli abitanti, per i nuovi residenti e per i potenziali investitori. Un altro gruppo di iniziative che citiamo riguarda tutti quei Comuni, spesso situati in territori montani a forte rischio di spopolamento, che facilitano l’arrivo di nuovi abitanti attraverso l’affitto o la vendita degli immobili vuoti a prezzi molto vantaggiosi o trami- te la cessione a costo zero di stabili abbandonati, come accaduto in Val d’Ossola nel Comune della Valle Antrona o a Rima San Giuseppe, Comune situato a 1417 m. di altitudine in Alta Valsesia, o an- cora a Bormida, Comune situato nella provincia di Savona a un’altitudine compresa tra i 420 e i 1386 m. sul livello del mare, dove il Sindaco ha anche proposto di premiare i ritorni attraverso un incentivo economico di 2000 euro. Sono tutti, quelli citati, progetti e strumenti che vogliono promuovere un processo di cambiamento facendo leva sulla collaborazione, sulla solidarietà e sul senso di apparte- nenza, anche di nuovi abitanti, a comunità e territori.