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G. Camilla, Hofmann, scienziato alchimista, Margini, Roma, 2001. 5C. Capuccino, Felicità chimica, storia delle droghe, op. cit., p. 4. 6Ibidem, p. 4.
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L‟Organizzazione Mondiale della Salute ha definito la tossicomania come uno stato di intossicazione periodico o cronico, nocivo all‟individuo e alla società per il consumo ripetuto di una droga naturale o sintetica. La persona presenta invincibile desiderio di consumo, tendenza ad aumentare la dose aumentando così anche la dipendenza psichica o fisica dagli effetti della droga. L‟elemento importante della definizione è la nocività individuale e sociale, caratteristica che la distingue da altre sostanze come l‟alcool o il fumo.7
Quello che si constata è che <<l‟uso di sostanze psico-attive, a prescindere dall‟appartenenza culturale, sociale e di genere, è indubbiamente collegato alla naturale tendenza degli esseri umani,
ed in particolar specie degli adolescenti, a sperimentare nuove sensazioni e altri vissuti che si
discostano da stili di vita abituali e tradizionali>>.8 Si tratta di una ricerca intenzionale di soddisfazioni e di emozioni nuove, come alternativa ai modelli sociali e culturali imposti dalla società. Il desiderio sempre maggiore di prolungare i momenti di soddisfazione vissuti provoca una ricerca costante della sostanza, determinando un cambiamento a livello biologico, psichico e mentale del soggetto e attiva un suo processo sempre più forte di allontanamento e di estraniazione dalla società in cui vive e dall‟insieme di norme che la regola.
Sulla stessa linea, il dott. Stefano Canali, definisce droga <<ogni sostanza capace di alterare gli equilibri dei diversi, ma interconnessi livelli su cui può rappresentarsi il nostro essere: il livello biologico, quello psicologico e quello sociale.>>9
Attraverso le droghe l‟uomo ha sempre cercato di curare il male, di fuggire gli affanni, le preoccupazioni, la tristezza, di rompere i vincoli della quotidianità, di acquisire una percezione mistica e giungere all‟esperienza del sacro.10
La domanda però costante e che non ha mai ottenuto una risposta solida e definitiva è quella della motivazione per cui una persona inizia ad utilizzare una sostanza psicotropa, quali motivi la portano a tuffarsi in un mondo che sa o percepisce, nella maggioranza dei casi, rischioso ed illegale.
Cercando di far luce sulla questione, l‟Organizzazione Mondiale della Salute, attraverso la Commissione di Periti in Dipendenza di Droghe, nel rapporto del 1970, arriva alla conclusione che l‟iniziazione, perpetuazione o cessazione della tossicomania non è vincolata ad una causa unica ma dipende da condizioni personali ed ambientali. Fondamentalmente il vizio ha origine da: <<a) devio di carattere in modo latente che provoca la fuga dalle responsabilità, b) devio di personalità di
7V. Greco Filho, Toxicos, prevençao- repressao, comentarios a Lei n. 10.409/2002 e a parte vigente da Lei n. 6.368/76, 12 ed., Saraiva, Sao Paulo, 2006.
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R. Pocaterra, A. Savoldelli, N. Rivera (a cura di), Minori e sostanze psicotrope:analisi e prospettive dei processi
riabilitativi – la total quality negli interventi sulle tossicodipendenze in ambito penale minorile, Franco Angeli, Milano,
2003, p. 24. 9
S. Canali, Alter ego, droga e cervello, Ed. del Centro per la Diffusione della Cultura Scientifica – Università degli Studi di Cassino, 1995.
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natura delinquenziale, in modo che questo comportamento rappresenti piacere nel violare le regole sociali, c) tentativo di auto-trattamento da parte di persona portatrice di problemi psichici. Ad esempio, nell‟adolescenza appare come la reazione alla pressione economica, alla frustrazione o
altri problemi più persistenti, come la depressione, l‟ansietà cronica, l‟angoscia, la fatica cronica o la credenza che le droghe possano prevenire molestie o aumentare la capacità sessuale, d)
necessità di ottenere accettazione in certi circoli del sotto mondo, specialmente fra i socialmente disadattati, e) permanente o reversibile lesione metabolica provocata da ripetute e alte dosi di droghe, f) ribellione contro i valori sociali, g) semplice abitudine acquisito socialmente, anche senza previo disturbo psicopatologico, h) pressione socioculturale che induce all‟uso, per esempio, di alcool, anche se non esiste disturbo psichico latente.>>11
Una causa che certamente favorisce la nascita della tossicomania è il conflitto psicologico non risolto di disadattamento sociale, che è chiamato conflitto primario. Questa lotta irrisolta produce una nevrosi con manifestazione di auto-gratificazione o auto-punizione. Il permanere di questa situazione provoca tre reazioni auto-punitive isolate o concomitanti: la pratica di delitti per lo sfogo della nevrosi, l‟uso di sostanze tossiche o tossicofilia e l‟auto-mortificazione attraverso l‟emergere di malattie psicosomatiche, come certe forme di ulcere allo stomaco, asma, dermatosi, artriti, coliti, tutte evidentemente a sfondo somatico.
La tossicofilia, che è il semplice uso, non solamente per gli effetti distruttivi della sostanza stessa, ma anche per la recrudescenza della nevrosi, attacca l‟ego, annientando i valori della convivenza e rimettendo il tossicomane in un nuovo conflitto, detto secondario, in cui egli non riesce più a lavorare, si indebolisce fisicamente, sentendosi sconfitto ed emarginato.12
Nelle diverse chiavi di lettura, viene comunque confermato che il desiderio comune dei consumatori di sostanze psicotrope è vincolato all‟esigenza di sperimentare una nuova e migliore esperienza del proprio Sé, nell‟approccio con un mondo sempre più diverso e lontano da quello rappresentato nel proprio immaginario. Per i consumatori abituali, le sostanze sono il veicolo in grado di colmare le distanze che separano il loro mondo fantastico dagli effetti frustranti provocati dai fallimenti. Questi effetti molto spesso derivano dall‟impossibilità di raggiungere gli obiettivi imposti dal mondo reale. Conforme autorevoli studiosi <<una delle principali cause che inducono all‟uso delle varie sostanze psicotrope è posta in relazione, quindi, alla ricerca intenzionale di gratificazioni e di nuove emozioni. Tali sentimenti frequentemente si traducono in radicali cambiamenti biologici e mentali,I riti d‟assunzione portano a stati di alta soddisfazione, con se stessi e con il contesto di riferimento, molto limitati nel tempo. Il desiderio di prolungare la durata di queste sensazioni rende abituale e
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V. Greco Filho, Toxicos, Prevençao- Repressao, Comentarios a Lei n. 10.409/2002 e a parte vigente da Lei n.
6.368/76, op. cit., p. 9.
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sistematico il momento del consumo, ciò provoca il mutamento del sistema biologico, psichico e mentale e attiva il processo di estraniazione dell‟individuo dal tessuto sociale d‟appartenenza e dal sistema di regole che lo regge.>>13
2.3 A proposito di devianza e criminalità: gli approcci bio-antropologici, psicodinamici e